Camminare per giorni in montagna: davvero basta per dimagrire o stiamo sottovalutando cosa mangiamo?

karoko

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve dalla montagna"! Sono appena tornato da un trekking di quattro giorni tra i sentieri delle Dolomiti, e leggendo questo thread mi è venuta voglia di buttare giù qualche pensiero. Camminare per giorni in montagna, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, è una delle cose più belle che si possano fare per il corpo e la testa. Ti senti vivo, libero, e sì, anche stanco morto alla fine della giornata. Ma davvero basta per dimagrire? Io dico di no, o almeno non sempre.
Partiamo dal lato positivo: stare in movimento per ore, salire e scendere sentieri, brucia calorie, non c’è dubbio. Ti senti più forte, i muscoli lavorano, la resistenza cresce. Io stesso ho notato che dopo un bel trekking lungo il girovita si assottiglia un po’ e le gambe sembrano più toniche. Però, parliamoci chiaro, non è tutto oro quel che luccica. Se pensi che basti camminare per sciogliere i chili di troppo senza guardare cosa ti porti nello zaino o cosa mangi al rifugio, stai sognando. Una volta ho fatto l’errore di caricarmi di barrette energetiche piene di zuccheri e noci super caloriche, pensando “tanto cammino, tanto brucio”. Risultato? Tornato a casa, la bilancia non si era mossa di un grammo.
Il punto è questo: in montagna puoi anche fare 10 ore di cammino al giorno, ma se poi ti premi con una polenta con formaggio fuso o un bombardino perché “te lo sei meritato”, vanifichi tutto. La testa gioca un ruolo enorme qui. Stare bene mentalmente aiuta, sì, perché ti tiene lontano dallo stress che ti fa mangiare schifezze, ma non è una bacchetta magica. Io adoro i trekking lunghi, mi svuotano la mente e mi fanno sentire in pace, però ho imparato a mie spese che senza un minimo di controllo su cosa metto nello stomaco non si va da nessuna parte.
Insomma, camminare in montagna è fantastico per la salute mentale e per tenersi attivi, ma non illudiamoci: se il tuo obiettivo è dimagrire, non puoi sottovalutare l’altra metà della questione. Qualcuno di voi ha mai provato a pianificare i pasti per un trekking lungo? Io ci sto provando, ma tra peso dello zaino e voglia di godermi la vita là fuori, è una bella sfida. Voi come fate?
 
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Ehilà, direttamente dalla sella della mia bici! Leggendo il tuo racconto sulle Dolomiti, mi sono detto: “Questo devo proprio commentarlo”. Camminare per giorni in montagna è una gran cosa, ti capisco benissimo, ma sono d’accordo con te: da solo non basta per dimagrire, soprattutto se non stai attento a cosa mangi. Io ho scoperto questa lezione qualche anno fa, quando ho iniziato a pedalare seriamente.

All’inizio pensavo che bastasse macinare chilometri in bici per vedere i chili sparire. Salite, discese, ore a spingere sui pedali: tornavo a casa distrutto ma soddisfatto. Però, proprio come te con le barrette ipercaloriche, anch’io cadevo nella trappola del “me lo merito”. Una birra fresca, un piatto di pasta gigante o qualche snack veloce dopo una lunga uscita, e puff, addio progressi. La bilancia non mentiva, e io ci rimanevo male. Poi ho capito che il trucco sta nel bilanciare tutto: movimento e cibo devono andare a braccetto.

Con la bici ho trovato un ritmo. Pedalare mi fa bruciare un sacco, ma ho imparato a portarmi dietro roba leggera e sana: frutta secca non troppo carica di calorie, qualche fettina di mela, acqua a litri. Niente premi esagerati al ritorno, magari solo un caffè e un pezzo di pane integrale. E sai una cosa? La testa aiuta tanto. Quando sono in sella, mi concentro sul respiro, sul vento, sui panorami: mi tiene lontano dalle voglie assurde. Non dico che sia facile, soprattutto se passi davanti a una trattoria che profuma di ragù, ma con il tempo ci si abitua.

