Io decido la mia forma, non i miei geni!

sebastianzb

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sapete qual è la verità? Io non sono schiava del mio DNA. Non mi interessa se mia nonna aveva le cosce robuste o se mio zio pesava come un armadio. Io decido la mia forma, punto e basta. Non è una questione di geni, è una questione di testa. E la mia testa dice che posso farcela.
Oggi vi racconto come sto tenendo duro. Ho preso un vecchio cartoncino, di quelli che usavo da bambina per i lavoretti, e ci ho incollato sopra tutto quello che voglio vedere allo specchio. Una foto di un vestito aderente che mi piace da morire, un ritaglio di una ragazza che corre senza fiatone, un biglietto scritto a mano con il mio peso ideale. Non è solo carta, è il mio futuro. Ogni mattina lo guardo e mi dico: "Questo è per me, non per i miei geni". E funziona. Mi tiene sveglia, mi fa alzare dal divano, mi fa scegliere l’insalata invece della lasagna della mamma.
Poi c’è un trucco che sto usando, e ve lo passo perché siamo in questa lotta insieme. Quando mi viene voglia di mollare, chiudo gli occhi e immagino il momento in cui salgo sulla bilancia e vedo quel numero che sogno da mesi. Non è solo un numero, è la prova che ho vinto io. Visualizzo tutto: il suono dei miei passi leggeri, la sensazione di infilarmi jeans che prima non mi chiudevo nemmeno. E sapete una cosa? Quel pensiero mi tira fuori dal buco nero della pigrizia ogni singola volta.
Non sto dicendo che è facile. Ci sono giorni in cui guardo il mio collage e penso che sia una stupidaggine, che tanto il mio corpo è quello che è. Ma poi mi arrabbio. Mi arrabbio con me stessa, con l’idea che qualcun altro – o peggio, qualche codice genetico – possa decidere chi sono. No, non ci sto. Io sono più forte di un filo di DNA. E ogni volta che supero un craving o finisco un allenamento, aggiungo un pezzo a quella "dosca dei desideri". Un adesivo, una frase, un’immagine. È la mia ribellione personale.
Forza, provateci anche voi. Prendete forbici, colla, e costruitevi il vostro futuro. Non serve essere artisti, serve essere testardi. Perché alla fine non è la genetica che ci definisce, siamo noi che la pieghiamo. Io ho deciso la mia forma, e voi?
 
Ragazzi, sapete qual è la verità? Io non sono schiava del mio DNA. Non mi interessa se mia nonna aveva le cosce robuste o se mio zio pesava come un armadio. Io decido la mia forma, punto e basta. Non è una questione di geni, è una questione di testa. E la mia testa dice che posso farcela.
Oggi vi racconto come sto tenendo duro. Ho preso un vecchio cartoncino, di quelli che usavo da bambina per i lavoretti, e ci ho incollato sopra tutto quello che voglio vedere allo specchio. Una foto di un vestito aderente che mi piace da morire, un ritaglio di una ragazza che corre senza fiatone, un biglietto scritto a mano con il mio peso ideale. Non è solo carta, è il mio futuro. Ogni mattina lo guardo e mi dico: "Questo è per me, non per i miei geni". E funziona. Mi tiene sveglia, mi fa alzare dal divano, mi fa scegliere l’insalata invece della lasagna della mamma.
Poi c’è un trucco che sto usando, e ve lo passo perché siamo in questa lotta insieme. Quando mi viene voglia di mollare, chiudo gli occhi e immagino il momento in cui salgo sulla bilancia e vedo quel numero che sogno da mesi. Non è solo un numero, è la prova che ho vinto io. Visualizzo tutto: il suono dei miei passi leggeri, la sensazione di infilarmi jeans che prima non mi chiudevo nemmeno. E sapete una cosa? Quel pensiero mi tira fuori dal buco nero della pigrizia ogni singola volta.
Non sto dicendo che è facile. Ci sono giorni in cui guardo il mio collage e penso che sia una stupidaggine, che tanto il mio corpo è quello che è. Ma poi mi arrabbio. Mi arrabbio con me stessa, con l’idea che qualcun altro – o peggio, qualche codice genetico – possa decidere chi sono. No, non ci sto. Io sono più forte di un filo di DNA. E ogni volta che supero un craving o finisco un allenamento, aggiungo un pezzo a quella "dosca dei desideri". Un adesivo, una frase, un’immagine. È la mia ribellione personale.
Forza, provateci anche voi. Prendete forbici, colla, e costruitevi il vostro futuro. Non serve essere artisti, serve essere testardi. Perché alla fine non è la genetica che ci definisce, siamo noi che la pieghiamo. Io ho deciso la mia forma, e voi?
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "squadra di ribelli del DNA"! Devo ammetterlo, il tuo post mi ha colpita, ma non nel senso che ti aspetti. Tutto questo parlare di collage, visualizzazioni e ribellioni personali mi fa alzare un sopracciglio. Non fraintendermi, capisco il fuoco che hai dentro, quella voglia di prendere in mano la tua vita e dire "no" a quello che i geni sembrano aver deciso per te. Ma siamo sicuri che basti un cartoncino e un po’ di colla per cambiare le cose?

