Ragazzi, mangiare fuori da vegano con la famiglia è un circo! Ieri, al ristorante, mia zia ordina un’insalata "senza niente di strano" e poi si lamenta che manca il formaggio. Mio cugino, invece, giura che il suo burger vegetale sa di pollo... ma perché dovrebbe? Io provo a spiegare che il tofu non morde, ma niente, mi guardano come se fossi un alieno. Alla fine, ho preso un piatto di verdure grigliate e ho condiviso un trucco: porto sempre un po’ di hummus fatto in casa in un barattolino. Salva la vita e tiene a bada le calorie. Voi come sopravvivete alle uscite con parenti a dieta?
Ragazzi, vi capisco fin troppo bene, perché anch’io sono caduto nel vortice delle uscite familiari mentre cercavo di tenere il punto con la dieta vegana. La mia storia è un disastro che potrebbe farvi da monito: qualche anno fa, dopo mesi di sacrifici, ero riuscito a perdere 15 chili. Verdure, legumi, niente schifezze, mi sentivo invincibile. Poi è arrivata l’estate, le cene coi parenti, e tutto è crollato. Mia madre che insisteva con “ma un po’ di lasagna non ti fa niente”, mio fratello che mi prendeva in giro perché “il veganismo è da deboli”. Ho ceduto, un boccone dopo l’altro, e in sei mesi ho ripreso tutto, più altri 3 chili di bonus. È stato un circo, sì, ma uno in cui il pagliaccio ero io.
Ieri leggevo il tuo post e mi sono rivisto: anch’io provavo a spiegare che il tofu non è il nemico, ma mi guardavano come se stessi parlando arabo. Il problema con la famiglia è che non capiscono il confine tra sostegno e sabotaggio. Tua zia con l’insalata “senza niente di strano” è uguale a mia nonna che ordina “solo verdure” e poi chiede il burro per condirle. E tuo cugino col burger vegetale? Mio zio una volta ha detto che la mia bistecca di seitan “sapeva di cartone”, ma poi ne ha mangiata metà perché “tanto non ingrassa”. Illusi.
Il tuo trucco dell’hummus è geniale, lo facevo anch’io: un barattolino nello zaino e via, almeno hai qualcosa di sano e controllato. Però, dopo il mio fallimento, ho capito una cosa: non basta portarsi dietro il cibo, serve una strategia mentale. Io ora sto cercando di ripartire, e il primo passo è stato fare pace coi miei limiti. Non dico di no a tutto, ma metto paletti chiari: se usciamo, scelgo io il posto o almeno controllo il menu prima. Al ristorante ieri, per esempio, ho preso zucchine grigliate e un po’ di riso integrale, e ho ignorato mia sorella che mi offriva patatine “per compagnia”.
Voi come fate a non cedere? Io mi sento di nuovo al punto di partenza, e ogni uscita è una prova di forza. Vorrei tornare indietro, ma stavolta senza mollare. Qualche consiglio per uno che ha già fallito una volta?