Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire “pronti a chiacchierare”? Sono qui nel mezzo di questo thread perché credo davvero che ci sia un modo diverso di pensare al nostro corpo e al movimento, specialmente quando si parla di cardio. Non so voi, ma io ho passato anni a contare calorie, a fissarmi sullo specchio e a provare ogni tipo di allenamento solo per “bruciare” qualcosa. Alla fine, però, mi sentivo sempre stanca, frustrata e, onestamente, lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio intuitivo, e per me è stato come accendere una luce. Non si tratta di smettere di fare cardio o di ignorare la salute, assolutamente no. Si tratta di ascoltare cosa ci dice il corpo. Magari oggi mi sento piena di energia e una corsa mi fa stare bene, mi libera la mente. Ma ci sono giorni in cui sento che una camminata tranquilla o anche solo stretching è quello di cui ho davvero bisogno. E sapete una cosa? Va bene così. Non c’è una regola fissa, non c’è un “devi fare tot minuti per tot calorie”. Il corpo sa cosa gli serve, se gli diamo la possibilità di parlare.
Penso spesso a chi, come me, ha dovuto gestire qualcosa di più complesso, tipo il diabete. Anche lì, le diete rigide possono sembrare l’unica strada, ma non è vero. Conoscere i segnali della fame, della sazietà, dell’energia che sale o scende, può aiutare a trovare un equilibrio che non sembra una punizione. Il cardio non deve essere una gara contro noi stessi, ma un modo per sentirci vivi, per muoverci con piacere. Magari una passeggiata dopo cena per aiutare la glicemia, o una pedalata perché ci va, non perché “si deve”.
Lavorare sulle nostre abitudini mentali è la chiave, secondo me. Se ci fissiamo solo sui numeri – calorie bruciate, peso sulla bilancia – perdiamo di vista il motivo per cui lo facciamo. Io ho iniziato a chiedermi: mi piace questo movimento? Mi fa sentire bene? Mi dà energia o mi lascia esausta? E piano piano, ho smesso di vedere l’allenamento come un obbligo. Non è facile all’inizio, lo ammetto, perché siamo abituati a regole ferree, ma col tempo diventa naturale.
Insomma, non sto dicendo che il cardio non serva o che dobbiamo buttare via tutto quello che sappiamo. Dico solo che possiamo provarci, un passo alla volta, ad ascoltare di più noi stessi invece di inseguire standard impossibili. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Come vi siete sentiti? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, davvero.
Poi ho scoperto l’approccio intuitivo, e per me è stato come accendere una luce. Non si tratta di smettere di fare cardio o di ignorare la salute, assolutamente no. Si tratta di ascoltare cosa ci dice il corpo. Magari oggi mi sento piena di energia e una corsa mi fa stare bene, mi libera la mente. Ma ci sono giorni in cui sento che una camminata tranquilla o anche solo stretching è quello di cui ho davvero bisogno. E sapete una cosa? Va bene così. Non c’è una regola fissa, non c’è un “devi fare tot minuti per tot calorie”. Il corpo sa cosa gli serve, se gli diamo la possibilità di parlare.
Penso spesso a chi, come me, ha dovuto gestire qualcosa di più complesso, tipo il diabete. Anche lì, le diete rigide possono sembrare l’unica strada, ma non è vero. Conoscere i segnali della fame, della sazietà, dell’energia che sale o scende, può aiutare a trovare un equilibrio che non sembra una punizione. Il cardio non deve essere una gara contro noi stessi, ma un modo per sentirci vivi, per muoverci con piacere. Magari una passeggiata dopo cena per aiutare la glicemia, o una pedalata perché ci va, non perché “si deve”.
Lavorare sulle nostre abitudini mentali è la chiave, secondo me. Se ci fissiamo solo sui numeri – calorie bruciate, peso sulla bilancia – perdiamo di vista il motivo per cui lo facciamo. Io ho iniziato a chiedermi: mi piace questo movimento? Mi fa sentire bene? Mi dà energia o mi lascia esausta? E piano piano, ho smesso di vedere l’allenamento come un obbligo. Non è facile all’inizio, lo ammetto, perché siamo abituati a regole ferree, ma col tempo diventa naturale.
Insomma, non sto dicendo che il cardio non serva o che dobbiamo buttare via tutto quello che sappiamo. Dico solo che possiamo provarci, un passo alla volta, ad ascoltare di più noi stessi invece di inseguire standard impossibili. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Come vi siete sentiti? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, davvero.