Camminando sotto le stelle: il peso si scioglie, l’anima si ritrova

stephenisacc

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6 Marzo 2025
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Amici della notte, stasera ho camminato ancora, sotto un cielo che sembrava dipinto da un artista malinconico. Le stelle, sparse come briciole di luce, mi hanno fatto compagnia mentre i miei passi scandivano il ritmo di un pensiero lento. Ho scelto la strada lungo il mare oggi, quella che costeggia le onde silenziose, dove il profumo di salsedine si mescola all’aria fresca della sera. Quattro chilometri, forse cinque, non li conto più con ossessione, ma con una specie di gratitudine.
Il peso, quello che porto sul corpo, si sta sciogliendo, un po’ alla volta, come neve sotto un sole timido. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È qualcosa di più profondo, come se ogni passo mi liberasse da un pensiero pesante, da un’ansia che non sapevo nemmeno di avere. Mangio semplice in questi giorni: un po’ di pesce, verdure che sanno di terra, un filo d’olio che mi ricorda casa. Non è una dieta, è un ritorno, un modo di ascoltare il corpo che cammina e chiede pace.
Mentre passeggio, mi capita di pensare a chi ero mesi fa, a come mi sentivo intrappolato in me stesso. Ora, con le gambe che si muovono e il cuore che batte al ritmo del mare, mi ritrovo. Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima che respira. La strada è lunga, lo so, ma ogni sera, sotto queste stelle, mi sembra di essere un po’ più vicino a chi voglio diventare. E voi, cosa vi tiene in movimento?
 
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Reazioni: marni1971
Amici della notte, stasera ho camminato ancora, sotto un cielo che sembrava dipinto da un artista malinconico. Le stelle, sparse come briciole di luce, mi hanno fatto compagnia mentre i miei passi scandivano il ritmo di un pensiero lento. Ho scelto la strada lungo il mare oggi, quella che costeggia le onde silenziose, dove il profumo di salsedine si mescola all’aria fresca della sera. Quattro chilometri, forse cinque, non li conto più con ossessione, ma con una specie di gratitudine.
Il peso, quello che porto sul corpo, si sta sciogliendo, un po’ alla volta, come neve sotto un sole timido. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È qualcosa di più profondo, come se ogni passo mi liberasse da un pensiero pesante, da un’ansia che non sapevo nemmeno di avere. Mangio semplice in questi giorni: un po’ di pesce, verdure che sanno di terra, un filo d’olio che mi ricorda casa. Non è una dieta, è un ritorno, un modo di ascoltare il corpo che cammina e chiede pace.
Mentre passeggio, mi capita di pensare a chi ero mesi fa, a come mi sentivo intrappolato in me stesso. Ora, con le gambe che si muovono e il cuore che batte al ritmo del mare, mi ritrovo. Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima che respira. La strada è lunga, lo so, ma ogni sera, sotto queste stelle, mi sembra di essere un po’ più vicino a chi voglio diventare. E voi, cosa vi tiene in movimento?
Ciao a tutti, leggendo le tue parole mi sono rivisto in tanti momenti della mia strada. Quel cielo dipinto di malinconia e il mare che sussurra piano li sento anch’io, anche se il mio cammino è diverso. Io non sono uno da lunghe passeggiate, lo ammetto, ma il movimento per me è stato tutto, soprattutto quando ho deciso di lasciar andare i chili di troppo. Non parlo di diete rigide o bilance che comandano la giornata, ma di un ritmo che ho trovato con il mio corpo, a casa, senza bisogno di chissà cosa.

Ho iniziato con le funzionali, sapete, quelle cose che fai con il peso del corpo o al massimo un TRX appeso alla porta. All’inizio era un disastro: due flessioni e mi sentivo finito, ma piano piano ho preso il via. Facevo squat mentre guardavo il mare dalla finestra, plank con il rumore delle onde in testa anche se era solo nella mia immaginazione. Non servivano attrezzi complicati, solo un tappetino e la voglia di non mollare. Magari provate anche voi: 10 squat, 10 piegamenti sulle braccia, 10 addominali, ripetuti per tre giri. Niente di impossibile, ma dopo un mese ti guardi allo specchio e qualcosa è cambiato.

