Mangia Consapevole o Crepa: Come Ho Preso il Controllo della Mia Vita!

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sapete qual è il vero problema? Non è il cibo, non è la bilancia, è quella maledetta voce nella testa che ti dice "mangia, mangia, tanto ormai hai fallito". Io ero stufo. Stufo di abbuffarmi come un maiale e poi guardarmi allo specchio con disgusto. Ma sapete che vi dico? Ho detto basta. Ho preso in mano la mia vita e ho iniziato a mangiare consapevole, altro che diete del cavolo o conteggi di calorie da ossessivi.
Mangiare lento non è da deboli, è da guerrieri. Ti siedi, guardi quel piatto e dici: "Io ti controllo, non tu me". Ogni boccone lo mastichi, lo senti, lo vivi. Non è solo cibo, è una scelta. All’inizio è una lotta, te lo dico chiaro: la testa ti urla di ingozzarti, ma col tempo impari ad ascoltare il tuo corpo. Fame? Ok, mangio. Sazio? Stop, fine della storia. Niente più sensi di colpa o rimpianti.
E i risultati? Parliamone. Non solo ho perso 10 chili in 4 mesi, ma mi sento vivo, non un automa che si riempie la pancia per noia o stress. La mattina mi sveglio e non ho quella pesantezza che ti schiaccia. La mia energia è alle stelle, altro che caffè a litri per tirare avanti. E sapete la cosa più bella? Non è una punizione, è una rivincita. Ogni pasto è un "vaffanculo" a chi mi diceva che non ce l’avrei fatta.
Provateci, sul serio. Prendete un piatto, sedetevi e fate pace col cibo. Non è il nemico, siete voi che dovete smettere di farvi la guerra. Se ce l’ho fatta io, che ero un disastro ambulante, potete farcela anche voi. Basta scuse, muovetevi!
 
Ragazzi, sapete qual è il vero problema? Non è il cibo, non è la bilancia, è quella maledetta voce nella testa che ti dice "mangia, mangia, tanto ormai hai fallito". Io ero stufo. Stufo di abbuffarmi come un maiale e poi guardarmi allo specchio con disgusto. Ma sapete che vi dico? Ho detto basta. Ho preso in mano la mia vita e ho iniziato a mangiare consapevole, altro che diete del cavolo o conteggi di calorie da ossessivi.
Mangiare lento non è da deboli, è da guerrieri. Ti siedi, guardi quel piatto e dici: "Io ti controllo, non tu me". Ogni boccone lo mastichi, lo senti, lo vivi. Non è solo cibo, è una scelta. All’inizio è una lotta, te lo dico chiaro: la testa ti urla di ingozzarti, ma col tempo impari ad ascoltare il tuo corpo. Fame? Ok, mangio. Sazio? Stop, fine della storia. Niente più sensi di colpa o rimpianti.
E i risultati? Parliamone. Non solo ho perso 10 chili in 4 mesi, ma mi sento vivo, non un automa che si riempie la pancia per noia o stress. La mattina mi sveglio e non ho quella pesantezza che ti schiaccia. La mia energia è alle stelle, altro che caffè a litri per tirare avanti. E sapete la cosa più bella? Non è una punizione, è una rivincita. Ogni pasto è un "vaffanculo" a chi mi diceva che non ce l’avrei fatta.
Provateci, sul serio. Prendete un piatto, sedetevi e fate pace col cibo. Non è il nemico, siete voi che dovete smettere di farvi la guerra. Se ce l’ho fatta io, che ero un disastro ambulante, potete farcela anche voi. Basta scuse, muovetevi!
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Quello che importa è che ti capisco, eccome se ti capisco. Quella voce nella testa? La conosco fin troppo bene. Dopo la mia caduta, quando mi sono rotto la caviglia e sono rimasto fermo per mesi, quella voce era il mio incubo quotidiano. "Mangia, tanto sei già un disastro, che cambia?" E io mangiavo, eccomi lì, a infilarmi schifezze in bocca mentre il mio corpo gridava di dolore e la bilancia rideva di me. Ho preso chili su chili, e ogni volta che mi guardavo allo specchio era un pugno nello stomaco.

Poi un giorno ho detto basta, ma non come nei film, con una musica epica in sottofondo. È stato un basta silenzioso, stanco, disperato. Non potevo più correre, non potevo più saltare, ma potevo controllare cosa mettevo nel piatto. Ho iniziato con poco: niente diete assurde, niente bilance ossessive. Solo io, il mio cibo e un po’ di dignità da ritrovare. Mangiavo lento, anche se all’inizio mi sembrava una perdita di tempo. Ma sai una cosa? Funziona. Ti siedi, respiri, e quel boccone non è più un nemico, è una scelta che fai tu.

