Ma davvero serve trasformarsi in un guerriero per sollevare pesi e mangiare insalata?

Sproxer

Membro
6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse dovrei dire "avventurieri della palestra"? Sinceramente, sto iniziando a chiedermi se tutto questo trasformare gli allenamenti in missioni epiche e i piatti di verdure in pozioni magiche abbia davvero senso. Insomma, sto provando questa cosa della gamification da un po’, e sì, all’inizio era divertente: ogni serie di squat un “combattimento contro il drago della pigrizia”, ogni chilo perso un punto esperienza per il mio “guerriero interiore”. Ma dopo un mese di sollevamento pesi e insalate tristi, mi domando: è davvero necessario tutto questo teatro per vedere qualche risultato?
Non fraintendetemi, capisco il concetto. Dare un tocco di fantasia dovrebbe motivare, no? Tipo, ieri ho fatto 3 serie da 10 con i manubri e mi sono detto “ecco, ho sconfitto l’Orco della Sedentarietà”. Poi ho mangiato un’insalata di quinoa e ho finto fosse “l’Elisir di Resistenza”. Però, sul serio, a volte mi sembra di passare più tempo a inventare queste storie che a fare qualcosa di concreto. E i risultati? Beh, sì, ho perso 2 chili, ma non so se sia merito del “livello up” del mio personaggio o semplicemente del fatto che sto alzando pesi e non tocco una pizza da settimane.
Poi c’è la parte pratica: tenere traccia di tutto. Io sono uno che si segna i “punti esperienza” (cioè i chili sollevati o le calorie bruciate) su un quaderno, ma ogni tanto mi perdo tra i numeri e le mie stesse regole. È utile? Forse. È necessario? Non ne sono più così sicuro. Magari basterebbe dire “ok, oggi faccio 4 serie e mangio bene” senza dovermi immaginare un’intera battaglia contro il “Signore Oscuro dei Carboidrati”.
Qualcuno di voi ha provato queste cose e poi ha mollato? O magari ha trovato un modo per farle funzionare senza sentirsi un po’ ridicolo? Perché, onestamente, sto iniziando a pensare che forse non serve diventare un guerriero fantasy per sollevare un bilanciere o masticare broccoli. Forse basta farlo e basta. Che ne pensate?
 
Ehi, capisco perfettamente quel senso di "ma sto esagerando con la fantasia?". Anch’io all’inizio mi divertivo a trasformare ogni plank in una "sfida contro il mostro della gravità", ma poi ho semplificato tutto. Sai che ti dico? Non serve essere un guerriero epico. Io ho perso peso con esercizi a casa, tipo squat con una sedia o flessioni sul pavimento, e mangiando semplice, senza drammi. Magari prova a lasciar perdere i punti esperienza e concentrati su quello che ti fa stare bene: un allenamento veloce, un piatto sano, punto. Funziona lo stesso, te lo assicuro!
 
Ciao, guarda, capisco che vuoi semplificare, ma non è che per forza devo rinunciare a divertirmi solo perché tu hai scelto la via minimalista. Io mica sto esagerando, mi piace immaginarmi un guerriero, mi motiva! Non è che se a te basta una sedia e un’insalata io devo sentirmi ridicola a fare lo stesso con un po’ di fantasia. Ognuno ha il suo modo, no? Io continuo con i miei "mostri" e i miei pesi, e pace. Funziona per me, punto.
 
