La mia vittoria contro i chili di troppo: esercizi semplici a casa che mi hanno cambiato la vita

rince1

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, compagni di viaggio"!
Sono qui, davanti al mio tavolo della cucina, con una tazza di tè in mano, a pensare a quanto sia strano raccontare questa storia. Qualche anno fa, guardarmi allo specchio era una lotta: i chili di troppo mi pesavano, non solo sul corpo, ma anche sull’anima. Mi sentivo intrappolata, come se ogni ostacolo fosse una montagna impossibile da scalare. Ma oggi? Oggi sono una persona diversa, e tutto è iniziato tra le quattro mura di casa mia, senza attrezzi complicati o abbonamenti costosi.
Non sono mai stata una di quelle persone che amano i pesi o le palestre affollate. La sola idea di uscire di casa per allenarmi mi faceva venire voglia di nascondermi sotto le coperte. Però, a un certo punto, ho detto basta. Ho deciso di provarci, con quello che avevo: un tappetino (ok, all’inizio era solo un asciugamano steso sul pavimento), un paio di bottiglie d’acqua come pesi improvvisati e tanta, tanta voglia di cambiare.
Vi racconto com’è andata. Ho iniziato con cose semplici, perché non volevo sentirmi sopraffatta. Squat, per esempio: li facevo mentre guardavo una serie TV, 10 ripetizioni per episodio. Poi ho aggiunto i plank – oddio, all’inizio tremavo dopo 10 secondi, ma col tempo sono arrivata a resistere un minuto intero. Mi ricordo ancora la prima volta che ho fatto una serie di affondi senza perdere l’equilibrio: mi sono sentita una guerriera! E i jumping jack? Li facevo in salotto, con la musica a tutto volume, immaginando di essere in un video di fitness anni ‘80.
Non sto dicendo che sia stato facile. C’erano giorni in cui mi guardavo e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Le gambe mi facevano male, la motivazione spariva, e la tentazione di aprire il frigo era sempre lì. Ma sapete qual è stato il vero segreto? La costanza. Non serviva fare sessioni da due ore, bastavano 20-30 minuti al giorno, a volte anche spezzati. E poi, piano piano, ho visto il mio corpo cambiare: i jeans che non mi entravano più hanno iniziato a calzare di nuovo, e quella sensazione di leggerezza... non la dimenticherò mai.
Voglio condividere con voi quello che ho imparato: non servono strumenti sofisticati per superare gli ostacoli. Uno dei miei esercizi preferiti è ancora il “mountain climber” – lo faccio sul tappetino, immaginando di scalare via i miei dubbi. Oppure i piegamenti sulle braccia, anche solo in versione facilitata con le ginocchia a terra: ogni volta che ne finisco uno, mi sento un po’ più forte. E se vi va, provate a fare un circuito semplice: 10 squat, 10 affondi per gamba, 10 secondi di plank. Ripetetelo tre volte, con una pausa breve tra uno e l’altro. Vi giuro, funziona.
Non vi parlo di diete magiche o trucchi veloci, perché per me il cambiamento è stato questo: muovermi, sentirmi viva, farlo per me stessa. Certo, una buona alimentazione aiuta – io adoro uno smoothie con frutta fresca dopo essermi allenata, mi dà energia senza appesantirmi – ma il cuore di tutto è stato il movimento, fatto con amore e pazienza.
Se anche voi vi sentite bloccati, provate a partire da poco. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Magari domani fate 5 squat mentre aspettate che il caffè sia pronto. E poi scrivetemi, ditemi com’è andata. Io sono qui, pronta a fare il tifo per voi, perché so cosa significa sentirsi pesanti e so anche cosa significa liberarsi di quel peso, un passo alla volt
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, compagni di viaggio"!
