Mangiare con calma dopo il bebè: come ascolto il mio corpo?

Scoubidou75

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutte,
mi ritrovo a scrivere qui con un po’ di timidezza, perché non è facile parlare di queste cose, soprattutto dopo la nascita del mio piccolo. Mangiare fuori casa, con un bebè, è diventato un’avventura, e sto cercando di capire come fare pace con il mio corpo e con il cibo. Dopo il parto, mi sono accorta che il mio rapporto con il mangiare è cambiato. Prima mi preoccupavo tanto di contare calorie o di scegliere sempre l’opzione “light”, ma ora sento che non funziona più per me.
Quando esco, magari per un caffè o una cena con amici, mi ritrovo a guardare il menu con un po’ di ansia. Non perché non sappia cosa scegliere, ma perché mi chiedo: “Sto davvero ascoltando quello che vuole il mio corpo?”. Ultimamente sto provando a seguire un approccio più… come dire, morbido. Non voglio più sentirmi in colpa se ordino una pasta invece di un’insalata, o se mi concedo un dolcetto. Sto cercando di capire cosa mi fa stare bene, non solo a livello di pancia, ma anche di testa.
Per esempio, l’altro giorno ero in un ristorante con mio marito e il bimbo. Lui dormiva nel passeggino, e io ho ordinato un piatto di gnocchi al pomodoro. Non era la scelta più “dietetica”, ma mentre mangiavo mi sono resa conto che lo stavo gustando davvero, senza fretta, assaporando ogni boccone. E mi sono sentita… leggera, non so come spiegarlo. Non leggera nel senso di chili, ma nel cuore. Come se stessi finalmente dando al mio corpo quello che chiedeva, senza giudicarmi.
Non fraintendetemi, non è che adesso mangio solo dolci o piatti pesanti! Però sto provando a fidarmi di più di me stessa. Se ho voglia di qualcosa di fresco, scelgo un’insalata o della frutta, ma se il mio corpo mi chiede qualcosa di più sostanzioso, cerco di non combatterlo. Dopo il parto, con l’allattamento e le notti insonni, ho capito che il mio corpo sta facendo un lavoro enorme, e forse merita un po’ di gentilezza, no?
Mangiare fuori è anche un modo per prendermi cura di me, per ritagliarmi un momento di normalità in mezzo al caos della vita da neo-mamma. Sto imparando a non vedere il cibo come un nemico, ma come un alleato. Non so se questo approccio mi porterà a perdere i chili che ho preso in gravidanza, ma per ora mi sta aiutando a sentirmi più in pace. Qualcuna di voi ci sta provando? Come fate a scegliere con calma e a non lasciarvi travolgere dal senso di colpa?
Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, mi sento un po’ vulnerabile a scrivere tutto questo, ma questo spazio mi sembra così accogliente.
 