Il peso si scioglie, sì, ma non è solo quello. È come dici tu, un liberarsi da dentro. Io ho smesso di pesarmi ogni giorno, di farmi ossessionare dai numeri. Mangio quello che mi fa stare bene: del pollo grigliato, un po’ di riso, verdure che cuocio con due spezie e basta. Non è privazione, è scegliere quello che mi dà energia per muovermi ancora. E il movimento, quello vero, ti tiene lontano dai su e giù, da quel tornare indietro che a volte capita quando ti fermi.

Mi piace pensarla come una danza con me stesso: ogni allenamento è un passo, ogni scelta a tavola è un altro. Non sono uno che corre sotto le stelle, ma mentre faccio i miei burpees in salotto, con il fiatone e il sudore che cola, sento lo stesso quel respiro dell’anima di cui parli. È un ritrovarmi, un capire che posso essere costante senza strafare. La strada è lunga, certo, ma ogni volta che finisco una sessione e mi stendo sul tappetino, esausto ma vivo, so che sto costruendo qualcosa di solido. Voi cosa ne pensate, il movimento vi salva come salva me?
 
Amici della notte, stasera ho camminato ancora, sotto un cielo che sembrava dipinto da un artista malinconico. Le stelle, sparse come briciole di luce, mi hanno fatto compagnia mentre i miei passi scandivano il ritmo di un pensiero lento. Ho scelto la strada lungo il mare oggi, quella che costeggia le onde silenziose, dove il profumo di salsedine si mescola all’aria fresca della sera. Quattro chilometri, forse cinque, non li conto più con ossessione, ma con una specie di gratitudine.
Il peso, quello che porto sul corpo, si sta sciogliendo, un po’ alla volta, come neve sotto un sole timido. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È qualcosa di più profondo, come se ogni passo mi liberasse da un pensiero pesante, da un’ansia che non sapevo nemmeno di avere. Mangio semplice in questi giorni: un po’ di pesce, verdure che sanno di terra, un filo d’olio che mi ricorda casa. Non è una dieta, è un ritorno, un modo di ascoltare il corpo che cammina e chiede pace.
Mentre passeggio, mi capita di pensare a chi ero mesi fa, a come mi sentivo intrappolato in me stesso. Ora, con le gambe che si muovono e il cuore che batte al ritmo del mare, mi ritrovo. Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima che respira. La strada è lunga, lo so, ma ogni sera, sotto queste stelle, mi sembra di essere un po’ più vicino a chi voglio diventare. E voi, cosa vi tiene in movimento?
Ciao, anime in cammino! La tua passeggiata sotto le stelle mi ha fatto quasi sentire il profumo del mare e il suono delle onde che ti accompagnano. È bello leggerti, sai? Quel senso di leggerezza che descrivi, non solo nel corpo ma anche nell’anima, è qualcosa che capisco bene. Anch’io sto trovando il mio ritmo, ma lo faccio con un approccio un po’ diverso, che magari potrebbe incuriosirti.

Pratico il metodo Wim Hof da qualche mese: respiro profondo, controllato, e poi immersioni in acqua fredda, anche solo una doccia gelata quando non ho modo di buttarmi in mare. Sembra strano, lo so, ma ti giuro che cambia tutto. Il respiro ti sveglia, ti dà energia, e il freddo… beh, è come se accendesse il metabolismo. Dicono che aiuti a bruciare calorie, ma per me è più una questione di forza interiore: ti senti vivo, presente. E lo stress? Sparisce, come se l’acqua gelata lo lavasse via.

Camminare come fai tu, con quel contatto con la natura, potrebbe sposarsi bene con qualche respiro profondo prima o dopo. Non parlo di cose complicate, solo inspirare lento, trattenere un attimo, ed espirare tutto. Magari provi, una sera, sotto quel cielo che dipinge i tuoi passi. Io, dopo il respiro e il freddo, mi sento più leggero, non solo fuori ma dentro, un po’ come te con le tue stelle e il mare. Cosa ne pensi, ti va di sperimentare qualcosa di nuovo mentre la strada continua?
 
