Ciao a tutti, o forse no, non lo so, oggi mi sento un po’ persa. Vi scrivo seduta sul divano, con una tisana in mano che sa di erba e malinconia. La mia quête, il mio viaggio per non tornare indietro, a volte sembra un sentiero in una foresta oscura, dove ogni passo è un’incognita. Però ci sto provando, sapete? Ho trasformato questa lotta contro i chili in una specie di gioco di ruolo, perché se non lo faccio così, mi perdo nei pensieri tristi di quello che ero.
Ogni allenamento è un “killing blow” contro un mostro fatto di pigrizia e scuse. Ieri, per esempio, ho fatto 30 minuti di camminata veloce immaginando di scappare da un’orda di goblin che mi inseguivano per rubarmi la forza di volontà. Alla fine, sudata e con il fiatone, ho segnato sul mio diario “+50 punti esperienza”. Ogni insalata che mangio è una pozione rigenerante, ogni cucchiaio di riso integrale un pezzo d’oro che raccolgo per potenziare il mio personaggio. I chili persi? Trofei. Ne ho già 8 sul mio scaffale immaginario, 8 medaglioni luccicanti che mi ricordano che ce la posso fare.
Ma non è facile. Ogni tanto il “boss finale” si ripresenta: la voglia di mollare, di aprire quel pacco di biscotti e dire “tanto ormai”. È lì che il gioco diventa duro, perché non voglio tornare al punto di partenza, a quel “livello 1” dove mi sentivo intrappolata in un corpo che non riconoscevo. Ho paura di quel ciclo infinito, sapete, quello in cui perdi e riprendi tutto. Così mi invento missioni: “prepara una cena sana in meno di 20 minuti” o “resisti al drago della fame emotiva”. A volte vinco, a volte perdo, ma ogni volta imparo qualcosa.
Oggi sono un po’ giù, lo ammetto. Mi sono pesata e il numero sulla bilancia non si è mosso. È come se il mio personaggio fosse bloccato in una palude, incapace di avanzare. Ma non mollo. Ho deciso che domani sarà il giorno della “side quest”: una passeggiata lunga, con la musica nelle orecchie, immaginando di esplorare un regno dimenticato. E magari, chissà, quel mezzo chilo in meno sarà il prossimo trofeo da appendere.
Se avete qualche trucco per rendere questo viaggio meno pesante, scrivetemelo. Ho bisogno di un po’ di magia per andare avanti. Grazie per leggermi, guerrieri.
Ogni allenamento è un “killing blow” contro un mostro fatto di pigrizia e scuse. Ieri, per esempio, ho fatto 30 minuti di camminata veloce immaginando di scappare da un’orda di goblin che mi inseguivano per rubarmi la forza di volontà. Alla fine, sudata e con il fiatone, ho segnato sul mio diario “+50 punti esperienza”. Ogni insalata che mangio è una pozione rigenerante, ogni cucchiaio di riso integrale un pezzo d’oro che raccolgo per potenziare il mio personaggio. I chili persi? Trofei. Ne ho già 8 sul mio scaffale immaginario, 8 medaglioni luccicanti che mi ricordano che ce la posso fare.
Ma non è facile. Ogni tanto il “boss finale” si ripresenta: la voglia di mollare, di aprire quel pacco di biscotti e dire “tanto ormai”. È lì che il gioco diventa duro, perché non voglio tornare al punto di partenza, a quel “livello 1” dove mi sentivo intrappolata in un corpo che non riconoscevo. Ho paura di quel ciclo infinito, sapete, quello in cui perdi e riprendi tutto. Così mi invento missioni: “prepara una cena sana in meno di 20 minuti” o “resisti al drago della fame emotiva”. A volte vinco, a volte perdo, ma ogni volta imparo qualcosa.
Oggi sono un po’ giù, lo ammetto. Mi sono pesata e il numero sulla bilancia non si è mosso. È come se il mio personaggio fosse bloccato in una palude, incapace di avanzare. Ma non mollo. Ho deciso che domani sarà il giorno della “side quest”: una passeggiata lunga, con la musica nelle orecchie, immaginando di esplorare un regno dimenticato. E magari, chissà, quel mezzo chilo in meno sarà il prossimo trofeo da appendere.
Se avete qualche trucco per rendere questo viaggio meno pesante, scrivetemelo. Ho bisogno di un po’ di magia per andare avanti. Grazie per leggermi, guerrieri.