Camminando strano verso la salute: come il movimento mi ha salvato dal medico!

t.rysio

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse no, non proprio un ciao, più un “eccomi qua” mentre barcollo in questo strano cammino. Sono quello che ha iniziato a perdere peso non per guardarsi allo specchio e sentirsi una star, ma perché il dottore mi ha guardato negli occhi e ha detto: “O ti muovi, o il diabete e la pressione alta ti fanno fuori”. Non proprio un discorso motivazionale da film, ma ha funzionato.
All’inizio pensavo che muovermi fosse tipo una punizione. Camminare? Io? Con il fiatone dopo due passi e le ginocchia che scricchiolavano come una porta vecchia? Eppure, ho iniziato. Passo dopo passo, un po’ storto, un po’ ridicolo. Non ero uno di quelli che corrono con le cuffiette fighe e i completini coordinati. No, io ero quello con le scarpe da ginnastica sformate, che inciampava nei propri piedi e si fermava a riprendere fiato ogni cinque minuti. Però, sapete che c’è? Quel movimento strano, lento, quasi comico, mi ha cambiato.
Non è che sono diventato un atleta, eh. Ma un giorno ho notato che salire le scale non mi faceva più sembrare un motore grippato. Il cuore non batteva come se volesse scappare dal petto. E la pressione? Il medico ha alzato un sopracciglio e ha detto: “Beh, guarda un po’ qua, forse non ti prescrivo niente per ora”. Non so se vi rendete conto di quanto sia assurdo sentirsi dire da un camice bianco che stai meglio perché hai deciso di trascinarti in giro come un pinguino maldestro invece di stare sul divano.
Ora cammino tutti i giorni. Non sempre veloce, non sempre dritto, a volte sembro un ubriaco che cerca la strada di casa. Ma ogni passo mi ricorda che sto tenendo lontano quel futuro schifoso che mi avevano promesso. Il diabete? Per ora lo saluto da lontano. La pressione alta? La tengo a bada con queste gambe che, incredibilmente, hanno deciso di collaborare. Non è una gara, non è una dieta da copertina, è solo me che mi muovo in modo strano verso qualcosa che assomiglia alla salute. E sapete una cosa? Mi piace pure, anche se non lo ammetterò mai al dottore.
 
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Ehi, ciao a tutti, o forse no, non proprio un ciao, più un “eccomi qua” mentre barcollo in questo strano cammino. Sono quello che ha iniziato a perdere peso non per guardarsi allo specchio e sentirsi una star, ma perché il dottore mi ha guardato negli occhi e ha detto: “O ti muovi, o il diabete e la pressione alta ti fanno fuori”. Non proprio un discorso motivazionale da film, ma ha funzionato.
All’inizio pensavo che muovermi fosse tipo una punizione. Camminare? Io? Con il fiatone dopo due passi e le ginocchia che scricchiolavano come una porta vecchia? Eppure, ho iniziato. Passo dopo passo, un po’ storto, un po’ ridicolo. Non ero uno di quelli che corrono con le cuffiette fighe e i completini coordinati. No, io ero quello con le scarpe da ginnastica sformate, che inciampava nei propri piedi e si fermava a riprendere fiato ogni cinque minuti. Però, sapete che c’è? Quel movimento strano, lento, quasi comico, mi ha cambiato.
Non è che sono diventato un atleta, eh. Ma un giorno ho notato che salire le scale non mi faceva più sembrare un motore grippato. Il cuore non batteva come se volesse scappare dal petto. E la pressione? Il medico ha alzato un sopracciglio e ha detto: “Beh, guarda un po’ qua, forse non ti prescrivo niente per ora”. Non so se vi rendete conto di quanto sia assurdo sentirsi dire da un camice bianco che stai meglio perché hai deciso di trascinarti in giro come un pinguino maldestro invece di stare sul divano.
Ora cammino tutti i giorni. Non sempre veloce, non sempre dritto, a volte sembro un ubriaco che cerca la strada di casa. Ma ogni passo mi ricorda che sto tenendo lontano quel futuro schifoso che mi avevano promesso. Il diabete? Per ora lo saluto da lontano. La pressione alta? La tengo a bada con queste gambe che, incredibilmente, hanno deciso di collaborare. Non è una gara, non è una dieta da copertina, è solo me che mi muovo in modo strano verso qualcosa che assomiglia alla salute. E sapete una cosa? Mi piace pure, anche se non lo ammetterò mai al dottore.
Ehi, un “eccomi qua” anche da parte mia, mentre inciampo in questo thread con la grazia di un sacco di patate che rotola giù dalle scale. La tua storia mi ha preso in pieno, sai? Quel medico con il suo ultimatum da film noir, le ginocchia che protestano, il fiatone che arriva prima ancora di allacciarti le scarpe… sembra quasi la mia biografia, ma con meno popcorn e più sudore. Però, cavolo, hai ragione: quel movimento strano, goffo, quasi assurdo, funziona. E non serve essere un modello da Instagram per sentirlo.

