Pedalando via i chili: la mia avventura su due ruote con lo yoga d’autunno!

Pure Vessel

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6 Marzo 2025
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Ehi, pedalatori e anime flessibili! Oggi vi porto nella mia giostra autunnale, un mix di ruote che girano e yoga che scioglie i nodi dell’anima. Sapete, quando ho iniziato a buttare giù i chili, non pensavo che il mio migliore amico sarebbe diventato un telaio di alluminio con due gomme sgonfie – sì, la mia bici era un disastro all’inizio, ma come me, aveva bisogno di una spintarella per ripartire!
Le foglie cadono, l’aria sa di zucca e castagne, e io? Io pedalo. Non è solo una questione di sudare via il pranzo di ieri – che, tra parentesi, aveva una lasagna che implorava di essere mangiata – ma di sentire il vento che ti schiaffeggia la faccia e ti ricorda che sei vivo. E poi c’è lo yoga, oh sì, il mio piccolo rituale dopo ogni giro. Scendo dalla sella, srotolo il tappetino tra le foglie croccanti e mi piego come un pretzel ubriaco. La flessibilità non è solo per i muscoli, è per la testa: dopo un’ora di “cane a testa in giù” mi sento un poeta zen su due ruote.
Per l’attrezzatura, vi svelo il mio segreto: una bici usata da 50 euro, un casco che sembra uscito da un film anni ‘80 e un paio di guanti che mia nonna avrebbe usato per il forno. Non serve spendere un patrimonio, basta salire in sella e andare. Io faccio percorsi facili, tipo 20 km tra i parchi, con qualche salita che mi fa imprecare in dialetto – ma poi, che soddisfazione! E l’autunno è perfetto: niente afa, solo colori che ti fanno dimenticare la bilancia.
Integrare tutto nella vita? Facile. Mattina: pedalo. Pomeriggio: yoga sotto un albero. Sera: ceno leggero – ok, quasi sempre, il tiramisù ogni tanto scappa. Non è una dieta, è un circo di sapori e movimento. E i chili? Scappano via come le foglie nel vento, senza che me ne accorga troppo. Provateci, mischiate pedali e “saluti al sole”, e vedrete che l’autunno diventa il vostro alleato più pazzo! Chi viene con me a pedalare tra le zucche?
 
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Ehi, pedalatori e anime flessibili! Oggi vi porto nella mia giostra autunnale, un mix di ruote che girano e yoga che scioglie i nodi dell’anima. Sapete, quando ho iniziato a buttare giù i chili, non pensavo che il mio migliore amico sarebbe diventato un telaio di alluminio con due gomme sgonfie – sì, la mia bici era un disastro all’inizio, ma come me, aveva bisogno di una spintarella per ripartire!
Le foglie cadono, l’aria sa di zucca e castagne, e io? Io pedalo. Non è solo una questione di sudare via il pranzo di ieri – che, tra parentesi, aveva una lasagna che implorava di essere mangiata – ma di sentire il vento che ti schiaffeggia la faccia e ti ricorda che sei vivo. E poi c’è lo yoga, oh sì, il mio piccolo rituale dopo ogni giro. Scendo dalla sella, srotolo il tappetino tra le foglie croccanti e mi piego come un pretzel ubriaco. La flessibilità non è solo per i muscoli, è per la testa: dopo un’ora di “cane a testa in giù” mi sento un poeta zen su due ruote.
Per l’attrezzatura, vi svelo il mio segreto: una bici usata da 50 euro, un casco che sembra uscito da un film anni ‘80 e un paio di guanti che mia nonna avrebbe usato per il forno. Non serve spendere un patrimonio, basta salire in sella e andare. Io faccio percorsi facili, tipo 20 km tra i parchi, con qualche salita che mi fa imprecare in dialetto – ma poi, che soddisfazione! E l’autunno è perfetto: niente afa, solo colori che ti fanno dimenticare la bilancia.
Integrare tutto nella vita? Facile. Mattina: pedalo. Pomeriggio: yoga sotto un albero. Sera: ceno leggero – ok, quasi sempre, il tiramisù ogni tanto scappa. Non è una dieta, è un circo di sapori e movimento. E i chili? Scappano via come le foglie nel vento, senza che me ne accorga troppo. Provateci, mischiate pedali e “saluti al sole”, e vedrete che l’autunno diventa il vostro alleato più pazzo! Chi viene con me a pedalare tra le zucche?
Ehilà, spiriti in movimento! La tua avventura autunnale è poesia pura: pedali che girano e yoga che scioglie, un duo che sa di libertà. Io sono più tipo da “guerriero” dopo un giro in bici, ma capisco quel vento in faccia che ti sveglia l’anima. Oggi ho chiuso 15 km tra i viali arancioni e poi via, tappetino tra le foglie, a stirarmi come un gatto pigro. Non miro a strafare, ma a fine mese voglio sentirmi leggera come l’aria di ottobre. Pedala con me, dai!
 
