Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, anime in cerca di pace col cibo"! Sono qui, tazza di caffè in mano – sì, quel verde che promette miracoli, ma tranquilli, non è il protagonista della mia storia. Oggi voglio raccontarvi come ho mandato a quel paese le diete e ho deciso di vivere un po’ di più, ridendo di gusto e mangiando quello che mi va.
Tutto è iniziato quando ho buttato via l’ennesima lista di “cibi vietati”. Sapete, quelle robe tipo “niente carboidrati dopo le 18” o “guai a te se tocchi un biscotto”. Ero stufa di sentirmi in colpa per un piatto di pasta o di pesare pure l’aria che respiravo. Così ho detto basta e mi sono chiesta: ma se invece di contare calorie, contassi i momenti in cui mi sento bene? È stato un lampo, giuro, più veloce del mio macinacaffè al mattino.
Ho scoperto questo approccio che chiamano “intuitivo” – niente regole ferree, solo ascoltare il mio corpo. All’inizio sembrava assurdo: mangiare quando ho fame, smettere quando sono sazia, e magari godermi pure un tiramisù senza sentirmi una criminale? Eppure, funziona. Non è magia, eh, è più tipo un dialogo con me stessa. Tipo: “Ehi, pancia, che vuoi oggi? Un’insalata o una pizza?” E lei risponde, a modo suo. A volte vuole leggerezza, a volte mi implora di festeggiare con qualcosa di goloso. E io la accontento.
Il caffè verde? Beh, lo bevo perché mi piace il rituale, mi dà una scusa per fare una pausa e guardarmi intorno. Non credo mi faccia dimagrire – non sono qui a vendervi pozioni magiche – ma mi tiene compagnia mentre rifletto su cosa mi fa stare bene davvero. E sapete una cosa? Non è la taglia dei jeans, ma il fatto di non litigare più con lo specchio ogni mattina.
Certo, non è stato facile all’inizio. La testa continuava a urlarmi “Attenta, ingrasserai!”. Ma poi ho lavorato su quelle vocine, un po’ come si fa con un amico ansioso: gli dai un abbraccio e gli dici “calmati, ci penso io”. Ho letto libri, ho scritto pensieri, ho persino fatto pace con la bilancia – ora è solo un soprammobile carino.
Risultato? Peso quello che peso, ma sto meglio. Non ho più quel nodo allo stomaco prima di un invito a cena, e se c’è una torta in tavola, ne prendo una fetta senza drammi. Mangio, rido, vivo – e sì, ogni tanto brindo con un sorso di caffè verde, giusto per darmi un tono. Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato a mollare le catene delle diete e a volersi bene così, senza bilancia e senza rimpianti? Dai, raccontatemi, che qui si chiacchiera meglio che in un bar!
Tutto è iniziato quando ho buttato via l’ennesima lista di “cibi vietati”. Sapete, quelle robe tipo “niente carboidrati dopo le 18” o “guai a te se tocchi un biscotto”. Ero stufa di sentirmi in colpa per un piatto di pasta o di pesare pure l’aria che respiravo. Così ho detto basta e mi sono chiesta: ma se invece di contare calorie, contassi i momenti in cui mi sento bene? È stato un lampo, giuro, più veloce del mio macinacaffè al mattino.
Ho scoperto questo approccio che chiamano “intuitivo” – niente regole ferree, solo ascoltare il mio corpo. All’inizio sembrava assurdo: mangiare quando ho fame, smettere quando sono sazia, e magari godermi pure un tiramisù senza sentirmi una criminale? Eppure, funziona. Non è magia, eh, è più tipo un dialogo con me stessa. Tipo: “Ehi, pancia, che vuoi oggi? Un’insalata o una pizza?” E lei risponde, a modo suo. A volte vuole leggerezza, a volte mi implora di festeggiare con qualcosa di goloso. E io la accontento.
Il caffè verde? Beh, lo bevo perché mi piace il rituale, mi dà una scusa per fare una pausa e guardarmi intorno. Non credo mi faccia dimagrire – non sono qui a vendervi pozioni magiche – ma mi tiene compagnia mentre rifletto su cosa mi fa stare bene davvero. E sapete una cosa? Non è la taglia dei jeans, ma il fatto di non litigare più con lo specchio ogni mattina.
Certo, non è stato facile all’inizio. La testa continuava a urlarmi “Attenta, ingrasserai!”. Ma poi ho lavorato su quelle vocine, un po’ come si fa con un amico ansioso: gli dai un abbraccio e gli dici “calmati, ci penso io”. Ho letto libri, ho scritto pensieri, ho persino fatto pace con la bilancia – ora è solo un soprammobile carino.
Risultato? Peso quello che peso, ma sto meglio. Non ho più quel nodo allo stomaco prima di un invito a cena, e se c’è una torta in tavola, ne prendo una fetta senza drammi. Mangio, rido, vivo – e sì, ogni tanto brindo con un sorso di caffè verde, giusto per darmi un tono. Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato a mollare le catene delle diete e a volersi bene così, senza bilancia e senza rimpianti? Dai, raccontatemi, che qui si chiacchiera meglio che in un bar!