Il metodo del piatto: funziona davvero o è solo un'illusione per neo-mamme?

nestvaran

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, magari siete solo in due a leggermi, chi lo sa. Sono qui a rompervi le scatole con il mio ennesimo resoconto sul "metodo del piatto", che ormai mi sta facendo dubitare di tutto, pure della mia bilancia. Lo sto provando da un mese, okay, e devo dire che non è proprio una passeggiata, soprattutto se hai un bambino che ti urla nelle orecchie mentre cerchi di pesare zucchine. Dividere la cena in metà verdure, un quarto di proteine e un quarto di carboidrati sembra facile sulla carta, ma poi ti ritrovi a fissare quel piatto e a chiederti: "Ma davvero funziona o sto solo perdendo tempo?".
Ieri, per esempio, ho fatto una foto al mio capolavoro: metà piatto pieno di broccoli al vapore (che, diciamocelo, dopo tre giorni di fila sanno di cartone), un quarto di petto di pollo grigliato e un quarto di riso integrale che sembrava più un esperimento scientifico che un pasto. L’ho postata sul mio profilo X, se vi va di giudicare con i vostri occhi. All’inizio pensavo fosse geniale, tipo "oh, guarda, controllo le porzioni senza impazzire con le calorie", ma ora mi sa più di illusione per chi, come me, vuole tornare in forma dopo il parto senza morire di fame.
Il punto è che abituarsi a queste porzioni è un viaggio. All’inizio ti senti come se stessi mangiando aria, soprattutto quando vedi tuo marito che si strafoga di pasta senza problemi. Però, piano piano, sto cercando di convincermi che forse è una questione di disciplina. O forse no, forse è solo un modo carino per sentirsi meno in colpa mentre sogni una lasagna. Non so, voi che ne pensate? Qualcuno l’ha provato abbastanza da dire se davvero i jeans smettono di stringere o se è tutta una bufala per neo-mamme disperate come me?
Devo ammettere che le verdure a metà piatto mi stanno salvando da quelle voglie assurde di cioccolato post-allattamento, ma i carboidrati al 25%? Una tragedia. Mi manca il pane, mi manca la pizza. E non venitemi a dire “sostituiscilo con la quinoa”, perché non è la stessa cosa e lo sappiamo tutti. Insomma, sto andando avanti, ma con una faccia che dice “salvatemi”. Se avete consigli o esperienze, sparate pure, perché io sono a un passo dal mollare tutto per una carbonara.
 
Ciao a tutti, o forse no, magari siete solo in due a leggermi, chi lo sa. Sono qui a rompervi le scatole con il mio ennesimo resoconto sul "metodo del piatto", che ormai mi sta facendo dubitare di tutto, pure della mia bilancia. Lo sto provando da un mese, okay, e devo dire che non è proprio una passeggiata, soprattutto se hai un bambino che ti urla nelle orecchie mentre cerchi di pesare zucchine. Dividere la cena in metà verdure, un quarto di proteine e un quarto di carboidrati sembra facile sulla carta, ma poi ti ritrovi a fissare quel piatto e a chiederti: "Ma davvero funziona o sto solo perdendo tempo?".
Ieri, per esempio, ho fatto una foto al mio capolavoro: metà piatto pieno di broccoli al vapore (che, diciamocelo, dopo tre giorni di fila sanno di cartone), un quarto di petto di pollo grigliato e un quarto di riso integrale che sembrava più un esperimento scientifico che un pasto. L’ho postata sul mio profilo X, se vi va di giudicare con i vostri occhi. All’inizio pensavo fosse geniale, tipo "oh, guarda, controllo le porzioni senza impazzire con le calorie", ma ora mi sa più di illusione per chi, come me, vuole tornare in forma dopo il parto senza morire di fame.
Il punto è che abituarsi a queste porzioni è un viaggio. All’inizio ti senti come se stessi mangiando aria, soprattutto quando vedi tuo marito che si strafoga di pasta senza problemi. Però, piano piano, sto cercando di convincermi che forse è una questione di disciplina. O forse no, forse è solo un modo carino per sentirsi meno in colpa mentre sogni una lasagna. Non so, voi che ne pensate? Qualcuno l’ha provato abbastanza da dire se davvero i jeans smettono di stringere o se è tutta una bufala per neo-mamme disperate come me?
Devo ammettere che le verdure a metà piatto mi stanno salvando da quelle voglie assurde di cioccolato post-allattamento, ma i carboidrati al 25%? Una tragedia. Mi manca il pane, mi manca la pizza. E non venitemi a dire “sostituiscilo con la quinoa”, perché non è la stessa cosa e lo sappiamo tutti. Insomma, sto andando avanti, ma con una faccia che dice “salvatemi”. Se avete consigli o esperienze, sparate pure, perché io sono a un passo dal mollare tutto per una carbonara.
Ehi, ciao, o forse solo un timido “eccomi qui” mentre mi intrufolo tra le vostre chiacchiere! Ti capisco proprio, sai? Quel tuo piatto con broccoli al vapore e riso integrale… mi ha fatto quasi venire i brividi, ma di quelli che dici “ok, ci sto provando anch’io, non sono sola”. Io sono quella fissata con i minestroni, tipo che ormai la mia cucina sembra un orto liquido, però leggerti mi ha fatto sentire meno… come dire, un’aliena con il mestolo in mano.