Per il tuo trekking, hai mai pensato a organizzare i pasti in anticipo? Io per le uscite lunghe mi preparo tutto prima: peso le porzioni, calcolo più o meno cosa mi serve per non crollare ma senza esagerare. È una scocciatura, sì, ma poi in sella (o sui sentieri, nel tuo caso) ti senti leggero e pronto a tutto. Tu come ti gestisci lassù? Fammi sapere, sono curioso!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve dalla montagna"! Sono appena tornato da un trekking di quattro giorni tra i sentieri delle Dolomiti, e leggendo questo thread mi è venuta voglia di buttare giù qualche pensiero. Camminare per giorni in montagna, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, è una delle cose più belle che si possano fare per il corpo e la testa. Ti senti vivo, libero, e sì, anche stanco morto alla fine della giornata. Ma davvero basta per dimagrire? Io dico di no, o almeno non sempre.
Partiamo dal lato positivo: stare in movimento per ore, salire e scendere sentieri, brucia calorie, non c’è dubbio. Ti senti più forte, i muscoli lavorano, la resistenza cresce. Io stesso ho notato che dopo un bel trekking lungo il girovita si assottiglia un po’ e le gambe sembrano più toniche. Però, parliamoci chiaro, non è tutto oro quel che luccica. Se pensi che basti camminare per sciogliere i chili di troppo senza guardare cosa ti porti nello zaino o cosa mangi al rifugio, stai sognando. Una volta ho fatto l’errore di caricarmi di barrette energetiche piene di zuccheri e noci super caloriche, pensando “tanto cammino, tanto brucio”. Risultato? Tornato a casa, la bilancia non si era mossa di un grammo.
Il punto è questo: in montagna puoi anche fare 10 ore di cammino al giorno, ma se poi ti premi con una polenta con formaggio fuso o un bombardino perché “te lo sei meritato”, vanifichi tutto. La testa gioca un ruolo enorme qui. Stare bene mentalmente aiuta, sì, perché ti tiene lontano dallo stress che ti fa mangiare schifezze, ma non è una bacchetta magica. Io adoro i trekking lunghi, mi svuotano la mente e mi fanno sentire in pace, però ho imparato a mie spese che senza un minimo di controllo su cosa metto nello stomaco non si va da nessuna parte.
Insomma, camminare in montagna è fantastico per la salute mentale e per tenersi attivi, ma non illudiamoci: se il tuo obiettivo è dimagrire, non puoi sottovalutare l’altra metà della questione. Qualcuno di voi ha mai provato a pianificare i pasti per un trekking lungo? Io ci sto provando, ma tra peso dello zaino e voglia di godermi la vita là fuori, è una bella sfida. Voi come fate?
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve dalla montagna"! Sono appena tornato da un trekking di quattro giorni tra i sentieri delle Dolomiti, e leggendo questo thread mi è venuta voglia di buttare giù qualche pensiero. Camminare per giorni in montagna, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, è una delle cose più belle che si possano fare per il corpo e la testa. Ti senti vivo, libero, e sì, anche stanco morto alla fine della giornata. Ma davvero basta per dimagrire? Io dico di no, o almeno non sempre.
Partiamo dal lato positivo: stare in movimento per ore, salire e scendere sentieri, brucia calorie, non c’è dubbio. Ti senti più forte, i muscoli lavorano, la resistenza cresce. Io stesso ho notato che dopo un bel trekking lungo il girovita si assottiglia un po’ e le gambe sembrano più toniche. Però, parliamoci chiaro, non è tutto oro quel che luccica. Se pensi che basti camminare per sciogliere i chili di troppo senza guardare cosa ti porti nello zaino o cosa mangi al rifugio, stai sognando. Una volta ho fatto l’errore di caricarmi di barrette energetiche piene di zuccheri e noci super caloriche, pensando “tanto cammino, tanto brucio”. Risultato? Tornato a casa, la bilancia non si era mossa di un grammo.
Il punto è questo: in montagna puoi anche fare 10 ore di cammino al giorno, ma se poi ti premi con una polenta con formaggio fuso o un bombardino perché “te lo sei meritato”, vanifichi tutto. La testa gioca un ruolo enorme qui. Stare bene mentalmente aiuta, sì, perché ti tiene lontano dallo stress che ti fa mangiare schifezze, ma non è una bacchetta magica. Io adoro i trekking lunghi, mi svuotano la mente e mi fanno sentire in pace, però ho imparato a mie spese che senza un minimo di controllo su cosa metto nello stomaco non si va da nessuna parte.
Insomma, camminare in montagna è fantastico per la salute mentale e per tenersi attivi, ma non illudiamoci: se il tuo obiettivo è dimagrire, non puoi sottovalutare l’altra metà della questione. Qualcuno di voi ha mai provato a pianificare i pasti per un trekking lungo? Io ci sto provando, ma tra peso dello zaino e voglia di godermi la vita là fuori, è una bella sfida. Voi come fate?
Ehi, salve a tutti, o meglio, un saluto dal sentiero! Leggendo il tuo post mi sono rivisto in tanti momenti passati con le mie bacchette da nordic walking tra i boschi e le salite. Sono un grande appassionato di camminata nordica, e devo dire che per me è stata una svolta, non solo per il corpo ma anche per la testa. Però, come dici tu, la questione del dimagrimento è un po’ più complicata di “basta camminare e via”. Provo a raccontarti la mia esperienza, magari può essere utile.