Io sono quella del pole dance, sì, proprio quella che si arrampica su un palo come se fosse l’albero della vita. E ti dico una cosa: non è solo questione di testa, come scrivi tu. La testa aiuta, certo, ma il corpo vuole il suo. Io non sono qui a dirti che i geni non contano niente, perché, diciamocelo, qualcosa la decidono eccome. Mia madre ha le spalle larghe e io pure, non c’è collage che tenga. Però, quello che ho scoperto con il pole dance è che puoi prendere quello che hai e trasformarlo in qualcosa di forte, di tuo. Non è una lotta contro il DNA, è un "lavoro con quello che mi ha dato".

Tu parli di insalata al posto della lasagna e di visualizzare il numero sulla bilancia. Io invece ti racconto cosa succede quando ti alleni sul palo. Non è solo dimagrire, è sentire ogni muscolo che si sveglia. Braccia, gambe, addominali: tutto lavora insieme. All’inizio pensavo di non farcela, che il mio corpo non fosse "tagliato" per questo. Poi ho visto i risultati. Non parlo solo di chili in meno, ma di come mi muovo, di come mi sento. Ho foto del prima e del dopo, e non sono ritoccate: sono io che tengo una posizione che un anno fa mi avrebbe fatto ridere solo a pensarci.

Il mio consiglio? Altro che forbici e colla. Prova a salire su un palo. Non serve essere già in forma, serve solo iniziare. La prima volta magari cadi, la seconda ti senti un disastro, ma poi qualcosa cambia. Non è una questione di piegare la genetica, è capire che puoi costruirci sopra qualcosa di tuo. Io non guardo la bilancia ogni giorno, ma vedo il mio riflesso nello specchio della sala e so che sto decidendo io, un giro di palo alla volta.

Tu dici che non è facile, e su questo ti do ragione. Ci sono giorni in cui il palo mi sembra un nemico, in cui le braccia cedono e penso "ma chi me lo fa fare?". Però non mollo, perché ogni volta che finisco una lezione mi sento più mia. Non ho bisogno di un adesivo sul cartoncino per ricordarmelo, me lo dice il mio corpo. Forse il tuo trucco della visualizzazione funziona per te, e va bene così. Ma se vuoi un consiglio da una scettica come me, lascia stare i ritagli e prova a muoverti davvero. Il pole dance non è solo esercizio, è una sfida che ti cambia dentro e fuori.

Forza, dimmi che ne pensi. Sei pronta a lasciare il divano per un palo o resti fedele al tuo collage? Io la mia forma la decido così, e non c’è gene che tenga.
 