Ehi, camminatore delle stelle, il tuo racconto sa di poesia, ma leggendoti mi è venuta un’ombra di malinconia. Quel mare, quelle onde silenziose… sembrano quasi prendersi gioco di chi, come me, cerca pace ma inciampa sempre in qualcosa. Io vorrei sentirmi leggero come te, davvero, ma con le mie allergie è una lotta continua. Niente pesce, per carità, il mio corpo lo respinge come un intruso, e anche le verdure “che sanno di terra” spesso nascondono trappole: un po’ di glutine qua, un’ombra di lattosio là. Alla fine, mangio sempre le stesse cose, un’insalata triste e due cucchiai di riso che sembrano gridarmi “rassegnati”.

Camminare mi piace, sì, ma non è mai abbastanza. Faccio i miei passi, magari non sotto un cielo stellato come il tuo, ma tra i palazzi grigi della mia via. E il peso? Non si scioglie, non proprio. Resta lì, testardo, come un ricordo che non vuole andarsene. Tu parli di anima che respira, ma la mia sembra soffocare sotto la fatica di stare attenta a tutto. Non è solo questione di bilancia, hai ragione, è più profondo. Però a volte mi chiedo se questa strada porti davvero da qualche parte o se sto solo girando in tondo, con le gambe stanche e lo stress che non molla mai la presa. Tu come fai a non perderti, dimmi? Cosa ti tiene davvero a galla?
 
Amici della notte, stasera ho camminato ancora, sotto un cielo che sembrava dipinto da un artista malinconico. Le stelle, sparse come briciole di luce, mi hanno fatto compagnia mentre i miei passi scandivano il ritmo di un pensiero lento. Ho scelto la strada lungo il mare oggi, quella che costeggia le onde silenziose, dove il profumo di salsedine si mescola all’aria fresca della sera. Quattro chilometri, forse cinque, non li conto più con ossessione, ma con una specie di gratitudine.
Il peso, quello che porto sul corpo, si sta sciogliendo, un po’ alla volta, come neve sotto un sole timido. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È qualcosa di più profondo, come se ogni passo mi liberasse da un pensiero pesante, da un’ansia che non sapevo nemmeno di avere. Mangio semplice in questi giorni: un po’ di pesce, verdure che sanno di terra, un filo d’olio che mi ricorda casa. Non è una dieta, è un ritorno, un modo di ascoltare il corpo che cammina e chiede pace.
Mentre passeggio, mi capita di pensare a chi ero mesi fa, a come mi sentivo intrappolato in me stesso. Ora, con le gambe che si muovono e il cuore che batte al ritmo del mare, mi ritrovo. Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima che respira. La strada è lunga, lo so, ma ogni sera, sotto queste stelle, mi sembra di essere un po’ più vicino a chi voglio diventare. E voi, cosa vi tiene in movimento?
Carissimo compagno di cammino, le tue parole mi hanno toccato il cuore come una brezza leggera che arriva dal mare. Sai, anch’io ho ripreso a muovermi sotto le stelle, con quel cielo che sembra quasi parlare a noi che cerchiamo un po’ di leggerezza, dentro e fuori. Non sono più una giovincella, lo sai, e il mio corpo me lo ricorda ogni tanto con qualche scricchiolio, ma queste passeggiate serali stanno diventando il mio piccolo rituale di pace. Come te, ho scelto percorsi tranquilli, vicino casa mia c’è un parco con alberi che sembrano vecchi amici, e cammino lì, passo dopo passo, senza fretta.

Il peso che perdo non è solo quello che vedo sulla bilancia, anche se sono felice quando i pantaloni di qualche anno fa tornano a starmi comodi. È un peso che si scioglie piano, come dici tu, e mi lascia spazio per respirare meglio. Mangiare semplice mi aiuta tanto: un piatto di minestrone caldo, un po’ di frutta che sa di sole, magari una fettina di pane con un velo di ricotta. Non mi servono grandi cose, il corpo a questa età chiede poco, ma quel poco deve essere buono, vero. E sai una cosa? Ogni tanto mi concedo un dolcetto, ma di quelli che non pesano né sullo stomaco né sulla coscienza: una mela cotta con un pizzico di cannella, che profuma di casa e mi scalda l’anima.

Camminare mi sta insegnando a volermi bene di nuovo. Mi ricordo com’ero qualche tempo fa, sempre stanca, con le giornate che sembravano scivolare via senza senso. Ora, invece, ogni passo è un regalo che faccio a me stessa. Non corro, non mi affanno, ma sento che sto andando avanti. E il bello è che non è solo il corpo a cambiare: è come se la testa si svuotasse di pensieri grigi e lasciasse posto a qualcosa di più luminoso. La strada è lunga, sì, ma non mi spaventa più. Ogni sera, con le stelle sopra di me, mi sento un po’ più forte, un po’ più me stessa.

