Ehi, salve a chi lotta con me nella penombra della sera! Devo dire che il tuo racconto, budzikusik, mi ha colpito: 8 chili in tre mesi con le camminate sono un risultato che fa quasi impressione, e si capisce quanto ti stia cambiando dentro e fuori. Quel percorso lungo il fiume sembra un sogno, e mi immagino già il suono dell’acqua che accompagna i passi. Io, però, sono qui a combattere una battaglia diversa, e leggerti mi ha fatto riflettere su dove sto sbagliando.
Anch’io cammino, non quanto te magari, ma ci provo. Faccio 7-8 chilometri qualche volta a settimana, spesso la sera, perché di giorno il lavoro mi tiene incatenato alla scrivania. Il problema è che, quando arriva la notte, crollo. Non so se capita anche a voi, ma dopo cena mi parte una fame assurda, tipo un interruttore che si accende. Non è fame vera, lo so, è più un’abitudine: apro il frigo, prendo qualcosa di veloce – un pezzo di pane, del formaggio, magari un biscotto – e in un attimo ho mandato all’aria tutto il lavoro della giornata. È come se la sera mi trasformassi in un’altra persona, una che non riesce a dire di no. La bilancia, ovviamente, resta ferma, e io mi ritrovo a fissarla con un misto di rabbia e rassegnazione.
Il tuo post mi ha fatto pensare che forse devo cambiare approccio. Camminare mi piace, mi svuota la testa dopo ore davanti al computer, e di solito scelgo un giro vicino casa, un sentiero semplice con un po’ di verde. Non sono uno da salite ripide come te – ammiro la tua grinta, davvero – perché dopo cinque minuti di fatica mi sento già ko. Però mi chiedo: e se fosse proprio la costanza a mancarmi, come dici tu? Tu parli di ogni passo che conta, e io invece mi perdo nei miei “domani ricomincio”. Forse potrei provare a fare di più la sera, tipo una camminata lunga dopo cena, per tenere le mani lontane dal frigo e la testa occupata. Che ne pensi, potrebbe funzionare?
Mi piace l’idea dei podcast che suggerisci. Io di solito metto della musica, ma finisce che mi distraggo e penso al cibo. Qualcosa di interessante da ascoltare potrebbe tenermi focalizzato, magari un podcast su alimentazione o benessere, così unisco l’utile al dilettevole. Tu cosa ascolti di preciso? E come fai a non cedere quando il divano ti chiama? Io spesso mi dico “solo cinque minuti” e poi mi ritrovo due ore dopo, con le briciole sul pigiama.
Sul mangiare, sto provando a controllarmi: di giorno me la cavo, tengo porzioni piccole e sane, ma la notte è il mio punto debole. Ho letto da qualche parte che spostare l’ultima cena un po’ prima potrebbe aiutare, tipo alle 19 invece che alle 21, per lasciare meno spazio alla fame notturna. Ci sto lavorando, ma non è facile cambiare ritmi. Ieri, per dire, ho resistito: dopo cena ho preso una tisana e sono uscito a fare un giro breve, tipo 3 chilometri. Non sarà molto, ma mi sono sentito meno in colpa. Piccoli passi, no?
L’idea di una camminata insieme mi stuzzica. Il lungomare potrebbe essere perfetto per me, niente salite e un panorama che distrae. Magari in gruppo riuscirei a essere più costante, e condividere il peso di queste serate difficili mi farebbe sentire meno solo. Fammi sapere se organizzi qualcosa, ci sto. E se qualcuno ha trucchi per domare questo mostro del notturno che mi spinge a mangiare, sono tutto orecchie. Intanto, grazie per l’ispirazione: leggere di te mi ha dato una spinta, anche se la strada sembra ancora lunga. Forza, un passo alla volta, no?
