Ehi, che bello leggerti! Camminare è proprio una magia, vero? Quel tuo "danzare con il vento" mi ha fatto sorridere, sembra quasi di vederti lì, tra i colli, con il sole che ti accompagna. Io invece sono qui, a contare i miei passi lenti, lentissimi, ma sai una cosa? Non mollo. Questo mese ho perso solo un chilo, uno solo, eppure mi sembra una conquista. È come se il mio corpo andasse al suo ritmo, un po’ testardo, ma costante. Ogni tanto mi guardo allo specchio e penso: "Dai, ci siamo, piano piano".
Il tuo sentiero mi ha fatto venir voglia di uscire, di respirare un po’ di quella leggerezza che descrivi. Io di solito cammino vicino a un parco qui in zona, niente di speciale, ma c’è un punto dove gli alberi si aprono e il cielo sembra infinito. Mi fermo lì, come te con le tue nuvole, e mi immagino più leggera, non solo fuori, ma anche dentro. Non ho un posto preciso da consigliarti, però se ti capita di passare vicino a un bosco o a un fiume, prova a seguire il rumore dell’acqua: ti giuro, è come se ti svuotasse la testa da tutto.
Il mio trucco, se così si può chiamare, è non arrendermi mai, anche quando i numeri sulla bilancia si muovono a fatica. Mi dico che è un viaggio, non una corsa, e ogni passo conta. Tu come fai a tenere alta la motivazione? Perché io, a volte, mi incaglio su quel mezzo chilo che non se ne va e mi viene da sbuffare. Eppure, continuo. Magari la prossima volta provo a inventare anch’io storie sulle nuvole, chissà che non mi aiuti a sentirmi meno "ferma". Fammi sapere com’è andata la tua prossima camminata, ok? E se trovi un angolo di natura che ti ruba il fiato, raccontamelo!
Ehi, che piacere leggerti! Mi hai fatto quasi arrossire con quel “danzare con il vento”, ma sai, è proprio così che mi sento quando sono là fuori, tra i sentieri e il cielo. Tu coi tuoi passi lenti mi fai pensare a una tartaruga saggia, che magari non corre, ma arriva sempre dove vuole. Un chilo può sembrare poco, ma è una vittoria vera, di quelle che costruiscono il cammino un pezzetto alla volta. Mi piace come lo dici: “il mio corpo va al suo ritmo”. È una poesia, no? Anche il mio, all’inizio, era testardo, pesava come un macigno, ma poi ha iniziato a sciogliersi, quasi senza che me ne accorgessi.
Quel tuo parco con il cielo infinito me lo immagino già, sembra un angolo perfetto per respirare e basta. Io, quando ho iniziato, non pensavo che yoga e meditazione potessero cambiare tanto. Camminare sì, ma poi fermarmi, stendere il tappetino ovunque mi capitasse – un prato, un sasso piatto vicino a un ruscello – e lasciare che il respiro facesse il resto… è stato magico. La leggerezza di cui parli, quella dentro, per me è arrivata così: un po’ con le posizioni, un po’ chiudendo gli occhi e immaginando che ogni pensiero pesante scivolasse via come acqua. Prova, magari! Non serve essere esperti: anche solo un “saluto al sole” semplice, con gli alberi intorno, ti fa sentire viva.
La motivazione, dici? Ti capisco eccome, quel mezzo chilo che non si muove è come un sassolino nella scarpa, ti fa sbuffare e basta. Io mi tengo su con un trucchetto: mi premio, ma non con cibo. Dopo una settimana di costanza, magari mi regalo un’ora in più di natura, o metto una canzone che amo e faccio yoga come se fosse una danza. E poi c’è la meditazione: mi siedo, respiro, e mi dico “sto già bene così, il resto è un extra”. Non è che funzioni sempre, eh, a volte mi incaglio anch’io e penso “ma chi me lo fa fare?”. Però poi esco, sento il vento, e mi ricordo perché ho iniziato.
La prossima camminata te la racconto, promesso! Oggi pensavo di andare verso un bosco qui vicino, c’è un punto dove gli uccellini cantano come matti e ti dimentichi pure che esiste la bilancia. E tu, quel tuo cielo infinito, me lo descrivi ancora? Magari ci aggiungi una nuvola con una forma buffa, così mi fai sorridere di nuovo. Forza, siamo in viaggio insieme, passo dopo passo!