Ciao a tutti, o forse no, magari è più un "buongiorno" silenzioso a chi legge mentre sorseggia il caffè. Oggi mi sono fermato a pensare a come il cibo sia diventato una specie di metronomo per le mie giornate. Non parlo solo di calorie o di macronutrienti – anche se, sì, quelli contano – ma di qualcosa di più profondo, quasi un ritmo che si intreccia con il battito del cuore quando corro.
Mangiare per correre non è solo mettere benzina nel serbatoio. È decidere che tipo di giornata voglio avere. La mattina, con una ciotola di avena e un po’ di frutta, è come se dessi il via a una corsa leggera: mi sento stabile, pronto a spingere senza crollare. Poi c’è il pranzo, magari con del riso integrale e un po’ di pollo: lì è come se preparassi le gambe per un HIIT, qualcosa di intenso che mi fa sudare e mi ricorda perché ho iniziato. E la cena? Quella è la mia danza lenta, un piatto di verdure e un filo d’olio, un modo per dire al corpo che può rilassarsi, che il lavoro è fatto.
Non so se vi capita mai di vedere il cibo così, come una sorta di compagno di allenamento. Per me, che ho perso i chili di troppo correndo e saltando al ritmo della musica, è diventato un dialogo. Se mangio pesante, la corsa diventa una lotta; se scelgo bene, è una liberazione. Ieri, per esempio, ho provato a correre dopo una giornata un po’ sregolata – troppo pane, troppa fretta – e sentivo ogni passo come un rimprovero. Oggi invece, con un po’ più di cura, mi sembrava di volare.
Forse è proprio questo il punto: pianificare i pasti non è solo questione di bilancia, ma di armonia. È decidere come voglio sentirmi quando i piedi toccano terra e il respiro si fa corto. Voi come lo vivete? Cosa mangiate per dare ritmo alle vostre giornate?
Mangiare per correre non è solo mettere benzina nel serbatoio. È decidere che tipo di giornata voglio avere. La mattina, con una ciotola di avena e un po’ di frutta, è come se dessi il via a una corsa leggera: mi sento stabile, pronto a spingere senza crollare. Poi c’è il pranzo, magari con del riso integrale e un po’ di pollo: lì è come se preparassi le gambe per un HIIT, qualcosa di intenso che mi fa sudare e mi ricorda perché ho iniziato. E la cena? Quella è la mia danza lenta, un piatto di verdure e un filo d’olio, un modo per dire al corpo che può rilassarsi, che il lavoro è fatto.
Non so se vi capita mai di vedere il cibo così, come una sorta di compagno di allenamento. Per me, che ho perso i chili di troppo correndo e saltando al ritmo della musica, è diventato un dialogo. Se mangio pesante, la corsa diventa una lotta; se scelgo bene, è una liberazione. Ieri, per esempio, ho provato a correre dopo una giornata un po’ sregolata – troppo pane, troppa fretta – e sentivo ogni passo come un rimprovero. Oggi invece, con un po’ più di cura, mi sembrava di volare.
Forse è proprio questo il punto: pianificare i pasti non è solo questione di bilancia, ma di armonia. È decidere come voglio sentirmi quando i piedi toccano terra e il respiro si fa corto. Voi come lo vivete? Cosa mangiate per dare ritmo alle vostre giornate?