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Reazioni: Fr4ncisco-2005
Ragazzi, sapete qual è la verità? Io non sono schiava del mio DNA. Non mi interessa se mia nonna aveva le cosce robuste o se mio zio pesava come un armadio. Io decido la mia forma, punto e basta. Non è una questione di geni, è una questione di testa. E la mia testa dice che posso farcela.
Oggi vi racconto come sto tenendo duro. Ho preso un vecchio cartoncino, di quelli che usavo da bambina per i lavoretti, e ci ho incollato sopra tutto quello che voglio vedere allo specchio. Una foto di un vestito aderente che mi piace da morire, un ritaglio di una ragazza che corre senza fiatone, un biglietto scritto a mano con il mio peso ideale. Non è solo carta, è il mio futuro. Ogni mattina lo guardo e mi dico: "Questo è per me, non per i miei geni". E funziona. Mi tiene sveglia, mi fa alzare dal divano, mi fa scegliere l’insalata invece della lasagna della mamma.
Poi c’è un trucco che sto usando, e ve lo passo perché siamo in questa lotta insieme. Quando mi viene voglia di mollare, chiudo gli occhi e immagino il momento in cui salgo sulla bilancia e vedo quel numero che sogno da mesi. Non è solo un numero, è la prova che ho vinto io. Visualizzo tutto: il suono dei miei passi leggeri, la sensazione di infilarmi jeans che prima non mi chiudevo nemmeno. E sapete una cosa? Quel pensiero mi tira fuori dal buco nero della pigrizia ogni singola volta.
Non sto dicendo che è facile. Ci sono giorni in cui guardo il mio collage e penso che sia una stupidaggine, che tanto il mio corpo è quello che è. Ma poi mi arrabbio. Mi arrabbio con me stessa, con l’idea che qualcun altro – o peggio, qualche codice genetico – possa decidere chi sono. No, non ci sto. Io sono più forte di un filo di DNA. E ogni volta che supero un craving o finisco un allenamento, aggiungo un pezzo a quella "dosca dei desideri". Un adesivo, una frase, un’immagine. È la mia ribellione personale.
Forza, provateci anche voi. Prendete forbici, colla, e costruitevi il vostro futuro. Non serve essere artisti, serve essere testardi. Perché alla fine non è la genetica che ci definisce, siamo noi che la pieghiamo. Io ho deciso la mia forma, e voi?
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Ragazzi, sapete qual è la verità? Io non sono schiava del mio DNA. Non mi interessa se mia nonna aveva le cosce robuste o se mio zio pesava come un armadio. Io decido la mia forma, punto e basta. Non è una questione di geni, è una questione di testa. E la mia testa dice che posso farcela.
Oggi vi racconto come sto tenendo duro. Ho preso un vecchio cartoncino, di quelli che usavo da bambina per i lavoretti, e ci ho incollato sopra tutto quello che voglio vedere allo specchio. Una foto di un vestito aderente che mi piace da morire, un ritaglio di una ragazza che corre senza fiatone, un biglietto scritto a mano con il mio peso ideale. Non è solo carta, è il mio futuro. Ogni mattina lo guardo e mi dico: "Questo è per me, non per i miei geni". E funziona. Mi tiene sveglia, mi fa alzare dal divano, mi fa scegliere l’insalata invece della lasagna della mamma.
Poi c’è un trucco che sto usando, e ve lo passo perché siamo in questa lotta insieme. Quando mi viene voglia di mollare, chiudo gli occhi e immagino il momento in cui salgo sulla bilancia e vedo quel numero che sogno da mesi. Non è solo un numero, è la prova che ho vinto io. Visualizzo tutto: il suono dei miei passi leggeri, la sensazione di infilarmi jeans che prima non mi chiudevo nemmeno. E sapete una cosa? Quel pensiero mi tira fuori dal buco nero della pigrizia ogni singola volta.
Non sto dicendo che è facile. Ci sono giorni in cui guardo il mio collage e penso che sia una stupidaggine, che tanto il mio corpo è quello che è. Ma poi mi arrabbio. Mi arrabbio con me stessa, con l’idea che qualcun altro – o peggio, qualche codice genetico – possa decidere chi sono. No, non ci sto. Io sono più forte di un filo di DNA. E ogni volta che supero un craving o finisco un allenamento, aggiungo un pezzo a quella "dosca dei desideri". Un adesivo, una frase, un’immagine. È la mia ribellione personale.
Forza, provateci anche voi. Prendete forbici, colla, e costruitevi il vostro futuro. Non serve essere artisti, serve essere testardi. Perché alla fine non è la genetica che ci definisce, siamo noi che la pieghiamo. Io ho deciso la mia forma, e voi?
Ehi, guarda, il tuo entusiasmo è contagioso, davvero. Quel cartoncino con i tuoi sogni incollati sopra? Forte, non c’è che dire. Ti capisco quando dici che è una questione di testa, perché alla fine è proprio lì che si combatte la battaglia. Però, lasciami essere un po’ il guastafeste della situazione, ok? Tutto questo parlare di forza di volontà e collage motivazionali è bello, ma non basta sempre. Non per tutti, almeno.

