L’Odissea di Perdere Peso con l’Ipotiroidismo: Medici, Diete e il Richiamo del Mare

JhonTorres

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di questa tempesta ormonale"! Sono qui, intrappolata in un corpo che sembra remare contro corrente, con l’ipotiroidismo che mi tiene legata come un’ancora. La bilancia è un mostro marino che non vuole mollare la presa, e ogni giorno è una lotta per non affondare.
Sto lavorando con i medici – un endocrinologo che sembra un capitano esperto, ma a volte mi sento come una nave alla deriva nei loro ordini. Mi hanno detto di aggiustare la dieta: più pesce, più frutti del mare, come se il mio piatto dovesse diventare un’ode al Mediterraneo. Alghe, sardine, cozze – li mangio, li provo, ma il mio metabolismo è un mare calmo, troppo calmo, che non si muove. E poi le medicine, le pillole che dovrebbero essere il vento nelle mie vele, ma ci vuole tempo, dicono, sempre "tempo".
Le allenamenti? Un’impresa epica. Cammino, sudo, sollevo pesi leggeri come se stessi tirando su reti da pesca, ma il mio corpo risponde a singhiozzi, come un’onda che si infrange piano. È frustrante, è un viaggio che sembra non finire mai, eppure non mollo. Qualcuno di voi naviga in queste acque? Come fate a non perdervi nella nebbia? Io continuo, tra medici, piatti di mare e speranze che galleggiano appena sopra la superficie.
 
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Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di questa tempesta ormonale"! Sono qui, intrappolata in un corpo che sembra remare contro corrente, con l’ipotiroidismo che mi tiene legata come un’ancora. La bilancia è un mostro marino che non vuole mollare la presa, e ogni giorno è una lotta per non affondare.
Sto lavorando con i medici – un endocrinologo che sembra un capitano esperto, ma a volte mi sento come una nave alla deriva nei loro ordini. Mi hanno detto di aggiustare la dieta: più pesce, più frutti del mare, come se il mio piatto dovesse diventare un’ode al Mediterraneo. Alghe, sardine, cozze – li mangio, li provo, ma il mio metabolismo è un mare calmo, troppo calmo, che non si muove. E poi le medicine, le pillole che dovrebbero essere il vento nelle mie vele, ma ci vuole tempo, dicono, sempre "tempo".
Le allenamenti? Un’impresa epica. Cammino, sudo, sollevo pesi leggeri come se stessi tirando su reti da pesca, ma il mio corpo risponde a singhiozzi, come un’onda che si infrange piano. È frustrante, è un viaggio che sembra non finire mai, eppure non mollo. Qualcuno di voi naviga in queste acque? Come fate a non perdervi nella nebbia? Io continuo, tra medici, piatti di mare e speranze che galleggiano appena sopra la superficie.
Ehi, equipaggio di questa nave alla deriva, eccomi qua! Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, ma con qualche chilo in più di zavorra. Anche io ho combattuto contro il mare mosso dell’ipotiroidismo, e sai com’è andata? Ho perso peso, mi sentivo leggera come una barchetta che finalmente prende il vento, ma poi... poi la corrente mi ha riportato indietro. Tutto il peso, tutto lo sconforto, come se avessi mollato gli ormeggi senza accorgermene. È stata una botta, te lo giuro, vedere la bilancia risalire come un’onda che ti travolge.

La mia storia è un po’ un avvertimento: non abbassate la guardia, mai. Pensavo di avercela fatta, ho mollato la presa sulla dieta – addio sardine, bentornati carboidrati – e le medicine le prendevo così, a volte sì, a volte no. Errore mio, un naufragio che potevo evitare. Ora sto cercando di risalire in barca, di ricominciare, ma è dura. Il metabolismo è fermo come un porto in bonaccia, e ogni passo sembra remare contro un mare di melassa.

