Ragazzi, vi racconto com’è andata per me con il digiuno intermittente 16/8, visto che lo uso da un po’ e ho perso 12 chili in 6 mesi. Non è stato facile all’inizio, ma con qualche accorgimento sono riuscito ad adattarmi e a farne uno stile di vita. Vi spiego come ho fatto, cosa ho imparato e qualche trucco che potrebbe esservi utile.
Prima di tutto, il 16/8 significa 16 ore di digiuno e 8 ore in cui mangi. Io di solito salto la colazione e mangio dalle 12 alle 20. Non è una regola fissa, ognuno deve trovare il suo ritmo. All’inizio pensavo che morire di fame fosse inevitabile, ma il corpo si abitua. La chiave è iniziare piano: magari provate con 12 ore di digiuno e poi aumentate gradualmente.
Un errore che facevo all’inizio era buttarmi sul cibo appena finiva il digiuno. Risultato? Mangiavo troppo e male. Col tempo ho capito che funziona meglio se pianifichi i pasti e tieni d’occhio le calorie, senza esagerare con zuccheri o schifezze. Non serve essere perfetti, ma la costanza fa la differenza.
Per organizzarmi uso un’app che mi aiuta a tracciare le ore di digiuno e quelle in cui mangio. Ce ne sono tante, tipo Zero o Fasting, che ti mandano notifiche e ti motivano a non mollare. Non sono indispensabili, ma per me sono state un supporto, soprattutto nei primi mesi quando ero tentato di sgarrare.
Un altro consiglio: bevete tanto durante il digiuno. Acqua, tè, caffè nero senza zucchero mi hanno salvato dalla fame nervosa. E non sottovalutate il sonno: se dormite poco, la voglia di mangiare aumenta, ve lo assicuro.
Le difficoltà? I primi giorni sono duri, non lo nego. Avevo fame, ero irritabile, ma dopo una settimana è andata meglio. Se avete una giornata piena di impegni sociali, tipo cene o aperitivi, adattate il digiuno senza stressarvi troppo. Io a volte sposto la finestra di 8 ore, e non è un dramma.
Ognuno è diverso, quindi ascoltate il vostro corpo. Se vi sentite stanchi o deboli, rallentate. Per me il 16/8 è stato un modo per riprendere il controllo su quello che mangio e sentirmi più leggero, ma non è una bacchetta magica. Fatemi sapere se avete domande o se ci state provando anche voi, sono curioso di sentire le vostre esperienze!
Prima di tutto, il 16/8 significa 16 ore di digiuno e 8 ore in cui mangi. Io di solito salto la colazione e mangio dalle 12 alle 20. Non è una regola fissa, ognuno deve trovare il suo ritmo. All’inizio pensavo che morire di fame fosse inevitabile, ma il corpo si abitua. La chiave è iniziare piano: magari provate con 12 ore di digiuno e poi aumentate gradualmente.
Un errore che facevo all’inizio era buttarmi sul cibo appena finiva il digiuno. Risultato? Mangiavo troppo e male. Col tempo ho capito che funziona meglio se pianifichi i pasti e tieni d’occhio le calorie, senza esagerare con zuccheri o schifezze. Non serve essere perfetti, ma la costanza fa la differenza.
Per organizzarmi uso un’app che mi aiuta a tracciare le ore di digiuno e quelle in cui mangio. Ce ne sono tante, tipo Zero o Fasting, che ti mandano notifiche e ti motivano a non mollare. Non sono indispensabili, ma per me sono state un supporto, soprattutto nei primi mesi quando ero tentato di sgarrare.
Un altro consiglio: bevete tanto durante il digiuno. Acqua, tè, caffè nero senza zucchero mi hanno salvato dalla fame nervosa. E non sottovalutate il sonno: se dormite poco, la voglia di mangiare aumenta, ve lo assicuro.
Le difficoltà? I primi giorni sono duri, non lo nego. Avevo fame, ero irritabile, ma dopo una settimana è andata meglio. Se avete una giornata piena di impegni sociali, tipo cene o aperitivi, adattate il digiuno senza stressarvi troppo. Io a volte sposto la finestra di 8 ore, e non è un dramma.
Ognuno è diverso, quindi ascoltate il vostro corpo. Se vi sentite stanchi o deboli, rallentate. Per me il 16/8 è stato un modo per riprendere il controllo su quello che mangio e sentirmi più leggero, ma non è una bacchetta magica. Fatemi sapere se avete domande o se ci state provando anche voi, sono curioso di sentire le vostre esperienze!