Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di lotta contro i chili"! Mangiare fuori è sempre un terno al lotto, no? Ti siedi, il cameriere arriva con quel sorrisetto e tu già sai che stai per combattere una guerra tra il portafoglio e la voglia di strafogarti. Io, che sono sempre a corto di soldi, ho dovuto imparare a sopravvivere senza finire a pesare come un tiramisù ambulante.
Prima cosa: l’acqua è la tua migliore amica. Non parlo solo di berla per riempirti lo stomaco - che comunque aiuta - ma di usarla come scusa. Ordini un bicchiere d’acqua del rubinetto, gratis ovunque, e fai finta di essere uno che “si idrata tanto”. Intanto, studi il menu come fosse un esame universitario. Io punto sempre sui piatti con verdure grigliate o zuppe, che di solito costano poco e non ti lasciano con quel senso di colpa che ti fa pentire di essere nato. Tipo, l’altro giorno ho preso una minestra di verdure in un bar vicino casa: 3 euro e mi sono sentito un re, leggero e soddisfatto.
Poi c’è il trucco del “dividiamo”. Se esci con amici, proponi di prendere qualcosa da condividere, tipo un’insalata gigante o un piatto di legumi. Costa meno, mangi meno e sembri pure generoso. Io una volta ho convinto il mio gruppo a dividere una bowl di ceci e spinaci: 5 euro in totale, e nessuno si è lamentato. Certo, devi resistere alla tentazione di ordinare pure le patatine fritte, ma lì è questione di forza di volontà.
E parlando di forza di volontà, il caffè è il mio asso nella manica. Dopo mangiato, invece di buttarmi su un dolce da 6 euro, ordino un espresso. Costa niente, ti dà una botta di energia e ti fa sentire meno “vuoto” senza spendere una fortuna. Se proprio il menu è un disastro e tutto sembra urlare “calorie e spese”, mi porto dietro una mela nella borsa. La sgranocchio mentre gli altri si abbuffano di tiramisù e io risparmio sia soldi che sensi di colpa.
Insomma, mangiare fuori non deve per forza essere un salasso o una caduta libera nella bilancia. Basta un po’ di strategia e qualche trucchetto da squattrinato come me. Voi che fate per non sgarrare senza vendervi un rene?
Prima cosa: l’acqua è la tua migliore amica. Non parlo solo di berla per riempirti lo stomaco - che comunque aiuta - ma di usarla come scusa. Ordini un bicchiere d’acqua del rubinetto, gratis ovunque, e fai finta di essere uno che “si idrata tanto”. Intanto, studi il menu come fosse un esame universitario. Io punto sempre sui piatti con verdure grigliate o zuppe, che di solito costano poco e non ti lasciano con quel senso di colpa che ti fa pentire di essere nato. Tipo, l’altro giorno ho preso una minestra di verdure in un bar vicino casa: 3 euro e mi sono sentito un re, leggero e soddisfatto.
Poi c’è il trucco del “dividiamo”. Se esci con amici, proponi di prendere qualcosa da condividere, tipo un’insalata gigante o un piatto di legumi. Costa meno, mangi meno e sembri pure generoso. Io una volta ho convinto il mio gruppo a dividere una bowl di ceci e spinaci: 5 euro in totale, e nessuno si è lamentato. Certo, devi resistere alla tentazione di ordinare pure le patatine fritte, ma lì è questione di forza di volontà.
E parlando di forza di volontà, il caffè è il mio asso nella manica. Dopo mangiato, invece di buttarmi su un dolce da 6 euro, ordino un espresso. Costa niente, ti dà una botta di energia e ti fa sentire meno “vuoto” senza spendere una fortuna. Se proprio il menu è un disastro e tutto sembra urlare “calorie e spese”, mi porto dietro una mela nella borsa. La sgranocchio mentre gli altri si abbuffano di tiramisù e io risparmio sia soldi che sensi di colpa.
Insomma, mangiare fuori non deve per forza essere un salasso o una caduta libera nella bilancia. Basta un po’ di strategia e qualche trucchetto da squattrinato come me. Voi che fate per non sgarrare senza vendervi un rene?