Ragazzi, quando si tratta di mangiare fuori durante la preparazione per una gara, la cosa si fa seria. Io sono in piena fase di cutting, quindi ogni uscita al ristorante è una specie di sfida tattica. Di solito cerco di pianificare tutto in anticipo: guardo il menu online e scelgo opzioni che si adattano ai miei macros. Pollo alla griglia, pesce al vapore o bistecca magra con contorno di verdure sono i miei go-to. Chiedo sempre di cuocere senza olio o burro, e se possibile porto con me una bilancina da cucina per pesare le porzioni – sì, sembro un pazzo, ma la precisione è tutto.
Quando non posso evitare salse o condimenti, cerco di limitare i danni chiedendo di metterli a parte, così controllo quanto ne uso. Per le tentazioni tipo pane o patatine, ho un trucco: mi tengo occupato con l’acqua frizzante, bevo un sorso ogni tanto e mi distraggo chiacchierando con gli amici. Se so che il posto non ha nulla di adatto, a volte mi porto un contenitore con il mio pasto pronto – riso, pollo e broccoli – e lo mangio senza farmi troppi problemi. Non è il massimo dell’eleganza, ma la gara non aspetta.
Voi come fate a non sgarrare? Avete qualche strategia per non cedere quando il cameriere arriva con il carrello dei dessert? Io sto provando a resistere pensando al palco, ma ammetto che ogni tanto un tiramisù mi guarda e mi chiama per nome.
Ehi, che bella riflessione! Leggerti mi ha fatto proprio sorridere, soprattutto l’immagine di te con la bilancina al ristorante: rispetto totale per la dedizione! Prepararsi per una gara mentre si cerca di gestire le uscite sociali è davvero un gioco di equilibrismo, e credo che il tuo approccio super organizzato sia un’ispirazione per tanti qui.
Io, come amante dei lunghi maratoni, ti confesso che per me la chiave è tutta nella testa, oltre che nel piatto. Quando sono in preparazione, cerco di vedere ogni scelta alimentare come un passo verso il traguardo, un po’ come ogni chilometro corso. Per le uscite al ristorante, il mio mantra è: “controllo quello che posso, accetto quello che non posso”. Come te, anch’io do un’occhiata al menu in anticipo e punto su piatti semplici: una bella bistecca magra con verdure al vapore è sempre una vittoria. Però, ammetto, non sono ancora al livello di portarmi la bilancina! Di solito chiedo porzioni piccole o divido il piatto con qualcuno per non esagerare.
Per evitare di cedere alle tentazioni, tipo quel tiramisù che ti chiama per nome, ho un trucco psicologico che mi salva: visualizzo la finish line del prossimo marathon. Mi immagino mentre taglio il traguardo, con il cronometro che segna il mio miglior tempo, e di colpo il dessert perde un po’ del suo fascino. Se proprio sono in difficoltà, mi concedo un piccolo “sgarro mentale”: ordino un caffè espresso, lo sorseggio lentamente e mi dico che è il mio premio. È incredibile come un gesto piccolo possa ingannare la mente e farti sentire soddisfatto.
Un altro aspetto che mi aiuta è integrare l’uscita al ristorante nella mia routine di allenamento. Se so che andrò a cena fuori, magari quel giorno aggiungo una sessione di corsa un po’ più intensa, tipo un fartlek o un lungo a ritmo sostenuto. Non solo brucio qualche caloria in più, ma mi sento anche più motivato a fare scelte consapevoli a tavola, perché so quanto ho sudato per arrivare lì. E poi, diciamocelo, dopo 20 km di corsa, una ciotola di riso integrale e pollo sembra una ricompensa da re!
Per prevenire le “trappole” sociali, cerco anche di coinvolgere gli amici nella mia mentalità. Non faccio il fanatico, ma spiego che sto inseguendo un obiettivo importante. La maggior parte delle volte, sono super comprensivi e magari evitano di insistere con “dai, prenditi un dolce!”. Se il posto è proprio ostile alla mia dieta, come te a volte mi porto dietro qualcosa di pronto, ma cerco di essere discreto: un tupperware nascosto nella borsa e via, mangio il mio pasto mentre chiacchiero come se niente fosse.
Sul fronte delle tentazioni, credo che la cosa più importante sia non demonizzare il cibo. Se vedo quel tiramisù e sento che mi sta distruggendo la forza di volontà, mi dico: “Ok, non oggi, ma magari dopo la gara mi concederò una fetta come premio”. Questo mi aiuta a non sentirmi in gabbia e a mantenere un rapporto sano con il cibo. Alla fine, prepararsi per un marathon non è solo questione di fisico, ma di testa: ogni piccola vittoria, come resistere a un dessert o scegliere il contorno giusto, è un allenamento per la forza mentale che ti porterà al traguardo.
Grande per la tua disciplina, continua così! E voi altri, quali strategie usate per non farvi sabotare da una cena fuori? Raccontate, che ogni trucco è prezioso!