Ciao a tutte,
mi ritrovo a scrivere qui con un po’ di timidezza, perché non è facile parlare di queste cose, soprattutto dopo la nascita del mio piccolo. Mangiare fuori casa, con un bebè, è diventato un’avventura, e sto cercando di capire come fare pace con il mio corpo e con il cibo. Dopo il parto, mi sono accorta che il mio rapporto con il mangiare è cambiato. Prima mi preoccupavo tanto di contare calorie o di scegliere sempre l’opzione “light”, ma ora sento che non funziona più per me.
Quando esco, magari per un caffè o una cena con amici, mi ritrovo a guardare il menu con un po’ di ansia. Non perché non sappia cosa scegliere, ma perché mi chiedo: “Sto davvero ascoltando quello che vuole il mio corpo?”. Ultimamente sto provando a seguire un approccio più… come dire, morbido. Non voglio più sentirmi in colpa se ordino una pasta invece di un’insalata, o se mi concedo un dolcetto. Sto cercando di capire cosa mi fa stare bene, non solo a livello di pancia, ma anche di testa.
Per esempio, l’altro giorno ero in un ristorante con mio marito e il bimbo. Lui dormiva nel passeggino, e io ho ordinato un piatto di gnocchi al pomodoro. Non era la scelta più “dietetica”, ma mentre mangiavo mi sono resa conto che lo stavo gustando davvero, senza fretta, assaporando ogni boccone. E mi sono sentita… leggera, non so come spiegarlo. Non leggera nel senso di chili, ma nel cuore. Come se stessi finalmente dando al mio corpo quello che chiedeva, senza giudicarmi.
Non fraintendetemi, non è che adesso mangio solo dolci o piatti pesanti! Però sto provando a fidarmi di più di me stessa. Se ho voglia di qualcosa di fresco, scelgo un’insalata o della frutta, ma se il mio corpo mi chiede qualcosa di più sostanzioso, cerco di non combatterlo. Dopo il parto, con l’allattamento e le notti insonni, ho capito che il mio corpo sta facendo un lavoro enorme, e forse merita un po’ di gentilezza, no?
Mangiare fuori è anche un modo per prendermi cura di me, per ritagliarmi un momento di normalità in mezzo al caos della vita da neo-mamma. Sto imparando a non vedere il cibo come un nemico, ma come un alleato. Non so se questo approccio mi porterà a perdere i chili che ho preso in gravidanza, ma per ora mi sta aiutando a sentirmi più in pace. Qualcuna di voi ci sta provando? Come fate a scegliere con calma e a non lasciarvi travolgere dal senso di colpa?
Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, mi sento un po’ vulnerabile a scrivere tutto questo, ma questo spazio mi sembra così accogliente.
Care amiche,

leggo le tue parole e mi ci ritrovo tanto, come se stessi sfogliando un diario che potrebbe essere anche il mio. La tua storia, quel momento di pace con gli gnocchi al pomodoro, mi ha fatto pensare a quanto il cibo possa diventare una sorta di preghiera, un dialogo silenzioso con il nostro corpo e con ciò che ci circonda. Mangiare con calma, come scrivi tu, è quasi un atto di fede: fidarsi di sé, del proprio istinto, di quello che il cuore e il corpo chiedono senza bisogno di bilance o conteggi.

Dopo la nascita del mio secondo figlio, anch’io ho sentito il mondo cambiare. Le giornate erano un turbine di poppate, pannolini e notti spezzate, e il cibo, che prima era un campo di battaglia fatto di regole e rinunce, è diventato un rifugio. Ma non nel senso di abbuffarmi per consolazione, no. Piuttosto, ho iniziato a vedere ogni pasto come un momento per fermarmi, per respirare, per ringraziare. Come te, ho smesso di cercare l’opzione “light” a tutti i costi e ho provato ad ascoltare. E sai una cosa? È stato liberatorio.

Quando esco, magari per un pranzo con la famiglia o un caffè con un’amica, cerco di fare come te: scelgo con il cuore. L’altro giorno, in una piccola trattoria vicino casa, ho ordinato una porzione di lasagne. Non le mangiavo da anni, perché nella mia testa erano sempre state “proibite”. Eppure, mentre le gustavo, lentamente, sentivo che non stavo solo mangiando: stavo onorando il mio corpo, che ogni giorno mi sostiene in questa danza faticosa e bellissima della maternità. Non ho contato le calorie, non ho pensato ai chili. Ho pensato a quanto fossi grata per quel piatto, per quel momento, per la vita che mi ha portato lì.

Per me, questo approccio anti-dietetico è come una pratica spirituale. Non si tratta di dire “mangio tutto quello che voglio e chissenefrega”. È più profondo: è imparare a fidarmi del mio corpo, che sa meglio di qualsiasi dieta cosa gli serve. È come se ogni boccone fosse una piccola promessa di prendermi cura di me stessa, non solo per perdere peso, ma per vivere con più serenità. Se ho voglia di un’insalata, la scelgo con gioia, ma se il mio corpo mi chiede un piatto di pasta o un pezzo di cioccolato, cerco di non giudicarlo. Dopo tutto, il mio corpo sta portando avanti un lavoro sacro: crescere i miei figli, amare, resistere alle tempeste della vita.

