Ciao a tutti, o forse no, magari solo un sussurro al vento che passa tra queste righe. Oggi mi sono svegliata con il cuore che batteva forte, non per la gioia, ma per quel nodo che si forma quando la vita ti stringe un po’ troppo. E io, come sempre, ho cercato rifugio tra le briciole di un biscotto, tra il dolce che mi abbraccia quando tutto il resto sembra lontano.
Non è fame, lo so. È un ballo strano, un valzer con le mie emozioni che mi porta dritta alla dispensa. Vorrei imparare a danzare diversamente, a lasciare che il ritmo rallenti senza bisogno di riempire il silenzio con un cucchiaio. Qualcuno di voi c’è riuscito? Come si fa a guardare lo stress negli occhi e dirgli “no, non oggi”, senza cedere al richiamo di una fetta di torta?
Sto provando, sapete? Ieri ho scritto quello che sentivo su un foglio, invece di aprire il frigo. Le parole non pesano sulla bilancia, ma pesano sul cuore, e forse è un inizio. Oggi ho camminato sotto la pioggia, con le gocce che mi cadevano sul viso, e per un attimo mi sono sentita leggera, come se il cielo mi stesse lavando via un po’ di quel bisogno. Ma poi, tornata a casa, la solitudine ha bussato di nuovo, e le mie mani hanno tremato vicino a quel pacchetto di cioccolato. Non l’ho aperto, però. Non so se sia una vittoria o solo una pausa.
Mi piacerebbe ascoltare i vostri passi in questa danza. Cosa fate quando il mondo diventa troppo rumoroso? Come si impara a voler bene a sé stessi senza cercare conforto in qualcosa che poi mi fa sentire più pesante, dentro e fuori? Io ci sto provando, un respiro alla volta, ma a volte mi sembra di inseguire un’ombra che non riesco ad afferrare.
Grazie a chi mi leggerà, e magari mi tenderà una mano, o anche solo un pensiero. Siamo in tanti a danzare qui, no? Forse insieme il ritmo può cambiare.
Non è fame, lo so. È un ballo strano, un valzer con le mie emozioni che mi porta dritta alla dispensa. Vorrei imparare a danzare diversamente, a lasciare che il ritmo rallenti senza bisogno di riempire il silenzio con un cucchiaio. Qualcuno di voi c’è riuscito? Come si fa a guardare lo stress negli occhi e dirgli “no, non oggi”, senza cedere al richiamo di una fetta di torta?
Sto provando, sapete? Ieri ho scritto quello che sentivo su un foglio, invece di aprire il frigo. Le parole non pesano sulla bilancia, ma pesano sul cuore, e forse è un inizio. Oggi ho camminato sotto la pioggia, con le gocce che mi cadevano sul viso, e per un attimo mi sono sentita leggera, come se il cielo mi stesse lavando via un po’ di quel bisogno. Ma poi, tornata a casa, la solitudine ha bussato di nuovo, e le mie mani hanno tremato vicino a quel pacchetto di cioccolato. Non l’ho aperto, però. Non so se sia una vittoria o solo una pausa.
Mi piacerebbe ascoltare i vostri passi in questa danza. Cosa fate quando il mondo diventa troppo rumoroso? Come si impara a voler bene a sé stessi senza cercare conforto in qualcosa che poi mi fa sentire più pesante, dentro e fuori? Io ci sto provando, un respiro alla volta, ma a volte mi sembra di inseguire un’ombra che non riesco ad afferrare.
Grazie a chi mi leggerà, e magari mi tenderà una mano, o anche solo un pensiero. Siamo in tanti a danzare qui, no? Forse insieme il ritmo può cambiare.