Basta con le diete noiose: perché il ballo mi ha salvato dalla bilancia?

Pure Vessel

Membro
6 Marzo 2025
80
17
8
Ragazzi, parliamoci chiaro: le diete sono una tortura infinita. Contare calorie, pesare ogni boccone, rinunciare a tutto quello che sa di buono… che vita è? Io c’ero dentro, intrappolato in quel ciclo assurdo di bilancia e sensi di colpa, e vi giuro, non ne potevo più. Poi un giorno, quasi per caso, ho provato a muovermi a ritmo di musica. Non parlo di quelle lezioni seriose tipo Pilates, tutte regole e posizioni perfette, no, parlo di ballo vero: salsa, hip-hop, persino un po’ di balletto quando mi sentivo ispirato.
All’inizio ero scoordinato, sudavo come un matto e mi sentivo pure ridicolo. Ma sapete che c’è? Non importava. Per la prima volta non stavo pensando ai chili, ma a quanto fosse liberatorio lasciarmi andare. La salsa mi ha insegnato a sciogliere i fianchi e pure la testa, l’hip-hop mi ha dato una scarica di energia che nessuna dieta mi aveva mai regalato, e il balletto… beh, quello mi ha fatto sentire elegante anche con qualche chilo in più.
Non è stato un dimagrimento lampo, intendiamoci. Ma piano piano, ballando quasi ogni giorno, ho visto il mio corpo cambiare. Non perché mi ammazzavo di regole, ma perché mi muovevo per piacere. Niente bilance ossessive, niente “non posso mangiare questo”. Il ballo mi ha salvato da quel loop deprimente delle diete noiose, e ora quando mi guardo allo specchio non vedo più un numero, ma una persona che si gode la vita. Provateci, sul serio: buttate via quel diario calorico e accendete la musica.
 
Ehi, capisco perfettamente quello che dici, sai? Anche io sono stato incastrato in quel vortice di diete infinite, bilance che sembrano giudicarti e sensi di colpa che ti mangiano vivo. Nel mio caso, però, c’è un extra: il mio corpo non collabora come dovrebbe per via di un problemino alla tiroide. Hypotiroidismo, per la precisione. All’inizio pensavo fosse una condanna, tipo “ok, posso pure smettere di provarci, tanto non funziona”. Ma poi ho capito che non potevo arrendermi così.

Il tuo racconto sul ballo mi ha colpito davvero. Io non sono ancora a quel punto di libertà totale, ma ci sto lavorando. Con il mio endocrinologo abbiamo fatto un sacco di aggiustamenti: medicine per bilanciare gli ormoni, controlli regolari e una dieta che non è proprio una “dieta” nel senso classico. Non peso ogni grammo di cibo, ma cerco di ascoltare il mio corpo. Tipo, ho notato che se esagero coi carboidrati raffinati mi sento uno straccio, gonfia e stanca, quindi ho iniziato a preferire cose come la quinoa o il riso integrale. Non è una regola ferrea, è più un “facciamo pace col mio metabolismo”.

Per il movimento, invece, sto ancora cercando la mia strada. Il ballo che descrivi sembra una figata, soprattutto quel senso di lasciarsi andare senza pensare ai numeri. Io per ora sono più sul camminato veloce, perché con la tiroide a volte mi manca l’energia per fare di più. Però mi hai messo una pulce nell’orecchio: magari provo una lezione di salsa, chissà che non mi sblocchi qualcosa, pure mentalmente. Perché hai ragione, il punto non è solo dimagrire, ma sentirsi vivi.

La mia perdita di peso è lentissima, te lo dico sinceramente. Ci sono giorni in cui la bilancia non si muove di un millimetro e mi viene da urlare. Ma poi penso a com’è cambiata la mia giornata: non sono più ossessionata dal controllo, parlo con il medico quando serve, provo a muovermi come posso e, soprattutto, sto imparando a non odiarmi per quello che non riesco a fare. Il ballo potrebbe essere quel pezzo che mi manca, quella spinta per godermi il percorso invece di fissarmi sul traguardo. Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha dato una bella dose di ispirazione!
 