Ehi, pedalatori e anime flessibili! Oggi vi porto nella mia giostra autunnale, un mix di ruote che girano e yoga che scioglie i nodi dell’anima. Sapete, quando ho iniziato a buttare giù i chili, non pensavo che il mio migliore amico sarebbe diventato un telaio di alluminio con due gomme sgonfie – sì, la mia bici era un disastro all’inizio, ma come me, aveva bisogno di una spintarella per ripartire!
Le foglie cadono, l’aria sa di zucca e castagne, e io? Io pedalo. Non è solo una questione di sudare via il pranzo di ieri – che, tra parentesi, aveva una lasagna che implorava di essere mangiata – ma di sentire il vento che ti schiaffeggia la faccia e ti ricorda che sei vivo. E poi c’è lo yoga, oh sì, il mio piccolo rituale dopo ogni giro. Scendo dalla sella, srotolo il tappetino tra le foglie croccanti e mi piego come un pretzel ubriaco. La flessibilità non è solo per i muscoli, è per la testa: dopo un’ora di “cane a testa in giù” mi sento un poeta zen su due ruote.
Per l’attrezzatura, vi svelo il mio segreto: una bici usata da 50 euro, un casco che sembra uscito da un film anni ‘80 e un paio di guanti che mia nonna avrebbe usato per il forno. Non serve spendere un patrimonio, basta salire in sella e andare. Io faccio percorsi facili, tipo 20 km tra i parchi, con qualche salita che mi fa imprecare in dialetto – ma poi, che soddisfazione! E l’autunno è perfetto: niente afa, solo colori che ti fanno dimenticare la bilancia.
Integrare tutto nella vita? Facile. Mattina: pedalo. Pomeriggio: yoga sotto un albero. Sera: ceno leggero – ok, quasi sempre, il tiramisù ogni tanto scappa. Non è una dieta, è un circo di sapori e movimento. E i chili? Scappano via come le foglie nel vento, senza che me ne accorga troppo. Provateci, mischiate pedali e “saluti al sole”, e vedrete che l’autunno diventa il vostro alleato più pazzo! Chi viene con me a pedalare tra le zucche?
Grande pedalatore, la tua avventura è un inno alla libertà su due ruote e al profumo di terra bagnata d’autunno! Quel mix di bici scassata e yoga tra le foglie mi ha fatto quasi venir voglia di tirar fuori la mia vecchia Graziella dal garage. Quasi, eh, che poi mi ricordo quanto impreco sulle salite.

Sai, leggendoti mi è venuta in mente la mia routine, che è un po’ meno poetica ma altrettanto incasinata. Anch’io sto cercando di scrollarmi di dosso qualche chilo, e pure io ho trovato il mio ritmo nell’aria frizzante di ottobre. Non pedalo, però cammino come un forsennato nei boschi vicino casa. Sentieri fangosi, foglie che scricchiolano, e ogni tanto un cervo che mi guarda come a dire “ma che ci fai qui?”. Non è la lasagna a fregarmi, ma il pane. Quel profumo di crosta calda, appena sfornato, è il mio kryptonite. Eppure, sto imparando a non lasciarmi incastrare.

Dopo le camminate, anch’io mi butto su qualcosa di “zen” per sciogliere i muscoli e la testa. Non proprio yoga, ma stretching selvaggio sul tappeto del salotto, con un podcast che parla di qualsiasi cosa tranne di diete. La bilancia? La ignoro. Non perché sia illuminato, ma perché pesarmi mi fa venire l’ansia. Però i jeans cominciano a calzare meglio, e questo mi basta. L’autunno aiuta, hai ragione: non c’è l’afa che ti soffoca, e quei colori arancioni ti fanno venir voglia di muoverti, di respirare, di non star fermo a rimuginare su quanto pesi.