Tu parli di medici e pesce, e ti capisco benissimo. Io sto provando a tornare su quella rotta: più cozze, più alghe, meno schifezze. Ma dimmi, come tieni alta la motivazione quando il vento non soffia? Io a volte mi perdo, guardo il piatto e penso "ma chi me lo fa fare?". Eppure, come te, non voglio arrendermi. Magari possiamo darci una mano, no? Scambiarci qualche trucco per non affondare nella nebbia. Forza, che il nostro viaggio non finisce qui!
 
Ehi, marinaio in lotta con la bonaccia! Io sono qui, a bordo della mia nave con un coach online che mi urla ordini come un nostromo e un dietologo che mi riempie il piatto di pesce come se fossi un gabbiano. Funziona, sai? Ho perso qualche chilo, il vento sembra girare, ma poi c’è sempre quel giorno in cui il mare si ferma e ti guardi allo specchio pensando: "Davvero?". Tu parli di nebbia, e io ti dico: il trucco è non mollare il timone, anche quando il tuo corpo rema contro. Il mio coach mi tiene in riga, ma ammetto che a volte vorrei buttare le alghe fuoribordo e affogarmi in una pizza. Resisti, che il Mediterraneo non ci affonda così facilmente!
 
Ehi, marinaio in lotta con la bonaccia! Io sono qui, a bordo della mia nave con un coach online che mi urla ordini come un nostromo e un dietologo che mi riempie il piatto di pesce come se fossi un gabbiano. Funziona, sai? Ho perso qualche chilo, il vento sembra girare, ma poi c’è sempre quel giorno in cui il mare si ferma e ti guardi allo specchio pensando: "Davvero?". Tu parli di nebbia, e io ti dico: il trucco è non mollare il timone, anche quando il tuo corpo rema contro. Il mio coach mi tiene in riga, ma ammetto che a volte vorrei buttare le alghe fuoribordo e affogarmi in una pizza. Resisti, che il Mediterraneo non ci affonda così facilmente!
Ehi, compagno di remi! Qui si suda tra un WOD e l’altro, il crossfit mi sta scolpendo come una statua greca – meno chili e più fiato, anche se l’ipotiroidismo prova a tirarmi giù come un’ancora. Quel momento allo specchio lo capisco, ma sai che ti dico? Stringi i denti, un burpee in più e la pizza la sogni solo di notte, senza caderci! Forza, che il mare si vince un colpo di remo alla volta!
 
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Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di questa tempesta ormonale"! Sono qui, intrappolata in un corpo che sembra remare contro corrente, con l’ipotiroidismo che mi tiene legata come un’ancora. La bilancia è un mostro marino che non vuole mollare la presa, e ogni giorno è una lotta per non affondare.
Sto lavorando con i medici – un endocrinologo che sembra un capitano esperto, ma a volte mi sento come una nave alla deriva nei loro ordini. Mi hanno detto di aggiustare la dieta: più pesce, più frutti del mare, come se il mio piatto dovesse diventare un’ode al Mediterraneo. Alghe, sardine, cozze – li mangio, li provo, ma il mio metabolismo è un mare calmo, troppo calmo, che non si muove. E poi le medicine, le pillole che dovrebbero essere il vento nelle mie vele, ma ci vuole tempo, dicono, sempre "tempo".
Le allenamenti? Un’impresa epica. Cammino, sudo, sollevo pesi leggeri come se stessi tirando su reti da pesca, ma il mio corpo risponde a singhiozzi, come un’onda che si infrange piano. È frustrante, è un viaggio che sembra non finire mai, eppure non mollo. Qualcuno di voi naviga in queste acque? Come fate a non perdervi nella nebbia? Io continuo, tra medici, piatti di mare e speranze che galleggiano appena sopra la superficie.
Ehi, marinaia dell’ipotiroidismo, ti vedo lì a combattere con le onde! Io sono una che ce l’ha fatta a scendere dalla bilancia-mostro marino, e sai come? Ballando! Non sto scherzando, la mia ancora si è sciolta quando ho iniziato a muovermi a ritmo di salsa, hip-hop e un po’ di balletto – roba che ti fa sentire leggera anche quando il metabolismo sembra un pesce addormentato sul fondo del mare.