Mangiare fuori, come dici tu, è anche un modo per ritrovare un pezzetto di noi stesse, no? È un momento per dire: “Ehi, sono ancora qui, non sono solo una mamma, sono anche una donna che vuole godersi la vita”. Io cerco di rendere questi momenti speciali, come un piccolo rituale. Magari mi siedo, chiudo gli occhi per un secondo, e penso: “Questo è per me. Questo è per il mio cuore”. E quando riesco a farlo senza sensi di colpa, mi sento più vicina a quella versione di me che voglio essere: non perfetta, ma in pace.

Non so se questo percorso ti porterà a perdere i chili della gravidanza, e forse, come me, stai iniziando a pensare che non sia la cosa più importante. Quello che sento, leggendoti, è che stai già trovando qualcosa di più prezioso: la fiducia in te stessa, la capacità di ascoltare il tuo corpo come si ascolta un amico caro. Ti auguro di continuare su questa strada, con dolcezza e pazienza. E se qualche volta il senso di colpa proverà a farsi strada, ricordati che il tuo corpo è un tempio, e nutrirlo con amore è un atto di devozione.

Un abbraccio grande,

e grazie per aver condiviso il tuo cuore con noi.
 
Ciao a tutte,
mi ritrovo a scrivere qui con un po’ di timidezza, perché non è facile parlare di queste cose, soprattutto dopo la nascita del mio piccolo. Mangiare fuori casa, con un bebè, è diventato un’avventura, e sto cercando di capire come fare pace con il mio corpo e con il cibo. Dopo il parto, mi sono accorta che il mio rapporto con il mangiare è cambiato. Prima mi preoccupavo tanto di contare calorie o di scegliere sempre l’opzione “light”, ma ora sento che non funziona più per me.
Quando esco, magari per un caffè o una cena con amici, mi ritrovo a guardare il menu con un po’ di ansia. Non perché non sappia cosa scegliere, ma perché mi chiedo: “Sto davvero ascoltando quello che vuole il mio corpo?”. Ultimamente sto provando a seguire un approccio più… come dire, morbido. Non voglio più sentirmi in colpa se ordino una pasta invece di un’insalata, o se mi concedo un dolcetto. Sto cercando di capire cosa mi fa stare bene, non solo a livello di pancia, ma anche di testa.
Per esempio, l’altro giorno ero in un ristorante con mio marito e il bimbo. Lui dormiva nel passeggino, e io ho ordinato un piatto di gnocchi al pomodoro. Non era la scelta più “dietetica”, ma mentre mangiavo mi sono resa conto che lo stavo gustando davvero, senza fretta, assaporando ogni boccone. E mi sono sentita… leggera, non so come spiegarlo. Non leggera nel senso di chili, ma nel cuore. Come se stessi finalmente dando al mio corpo quello che chiedeva, senza giudicarmi.
Non fraintendetemi, non è che adesso mangio solo dolci o piatti pesanti! Però sto provando a fidarmi di più di me stessa. Se ho voglia di qualcosa di fresco, scelgo un’insalata o della frutta, ma se il mio corpo mi chiede qualcosa di più sostanzioso, cerco di non combatterlo. Dopo il parto, con l’allattamento e le notti insonni, ho capito che il mio corpo sta facendo un lavoro enorme, e forse merita un po’ di gentilezza, no?
Mangiare fuori è anche un modo per prendermi cura di me, per ritagliarmi un momento di normalità in mezzo al caos della vita da neo-mamma. Sto imparando a non vedere il cibo come un nemico, ma come un alleato. Non so se questo approccio mi porterà a perdere i chili che ho preso in gravidanza, ma per ora mi sta aiutando a sentirmi più in pace. Qualcuna di voi ci sta provando? Come fate a scegliere con calma e a non lasciarvi travolgere dal senso di colpa?
Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, mi sento un po’ vulnerabile a scrivere tutto questo, ma questo spazio mi sembra così accogliente.
Ehi, che bello leggerti! La tua storia mi ha fatto sorridere, perché mi ci ritrovo tantissimo, soprattutto in quel mix di caos e ricerca di equilibrio che arriva con un bebè. Il tuo modo di descrivere quel piatto di gnocchi al pomodoro, gustato senza fretta, mi ha fatto quasi venire fame! E sai, credo che tu abbia toccato un punto importante: ascoltare il corpo, ma anche il cuore, è un atto di gentilezza verso noi stesse.