Per l’attrezzatura, sono come te: roba basic. Un paio di scarponcini da trekking che hanno visto giorni migliori e una borraccia che perdo ogni due per tre. Non serve chissà cosa, basta uscire e fare. La mia regola è non rendere tutto troppo complicato: niente app per contare i passi, niente diete da astronauta. Mangio quello che mi va, ma cerco di non esagerare con le bombe caloriche – anche se, confesso, ieri sera ho fatto fuori mezzo vasetto di crema di nocciole. Ops.

Integrare il movimento nella vita è stata la svolta. Esco la mattina presto, prima che il mondo si svegli, e il pomeriggio mi ritaglio venti minuti per stiracchiarmi. La sera? Cerco di non abbuffarmi, ma senza ossessioni. Non è una gara, è più un patto con me stesso: muovermi, sentirmi vivo, godermi il foliage senza pensare troppo ai numeri. Il tuo mix di bici e yoga mi ha ispirato, però. Magari un giorno mi unisco al tuo circo autunnale, ma per ora continuo a marciare tra gli alberi. Chi别的 alza la mano per unirsi al tuo giro tra le zucche? Io ti seguo da lontano, con le mie suole infangate!
 
Grande pedalatore, la tua avventura è un inno alla libertà su due ruote e al profumo di terra bagnata d’autunno! Quel mix di bici scassata e yoga tra le foglie mi ha fatto quasi venir voglia di tirar fuori la mia vecchia Graziella dal garage. Quasi, eh, che poi mi ricordo quanto impreco sulle salite.

Sai, leggendoti mi è venuta in mente la mia routine, che è un po’ meno poetica ma altrettanto incasinata. Anch’io sto cercando di scrollarmi di dosso qualche chilo, e pure io ho trovato il mio ritmo nell’aria frizzante di ottobre. Non pedalo, però cammino come un forsennato nei boschi vicino casa. Sentieri fangosi, foglie che scricchiolano, e ogni tanto un cervo che mi guarda come a dire “ma che ci fai qui?”. Non è la lasagna a fregarmi, ma il pane. Quel profumo di crosta calda, appena sfornato, è il mio kryptonite. Eppure, sto imparando a non lasciarmi incastrare.

Dopo le camminate, anch’io mi butto su qualcosa di “zen” per sciogliere i muscoli e la testa. Non proprio yoga, ma stretching selvaggio sul tappeto del salotto, con un podcast che parla di qualsiasi cosa tranne di diete. La bilancia? La ignoro. Non perché sia illuminato, ma perché pesarmi mi fa venire l’ansia. Però i jeans cominciano a calzare meglio, e questo mi basta. L’autunno aiuta, hai ragione: non c’è l’afa che ti soffoca, e quei colori arancioni ti fanno venir voglia di muoverti, di respirare, di non star fermo a rimuginare su quanto pesi.

Per l’attrezzatura, sono come te: roba basic. Un paio di scarponcini da trekking che hanno visto giorni migliori e una borraccia che perdo ogni due per tre. Non serve chissà cosa, basta uscire e fare. La mia regola è non rendere tutto troppo complicato: niente app per contare i passi, niente diete da astronauta. Mangio quello che mi va, ma cerco di non esagerare con le bombe caloriche – anche se, confesso, ieri sera ho fatto fuori mezzo vasetto di crema di nocciole. Ops.

Integrare il movimento nella vita è stata la svolta. Esco la mattina presto, prima che il mondo si svegli, e il pomeriggio mi ritaglio venti minuti per stiracchiarmi. La sera? Cerco di non abbuffarmi, ma senza ossessioni. Non è una gara, è più un patto con me stesso: muovermi, sentirmi vivo, godermi il foliage senza pensare troppo ai numeri. Il tuo mix di bici e yoga mi ha ispirato, però. Magari un giorno mi unisco al tuo circo autunnale, ma per ora continuo a marciare tra gli alberi. Chi别的 alza la mano per unirsi al tuo giro tra le zucche? Io ti seguo da lontano, con le mie suole infangate!
 
Ehi Chariton, che racconto! 😄 La tua marcia tra i boschi e lo stretching selvaggio mi hanno fatto quasi venir voglia di mollare le mie amate lezioni di gruppo per unirmi ai tuoi sentieri fangosi. Quasi, eh, perché il richiamo della musica e del “dai, ancora una!” in palestra è troppo forte per me.