Da un po’ sto cercando di dimagrire puntando tutto sui suppi leggeri, quelli con verdure tipo zucchine, carote, un po’ di sedano, magari una patata piccola per non sentirmi troppo vuota dentro. L’idea è tenere le calorie basse, ma non morire di fame, capisci? All’inizio pensavo fosse la svolta: cucino una pentola gigante, me la divido in porzioni e via, ho risolto. Però, cavolo, dopo una settimana ti guardi allo specchio e ti chiedi se stai davvero cambiando qualcosa o se è solo un brodo caldo che ti illude di essere sulla strada giusta.

Sul “metodo del piatto” che stai provando tu, ti dico la mia da spettatrice: sembra una cosa sensata, no? Metà verdure, un quarto di proteine, un quarto di carboidrati… quasi quasi mi ispira, ma poi penso al mio minestrone e mi dico “e io dove lo metto in ‘sto schema?”. Forse potrei usarlo per la parte verdure, ma il problema è che anch’io, come te, dopo un po’ sento quel buco nello stomaco che urla “dammi del pane, ti prego!”. Tipo ieri: avevo il mio bel minestrone con un filo d’olio e un cucchiaio di parmigiano per dargli un senso, ma poi ho visto mio fratello che si mangiava un panino col salame e… niente, ho ceduto, ho preso un pezzo di crosta e mi sono sentita una traditrice.

Però, sai cosa? I tuoi broccoli e il tuo pollo mi fanno pensare che forse sto esagerando con la “liquidità”. Magari potrei provare a bilanciare meglio, tipo aggiungere un po’ di proteine magre al mio brodo – che ne so, del tacchino a cubetti o un uovo sodo – così non mi sento sempre così… leggera, troppo leggera. Perché il punto è questo: i suppi mi salvano dalle voglie assurde (il cioccolato, dio, quanto mi manca), ma dopo un po’ mi sembra di non nutrire abbastanza il corpo, capisci? Non voglio solo dimagrire, voglio sentirmi bene.

Tu che dici, ce la fai a resistere con quel 25% di carboidrati? Io sto provando a non esagerare con le patate nei minestroni, ma ogni tanto ci scappa un po’ di riso o una fettina di pane tostato, sennò mi sembra di punirmi troppo. Forse è come dici tu, una questione di disciplina, ma pure di non mollare la voglia di vivere, no? Se hai qualche trucco per non sognare lasagne di notte, dimmelo, perché anch’io sono a un passo dal dire “basta, passatemi una forchetta vera”. Magari ci scambiamo idee: tu mi dici come rendere quel piatto meno triste, io ti passo una ricetta di minestrone che non sa di cartone. Che ne pensi?
 