Sono qui, davanti al mio tavolo della cucina, con una tazza di tè in mano, a pensare a quanto sia strano raccontare questa storia. Qualche anno fa, guardarmi allo specchio era una lotta: i chili di troppo mi pesavano, non solo sul corpo, ma anche sull’anima. Mi sentivo intrappolata, come se ogni ostacolo fosse una montagna impossibile da scalare. Ma oggi? Oggi sono una persona diversa, e tutto è iniziato tra le quattro mura di casa mia, senza attrezzi complicati o abbonamenti costosi.
Non sono mai stata una di quelle persone che amano i pesi o le palestre affollate. La sola idea di uscire di casa per allenarmi mi faceva venire voglia di nascondermi sotto le coperte. Però, a un certo punto, ho detto basta. Ho deciso di provarci, con quello che avevo: un tappetino (ok, all’inizio era solo un asciugamano steso sul pavimento), un paio di bottiglie d’acqua come pesi improvvisati e tanta, tanta voglia di cambiare.
Vi racconto com’è andata. Ho iniziato con cose semplici, perché non volevo sentirmi sopraffatta. Squat, per esempio: li facevo mentre guardavo una serie TV, 10 ripetizioni per episodio. Poi ho aggiunto i plank – oddio, all’inizio tremavo dopo 10 secondi, ma col tempo sono arrivata a resistere un minuto intero. Mi ricordo ancora la prima volta che ho fatto una serie di affondi senza perdere l’equilibrio: mi sono sentita una guerriera! E i jumping jack? Li facevo in salotto, con la musica a tutto volume, immaginando di essere in un video di fitness anni ‘80.
Non sto dicendo che sia stato facile. C’erano giorni in cui mi guardavo e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Le gambe mi facevano male, la motivazione spariva, e la tentazione di aprire il frigo era sempre lì. Ma sapete qual è stato il vero segreto? La costanza. Non serviva fare sessioni da due ore, bastavano 20-30 minuti al giorno, a volte anche spezzati. E poi, piano piano, ho visto il mio corpo cambiare: i jeans che non mi entravano più hanno iniziato a calzare di nuovo, e quella sensazione di leggerezza... non la dimenticherò mai.
Voglio condividere con voi quello che ho imparato: non servono strumenti sofisticati per superare gli ostacoli. Uno dei miei esercizi preferiti è ancora il “mountain climber” – lo faccio sul tappetino, immaginando di scalare via i miei dubbi. Oppure i piegamenti sulle braccia, anche solo in versione facilitata con le ginocchia a terra: ogni volta che ne finisco uno, mi sento un po’ più forte. E se vi va, provate a fare un circuito semplice: 10 squat, 10 affondi per gamba, 10 secondi di plank. Ripetetelo tre volte, con una pausa breve tra uno e l’altro. Vi giuro, funziona.
Non vi parlo di diete magiche o trucchi veloci, perché per me il cambiamento è stato questo: muovermi, sentirmi viva, farlo per me stessa. Certo, una buona alimentazione aiuta – io adoro uno smoothie con frutta fresca dopo essermi allenata, mi dà energia senza appesantirmi – ma il cuore di tutto è stato il movimento, fatto con amore e pazienza.
Se anche voi vi sentite bloccati, provate a partire da poco. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Magari domani fate 5 squat mentre aspettate che il caffè sia pronto. E poi scrivetemi, ditemi com’è andata. Io sono qui, pronta a fare il tifo per voi, perché so cosa significa sentirsi pesanti e so anche cosa significa liberarsi di quel peso, un passo alla volt
Ehi, compagni di lotta contro i chili! La tua storia mi ha colpita, sai? Quel mix di fatica e piccole vittorie lo capisco bene. Io sono una fan sfegatata del bodyflex – lo conosci? È tutto su respirazione e stretching, niente pesi o salti pazzi. Mi ha aiutato a sciogliere i punti critici, tipo la pancia che proprio non se ne andava. Prova a immaginare: inspiri forte, espiri tutto e poi tieni la posizione – senti i muscoli che lavorano senza nemmeno sudare come un maratoneta! Magari aggiungi questo al tuo circuito, tipo dopo i tuoi squat. Fammi sapere se ti va, ok? Forza, un passo alla volta!
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, compagni di viaggio"!