Io sono in piena preparazione per una gara di bodybuilding, e ti assicuro che non è solo questione di visualizzare il numero sulla bilancia o di arrabbiarsi con il proprio DNA. La “forma” che voglio non arriva solo con la testa, ma con un piano preciso, quasi ossessivo. Parlo di contare ogni grammo di proteine, carboidrati e grassi che metto in bocca. La mia giornata è una tabella di marcia: 6 pasti, ognuno pesato al milligrammo, niente lasagna della mamma, ma neanche l’insalata se non è nel piano. Pollo, riso integrale, broccoli al vapore, e magari un cucchiaino di burro di arachidi se il coach mi dà il via libera. Non è romantico, è matematica.

E poi c’è la palestra. Non quel “mi alleno quando mi sento ispirato”, ma 5-6 giorni a settimana, 2 ore di pesi, serie su serie finché i muscoli urlano, e poi cardio per bruciare quel grasso che non vuole andarsene. La s сушка, come la chiamiamo noi, è una bestia. Non si tratta di correre senza fiatone o di infilarsi in un jeans. Si tratta di scendere a percentuali di grasso corporeo che fanno paura, di vedere ogni vena in superficie, di sembrare scolpito nel marmo. E no, non ci arrivi con un collage o immaginando il momento della bilancia. Ci arrivi con il sudore e, a volte, con la voglia di mollare tutto.

E qui arrivo al punto che mi fa storcere il naso. Sai, ogni tanto leggo di gente che cerca la scorciatoia. Tipo quelle pubblicità che promettono di farti perdere 10 chili in un mese con una pillola magica o un tè detox. Roba che ti dice “mangia quello che vuoi, prendi questa capsula e boom, sei un modello”. Ecco, io queste cose le guardo con un sopracciglio alzato. Non esistono miracoli in boccetta. Ho visto ragazzi in palestra provare di tutto: integratori strani, polverine costose, robe che promettono di “accelerare il metabolismo”. Sai cosa? O non funzionano, o ti lasciano con il cuore che batte a mille e zero risultati veri. L’unica cosa che funziona è la disciplina. Non è sexy, non è veloce, ma è reale.

Non sto dicendo che il tuo metodo non vada bene, sia chiaro. Quel cartoncino è un’ancora, e se ti tiene focalizzata, è già una vittoria. Ma per me, e per chi come me sta inseguendo un obiettivo estremo come una gara, non bastano i sogni. Servono numeri, sudore e una testa d’acciaio che non si fa fregare dalle promesse di soluzioni facili. Tu dici che decidi la tua forma, e sono d’accordo. Ma la forma che voglio io non si piega solo con la forza di volontà: si costruisce grammo dopo grammo, ripetizione dopo ripetizione.

Quindi, sì, continua con il tuo collage, aggiungi adesivi, scrivi frasi che ti gasano. Ma se qualcuno ti offre una “soluzione magica” per arrivare prima al traguardo, mandalo a quel paese. La tua ribellione non ha bisogno di pillole, ha bisogno di te. E tu, che forma stai decidendo oggi?