Parto da una cosa: la camminata nordica, che per me è un po’ diversa dal trekking classico perché usi le bacchette e coinvolgi tutto il corpo, è un modo fantastico per bruciare calorie. Quando cammini con la tecnica giusta, braccia e spalle lavorano insieme alle gambe, e il consumo energetico è più alto rispetto a una passeggiata normale. Io, per esempio, ho iniziato anni fa quando ero sovrappeso, e piano piano ho visto il mio corpo cambiare. In un anno ho perso quasi 15 chili, ma non è stato solo per il movimento. All’inizio pensavo che bastasse uscire un paio d’ore al giorno, magari in collina o in montagna, per vedere la bilancia scendere. Be’, non proprio.

Come dicevi tu, l’alimentazione è il vero ago della bilancia. All’inizio facevo proprio come te: mi portavo dietro snack calorici, tipo barrette o frutta secca in quantità esagerate, pensando “tanto sto camminando, posso permettermelo”. Poi, dopo un po’ che i risultati non arrivavano, ho deciso di fare un passo in più. Non sono andato da un medico, ma ho letto tanto e ho chiesto consiglio a un amico che si occupa di nutrizione. Mi ha fatto capire che per dimagrire non basta bruciare calorie, devi anche controllare quante ne metti dentro. Sembra scontato, ma per me è stata una rivelazione. Ho iniziato a pianificare meglio i pasti, anche per le uscite lunghe. Per esempio, ora mi porto dietro porzioni misurate di frutta secca, un po’ di proteine come del tacchino essiccato, e carboidrati leggeri come gallette di riso. Niente zuccheri pesanti o cibi troppo elaborati. E, credimi, in montagna, dove ogni grammo nello zaino conta, imparare a scegliere cibi leggeri ma nutrienti è un’arte.