Sono qui, davanti al mio tavolo della cucina, con una tazza di tè in mano, a pensare a quanto sia strano raccontare questa storia. Qualche anno fa, guardarmi allo specchio era una lotta: i chili di troppo mi pesavano, non solo sul corpo, ma anche sull’anima. Mi sentivo intrappolata, come se ogni ostacolo fosse una montagna impossibile da scalare. Ma oggi? Oggi sono una persona diversa, e tutto è iniziato tra le quattro mura di casa mia, senza attrezzi complicati o abbonamenti costosi.
Non sono mai stata una di quelle persone che amano i pesi o le palestre affollate. La sola idea di uscire di casa per allenarmi mi faceva venire voglia di nascondermi sotto le coperte. Però, a un certo punto, ho detto basta. Ho deciso di provarci, con quello che avevo: un tappetino (ok, all’inizio era solo un asciugamano steso sul pavimento), un paio di bottiglie d’acqua come pesi improvvisati e tanta, tanta voglia di cambiare.
Vi racconto com’è andata. Ho iniziato con cose semplici, perché non volevo sentirmi sopraffatta. Squat, per esempio: li facevo mentre guardavo una serie TV, 10 ripetizioni per episodio. Poi ho aggiunto i plank – oddio, all’inizio tremavo dopo 10 secondi, ma col tempo sono arrivata a resistere un minuto intero. Mi ricordo ancora la prima volta che ho fatto una serie di affondi senza perdere l’equilibrio: mi sono sentita una guerriera! E i jumping jack? Li facevo in salotto, con la musica a tutto volume, immaginando di essere in un video di fitness anni ‘80.
Non sto dicendo che sia stato facile. C’erano giorni in cui mi guardavo e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Le gambe mi facevano male, la motivazione spariva, e la tentazione di aprire il frigo era sempre lì. Ma sapete qual è stato il vero segreto? La costanza. Non serviva fare sessioni da due ore, bastavano 20-30 minuti al giorno, a volte anche spezzati. E poi, piano piano, ho visto il mio corpo cambiare: i jeans che non mi entravano più hanno iniziato a calzare di nuovo, e quella sensazione di leggerezza... non la dimenticherò mai.
Voglio condividere con voi quello che ho imparato: non servono strumenti sofisticati per superare gli ostacoli. Uno dei miei esercizi preferiti è ancora il “mountain climber” – lo faccio sul tappetino, immaginando di scalare via i miei dubbi. Oppure i piegamenti sulle braccia, anche solo in versione facilitata con le ginocchia a terra: ogni volta che ne finisco uno, mi sento un po’ più forte. E se vi va, provate a fare un circuito semplice: 10 squat, 10 affondi per gamba, 10 secondi di plank. Ripetetelo tre volte, con una pausa breve tra uno e l’altro. Vi giuro, funziona.
Non vi parlo di diete magiche o trucchi veloci, perché per me il cambiamento è stato questo: muovermi, sentirmi viva, farlo per me stessa. Certo, una buona alimentazione aiuta – io adoro uno smoothie con frutta fresca dopo essermi allenata, mi dà energia senza appesantirmi – ma il cuore di tutto è stato il movimento, fatto con amore e pazienza.
Se anche voi vi sentite bloccati, provate a partire da poco. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Magari domani fate 5 squat mentre aspettate che il caffè sia pronto. E poi scrivetemi, ditemi com’è andata. Io sono qui, pronta a fare il tifo per voi, perché so cosa significa sentirsi pesanti e so anche cosa significa liberarsi di quel peso, un passo alla volt
Ehi, guerrieri del tappetino! La tua storia mi ha colpito, sai? Io e il mio compagno stiamo provando a buttare giù sti chili insieme, e leggere di squat davanti alla TV o plank che ti fanno tremare mi ricorda proprio i nostri inizi. Anche noi ci siamo buttati con poco: un angolo del salotto, due bottiglie d’acqua e una playlist che spacca. La differenza la fa avere lui рядом – quando uno dei due vuole mollare, l’altro lo trascina su. Tipo ieri, dopo 20 minuti di circuito, ero distrutta, ma lui mi ha guardato e ha detto: “Dai, finiamo insieme”. E l’abbiamo fatto.