Le mie giornate ora sono diverse. Con la fisioterapia ho ripreso a muovermi, anche se non come prima, e il cibo è diventato un alleato. Non mi abbuffo più per riempire i vuoti, mangio quello che mi serve e stop. Ho perso 8 chili in 5 mesi, non è una gara, ma è un inizio. La mattina mi alzo e non mi sento un rottame, ho energia per affrontare la giornata. Non è facile, te lo dico subito: ci sono giorni in cui vorrei mollare tutto e tornare al vecchio me, quello che si nascondeva dietro una pizza. Ma poi mi ricordo perché ho iniziato.

Tu che hai scritto, hai ragione: non è il cibo il problema, siamo noi. E se io, che arrancavo con le stampelle e un corpo che non riconoscevo più, sto trovando la mia strada, allora puoi farlo anche tu. Siediti, guarda quel piatto e prenditi il controllo. Non serve essere perfetti, serve solo cominciare.
 
Ehi, ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio qualche mese fa. Quella voce che ti spinge a cedere? La sento ancora, specie la sera, quando i bimbi finalmente dormono e il silenzio mi lascia sola con me stessa. Tra lavoro, pannolini e capricci, il tempo per me è un lusso che non esiste. Eppure, ho detto basta anch’io. Non con chissà quale forza, ma con la stanchezza di chi non ce la fa più a sentirsi un fallimento.

Mangiare lento? All’inizio sembrava impossibile, con un piatto che si fredda mentre corro dietro a un toddler. Ma ho iniziato a ritagliarmi quei cinque minuti, a masticare davvero, a sentire cosa mi serve. Niente lattosio, che mi gonfiava come un pallone, e via le schifezze che afferravo al volo. Non peso niente, non conto calorie, ma sto perdendo qualcosa, piano piano. E la mattina, anche se sono esausta, non mi sento più un macigno.

Non è una rivoluzione, è solo un passo. Se ci sto riuscendo io, tra una lavatrice e una call di lavoro, forse puoi provarci anche tu. Basta un boccone alla volta.
 
Ragazzi, sapete qual è il vero problema? Non è il cibo, non è la bilancia, è quella maledetta voce nella testa che ti dice "mangia, mangia, tanto ormai hai fallito". Io ero stufo. Stufo di abbuffarmi come un maiale e poi guardarmi allo specchio con disgusto. Ma sapete che vi dico? Ho detto basta. Ho preso in mano la mia vita e ho iniziato a mangiare consapevole, altro che diete del cavolo o conteggi di calorie da ossessivi.
Mangiare lento non è da deboli, è da guerrieri. Ti siedi, guardi quel piatto e dici: "Io ti controllo, non tu me". Ogni boccone lo mastichi, lo senti, lo vivi. Non è solo cibo, è una scelta. All’inizio è una lotta, te lo dico chiaro: la testa ti urla di ingozzarti, ma col tempo impari ad ascoltare il tuo corpo. Fame? Ok, mangio. Sazio? Stop, fine della storia. Niente più sensi di colpa o rimpianti.
E i risultati? Parliamone. Non solo ho perso 10 chili in 4 mesi, ma mi sento vivo, non un automa che si riempie la pancia per noia o stress. La mattina mi sveglio e non ho quella pesantezza che ti schiaccia. La mia energia è alle stelle, altro che caffè a litri per tirare avanti. E sapete la cosa più bella? Non è una punizione, è una rivincita. Ogni pasto è un "vaffanculo" a chi mi diceva che non ce l’avrei fatta.
Provateci, sul serio. Prendete un piatto, sedetevi e fate pace col cibo. Non è il nemico, siete voi che dovete smettere di farvi la guerra. Se ce l’ho fatta io, che ero un disastro ambulante, potete farcela anche voi. Basta scuse, muovetevi!
Ciao a tutti, il tuo post mi ha colpito dritto al cuore. Quella voce nella testa la conosco fin troppo bene, è come un disco rotto che ti spinge a cedere, a mollare tutto. Ma hai ragione, non è il cibo il problema, siamo noi e il modo in cui ci parliamo. Anch’io ho deciso di cambiare, e sto provando questo “metodo della taрелка” – sì, lo so, suona strano in italiano, ma funziona! Divido il piatto a metà con verdure, un quarto di proteine e un quarto di carboidrati. All’inizio sembrava una sciocchezza, ma poi ho capito: non è solo questione di cosa mangi, ma di come lo fai.

Faccio così: preparo il mio piatto, lo guardo e mi dico “ok, questo è abbastanza”. Metà verdure croccanti, tipo zucchine o broccoli, un pezzo di pollo o pesce per le proteine, e magari un po’ di riso o patate per i carboidrati. Lo metto lì davanti a me e mangio piano, boccone dopo boccone. Non è facile, te lo giuro, la tentazione di buttarmi su una pizza intera c’è ancora, ma sto imparando a godermi le porzioni giuste. È come rieducare il cervello, un passo alla volta.