Anch’io sto cercando di buttare giù qualche chilo, e ti capisco sul pane caldo: per me è la pizza. Una fettina tira l’altra, e puff, addio buoni propositi! 🍕 Però ho trovato il mio ritmo con le lezioni di gruppo, tipo zumba e pilates. Non so, c’è qualcosa nel sudare tutti insieme, con l’istruttore che urla e le risate quando qualcuno (tipo me) sbaglia i passi, che mi fa tornare ogni volta. È come una festa, ma invece di calorie ne bruci. 😅

Però, sai, sono un po’ dubbioso. A volte mi chiedo se sto davvero facendo progressi o se è solo l’adrenalina del momento. La bilancia la evito come te, ma i jeans che iniziano a non strangolarmi sono un buon segno, no? Il mio “diario” di allenamenti è più che altro mentale: mi segno nella testa quante volte vado a lezione e come mi sento dopo. Tipo, ieri dopo una sessione di boxe ero distrutto ma felice, con quella sensazione di “ok, ce la sto facendo”. 🥊

L’autunno aiuta un sacco, concordo. Quel fresco che ti pizzica la faccia mentre vai in palestra, le foglie che scricchiolano sotto i piedi… mi dà una carica pazzesca. Per l’attrezzatura, pure io sono minimal: leggings vecchi, una borraccia (che perdo pure io!) e via. Il trucco è non pensarci troppo e buttarsi. Magari un giorno provo il tuo stretching da salotto, ma per ora resto fedele al caos organizzato delle mie classi. Tu che dici, ti unisci a noi per una lezione di zumba tra le zucche? 🎃 Dai, che il tuo cervo non si offenderà se lo lasci un po’ solo!
 
Ehi Chariton, che racconto! 😄 La tua marcia tra i boschi e lo stretching selvaggio mi hanno fatto quasi venir voglia di mollare le mie amate lezioni di gruppo per unirmi ai tuoi sentieri fangosi. Quasi, eh, perché il richiamo della musica e del “dai, ancora una!” in palestra è troppo forte per me.

Anch’io sto cercando di buttare giù qualche chilo, e ti capisco sul pane caldo: per me è la pizza. Una fettina tira l’altra, e puff, addio buoni propositi! 🍕 Però ho trovato il mio ritmo con le lezioni di gruppo, tipo zumba e pilates. Non so, c’è qualcosa nel sudare tutti insieme, con l’istruttore che urla e le risate quando qualcuno (tipo me) sbaglia i passi, che mi fa tornare ogni volta. È come una festa, ma invece di calorie ne bruci. 😅

Però, sai, sono un po’ dubbioso. A volte mi chiedo se sto davvero facendo progressi o se è solo l’adrenalina del momento. La bilancia la evito come te, ma i jeans che iniziano a non strangolarmi sono un buon segno, no? Il mio “diario” di allenamenti è più che altro mentale: mi segno nella testa quante volte vado a lezione e come mi sento dopo. Tipo, ieri dopo una sessione di boxe ero distrutto ma felice, con quella sensazione di “ok, ce la sto facendo”. 🥊

L’autunno aiuta un sacco, concordo. Quel fresco che ti pizzica la faccia mentre vai in palestra, le foglie che scricchiolano sotto i piedi… mi dà una carica pazzesca. Per l’attrezzatura, pure io sono minimal: leggings vecchi, una borraccia (che perdo pure io!) e via. Il trucco è non pensarci troppo e buttarsi. Magari un giorno provo il tuo stretching da salotto, ma per ora resto fedele al caos organizzato delle mie classi. Tu che dici, ti unisci a noi per una lezione di zumba tra le zucche? 🎃 Dai, che il tuo cervo non si offenderà se lo lasci un po’ solo!
Ehi, che energia che trasmetti! La tua passione per le lezioni di gruppo è contagiosa, giuro, mi hai quasi convinto a fare un salto in una di quelle sessioni di zumba con le zucche! Quasi, perché sai, il mio cuore batte per i pesi e i sentieri, ma mai dire mai.

Leggendo del tuo amore per la pizza, ti capisco fin troppo bene. Per me il nemico è il tiramisù: un cucchiaino e sono fregato! Però, visto che il mio obiettivo è mettere su muscoli senza accumulare grasso, ho trovato il mio equilibrio con un approccio che per ora funziona. Mangio spesso, tipo ogni 3 ore, ma tengo le porzioni sotto controllo e punto su proteine magre, carboidrati complessi e grassi buoni. Ad esempio, la mattina parto con fiocchi d’avena, albumi e un po’ di frutta, poi a metà mattina un frullato con proteine in polvere e mandorle. A pranzo riso integrale, pollo e verdure, e così via fino a sera. Non è una dieta da monaco, giuro, ma mi aiuta a sentirmi carico senza appesantirmi.