La costanza di cui parli è verissima, ma per noi la svolta è stata anche darci una pacca sulla spalla a vicenda. Dopo allenamento, ci spariamo un frullato – frutta, un po’ di yogurt, niente robe strane – e ci sentiamo dei campioni. Non è solo il corpo che cambia, è proprio la testa: sapere che non sei solo a sudare ti dà una spinta assurda. Proverò quel circuito che hai scritto, magari lo faccio con lui stasera. Tu continua a raccontarci, eh, che qua siamo in squadra!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, compagni di viaggio"!
Sono qui, davanti al mio tavolo della cucina, con una tazza di tè in mano, a pensare a quanto sia strano raccontare questa storia. Qualche anno fa, guardarmi allo specchio era una lotta: i chili di troppo mi pesavano, non solo sul corpo, ma anche sull’anima. Mi sentivo intrappolata, come se ogni ostacolo fosse una montagna impossibile da scalare. Ma oggi? Oggi sono una persona diversa, e tutto è iniziato tra le quattro mura di casa mia, senza attrezzi complicati o abbonamenti costosi.
Non sono mai stata una di quelle persone che amano i pesi o le palestre affollate. La sola idea di uscire di casa per allenarmi mi faceva venire voglia di nascondermi sotto le coperte. Però, a un certo punto, ho detto basta. Ho deciso di provarci, con quello che avevo: un tappetino (ok, all’inizio era solo un asciugamano steso sul pavimento), un paio di bottiglie d’acqua come pesi improvvisati e tanta, tanta voglia di cambiare.
Vi racconto com’è andata. Ho iniziato con cose semplici, perché non volevo sentirmi sopraffatta. Squat, per esempio: li facevo mentre guardavo una serie TV, 10 ripetizioni per episodio. Poi ho aggiunto i plank – oddio, all’inizio tremavo dopo 10 secondi, ma col tempo sono arrivata a resistere un minuto intero. Mi ricordo ancora la prima volta che ho fatto una serie di affondi senza perdere l’equilibrio: mi sono sentita una guerriera! E i jumping jack? Li facevo in salotto, con la musica a tutto volume, immaginando di essere in un video di fitness anni ‘80.
Non sto dicendo che sia stato facile. C’erano giorni in cui mi guardavo e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Le gambe mi facevano male, la motivazione spariva, e la tentazione di aprire il frigo era sempre lì. Ma sapete qual è stato il vero segreto? La costanza. Non serviva fare sessioni da due ore, bastavano 20-30 minuti al giorno, a volte anche spezzati. E poi, piano piano, ho visto il mio corpo cambiare: i jeans che non mi entravano più hanno iniziato a calzare di nuovo, e quella sensazione di leggerezza... non la dimenticherò mai.
Voglio condividere con voi quello che ho imparato: non servono strumenti sofisticati per superare gli ostacoli. Uno dei miei esercizi preferiti è ancora il “mountain climber” – lo faccio sul tappetino, immaginando di scalare via i miei dubbi. Oppure i piegamenti sulle braccia, anche solo in versione facilitata con le ginocchia a terra: ogni volta che ne finisco uno, mi sento un po’ più forte. E se vi va, provate a fare un circuito semplice: 10 squat, 10 affondi per gamba, 10 secondi di plank. Ripetetelo tre volte, con una pausa breve tra uno e l’altro. Vi giuro, funziona.
Non vi parlo di diete magiche o trucchi veloci, perché per me il cambiamento è stato questo: muovermi, sentirmi viva, farlo per me stessa. Certo, una buona alimentazione aiuta – io adoro uno smoothie con frutta fresca dopo essermi allenata, mi dà energia senza appesantirmi – ma il cuore di tutto è stato il movimento, fatto con amore e pazienza.
Se anche voi vi sentite bloccati, provate a partire da poco. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Magari domani fate 5 squat mentre aspettate che il caffè sia pronto. E poi scrivetemi, ditemi com’è andata. Io sono qui, pronta a fare il tifo per voi, perché so cosa significa sentirsi pesanti e so anche cosa significa liberarsi di quel peso, un passo alla volt
Ehi, compagni di viaggio, o forse solo "ciao" a chi riesce ancora a guardarsi allo specchio senza sospirare.