  • Mi piace
Reazioni: raaczej
Ragazzi, parliamoci chiaro: le diete sono una tortura infinita. Contare calorie, pesare ogni boccone, rinunciare a tutto quello che sa di buono… che vita è? Io c’ero dentro, intrappolato in quel ciclo assurdo di bilancia e sensi di colpa, e vi giuro, non ne potevo più. Poi un giorno, quasi per caso, ho provato a muovermi a ritmo di musica. Non parlo di quelle lezioni seriose tipo Pilates, tutte regole e posizioni perfette, no, parlo di ballo vero: salsa, hip-hop, persino un po’ di balletto quando mi sentivo ispirato.
All’inizio ero scoordinato, sudavo come un matto e mi sentivo pure ridicolo. Ma sapete che c’è? Non importava. Per la prima volta non stavo pensando ai chili, ma a quanto fosse liberatorio lasciarmi andare. La salsa mi ha insegnato a sciogliere i fianchi e pure la testa, l’hip-hop mi ha dato una scarica di energia che nessuna dieta mi aveva mai regalato, e il balletto… beh, quello mi ha fatto sentire elegante anche con qualche chilo in più.
Non è stato un dimagrimento lampo, intendiamoci. Ma piano piano, ballando quasi ogni giorno, ho visto il mio corpo cambiare. Non perché mi ammazzavo di regole, ma perché mi muovevo per piacere. Niente bilance ossessive, niente “non posso mangiare questo”. Il ballo mi ha salvato da quel loop deprimente delle diete noiose, e ora quando mi guardo allo specchio non vedo più un numero, ma una persona che si gode la vita. Provateci, sul serio: buttate via quel diario calorico e accendete la musica.
Ehi, capisco benissimo quel senso di prigione che descrivi con le diete, ci sono passato anch’io. Sempre lì a controllare tutto, a pesare anche l’aria che respiri, e alla fine ti senti solo stanco e frustrato. Però sai, il ballo che racconti mi ha fatto pensare… io invece ho trovato la mia “salvezza” nella cucina vegana. Non fraintendermi, non è che sto a contare calorie pure lì, ma buttarmi sui piatti a base di verdure e legumi mi ha dato una leggerezza che non mi aspettavo. Tipo un’insalata di ceci con limone e prezzemolo, o una zuppa di lenticchie che scalda senza appesantire. Non è la stessa scarica di energia dell’hip-hop, certo, ma per me è un modo di muovermi nella vita senza sentirmi incatenato. Il ballo mi ispira, magari ci provo, ma nel frattempo continuo a danzare tra i fornelli con i miei ingredienti verdi. Se ti va, fammi sapere come va con la salsa!
 
Guarda, leggere della tua ribellione alle diete mi ha colpito dritto al cuore. Quel ciclo infinito di bilancia, numeri e sensi di colpa lo conosco fin troppo bene. Io ci sono finito dentro dopo un periodo duro, una malattia che mi ha inchiodato a letto per mesi. Risultato? Chili in più, un corpo che non riconoscevo e una testa piena di pensieri pesanti. All’inizio mi sono detto: “Devo tornare in forma, costi quel che costi”. Ho provato a contare calorie, a eliminare tutto quello che mi piaceva, ma era come punirmi due volte: prima la malattia, poi quella tortura autoinflitta. Non ce la facevo più.

Poi, un giorno, ho deciso di smettere di combattere contro me stesso. Non ero pronto per il ballo come te – i miei fianchi non avrebbero mai retto la salsa senza farmi sentire un elefante scoordinato – ma ho iniziato a muovermi in un altro modo. Camminate lente, all’inizio solo fino al parco vicino casa. Non per bruciare calorie, ma per respirare, per sentire di nuovo le gambe vive dopo tutto quel tempo fermo. È stato strano: non avevo un piano, non tenevo il conto dei passi, eppure ogni giorno mi sentivo un po’ meno incastrato in quel corpo appesantito.

La tua storia del ballo mi fa venir voglia di provarci, però. Quel lasciarsi andare che descrivi, quel non pensare ai chili ma al momento, è una cosa che mi manca. Io sto ancora ritrovando il ritmo dopo la malattia, e forse il ballo potrebbe essere un passo avanti. Non so se sono pronto per l’hip-hop o la salsa – magari partirei con qualcosa di più tranquillo, tipo un valzer maldestro in salotto – ma l’idea di muovermi per piacere e non per dovere mi accende qualcosa dentro. Intanto, continuo con le mie passeggiate e qualche piatto semplice che non mi fa sentire in colpa, tipo una minestra di verdure che sa di casa. Tu come hai fatto a buttarti nella musica così, senza pensare al giudizio? Magari mi dai il coraggio di accendere lo stereo e provarci anch’io.
 
Ehi, capisco quel peso che descrivi, non solo sulla bilancia ma dentro. Io sono uno di quelli che cerca la strada facile per dimagrire, niente diete complicate o ore in palestra. La tua storia mi piace, quel buttarti nel ballo senza pensare ai numeri. Io invece punto sul minimo: mangio meno, cammino un po’ quando riesco, tipo fino al bar all’angolo. Non è tanto, ma mi fa sentire meno fermo. Il ballo mi tenta, però, magari provo qualcosa di lento in cucina, senza guardarmi allo specchio. Come hai fatto a non preoccuparti di sembrare goffo all’inizio?