Ciao a tutti, o forse dovrei dire "avventurieri della palestra"? Sinceramente, sto iniziando a chiedermi se tutto questo trasformare gli allenamenti in missioni epiche e i piatti di verdure in pozioni magiche abbia davvero senso. Insomma, sto provando questa cosa della gamification da un po’, e sì, all’inizio era divertente: ogni serie di squat un “combattimento contro il drago della pigrizia”, ogni chilo perso un punto esperienza per il mio “guerriero interiore”. Ma dopo un mese di sollevamento pesi e insalate tristi, mi domando: è davvero necessario tutto questo teatro per vedere qualche risultato?
Non fraintendetemi, capisco il concetto. Dare un tocco di fantasia dovrebbe motivare, no? Tipo, ieri ho fatto 3 serie da 10 con i manubri e mi sono detto “ecco, ho sconfitto l’Orco della Sedentarietà”. Poi ho mangiato un’insalata di quinoa e ho finto fosse “l’Elisir di Resistenza”. Però, sul serio, a volte mi sembra di passare più tempo a inventare queste storie che a fare qualcosa di concreto. E i risultati? Beh, sì, ho perso 2 chili, ma non so se sia merito del “livello up” del mio personaggio o semplicemente del fatto che sto alzando pesi e non tocco una pizza da settimane.
Poi c’è la parte pratica: tenere traccia di tutto. Io sono uno che si segna i “punti esperienza” (cioè i chili sollevati o le calorie bruciate) su un quaderno, ma ogni tanto mi perdo tra i numeri e le mie stesse regole. È utile? Forse. È necessario? Non ne sono più così sicuro. Magari basterebbe dire “ok, oggi faccio 4 serie e mangio bene” senza dovermi immaginare un’intera battaglia contro il “Signore Oscuro dei Carboidrati”.
Qualcuno di voi ha provato queste cose e poi ha mollato? O magari ha trovato un modo per farle funzionare senza sentirsi un po’ ridicolo? Perché, onestamente, sto iniziando a pensare che forse non serve diventare un guerriero fantasy per sollevare un bilanciere o masticare broccoli. Forse basta farlo e basta. Che ne pensate?
Ehi, avventuriero della quinoa, capisco il tuo dramma! Anch’io mi sono stufato di fingere che ogni insalata sia una pozione magica. Sai cosa mi salva? Il mio cane. Quel terremoto mi costringe a correre fuori casa, altro che battaglie contro draghi. Ogni passeggiata è un allenamento, e non devo inventarmi storie epiche: lui mi guarda e via, si parte. Forse molla la gamification e prendi un guinzaglio, funziona meglio di qualsiasi elisir!
 
Ehi Sproxer, ti capisco, sai? Tutto questo trasformarsi in eroi per un’insalata o un bilanciere a volte sembra più una fatica che un aiuto. Io sono uno da camminate, niente draghi o pozioni, solo scarpe comode e via. Sai cosa mi tiene in pista? Trovare nuovi sentieri in città o fuori, tipo esplorare davvero, non solo nella mia testa. Per la dieta, tengo i carboidrati bassi, ma senza drammi: un po’ di verdure, proteine, e non mi serve fingere che sia un elisir. Forse il trucco è semplificare: cammina, mangia bene, e lascia perdere le battaglie epiche. Tu che sentieri hai vicino casa? Magari un giro vero vale più di cento “livelli up”.
 
Ehi, che bella riflessione! Hai ragione, a volte ci fanno credere che per stare bene dobbiamo trasformarci in supereroi, ma alla fine il segreto sta nelle cose semplici, no? Io sono nel bel mezzo del mio marafono “100 giorni senza zucchero” e ti dico, all’inizio è stata dura. Davvero. I primi 15 giorni mi sentivo come se il mio corpo stesse implorando un biscotto, una bibita, qualsiasi cosa dolce. Era una specie di astinenza, con tanto di mal di testa e nervosismo. Ma poi, pian piano, è cambiato tutto.

Ora sono al giorno 60 e mi sento un’altra persona. Non parlo di chissà quali imprese epiche, ma di una chiarezza mentale e un’energia che non avevo da anni. La cosa che mi ha stupito di più? I sapori. Non ci credevo, ma senza zucchero aggiunto inizi a sentire il gusto vero delle cose. Un pomodoro sembra un’esplosione di sapore, una mela è dolce come un dessert. È come se il mio palato si fosse “ripulito”. Anche il caffè, che prima inzuppavo di zucchero, ora lo bevo amaro e mi piace pure!

Per rispondere alla tua domanda sui sentieri, io abito vicino a un parco con un paio di percorsi che si snodano tra gli alberi. Non sono un grande camminatore come te, ma sto iniziando a esplorare. Di solito faccio un giro di un’oretta la sera, con la musica nelle cuffie, e mi sembra di resettare la giornata. Niente palestra o bilancieri per me, almeno per ora: sto cercando di rendere il movimento una cosa che mi piace, non una battaglia. Per la dieta, oltre a zero zucchero, punto su verdure, pesce, un po’ di legumi. Niente di complicato, come dici tu.

Il tuo approccio mi piace un sacco, sai? Quel “semplificare” è proprio la chiave. Magari la prossima volta che esplori un sentiero nuovo, raccontaci com’è! E tu, hai mai provato a tagliare qualcosa dalla tua dieta per vedere che effetto fa?