E tu, cosa trovi sotto quel cielo dipinto che ti spinge a continuare? Io, forse, sto scoprendo che a qualsiasi età si può ricominciare, basta un passo, poi un altro, e la vita torna a sorriderti.
 
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Reazioni: Cristian.I
Amici della notte, stasera ho camminato ancora, sotto un cielo che sembrava dipinto da un artista malinconico. Le stelle, sparse come briciole di luce, mi hanno fatto compagnia mentre i miei passi scandivano il ritmo di un pensiero lento. Ho scelto la strada lungo il mare oggi, quella che costeggia le onde silenziose, dove il profumo di salsedine si mescola all’aria fresca della sera. Quattro chilometri, forse cinque, non li conto più con ossessione, ma con una specie di gratitudine.
Il peso, quello che porto sul corpo, si sta sciogliendo, un po’ alla volta, come neve sotto un sole timido. Non è solo una questione di bilancia, sapete? È qualcosa di più profondo, come se ogni passo mi liberasse da un pensiero pesante, da un’ansia che non sapevo nemmeno di avere. Mangio semplice in questi giorni: un po’ di pesce, verdure che sanno di terra, un filo d’olio che mi ricorda casa. Non è una dieta, è un ritorno, un modo di ascoltare il corpo che cammina e chiede pace.
Mentre passeggio, mi capita di pensare a chi ero mesi fa, a come mi sentivo intrappolato in me stesso. Ora, con le gambe che si muovono e il cuore che batte al ritmo del mare, mi ritrovo. Non è solo il corpo che si alleggerisce, è l’anima che respira. La strada è lunga, lo so, ma ogni sera, sotto queste stelle, mi sembra di essere un po’ più vicino a chi voglio diventare. E voi, cosa vi tiene in movimento?
Ehi, compagni di cammino, il tuo racconto mi ha colpito dritto al cuore, sai? Quella strada lungo il mare la vedo quasi davanti agli occhi, con le stelle che ti guardano e il rumore delle onde che ti culla i pensieri. Io non sono uno da poeticismi, ma capisco bene quel senso di liberazione che descrivi. Anche per me è iniziato tutto così, non per vanità, ma perché il medico mi ha messo davanti a una scelta: o cambiavo o il mio corpo avrebbe ceduto. Diabete e pressione alta non scherzano, e io non avevo nessuna intenzione di arrendermi senza combattere.

Camminare è diventato il mio modo di rispondere, di dire "no" a quel destino che sembrava già scritto. All’inizio contavo ogni passo, ogni chilometro, con una specie di rabbia verso me stesso per essermi lasciato andare. Pesavo troppo, non solo sulla bilancia, ma dentro. Poi, come dici tu, è cambiato qualcosa. Non è più ossessione, è gratitudine. Ora esco la sera, magari non sotto un cielo stellato come il tuo, ma tra i vicoli della mia città, con l’aria fresca che mi pizzica la faccia. Faccio tre chilometri, a volte quattro, dipende da quanto mi urlano le gambe di fermarmi. Ma non mi fermo, non più.

Il cibo è un altro pezzo della lotta. Niente di complicato: un po’ di pollo, verdure grigliate, un goccio d’olio che sa di ulivi. Non è una punizione, è un patto col mio corpo. Ogni boccone mi ricorda perché lo faccio: per svegliarmi senza fiatone, per non sentirmi un estraneo nella mia pelle. Mesi fa ero un altro, uno che evitava gli specchi e si convinceva che "stare bene" fosse solo un sogno. Ora, passo dopo passo, sto tornando a vivere. Non sono ancora dove voglio essere, ma ogni sera che cammino mi sento meno prigioniero.

Tu parli di anima che respira, e io ci credo. Non è solo il peso che se ne va, è la testa che si schiarisce, il cuore che smette di correre per paura e batte per forza. La strada è lunga, sì, ma non mi interessa correre. Voglio solo continuare, testardo come sono, perché so che ne vale la pena. E tu, cosa ti spinge a non mollare? Cosa trovi in quelle stelle che ti fa andare avanti?