I risultati? Non sono ancora al tuo livello, ma sto perdendo peso e, soprattutto, non mi sento più in colpa dopo ogni pasto. È una liberazione. Il tuo “mangiare lento è da guerrieri” me lo segno, perché è proprio così: ci vuole forza per dire basta alle vecchie abitudini. Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha dato una spinta in più. Continuiamo a provarci, no? Un piatto alla volta, si può fare.
 
Ragazzi, sapete qual è il vero problema? Non è il cibo, non è la bilancia, è quella maledetta voce nella testa che ti dice "mangia, mangia, tanto ormai hai fallito". Io ero stufo. Stufo di abbuffarmi come un maiale e poi guardarmi allo specchio con disgusto. Ma sapete che vi dico? Ho detto basta. Ho preso in mano la mia vita e ho iniziato a mangiare consapevole, altro che diete del cavolo o conteggi di calorie da ossessivi.
Mangiare lento non è da deboli, è da guerrieri. Ti siedi, guardi quel piatto e dici: "Io ti controllo, non tu me". Ogni boccone lo mastichi, lo senti, lo vivi. Non è solo cibo, è una scelta. All’inizio è una lotta, te lo dico chiaro: la testa ti urla di ingozzarti, ma col tempo impari ad ascoltare il tuo corpo. Fame? Ok, mangio. Sazio? Stop, fine della storia. Niente più sensi di colpa o rimpianti.
E i risultati? Parliamone. Non solo ho perso 10 chili in 4 mesi, ma mi sento vivo, non un automa che si riempie la pancia per noia o stress. La mattina mi sveglio e non ho quella pesantezza che ti schiaccia. La mia energia è alle stelle, altro che caffè a litri per tirare avanti. E sapete la cosa più bella? Non è una punizione, è una rivincita. Ogni pasto è un "vaffanculo" a chi mi diceva che non ce l’avrei fatta.
Provateci, sul serio. Prendete un piatto, sedetevi e fate pace col cibo. Non è il nemico, siete voi che dovete smettere di farvi la guerra. Se ce l’ho fatta io, che ero un disastro ambulante, potete farcela anche voi. Basta scuse, muovetevi!
Ehi, guerriero del piatto, il tuo post mi ha proprio colpito. Quella voce nella testa che dici tu? La conosco fin troppo bene, è come un disco rotto che ti sabota quando meno te l’aspetti. La tua storia mi ha fatto riflettere, soprattutto quel “mangiare lento è da guerrieri”. Però, sai, io sono ancora in quella fase di lotta dove il cibo sembra un po’ un campo minato. Sto provando a fare pace, ma non è facile.

Da un po’ ho deciso di basare la mia alimentazione sui minestroni e le zuppe di verdure. L’idea è tenere le calorie sotto controllo senza sentirmi un contabile ossessionato. Le zuppe mi piacciono perché sono leggere, ma ti scaldano l’anima, sai? Però c’è un ma: a volte dopo un’ora ho di nuovo fame, e lì la voce torna a farsi sentire, tipo “ehi, un pezzo di pane non ti ucciderà”. Sto cercando di capire come rendere queste zuppe più… complete, diciamo. Non voglio solo perdere peso, voglio sentirmi sazio e nutrito senza cedere alla tentazione di svuotare il frigo.

Ho letto da qualche parte che per bilanciare i nutrienti bisognerebbe aggiungere proteine e grassi sani alle zuppe. Tipo, non so, un po’ di legumi o magari del pesce come salmone o sgombro, che sono ricchi di quelle cose che fanno bene al cervello e al corpo (sì, parlo degli omega-3, ma non voglio fare il saputello). Il punto è: come si fa a rendere una zuppa “da guerriero” senza trasformarla in un piatto pesante o complicato? E poi, tu come gestisci quei momenti in cui la fame sembra più mentale che fisica? Perché io a volte mangio non perché ho fame, ma perché sono nervoso o annoiato.

Il tuo approccio di masticare lento e ascoltare il corpo mi intriga, ma ammetto che sono un po’ scettico. Non so se ho la pazienza di fare ogni boccone un’esperienza zen. Però i tuoi 10 chili in 4 mesi parlano chiaro, e quella leggerezza che descrivi… la voglio anch’io. Magari è solo questione di allenamento, no? Tu hai qualche trucco per non cadere in tentazione quando la testa ti rema contro? E come hai fatto a non vedere il cibo come una punizione? Perché io, con le mie zuppe, a volte mi sento un po’ in castigo.

Grazie per aver condiviso, mi hai dato una bella spinta a non mollare. Magari non sono ancora un guerriero, ma almeno sono in battaglia.