Leggerti mi ha fatto tornare indietro, a quei giorni freddi di qualche mese fa, quando il divorzio mi aveva lasciato un vuoto che cercavo di riempire con qualsiasi cosa trovassi in cucina. Non era solo il peso sul corpo, era tutto quel grigio che mi portavo dentro. Mi sono ritrovata a odiare anche solo l’idea di muovermi, eppure eccomi qua, a scriverti dal mio divano, con un tè che si raffredda e un corpo che finalmente non mi sembra più un estraneo.

Anch’io ho iniziato da zero, senza palestra né attrezzi, perché diciamocelo, dopo quello che ho passato non avevo né i soldi né la forza di uscire di casa. All’inizio era un disastro: facevo squat e mi sembrava di crollare, con le gambe che tremavano come se fosse pieno inverno e io senza cappotto. Il tappetino? Un vecchio asciugamano, proprio come te, steso sul pavimento della camera da letto. E i pesi? Due bottiglie d’acqua che mi ricordavano quanto bevevo per non pensare. Però, sai, c’è stato un giorno, credo fosse gennaio, con quella luce fredda che entrava dalla finestra, che ho deciso di provarci sul serio. Non per lui, non per gli altri, ma per me.

Gli esercizi? Roba semplice, perché non avevo la testa per complicarmi la vita. Squat mentre scaldavo l’acqua per la pasta – 10, poi 15, poi 20. I plank li facevo contro il muro all’inizio, perché a terra era troppo e mi sentivo già abbastanza a pezzi. Gli affondi? Li ho provati una sera, con il vento che sbatteva contro i vetri, e quasi cadevo, ma ogni volta che finivo una serie mi sembrava di riprendermi un pezzetto di me stessa. E i jumping jack, quelli sì, li facevo in salotto, con una playlist che copriva il silenzio che mi aveva lasciato lui. Non ero una star del fitness, ero solo una donna incasinata che cercava di non affogare.

Non fraintendermi, c’erano giorni in cui mollavo. Tipo a febbraio, con quel freddo che ti entra nelle ossa, mi sedevo sul divano e pensavo che tanto non sarebbe cambiato niente. Il frigo era lì, a un passo, e la tentazione di lasciarmi andare pure. Ma poi mi alzavo, anche solo per 10 minuti, e facevo qualcosa – qualsiasi cosa – perché starmene ferma mi faceva sentire ancora più persa. La costanza, come dici tu, è stata la chiave. Non servivano ore, bastava poco, magari spezzettato tra una lacrima e un respiro profondo.

Adesso? I jeans che non mi entravano da anni sono tornati a essere miei. Non è solo il corpo, è la testa: mi sento più leggera, anche se fuori è ancora quel tempo uggioso di marzo. Il mio esercizio preferito è il mountain climber, lo faccio immaginando di scalare via tutto il dolore che mi ha lasciato il passato. O i piegamenti, quelli leggeri con le ginocchia a terra, che mi ricordano che posso essere fragile ma non sconfitta. Il circuito che dici lo provo domani, promesso – 10 squat, 10 affondi, 10 secondi di plank. Mi sembra una sfida che posso affrontare, anche con il cielo grigio fuori.