Un altro aspetto che ho notato è che la camminata nordica mi ha aiutato a essere più consapevole del mio corpo. Non è solo questione di calorie: quando cammini con le bacchette, senti ogni muscolo, impari a respirare meglio, e questo ti dà una specie di “connessione” con te stesso. Questo mi ha aiutato a non cadere nella trappola del “mi premio col cibo” dopo una lunga giornata. Certo, non dico che non mi concedo mai una fetta di torta al rifugio, ma cerco di non esagerare. La testa, come dicevi, è fondamentale. Camminare in montagna, con quel silenzio e quella pace, ti rimette in ordine i pensieri, ma non ti fa magicamente dimagrire se poi ti lasci andare a tavola.

Per rispondere alla tua domanda sui pasti in trekking, ti racconto come faccio io. Per le uscite di più giorni, cerco di calcolare il fabbisogno calorico in base al percorso e al dislivello. Non sono un esperto, ma mi baso su quello che ho imparato nel tempo. Porto sempre cibi disidratati, come zuppe o pasti liofilizzati, che sono leggeri e facili da preparare. Per gli spuntini, come ti dicevo, frutta secca ma in piccole porzioni, e magari una mela o una carota per avere qualcosa di fresco. L’acqua è un altro tema: cerco di bere regolarmente, perché la disidratazione può farti sentire più fame. E poi, un trucco che ho imparato: prima di partire, provo a mangiare un po’ meno nei giorni precedenti, così il corpo si abitua a non esagerare.

Insomma, camminare in montagna, che sia trekking o nordic walking, è una meraviglia per la salute, ma per dimagrire serve un lavoro di squadra tra movimento e alimentazione. Non so se hai mai provato la camminata nordica, ma te la consiglio: con un po’ di pratica, ti dà una spinta in più per bruciare calorie e tonificare. E tu, come gestisci il cibo quando sei là fuori? Hai qualche trucco per non cedere alla polenta col formaggio? Racconta, sono curioso!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve dalla montagna"! Sono appena tornato da un trekking di quattro giorni tra i sentieri delle Dolomiti, e leggendo questo thread mi è venuta voglia di buttare giù qualche pensiero. Camminare per giorni in montagna, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, è una delle cose più belle che si possano fare per il corpo e la testa. Ti senti vivo, libero, e sì, anche stanco morto alla fine della giornata. Ma davvero basta per dimagrire? Io dico di no, o almeno non sempre.
Partiamo dal lato positivo: stare in movimento per ore, salire e scendere sentieri, brucia calorie, non c’è dubbio. Ti senti più forte, i muscoli lavorano, la resistenza cresce. Io stesso ho notato che dopo un bel trekking lungo il girovita si assottiglia un po’ e le gambe sembrano più toniche. Però, parliamoci chiaro, non è tutto oro quel che luccica. Se pensi che basti camminare per sciogliere i chili di troppo senza guardare cosa ti porti nello zaino o cosa mangi al rifugio, stai sognando. Una volta ho fatto l’errore di caricarmi di barrette energetiche piene di zuccheri e noci super caloriche, pensando “tanto cammino, tanto brucio”. Risultato? Tornato a casa, la bilancia non si era mossa di un grammo.
Il punto è questo: in montagna puoi anche fare 10 ore di cammino al giorno, ma se poi ti premi con una polenta con formaggio fuso o un bombardino perché “te lo sei meritato”, vanifichi tutto. La testa gioca un ruolo enorme qui. Stare bene mentalmente aiuta, sì, perché ti tiene lontano dallo stress che ti fa mangiare schifezze, ma non è una bacchetta magica. Io adoro i trekking lunghi, mi svuotano la mente e mi fanno sentire in pace, però ho imparato a mie spese che senza un minimo di controllo su cosa metto nello stomaco non si va da nessuna parte.
Insomma, camminare in montagna è fantastico per la salute mentale e per tenersi attivi, ma non illudiamoci: se il tuo obiettivo è dimagrire, non puoi sottovalutare l’altra metà della questione. Qualcuno di voi ha mai provato a pianificare i pasti per un trekking lungo? Io ci sto provando, ma tra peso dello zaino e voglia di godermi la vita là fuori, è una bella sfida. Voi come fate?
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