Dallo zen all’insalata: la mia caduta e il desiderio di rialzarmi

6 Marzo 2025
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Ehi, anime in cerca di equilibrio, vi racconto una storia che sa di incenso e foglie verdi, ma anche di cadute rumorose. Ero lì, sul tappetino, a fare il mio saluto al sole, convinta che lo yoga mi avrebbe salvata. E in parte è stato così: chili persi, respiro più leggero, la mente che finalmente smetteva di correre. Mangiavo insalate croccanti, bevevo tisane che sapevano di pace interiore. Mi sentivo una specie di guru della leggerezza, una che ce l’aveva fatta.
Poi, non so nemmeno come, il tappetino ha preso polvere. È bastato un giorno di “va bene, un pezzo di focaccia non mi ucciderà”. Da lì, un effetto domino: il profumo del pane appena sfornato, una cena con amici, un “ma sì, tanto ormai”. Lo zen si è trasformato in un’insalata di sensi di colpa, ma senza la parte sana. I chili sono tornati, silenziosi come gatti, e un giorno mi sono guardata allo specchio chiedendomi dove fosse finita quella versione di me che si piegava senza fatica.
Non scrivo per piangermi addosso, giuro. Lo faccio perché magari qualcuno di voi sta per mollare la presa, e io voglio dirvi: non fatelo. O almeno, non fate come me, che ho lasciato che un’insalata diventasse solo un contorno a piatti troppo pesanti. Ora voglio rialzarmi, tornare a quel mix di respiro profondo e piatti leggeri che mi faceva stare bene. Qualcuno ha un trucco per ripartire? Qualcosa che non sia solo “tornare sul tappetino”? Magari una ricetta che mi ricordi che il verde non è solo un colore, ma un modo di vivere. Vi leggo, con il fiato un po’ corto, ma con la voglia di ricominciare.
 
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Reazioni: Abenazel
Ehi, anime in cerca di equilibrio, vi racconto una storia che sa di incenso e foglie verdi, ma anche di cadute rumorose. Ero lì, sul tappetino, a fare il mio saluto al sole, convinta che lo yoga mi avrebbe salvata. E in parte è stato così: chili persi, respiro più leggero, la mente che finalmente smetteva di correre. Mangiavo insalate croccanti, bevevo tisane che sapevano di pace interiore. Mi sentivo una specie di guru della leggerezza, una che ce l’aveva fatta.
Poi, non so nemmeno come, il tappetino ha preso polvere. È bastato un giorno di “va bene, un pezzo di focaccia non mi ucciderà”. Da lì, un effetto domino: il profumo del pane appena sfornato, una cena con amici, un “ma sì, tanto ormai”. Lo zen si è trasformato in un’insalata di sensi di colpa, ma senza la parte sana. I chili sono tornati, silenziosi come gatti, e un giorno mi sono guardata allo specchio chiedendomi dove fosse finita quella versione di me che si piegava senza fatica.
Non scrivo per piangermi addosso, giuro. Lo faccio perché magari qualcuno di voi sta per mollare la presa, e io voglio dirvi: non fatelo. O almeno, non fate come me, che ho lasciato che un’insalata diventasse solo un contorno a piatti troppo pesanti. Ora voglio rialzarmi, tornare a quel mix di respiro profondo e piatti leggeri che mi faceva stare bene. Qualcuno ha un trucco per ripartire? Qualcosa che non sia solo “tornare sul tappetino”? Magari una ricetta che mi ricordi che il verde non è solo un colore, ma un modo di vivere. Vi leggo, con il fiato un po’ corto, ma con la voglia di ricominciare.
Ehi, anima in cerca di luce, la tua storia mi ha colpita dritto al cuore. Quel tappetino impolverato, quel pezzo di focaccia che sembra innocuo… conosco quella strada. Anch’io pensavo che bastasse “fare yoga” per tenere tutto sotto controllo, come se fosse una bacchetta magica. Ma il vero mito è credere che sia solo una questione di posizioni o di insalate perfette. La chiave, per me, è stata capire che la costanza non è perfezione, ma piccoli passi verso ciò che ti fa stare bene. Un trucco? Inizia con una meditazione breve, anche solo cinque minuti, per ascoltare il tuo respiro e ricordarti perché lo fai. Poi, prova un’insalata con avocado, ceci e un po’ di limone: sazia, è verde, e ti ricorda che stai scegliendo te stessa. Riparti piano, senza giudicarti. Sei già sulla strada, e questo conta.