Non sono una che crede nei miracoli. Mangio meglio, sì – uno smoothie con la frutta mi tira su dopo essermi mossa – ma il vero cambiamento è stato alzarmi e fare qualcosa, anche quando tutto dentro di me urlava di restare a terra. Se ce l’ho fatta io, dopo mesi a sentirmi un’ombra, puoi farcela anche tu. Magari inizia piano, come me: 5 squat mentre il tè si scalda. Poi scrivimi, dimmi se ti ha fatto sentire un po’ meno pesante. Io sono qui, con il mio tè freddo e una voglia di tifo che non pensavo di avere più. Perché so cosa significa sentirsi schiacciati, e so anche cosa significa rialzarsi, un passo storto alla volta.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, compagni di viaggio"!
Sono qui, davanti al mio tavolo della cucina, con una tazza di tè in mano, a pensare a quanto sia strano raccontare questa storia. Qualche anno fa, guardarmi allo specchio era una lotta: i chili di troppo mi pesavano, non solo sul corpo, ma anche sull’anima. Mi sentivo intrappolata, come se ogni ostacolo fosse una montagna impossibile da scalare. Ma oggi? Oggi sono una persona diversa, e tutto è iniziato tra le quattro mura di casa mia, senza attrezzi complicati o abbonamenti costosi.
Non sono mai stata una di quelle persone che amano i pesi o le palestre affollate. La sola idea di uscire di casa per allenarmi mi faceva venire voglia di nascondermi sotto le coperte. Però, a un certo punto, ho detto basta. Ho deciso di provarci, con quello che avevo: un tappetino (ok, all’inizio era solo un asciugamano steso sul pavimento), un paio di bottiglie d’acqua come pesi improvvisati e tanta, tanta voglia di cambiare.
Vi racconto com’è andata. Ho iniziato con cose semplici, perché non volevo sentirmi sopraffatta. Squat, per esempio: li facevo mentre guardavo una serie TV, 10 ripetizioni per episodio. Poi ho aggiunto i plank – oddio, all’inizio tremavo dopo 10 secondi, ma col tempo sono arrivata a resistere un minuto intero. Mi ricordo ancora la prima volta che ho fatto una serie di affondi senza perdere l’equilibrio: mi sono sentita una guerriera! E i jumping jack? Li facevo in salotto, con la musica a tutto volume, immaginando di essere in un video di fitness anni ‘80.
Non sto dicendo che sia stato facile. C’erano giorni in cui mi guardavo e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Le gambe mi facevano male, la motivazione spariva, e la tentazione di aprire il frigo era sempre lì. Ma sapete qual è stato il vero segreto? La costanza. Non serviva fare sessioni da due ore, bastavano 20-30 minuti al giorno, a volte anche spezzati. E poi, piano piano, ho visto il mio corpo cambiare: i jeans che non mi entravano più hanno iniziato a calzare di nuovo, e quella sensazione di leggerezza... non la dimenticherò mai.
Voglio condividere con voi quello che ho imparato: non servono strumenti sofisticati per superare gli ostacoli. Uno dei miei esercizi preferiti è ancora il “mountain climber” – lo faccio sul tappetino, immaginando di scalare via i miei dubbi. Oppure i piegamenti sulle braccia, anche solo in versione facilitata con le ginocchia a terra: ogni volta che ne finisco uno, mi sento un po’ più forte. E se vi va, provate a fare un circuito semplice: 10 squat, 10 affondi per gamba, 10 secondi di plank. Ripetetelo tre volte, con una pausa breve tra uno e l’altro. Vi giuro, funziona.
Non vi parlo di diete magiche o trucchi veloci, perché per me il cambiamento è stato questo: muovermi, sentirmi viva, farlo per me stessa. Certo, una buona alimentazione aiuta – io adoro uno smoothie con frutta fresca dopo essermi allenata, mi dà energia senza appesantirmi – ma il cuore di tutto è stato il movimento, fatto con amore e pazienza.
Se anche voi vi sentite bloccati, provate a partire da poco. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Magari domani fate 5 squat mentre aspettate che il caffè sia pronto. E poi scrivetemi, ditemi com’è andata. Io sono qui, pronta a fare il tifo per voi, perché so cosa significa sentirsi pesanti e so anche cosa significa liberarsi di quel peso, un passo alla volt
Ehi, compagni di viaggio, o forse meglio dire “alleati nella conquista di noi stessi”!

La tua storia mi ha colpito dritto al cuore, sai? Quel tavolo della cucina con la tazza di tè, lo specchio che diventa un nemico e poi, un giorno, un alleato: sembra quasi di vederti, di viverlo con te. E mi piace da morire come hai trasformato un asciugamano e due bottiglie d’acqua in strumenti di rivoluzione. È proprio questo che mi spinge a scrivere oggi: la tua vittoria non è solo una questione di chili persi, ma di forza trovata. E voglio cavalcare quell’energia per tirare su un po’ di gente con me, con noi.

Allora, che ne dite di un challenge? Qualcosa di semplice, alla portata di tutti, proprio come hai fatto tu all’inizio. Non servono palestre o attrezzature da supereroi, solo la voglia di muoversi e di sentirsi un po’ più leggeri, dentro e fuori. Ho pensato a un “Mese di passi avanti” – un nome provvisorio, ma ci sta, no? L’idea è questa: partiamo con un circuito base, tipo quello che hai descritto tu, ma lo facciamo insieme, ci motiviamo a vicenda e teniamo traccia di come ci sentiamo.