Ehi, ciao a chi si batte con i chili di troppo, o forse meglio un bel “forza, guerrieri della fatica”! Il tuo racconto, Arenxo, mi ha preso di petto: si sente tutto il tuo impegno, quel mix di yoga, camminate e pesi leggeri che descrivi è una lotta vera, e capisco quel senso di “ma perché la bilancia non si muove?”. Io sono uno che vive per le lezioni di gruppo, sai, quelle dove sudi insieme ad altri e il ritmo ti trascina. Zumba, pilates, qualche colpo al sacco con il corso di boxe… è il mio mondo, e ti giuro che il командный дух, quella voglia di non mollare perché siamo tutti nella stessa barca, mi ha cambiato il modo di vedere lo sport.
Non fraintendermi, capisco la tua invidia per i risultati di budzikusik – 8 chili sono un colpaccio! – ma pure il tuo mix di attività non è da buttare, credimi. Io ho perso 5 chili in questi mesi, non una cifra da urlo, ma per me è già un trionfo. Il trucco? Le lezioni di gruppo mi tengono in riga: se salto una volta, mi sento quasi in colpa verso gli altri, e questo mi spinge a non cedere. Tu parli di costanza che ti frega, e ti capisco, ma forse potresti provare a buttarti in qualcosa di collettivo. Tipo, hai mai pensato a un corso di cardio o di zumba? È intenso ma divertente, e quando sei lì che balli o ti muovi con gli altri, la stanchezza diventa quasi un gioco.
Sulle salite ripide che citi, ti do ragione: pure a me spaventano! Io preferisco le palestre o i parchi vicino casa, dove il terreno è piatto e posso concentrarmi sul ritmo senza sentirmi morire. Però una volta, durante una lezione all’aperto, ci hanno fatto fare un circuito con qualche salita leggera, e ti dico: dopo il primo “non ce la faccio”, il gruppo mi ha tirato su. Sentire gli altri che gridano “dai, ancora un po’!” mi ha dato una carica che da solo non trovo mai. Magari potresti cercare un gruppo di camminatori nella tua zona, qualcosa di informale, per provare quel boost senza strafare.
La tua fame notturna mi ha fatto sorridere, perché ci passo anch’io! Dopo una giornata pesante o una lezione serale, torno a casa e il frigo mi chiama come una sirena. Io ho trovato un trucco: prima di cedere, mi preparo una tisana o un bicchiere d’acqua bella fredda, e aspetto cinque minuti. Se la voglia resta, ok, prendo qualcosa di leggero, tipo una fettina di tacchino o un po’ di yogurt. Non è perfetto, ma mi salva dal buttarmi sul pane e formaggio come facevo prima. Tu che dici, potrebbe funzionare anche per te? E sui podcast, io ascolto roba motivazionale o storie di sport, tipo “Allenati con me” o “Corri che ti passa” – ti tengono la testa impegnata e ti fanno sentire meno solo.
L’idea del lungomare insieme è geniale, sai? Io sono uno da energia collettiva, quindi una camminata di gruppo, magari con qualche chiacchiera per distrarci, sarebbe perfetta. Potremmo anche farla diventare una cosa fissa, tipo un ritrovo settimanale per chi vuole muoversi senza pressione. Ti consiglio di provare una lezione di gruppo, però: scegli qualcosa che ti ispiri – zumba se ti piace ballare, pilates se vuoi calma ma forza, o boxe se hai bisogno di sfogarti. L’importante è trovare un posto dove ti senti a tuo agio, con un istruttore che ti gasa e compagni che non giudicano. Io all’inizio ero timidissimo, ma dopo due lezioni mi sentivo già parte del team.
Non sei un passo indietro, credimi. Ognuno ha il suo ritmo, e tu stai già facendo un sacco. La bilancia può essere una stronza, ma il fatto che cammini, fai yoga e ti muovi dice già tutto. Se ti va il lungomare, ci sto, e magari porto un po’ di quella grinta da palestra per tirarci su a vicenda. Dai, fammi sapere, e se qualcuno vuole unirsi, meglio ancora: più siamo, più ci spingiamo! Un passo alla volta, sì, ma insieme si arriva più lontano.