Immagina questa scena: tu, con le tue scarpe sformate, che cammini come un pinguino ubriaco, e ogni passo è un piccolo “vattene” al diabete e alla pressione alta. Io lo vedo così, come una specie di collage mentale, una “doska dei desideri” che non ha bisogno di foto ritoccate o corpi perfetti. Prendi un foglio immaginario e ci metti sopra quello che vuoi: te che sali le scale senza rantolare, il medico che alza il sopracciglio sorpreso, un giorno in cui ti senti leggero, non solo nei numeri sulla bilancia, ma dentro. Non è roba da guru, è semplice: visualizzi quello che stai già costruendo, passo dopo passo.

E visto che siamo in tema di camminate storte verso la salute, ti butto lì una cosetta che mi ha aiutato a non mollare. Quando la testa mi dice “siediti, tanto non cambia niente”, io mi fermo un attimo, chiudo gli occhi e mi immagino fra un mese, fra tre, fra un anno. Non un me con addominali scolpiti, eh, ma un me che respira meglio, che non ha paura di una rampa di scale, che magari si gode una passeggiata senza contare i minuti per tornare a casa. È una tecnica banale, da due soldi, ma mi tiene in pista. E poi, dai, c’è quel gusto strano di dimostrarglielo al dottore, no? Tipo: “Visto? Il pinguino ce l’ha fatta”.

Tu continua a muoverti, barcollando o no, perché ogni passo storto è un pezzo di quella “doska” che prende forma. E magari un giorno ci troviamo a camminare insieme, ridendo di quanto siamo ridicoli e di quanto, in fondo, ci stiamo salvando da soli.
 
Ehi, ciao a tutti, o forse no, non proprio un ciao, più un “eccomi qua” mentre barcollo in questo strano cammino. Sono quello che ha iniziato a perdere peso non per guardarsi allo specchio e sentirsi una star, ma perché il dottore mi ha guardato negli occhi e ha detto: “O ti muovi, o il diabete e la pressione alta ti fanno fuori”. Non proprio un discorso motivazionale da film, ma ha funzionato.
All’inizio pensavo che muovermi fosse tipo una punizione. Camminare? Io? Con il fiatone dopo due passi e le ginocchia che scricchiolavano come una porta vecchia? Eppure, ho iniziato. Passo dopo passo, un po’ storto, un po’ ridicolo. Non ero uno di quelli che corrono con le cuffiette fighe e i completini coordinati. No, io ero quello con le scarpe da ginnastica sformate, che inciampava nei propri piedi e si fermava a riprendere fiato ogni cinque minuti. Però, sapete che c’è? Quel movimento strano, lento, quasi comico, mi ha cambiato.
Non è che sono diventato un atleta, eh. Ma un giorno ho notato che salire le scale non mi faceva più sembrare un motore grippato. Il cuore non batteva come se volesse scappare dal petto. E la pressione? Il medico ha alzato un sopracciglio e ha detto: “Beh, guarda un po’ qua, forse non ti prescrivo niente per ora”. Non so se vi rendete conto di quanto sia assurdo sentirsi dire da un camice bianco che stai meglio perché hai deciso di trascinarti in giro come un pinguino maldestro invece di stare sul divano.
Ora cammino tutti i giorni. Non sempre veloce, non sempre dritto, a volte sembro un ubriaco che cerca la strada di casa. Ma ogni passo mi ricorda che sto tenendo lontano quel futuro schifoso che mi avevano promesso. Il diabete? Per ora lo saluto da lontano. La pressione alta? La tengo a bada con queste gambe che, incredibilmente, hanno deciso di collaborare. Non è una gara, non è una dieta da copertina, è solo me che mi muovo in modo strano verso qualcosa che assomiglia alla salute. E sapete una cosa? Mi piace pure, anche se non lo ammetterò mai al dottore.
Eccomi, un saluto a chi barcolla insieme a me in questo strano viaggio! La tua storia mi ha colpito, perché anch’io sono partito da un punto in cui muovermi sembrava una condanna, non una scelta. Quel “o ti muovi o sei finito” del medico è un campanello d’allarme che ti scuote, vero? E hai ragione, non serve essere un atleta con l’attrezzatura perfetta. Basta iniziare, anche se sembri un pinguino scoordinato come dici tu.

Da fanatico del vivere sano, ti dico una cosa che la scienza conferma: il movimento regolare, anche lento e imperfetto, fa miracoli. Non parlo solo di pressione o glicemia, che comunque migliorano con costanza, ma di tutto il sistema. Il corpo si adatta, il cuore pompa meglio, i muscoli si svegliano. Camminare ogni giorno, come fai tu, è già un obiettivo concreto, una base solida. Non c’è bisogno di strafare: 30-40 minuti al giorno, a passo tuo, sono abbastanza per tenere a bada i guai che il medico ti ha prospettato.

E visto che siamo in tema di passi avanti, ti butto lì un consiglio pratico: prova a fissarti un traguardo mensile, tipo aumentare di qualche minuto la tua camminata o contare i passi con un’app. Non per ossessionarti, ma per vedere nero su bianco quanto stai costruendo. Io ho iniziato così, e ora non solo cammino, ma mangio meglio, dormo come un sasso e mi sento meno un rottame. Il movimento è la chiave, ma è tutto il resto—cibo sano, ritmi regolari—che chiude il cerchio. Continua a trascinarti, funziona più di quanto immagini!