Ecco la proposta: ogni giorno, per 30 giorni, ci impegniamo a fare 15 minuti di movimento. Può essere il tuo circuito – 10 squat, 10 affondi per gamba, 10 secondi di plank, tre giri – oppure ognuno sceglie i suoi esercizi preferiti. L’importante è non mollare. Se un giorno sei stanco, fai solo 5 squat e stop, ma li fai. Io, per esempio, amo i mountain climber come te, mi fanno sentire come se stessi davvero scalando qualcosa, magari i miei stessi limiti. E poi, ogni settimana, ci ritroviamo qui e ci raccontiamo: cosa è cambiato? Ti senti più forte? I pantaloni tirano meno?

Non è una gara, sia chiaro. Non vince chi perde più chili o chi fa più ripetizioni. Vinciamo tutti ogni volta che ci alziamo dal divano e decidiamo di provarci. E per chi si sente insicuro, tipo “non ce la faccio, tremo dopo due secondi di plank”, dico: tranquilli, ci sono passato anch’io. All’inizio anch’io usavo un asciugamano al posto del tappetino e mi sentivo ridicolo, ma poi ho capito che non era ridicolo, era un inizio. Tu lo hai detto benissimo: la costanza è la chiave. Non servono ore di fatica, bastano pochi minuti fatti con il cuore.

Per rendere il tutto più vivo, potremmo darci dei piccoli obiettivi settimanali. La prima settimana, puntiamo a completare il circuito base almeno 5 giorni su 7. La seconda, magari aggiungiamo 5 jumping jack alla fine, giusto per sudare un po’ di più. E verso la fine del mese, chissà, magari qualcuno riesce a tenere il plank per 30 secondi o a fare gli affondi senza barcollare. Io sarò qui a controllare come va, a spingervi quando serve e a festeggiare ogni passo avanti, anche il più piccolo.

E poi, perché no, condividiamo anche qualche trucco. Io, per esempio, dopo essermi mosso, mi premio con una tisana calda – niente zuccheri, solo il gusto di rilassarmi sapendo che ho fatto qualcosa per me. Tu hai il tuo smoothie, qualcun altro magari ha una canzone che lo carica. Mettiamoci insieme le idee e costruiamo qualcosa di bello.

Forza, chi ci sta? Non dobbiamo scalarci da soli le nostre montagne, possiamo farlo in squadra. Scrivi qui sotto se ti va di unirti, dimmi da dove vuoi partire – anche solo da “domani faccio 5 squat col caffè in mano”. Io sono pronto a iniziare e a fare il tifo per te, per voi, per noi. Perché, come hai dimostrato tu, cambiare si può, e spesso basta un tappetino – o un asciugamano – per cominciare.
 
Ehi, guerrieri del cambiamento, o forse meglio dire “squadra di chi non molla mai”!

La tua storia, rince1, è come un raggio di sole che spacca le nuvole in una giornata grigia. Quel momento in cui hai deciso di trasformare un asciugamano in un tappetino e due bottiglie d’acqua in pesi? È pura magia. Mi ha fatto ripensare a quanto spesso ci complichiamo la vita pensando che servano chissà quali attrezzature o ore infinite per cambiare. E invece tu ci hai ricordato che basta iniziare, con quello che abbiamo, dove siamo. E io, che passo le mie giornate incastrato tra scrivania e riunioni, voglio prendere spunto da te e portare un po’ di quel fuoco nel mio quotidiano.

Lavoro in ufficio, otto ore al giorno incollato a una sedia, e credetemi, la voglia di muovermi a fine giornata è pari a zero. La palestra? Un miraggio. Il tempo? Sempre troppo poco. Ma leggere il tuo post mi ha fatto scattare qualcosa. Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare come uso i miei momenti, no? E allora eccomi qui, a condividere quello che sto provando a fare per aggiungere un po’ di movimento alla mia routine sedentaria, sperando di ispirare qualcun altro che magari si sente come me: motivato, ma con poco tempo.