Ciao a tutti, o forse no, magari siete solo in due a leggermi, chi lo sa. Sono qui a rompervi le scatole con il mio ennesimo resoconto sul "metodo del piatto", che ormai mi sta facendo dubitare di tutto, pure della mia bilancia. Lo sto provando da un mese, okay, e devo dire che non è proprio una passeggiata, soprattutto se hai un bambino che ti urla nelle orecchie mentre cerchi di pesare zucchine. Dividere la cena in metà verdure, un quarto di proteine e un quarto di carboidrati sembra facile sulla carta, ma poi ti ritrovi a fissare quel piatto e a chiederti: "Ma davvero funziona o sto solo perdendo tempo?".
Ieri, per esempio, ho fatto una foto al mio capolavoro: metà piatto pieno di broccoli al vapore (che, diciamocelo, dopo tre giorni di fila sanno di cartone), un quarto di petto di pollo grigliato e un quarto di riso integrale che sembrava più un esperimento scientifico che un pasto. L’ho postata sul mio profilo X, se vi va di giudicare con i vostri occhi. All’inizio pensavo fosse geniale, tipo "oh, guarda, controllo le porzioni senza impazzire con le calorie", ma ora mi sa più di illusione per chi, come me, vuole tornare in forma dopo il parto senza morire di fame.
Il punto è che abituarsi a queste porzioni è un viaggio. All’inizio ti senti come se stessi mangiando aria, soprattutto quando vedi tuo marito che si strafoga di pasta senza problemi. Però, piano piano, sto cercando di convincermi che forse è una questione di disciplina. O forse no, forse è solo un modo carino per sentirsi meno in colpa mentre sogni una lasagna. Non so, voi che ne pensate? Qualcuno l’ha provato abbastanza da dire se davvero i jeans smettono di stringere o se è tutta una bufala per neo-mamme disperate come me?
Devo ammettere che le verdure a metà piatto mi stanno salvando da quelle voglie assurde di cioccolato post-allattamento, ma i carboidrati al 25%? Una tragedia. Mi manca il pane, mi manca la pizza. E non venitemi a dire “sostituiscilo con la quinoa”, perché non è la stessa cosa e lo sappiamo tutti. Insomma, sto andando avanti, ma con una faccia che dice “salvatemi”. Se avete consigli o esperienze, sparate pure, perché io sono a un passo dal mollare tutto per una carbonara.
Ehi, altro che ciao, qui ci vuole un "sopravvissuti unitevi"! Ti leggo e sembra di guardarmi allo specchio, solo che al posto del bambino che urla io ho il ritmo della zumba che mi martella in testa anche quando sono a casa. Il "metodo del piatto" l’ho sentito nominare mille volte al mio gruppo di pilates, e sai che ti dico? Secondo me è un po’ come le nostre coreografie: sulla carta sembrano perfette, ma poi in pratica ti incarti e finisci per improvvisare.

Io sono quella fissata con le lezioni di gruppo – zumba, pilates, persino un po’ di boxe quando mi sento ribelle – e ti giuro che il командный дух lì è l’unica cosa che mi tiene in carreggiata. Tipo, vedere le altre che sudano con me mi fa pensare “ok, non sono l’unica a morire per un pezzo di pizza che non posso avere”. Tu col tuo piatto diviso a regola d’arte mi fai quasi invidia, perché io sono più da “butto tutto in padella e prego che sia sano”. Broccoli al vapore per tre giorni? Sei una guerriera, io dopo due li avrei lanciati dalla finestra!

Secondo me il metodo può funzionare, ma ci vuole una forza di volontà che a volte in palestra trovo più facile tirare fuori. Quando la trainer urla “ancora cinque!” e tutte teniamo il ritmo, mi sento invincibile, e magari riesco a dire no alla lasagna. Da sola a casa, con quel quarto di riso che sa di niente? Dubito forte. Hai ragione sui carboidrati, il 25% è una condanna, e no, la quinoa non salva nessuno, è solo un placebo per chi si illude di dimenticare il pane.

