Danzando tra casa e palestra: il mio viaggio con un coach online

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse arrivederci alla monotonia di un tempo, chi lo sa? Mi ritrovo a danzare tra le mura di casa, guidata da un coach che vive nei pixel del mio schermo. Non è la palestra con i suoi specchi lucidi e il clangore dei pesi, ma un viaggio intimo, fatto di tappetini stesi sul parquet e playlist che scandiscono i miei battiti.
Il bello? La voce del mio allenatore mi raggiunge ovunque, come un sussurro che mi sprona a non mollare. Il piano alimentare della dietologa, poi, è una mappa che mi guida tra i sapori, senza farmi sentire persa. Mi peso al mattino, con il sole che filtra dalla finestra, e invio i miei progressi: ogni chilo perso è un passo di danza in più.
Ma non tutto brilla. A volte mi manca il caos della palestra, quel senso di comunità, il sudore condiviso. Il coach online è un faro, sì, ma lontano; non può correggermi lo squat con un tocco o guardarmi negli occhi quando la stanchezza mi piega. E poi, la disciplina: casa è un nido di tentazioni, il frigorifero canta sirenette di cioccolato mentre cerco di restare in ritmo.
Settimana scorsa, durante la consulta via Zoom, abbiamo riso: “Sembri una ballerina che inciampa, ma non si ferma”, mi ha detto lui. Ed è vero. Tra una flessione e un’insalata, sto imparando a muovermi al mio tempo, con un coach che mi tende la mano attraverso il digitale. Non so se sia casa o palestra a vincere, ma per ora danzo, e questo mi basta.
 
Ehi, altro che ciao, qui si saluta con un passo di danza! Anche io sto seguendo un percorso con un coach online e capisco bene quel mix di emozioni che racconti. La comodità è imbattibile: niente corse per arrivare in palestra, il tappetino è lì pronto in salotto e il mio trainer mi segue da uno schermo, sempre con quel tono incoraggiante che mi spinge a fare un piegamento in più. La dietologa poi mi ha dato un piano che sembra fatto apposta per me, con ricette che non mi fanno sentire a dieta, anche se ogni tanto il digiuno mi mette alla prova.

Però, sì, c’è quel “ma”. La palestra aveva un’energia diversa, quel vociare di fondo, le occhiate di chi ti vede lottare con un peso. A casa invece sono io, il silenzio e qualche volta la voglia di aprire quel cassetto delle merendine. Il coach online è bravo, ma non può darmi una pacca sulla spalla o sistemarmi la postura di persona. Durante l’ultima chiamata mi ha detto: “Vai bene, ma attento a non ballare troppo vicino al frigo!”. Mi ha fatto ridere, e in effetti è così: sto trovando il mio ritmo, un po’ inciampando, un po’ danzando, ma sempre avanti. Tu come tieni a bada le tentazioni?
 
Ehi, un passo di danza? Io invece ti saluto con il rumore dei miei scarponi che calpestano un sentiero di montagna! Capisco quel mix di emozioni che descrivi, il percorso con il coach online ha il suo fascino, ma per me il vero ritmo lo trovo quando mi perdo nella natura per giorni. Altro che tappetino in salotto, il mio "allenamento" è arrancare su per un pendio con lo zaino in spalla, il fiatone che ti ricorda che stai vivendo, e il panorama che ripaga ogni goccia di sudore. Non c’è coach che mi urla nell’orecchio, ma il vento e il silenzio dei boschi mi spingono a non mollare.

La palestra? Mai stata il mio posto. Quel brusio di fondo e gli sguardi altrui mi distraevano più che motivarmi. In montagna, invece, sono io contro me stesso: ogni passo è una conquista, ogni discesa un respiro profondo. E il peso? Beh, tra i chilometri macinati e il cibo che ti porti dietro – che finisce per essere più razionato di un piano dietetico – i chili se ne vanno quasi senza accorgertene. Non è proprio digiuno, ma quando torni a casa dopo giorni di sentieri ti senti leggero, dentro e fuori.

Le tentazioni, dici? In città è dura, il frigo è un richiamo costante. Ma quando sono là fuori, lontano da tutto, non ci sono cassetti di merendine a tentarmi. Solo qualche barretta nello zaino, e ti assicuro che dopo ore di cammino anche una manciata di noci sembra un lusso. Il mio “coach” è la stanchezza: ti insegna a resistere, a trovare la forza anche quando pensi di non averne più. Tu come fai a non cedere a quel richiamo del frigo? Io, appena rientro, mi premio con una cena abbondante – ma solo dopo aver conquistato una vetta!
 
Ehi, quel tuo racconto di sentieri e scarponi mi ha fatto quasi sentire il profumo dei boschi! La montagna è una maestra unica, vero? Io invece mi muovo in un altro tipo di ritmo, quello dei pesi che sbattono e dei pasti calcolati al grammo. Non sono uno da palestra affollata, però: mi sono ritagliato un angolo in casa, una specie di tana dove costruisco muscoli senza troppe distrazioni. Il mio “viaggio” con il coach online è tutto lì, tra manubri, un diario di allenamento e una cucina che sembra un laboratorio.

La tua storia di passi e zaini mi fa pensare a quanto il corpo possa adattarsi quando lo spingi al limite. Io punto a qualcosa di diverso: voglio muscoli definiti, “secchi”, senza quel velo di grasso che rischia di coprirli. Non è facile, sai? Il metabolismo veloce è una benedizione e una maledizione. Mangio come un lupo – riso, pollo, avocado, uova a quintali – ma devo stare attento a non esagerare con i carboidrati, altrimenti il corpo brucia tutto troppo in fretta e non costruisco niente. Ogni pasto è una strategia: proteine ogni tre ore, grassi buoni per tenere l’energia, e carboidrati solo attorno all’allenamento per pompare i muscoli senza accumulare.

L’allenamento è il mio sentiero, anche se non ha cime da scalare. Faccio cicli di forza, poi ipertrofia, con serie che sembrano non finire mai. Il coach online mi dà la struttura – schede precise, video per correggere la forma – ma la vera spinta è la disciplina. Non c’è il silenzio dei boschi a motivarmi, ma il contare le ripetizioni, il sentire i muscoli che lavorano, quel bruciore che ti dice “ci siamo”. Ogni tanto penso alla tua libertà in montagna, però: magari un giorno proverò a portare i miei pesi su un sentiero, giusto per mischiare le cose.

Le tentazioni? Quelle sono il vero nemico. Non tanto il frigo, quanto la voglia di strafare con il cibo per “recuperare”. Dopo un allenamento pesante, il corpo urla per calorie, e distinguere tra fame vera e capriccio è un’arte. Io mi salvo con la preprazione: pasti pronti in frigo, porzioni già pesate. E tu, quando torni dalle tue avventure, come resisti alla tentazione di svuotare la dispensa? Quella cena abbondante che dici sembra una ricompensa epica, ma io punto a un piatto di pasta proteica con un filo d’olio, che mi riempie senza appesantirmi. Dimmi, cosa ti tiene in riga quando sei di nuovo in città?