Parto dal lavoro, perché è lì che passo la maggior parte del mio tempo. Durante la pausa pranzo, invece di restare al bar a chiacchierare, ho iniziato a fare una passeggiata di 15-20 minuti. Non è una maratona, ma camminare veloce, magari con un podcast nelle orecchie, mi fa sentire vivo. A volte faccio un giro intorno all’isolato, altre volte punto al parco vicino. Non solo mi muovo, ma torno alla scrivania con la testa più leggera. E se piove? Beh, faccio su e giù per le scale dell’ufficio. Non proprio glamour, ma funziona.

Poi, durante la giornata, sto provando a inserire mini-sessioni di esercizi direttamente alla scrivania. Niente di complicato, perché non voglio sudare come un matto davanti ai colleghi. Per esempio, faccio delle “alzate di spalle” per sciogliere il collo: 10 ripetizioni, contraendo i muscoli mentre inspiro e rilassandoli mentre espiro. Oppure, sotto la scrivania, faccio degli esercizi per le gambe: alzo i talloni da terra, come se stessi sulle punte, e li tengo su per qualche secondo. Sembra una sciocchezza, ma dopo 15 ripetizioni sento i polpacci lavorare. E se ho un momento di privacy, provo degli squat leggeri, usando la sedia come supporto. Dieci squat mentre aspetto che il computer carichi un file: fatto.

Il mio trucco preferito, però, è sfruttare le pause caffè. Invece di stare fermo vicino alla macchinetta, faccio un mini-circuito: 10 passi sul posto a ginocchia alte, 5 affondi per gamba e 10 secondi di plank appoggiandomi al muro. Non è il plank da guerriero che fai tu, rince1, ma per me è già una conquista. E sapete una cosa? Questi piccoli momenti di movimento mi fanno sentire meno “bloccato”, non solo nel corpo, ma anche nella testa.

Però, come dici tu, la costanza è tutto. Non sono perfetto, ci sono giorni in cui salto tutto perché sono sommerso di lavoro o semplicemente perché la pigrizia vince. Ma sto imparando a non mollare. Se un giorno non faccio niente, il giorno dopo riprendo, anche solo con 5 minuti di stretching. E per darmi una spinta in più, mi sono messo a sperimentare con l’alimentazione post-movimento. Non proprio i tuoi smoothie, ma qualcosa di simile: dopo una passeggiata o un mini-circuito, mi preparo un frullato con latte vegetale, una banana e un cucchiaio di burro di mandorle. È il mio premio, mi dà energia e mi fa sentire come se stessi davvero prendendomi cura di me.

Voglio lanciare una proposta, ispirata da te e dal tuo “iniziare da poco”. Che ne dite di una sfida per noi tipi da ufficio? La chiamerei “15 minuti per me”. L’idea è semplice: ogni giorno, per un mese, troviamo 15 minuti per muoverci, anche in ufficio o a casa. Può essere una passeggiata, un circuito alla scrivania come il mio, o il tuo circuito base, rince1. L’importante è farlo. E per renderlo divertente, condividiamo qui i nostri trucchi: qual è il tuo esercizio da scrivania preferito? O come fai a non cedere alla tentazione di restare incollato alla sedia? Io, per esempio, ho messo un promemoria sul telefono che dice “Muoviti, non sei una statua!”.

Non dobbiamo essere perfetti, e non serve trasformare l’ufficio in una palestra. Basta un passo alla volta, come hai fatto tu. E se qualcuno si sente in imbarazzo a fare squat in pausa pranzo, vi dico: ci sono passato. All’inizio mi sentivo strano, ma poi ho capito che nessuno ci fa caso, e chi lo fa magari si incuriosisce e ti chiede consigli. Quindi, forza, chi ci sta? Scrivete qui sotto, ditemi come pensate di aggiungere un po’ di movimento alla vostra giornata. Io sono qui, pronto a fare il tifo per voi e a rubarvi idee per migliorare la mia routine. Perché, come ci hai insegnato tu, cambiare non è una questione di grandi gesti, ma di piccoli momenti che, messi insieme, diventano una rivoluzione.