All’inizio ero come te, intrappolata in quel mare calmo che non si smuove. Mangiavo le mie sardine, salutavo le cozze, ma niente, il corpo stava lì, fermo come una barca senza remi. Poi un giorno, per caso, ho provato una lezione di salsa – e bum, è stato come accendere un faro nella nebbia! Non è che ho perso chili da un giorno all’altro, eh, ci vuole pazienza, come dicono i tuoi medici-capitani, ma il movimento è diventato un piacere, non una fatica. Immagina: invece di tirare reti da pesca con i pesi, mi muovevo come se stessi danzando sulle onde. La salsa mi faceva sudare e ridere, l’hip-hop mi dava quella grinta da "io spacco tutto", e il balletto... beh, mi sentivo una sirena elegante, anche con qualche chilo in più!

Non ti dico di mollare i pesi o le passeggiate, ma prova a buttarti in qualcosa che ti fa sorridere. Il mio metabolismo alla fine si è svegliato, tipo un vento che piano piano gonfia le vele. E il bello è che non mi sembrava di "allenarmi" – era come una festa in mezzo al mare! Tu che dici, ti va di provare a navigare con un po’ di ritmo? Magari trovi la tua rotta, tra un passo di danza e un piatto di alghe! Forza, che la tempesta ormonale non ci ferma!
 
Ehi, navigatrice in lotta con l’ipotiroidismo, ti capisco fin troppo bene, sai? Quel mare calmo che non si muove, la bilancia che sembra un kraken pronto a trascinarti giù… è una battaglia vera! Però, aspetta, ho qualcosa da raccontarti che potrebbe accendere una lanterna nella tua nebbia. Io sono quella fissata con il pole dance – sì, i pali, le giravolte, tutto il pacchetto! E ti giuro, è stato come trovare una corrente che mi ha portato fuori dalla tempesta ormonale.

All’inizio, come te, ero lì a contare cozze e alghe, a seguire i medici come se fossero oracoli del mare. Le pillole? Certo, le prendevo, ma il mio corpo sembrava una nave incagliata. Camminavo, facevo i miei pesi leggeri, ma ogni passo era un “meh”, come se remassi contro un vento che non c’era. Poi, un’amica mi ha trascinato a una lezione di pole dance. Pensavo: “Io? Su un palo? Con questo metabolismo da tartaruga marina?” Eppure, ci ho provato. E sai che è successo? Non solo ho sudato come mai prima – tipo tempesta tropicale sulla mia fronte – ma ho sentito ogni muscolo svegliarsi, dalle gambe alle braccia, fino a quel core che sembrava ibernato!

Non ti sto dicendo che è la cura magica, eh. L’ipotiroidismo è una bestia subdola, e ci vuole tempo, come ripetono i tuoi capitani. Però il pole dance mi ha dato una spinta che i pesi e le camminate non riuscivano a darmi. È un mix di forza, grazia e… sì, anche un po’ di fatica che ti fa sentire viva! Immagina di arrampicarti sul palo come se stessi scalando l’albero maestro di una nave, o di girare come un’onda che finalmente prende vita. All’inizio cadevo, inciampavo, ma ogni volta che riuscivo a fare una figura – anche solo un semplice “fireman spin” – era come dire al mio corpo: “Ehi, possiamo farcela!”

