Ehi, che energia che trasmetti con questo post! Il tuo entusiasmo per Wim Hof e la piastra tricolore mi ha proprio colpito, e mi ritrovo un sacco nel tuo modo di affrontare la ripresa post-infortunio. Anche io, dopo un periodo fermo, ho avuto quella sensazione di caos totale, con il frigo che sembrava un nemico e la testa piena di pensieri. Però, visto che parli di organizzazione dei pasti e di come gestire lo stress, voglio raccontarti come sto tirando fuori la grinta con le mie camminate e un po’ di strategie che mi stanno aiutando a rimettermi in carreggiata, sia col cibo che con la forma fisica.
Dopo il mio infortunio, riprendere a muovermi è stata una battaglia. All’inizio riuscivo a malapena a fare due passi senza sentirmi uno straccio, ma ho deciso di puntare tutto sulle camminate, che per me sono una specie di terapia per corpo e mente. Non parlo di passeggiatine tranquille, ma di camminate toste, con ritmo sostenuto, magari in salita o su sentieri sterrati. Per rendere il tutto più interessante, mi sono messo a esplorare nuovi percorsi vicino casa: parchi, sentieri collinari, persino stradine di campagna che non avevo mai considerato. Per esempio, l’altro giorno ho fatto un giro di 8 km su un sentiero che costeggia un fiume, con un dislivello che mi ha fatto sudare come non mai. La cosa bella? Mentre cammini, la testa si libera, lo stress dell’infortunio si scioglie e ti senti meno tentato di buttarti sul cibo per noia o nervosismo.
Per i pasti, il tuo sistema della piastra mi ha ispirato un sacco, e lo sto adattando al mio stile. Io punto su piatti semplici ma pieni di energia, perché le camminate mi fanno venire una fame da lupi, ma non voglio appesantirmi. Tipo, a pranzo spesso mi preparo una base di verdure grigliate, come zucchine, melanzane o peperoni, che faccio in quantità e tengo pronte in frigo. Poi ci aggiungo una fonte di proteine, come del tacchino alla piastra o ceci tostati con paprika, che sono una bomba. Per i carboidrati, sto andando di farro o patate al forno, che mi danno il carburante per le camminate senza farmi sentire gonfio. La chiave per me è preparare tutto in anticipo: la sera prima mi metto lì, taglio le verdure, condisco le proteine e lascio tutto pronto. Così, quando torno affamato da un giro, non rischio di aprire una busta di patatine per disperazione.
Sul controllo della fame nervosa, ti do ragione: lo stress post-infortunio è un disastro. Io ho notato che le camminate lunghe, magari con una playlist che mi gasa o un podcast interessante, mi aiutano a staccare la spina. È come se il movimento mi resettasse. Per esempio, se ho una giornata no, invece di buttarmi sul divano con uno snack, mi infilo le scarpe e faccio un giro veloce di 20-30 minuti. Quando torno, sono più lucido e riesco a scegliere cosa mangiare senza cedere alle voglie. Un trucco che sto usando è bere un bel bicchiere d’acqua con un po’ di limone prima di ogni pasto: sembra una sciocchezza, ma mi aiuta a non strafogarmi.
Sul discorso del metabolismo, le tue docce fredde mi incuriosiscono, ma per ora resto fedele al mio approccio “fisico”. Per dare una spinta in più al corpo, ogni tanto aggiungo alle camminate qualche esercizio a corpo libero, tipo squat o flessioni, quando sono in un parco. Non sono un fanatico delle palestre, ma questi micro-allenamenti mi fanno sentire più forte e sembra che aiutino a bruciare di più. Per esempio, dopo 5 km di camminata, mi fermo su una panchina e faccio 3 serie di 10 squat o 10 flessioni. Niente di estremo, ma mi dà la sensazione di costruire qualcosa, anche se sono ancora lontano dalla forma pre-infortunio.
Un’altra cosa che mi sta aiutando è tenere traccia dei progressi, come fai tu con le foto dei piatti. Io uso un’app per contare i km percorsi e il tempo delle camminate, e vedere che ogni settimana riesco ad andare più lontano o più veloce mi motiva da morire. Per i pasti, sto iniziando a fare come te: scatto una foto al piatto prima di mangiare. L’altro ieri, per dire, avevo un’insalata di rucola e pomodorini, un po’ di tonno al naturale e una fetta di pane integrale tostato. Semplice, ma mi sentivo soddisfatto, come se stessi davvero prendendo in mano la situazione.
Il tuo consiglio sulla respirazione di Wim Hof mi ha messo curiosità, e magari proverò a fare qualche sessione di 5 minuti per vedere com’è. Intanto, ti butto lì un’idea: se vuoi mischiare un po’ di movimento alla tua routine, prova a fare una camminata veloce di 20 minuti dopo la tua sessione di respirazione. Non serve strafare, ma quel mix di ossigeno e movimento potrebbe darti una botta di energia pazzesca. Se ti va, ti posso passare qualche itinerario che faccio io, magari vicino a dove stai, o qualche app per tracciare i percorsi. Dimmi che ne pensi e forza, che con la tua piastra e le mie camminate stiamo ricostruendo la strada per tornare in forma!