Il mio consiglio da amante delle lezioni di gruppo: prova a portare un po’ di quello spirito a casa. Tipo, immagina che le zucchine siano il tuo team e tu devi motivarle a farsi mangiare! Scherzi a parte, se hai un gruppo vicino, buttati in qualche lezione – zumba ti fa dimenticare pure la bilancia, e il pollo grigliato dopo sembra quasi un premio. Tu che dici, ce la fai a resistere alla carbonara o è già game over? Io tifo per te, ma se cedi, posta la foto di quel piatto su X, che ci ridiamo sopra insieme!
 
Ehi, altro che saluti formali, qui siamo in trincea! Il "metodo del piatto" lo sto provando anch’io, e ti capisco: all’inizio sembra una rivoluzione, poi ti ritrovi a fissare quel quarto di riso integrale come fosse un insulto personale. Io, che vivo per spadellare, ho trasformato la cosa in una sfida: ieri ho fatto zucchine grigliate con un filo di limone e spezie, metà piatto, poi tacchino e un po’ di farro. Non sarà lasagna, ma dopo un anno di esperimenti così i jeans li abbottono senza pregare! Funziona, fidati, ma devi insistere – e magari nascondere il pane a tuo marito, che tanto non capisce la lotta. Resisti, ne vale la pena!
 
Ehi, altro che saluti formali, qui siamo in trincea! Il "metodo del piatto" lo sto provando anch’io, e ti capisco: all’inizio sembra una rivoluzione, poi ti ritrovi a fissare quel quarto di riso integrale come fosse un insulto personale. Io, che vivo per spadellare, ho trasformato la cosa in una sfida: ieri ho fatto zucchine grigliate con un filo di limone e spezie, metà piatto, poi tacchino e un po’ di farro. Non sarà lasagna, ma dopo un anno di esperimenti così i jeans li abbottono senza pregare! Funziona, fidati, ma devi insistere – e magari nascondere il pane a tuo marito, che tanto non capisce la lotta. Resisti, ne vale la pena!
Ehi, altro che convenevoli, qui si combatte con bilance e app! Io sono quello che vive attaccato al fitness tracker e alle notifiche delle calorie, quindi ti capisco bene. Il metodo del piatto? L’ho preso come un gioco tecnologico: divido tutto con precisione quasi maniacale, controllo le porzioni con le app e peso ogni grammo con le mie fidate smart scale. All’inizio sembra un incubo, tipo quando il mio Fitbit mi ha detto che avevo bruciato solo 200 calorie dopo un’ora di camminata – volevo lanciarlo dalla finestra! Però, senti questa: con il tempo ho capito come far funzionare il sistema anche d’estate, quando ti viene voglia di gelato e granite a tradimento.

Prendi ieri: ho messo insieme mezzo piatto di melanzane grigliate con un tocco di menta – che fa tanto estate – un quarto di quinoa che mi guardava storto e un po’ di pollo leggero. Non è la pizza al mare con gli amici, ma il mio tracker mi ha dato un bel “bravo” con le calorie sotto controllo. E i risultati? La settimana scorsa mi sono pesato e il numero sulla bilancia smart è sceso di nuovo, tipo una piccola vittoria contro il caldo e le tentazioni. La chiave è insistere, sì, ma anche rendere la cosa tua: io sincronizzo tutto con l’app, guardo i grafici del progresso e mi sento un po’ un nerd della dieta.

Il marito che non capisce la lotta? Nascondi il pane, ma anche il tuo telefono se ti vede ossessionata dai dati come me! Con la tecnologia che ti guida, il metodo del piatto diventa meno un’illusione e più un alleato – basta non mollare quando il riso integrale ti fissa con arroganza. Forza, che i jeans ti ringrazieranno!