I risultati? Dopo qualche mese, la bilancia ha iniziato a cedere, ma più che i chili persi, è il corpo che si è trasformato: più tonico, più forte, come se avessi costruito una scialuppa solida per navigare meglio. E il bello è che non mi annoio mai – ogni lezione è una sfida, un gioco. Certo, ci vuole disciplina per non mollare, soprattutto quando il palo ti sembra un nemico e l’ipotiroidismo ti sussurra di stare ferma. Ma ti assicuro, quel movimento fluido, quel ritmo che ti prende, ti fa dimenticare la fatica e ti ricorda che sei tu al timone.

Che ne pensi, ti butti? Non serve essere una sirena perfetta subito, basta iniziare. Magari trovi il tuo vento, tra un giro sul palo e un piatto di sardine. Facci sapere come v
 
Ciao, compagna di viaggio nella nebbia dell’ipotiroidismo! Sai, leggerti è stato come guardarmi allo specchio qualche tempo fa: la bilancia kraken, il mare piatto, quel senso di essere incagliata nonostante pillole e buone intenzioni. Però il tuo racconto sul pole dance mi ha fatto drizzare le antenne – e sì, sono io, l’adepta del palo, quella che ormai non riesce a immaginare la vita senza giravolte e arrampicate!

Devo dirtelo, capisco quel tuo “meh” con le camminate e i pesi leggeri. Ci sono passata anch’io: remi, remi, ma la nave non si muove. Poi è arrivato il pole dance, e ti giuro, è stato come accendere un fuoco sottocoperta! La prima lezione? Un disastro epico: scivolavo, inciampavo, sembrava che il palo mi odiasse. Ma quando ho preso il ritmo – tipo con un “chair spin” fatto decentemente – ho sentito il corpo rispondere. È una roba totale: gambe che spingono, braccia che tirano, il core che finalmente si sveglia come un vulcano dopo secoli. E sudi, oh se sudi, altro che tempesta tropicale!

Non fraintendermi, l’ipotiroidismo resta un mostro marino che ogni tanto ruggisce, e i medici hanno ragione: ci vuole pazienza. Ma il pole dance è stato il mio vento in poppa. Non solo per i chili – che piano piano sono scesi – ma per come mi sento: più forte, più elastica, come se avessi costruito una zattera per affrontare le onde. Ogni figura che impari, anche la più semplice, è una piccola vittoria contro quel “stai ferma” che l’ormone pigro ti sussurra all’orecchio.

E poi, vuoi mettere il divertimento? Altro che monotonia, ogni lezione è un’avventura: un giorno scali il palo come una piratessa, il giorno dopo giri come un’onda che si infrange sulla riva. Certo, ci vuole costanza – a volte il palo ti sfida, ti graffia pure, e l’ipotiroidismo cerca di tenerti a terra – ma quando riesci, è una botta di vita. Pensa al “fireman spin”: scendi fluida, il corpo si muove, e per un attimo ti senti padrona della tua nave.

Che dici, ci provi? Non serve essere una ginnasta o una sirena, basta buttarsi con curiosità. Magari trovi il tuo ritmo, tra un giro e un’insalata di mare. Racconta come va, eh, che sono curiosa di sapere se il palo ti conquista come ha fatto con me!
 
Ehi, compagna di traversata! Il tuo racconto sul pole dance mi ha fatto brillare gli occhi – sembra proprio una scialuppa di salvataggio contro il mare mosso dell’ipotiroidismo. Io, studente squattrinato, mi barcameno tra pasta integrale e flessioni in stanza, ma quel “fireman spin” che descrivi… mi sa di vento fresco che spinge via la nebbia! Qui al campus non c’è un palo, però mi hai fatto venire voglia di provare qualcosa di nuovo, magari arrampicarmi sulle scale antincendio come un marinaio in erba. La bilancia è ancora un kraken, ma se dici che il corpo si sveglia, quasi quasi ci faccio un pensiero. Tu continua a girare, eh, che io provo a remare a modo mio!
 
Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di questa tempesta ormonale"! Sono qui, intrappolata in un corpo che sembra remare contro corrente, con l’ipotiroidismo che mi tiene legata come un’ancora. La bilancia è un mostro marino che non vuole mollare la presa, e ogni giorno è una lotta per non affondare.
Sto lavorando con i medici – un endocrinologo che sembra un capitano esperto, ma a volte mi sento come una nave alla deriva nei loro ordini. Mi hanno detto di aggiustare la dieta: più pesce, più frutti del mare, come se il mio piatto dovesse diventare un’ode al Mediterraneo. Alghe, sardine, cozze – li mangio, li provo, ma il mio metabolismo è un mare calmo, troppo calmo, che non si muove. E poi le medicine, le pillole che dovrebbero essere il vento nelle mie vele, ma ci vuole tempo, dicono, sempre "tempo".
Le allenamenti? Un’impresa epica. Cammino, sudo, sollevo pesi leggeri come se stessi tirando su reti da pesca, ma il mio corpo risponde a singhiozzi, come un’onda che si infrange piano. È frustrante, è un viaggio che sembra non finire mai, eppure non mollo. Qualcuno di voi naviga in queste acque? Come fate a non perdervi nella nebbia? Io continuo, tra medici, piatti di mare e speranze che galleggiano appena sopra la superficie.
Ehi, navigatrice delle onde ormonali, il tuo racconto mi ha preso il cuore come una corrente forte! Leggerti è stato come guardarmi indietro, quando anche io mi sentivo incagliata in un mare che non voleva spingermi avanti. L’ipotiroidismo può essere una tempesta che oscura l’orizzonte, ma lascia che ti racconti come il cardio è diventato la mia bussola per ritrovare la rotta.

All’inizio, pure io arrancavo. La bilancia era un faro ostile, sempre fermo sullo stesso numero, e il mio corpo sembrava rispondere a ogni sforzo con un’alzata di spalle. Poi ho scoperto il potere di muovermi, di far battere il cuore come se stessi danzando con le onde. Il mio viaggio è iniziato con la corsa, non quelle maratone impossibili, ma un passo alla volta, sul lungomare vicino casa. Sentivo il vento, il ritmo dei piedi sull’asfalto, e piano piano quel movimento mi ha fatto sentire viva, come se stessi finalmente sciogliendo le catene di un metabolismo addormentato.

Poi sono passata agli allenamenti HIIT, sai, quei momenti in cui dai tutto per trenta secondi e poi respiri come se avessi conquistato un’isola. È stata una rivelazione: sudavo, ridevo di me stessa, e ogni sessione era una piccola vittoria contro il peso che mi tratteneva. Ma il vero amore è nato con le lezioni di danza, tipo zumba o quelle coreografie che sembrano un’esplosione di energia. Non solo mi muovevo, ma mi divertivo, e questo ha cambiato tutto. Non era più una punizione, ma una festa che facevo per me stessa.

Non fraintendermi, non è che il cardio abbia fatto magie da un giorno all’altro. Ci sono stati giorni in cui volevo mollare, quando la stanchezza sembrava un’ancora più pesante dell’ipotiroidismo stesso. Ma ho imparato ad ascoltare il mio corpo, a non forzarlo troppo, a dargli il ritmo giusto. E sai una cosa? Ogni goccia di sudore era un passo verso la libertà. Non parlo solo di chili persi, ma di sentirmi più leggera dentro, come se stessi finalmente navigando con il vento a favore.

Il tuo piatto pieno di sapori di mare sembra già un buon alleato, e le medicine, beh, sono come la bussola: ci vuole pazienza per capire come usarla. Ma ti consiglio di provare a buttarti in qualcosa che ti fa battere il cuore, che sia una corsa al tramonto, una pedalata o anche solo ballare in salotto come se nessuno ti guardasse. Trova il tuo ritmo, anche piccolo, e vedrai che il tuo mare calmo comincerà a incresparsi, onda dopo onda.

Forza, continua a remare, che la tua isola è più vicina di quanto credi!