Io sto cercando di perdere peso con un approccio un po’ diverso, puntando sui miei amati passati di verdura e zuppe leggere. È una cosa che ho iniziato dopo la nascita del mio secondo figlio, quando ho capito che contare calorie mi faceva solo impazzire. I passati sono diventati la mia ancora di salvezza: facili da preparare (anche con un bimbo che piange in sottofondo), poco calorici, ma super versatili. Però, come te, sto imparando che non si tratta solo di “mangiare leggero” per forza, ma di trovare un modo per nutrirsi che sia sostenibile e che non mi faccia sentire privata di qualcosa.

Per esempio, le mie zuppe sono piene di verdure di stagione – zucchine, carote, cavolo nero, quello che trovo al mercato – e ci aggiungo sempre un tocco di sapore, tipo un filo d’olio extravergine o una spolverata di parmigiano. Non sono piatti da chef stellato, ma mi fanno sentire sazia e soddisfatta senza appesantirmi. Il trucco per non morire di fame? Ci metto sempre una fonte di proteine, come ceci, lenticchie o un uovo sodo sbriciolato sopra. Così il mio corpo non urla “dammi del cioccolato!” dopo un’ora. E, credimi, all’inizio pensavo che mangiare zuppe ogni giorno sarebbe stato noioso, ma cambiando spezie o aggiungendo un po’ di zenzero o curcuma, diventano sempre diverse.

Detto questo, ti capisco quando parli di mangiare fuori. Anche per me è un momento speciale, quasi un regalo che mi faccio. Quando esco, cerco di scegliere qualcosa che mi faccia felice, ma che non mi lasci con quella sensazione di “oddio, ho esagerato”. Magari prendo una zuppa come antipasto e poi mi concedo un secondo che mi stuzzica, oppure divido un dolce con mio marito. È un modo per godermi il momento senza sentirmi in colpa. E sai una cosa? Più mi concentro sul gusto e sul piacere di stare a tavola, meno mi ossessiono con i chili. Non dico che sia facile, eh, ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e penso “uff, ancora tanto da fare”. Ma poi mi ricordo che il mio corpo ha fatto nascere due bimbi, e merita un po’ di pazienza.

Il tuo approccio “morbido” mi piace da morire, perché è come se stessi costruendo un rapporto nuovo con il cibo, uno che non ti fa sentire in guerra con te stessa. Io con le mie zuppe sto cercando di fare lo stesso: non è solo una questione di dimagrire, ma di sentirmi bene, energica, e magari anche un po’ orgogliosa di prendermi cura di me. Magari non perderò 10 chili in un mese, ma sto imparando a volermi bene, e questo per me vale più di qualsiasi dieta.

Tu come fai a gestire i momenti in cui magari hai voglia di qualcosa di super goloso? E quando sei fuori, come scegli senza lasciarti travolgere dall’ansia del menu? Sono curiosissima di sapere come stai vivendo questa tua nuova avventura con il cibo. Grazie per aver condiviso, questo forum è davvero un angolino prezioso per sentirsi meno sole!