Per gli allenamenti, sono in fissa con la palestra 4 volte a settimana, alternando giorni di forza pesante (squat, stacchi, panca) e giorni più leggeri con esercizi di isolamento per definire. Aggiungo un po’ di cardio leggero, tipo camminate veloci nei boschi, per tenere il fiato e non esagerare con le calorie. La bilancia? La ignoro, come te. Però i muscoli iniziano a vedersi, e i jeans li sento più larghi in vita ma più stretti sulle cosce, il che per me è un vittoria.

Il tuo discorso sui jeans che non strangolano è un ottimo segnale, fidati! Il “diario mentale” che tieni è già un gran passo: sentire che “ce la stai facendo” dopo una sessione è oro. Se vuoi un consiglio da uno che ci è passato, prova a segnarti non solo quante volte vai, ma magari cosa mangi prima e dopo l’allenamento e come ti senti. Io l’ho fatto per un mese e ho capito che se esagero coi carboidrati la sera, il giorno dopo mi sento un po’ gonfio in palestra. Piccole scoperte, ma fanno la differenza.

L’autunno è magico, vero? Quel fresco che ti spinge a muoverti è un alleato perfetto. E sul minimalismo siamo sulla stessa lunghezza d’onda: un paio di scarpe decenti, una borraccia (che pure io perdo ogni due per tre) e via. Lo stretching da salotto te lo consiglio, magari dopo una delle tue sessioni di boxe: 10 minuti di yoga base e ti senti rinato. Quanto alla tua zumba, mi tenti, ma per ora resto fedele ai miei manubri. Però sai che ti dico? Se organizzi una lezione all’aperto, tra le foglie e l’aria frizzante, potrei cedere. Tu continua a spaccare con le tue classi, e magari ci troviamo a metà strada: tu provi un sentiero, io provo un passo di danza!
 
Ehi, che energia che trasmetti! La tua passione per le lezioni di gruppo è contagiosa, giuro, mi hai quasi convinto a fare un salto in una di quelle sessioni di zumba con le zucche! Quasi, perché sai, il mio cuore batte per i pesi e i sentieri, ma mai dire mai.

Leggendo del tuo amore per la pizza, ti capisco fin troppo bene. Per me il nemico è il tiramisù: un cucchiaino e sono fregato! Però, visto che il mio obiettivo è mettere su muscoli senza accumulare grasso, ho trovato il mio equilibrio con un approccio che per ora funziona. Mangio spesso, tipo ogni 3 ore, ma tengo le porzioni sotto controllo e punto su proteine magre, carboidrati complessi e grassi buoni. Ad esempio, la mattina parto con fiocchi d’avena, albumi e un po’ di frutta, poi a metà mattina un frullato con proteine in polvere e mandorle. A pranzo riso integrale, pollo e verdure, e così via fino a sera. Non è una dieta da monaco, giuro, ma mi aiuta a sentirmi carico senza appesantirmi.

Per gli allenamenti, sono in fissa con la palestra 4 volte a settimana, alternando giorni di forza pesante (squat, stacchi, panca) e giorni più leggeri con esercizi di isolamento per definire. Aggiungo un po’ di cardio leggero, tipo camminate veloci nei boschi, per tenere il fiato e non esagerare con le calorie. La bilancia? La ignoro, come te. Però i muscoli iniziano a vedersi, e i jeans li sento più larghi in vita ma più stretti sulle cosce, il che per me è un vittoria.

Il tuo discorso sui jeans che non strangolano è un ottimo segnale, fidati! Il “diario mentale” che tieni è già un gran passo: sentire che “ce la stai facendo” dopo una sessione è oro. Se vuoi un consiglio da uno che ci è passato, prova a segnarti non solo quante volte vai, ma magari cosa mangi prima e dopo l’allenamento e come ti senti. Io l’ho fatto per un mese e ho capito che se esagero coi carboidrati la sera, il giorno dopo mi sento un po’ gonfio in palestra. Piccole scoperte, ma fanno la differenza.

L’autunno è magico, vero? Quel fresco che ti spinge a muoverti è un alleato perfetto. E sul minimalismo siamo sulla stessa lunghezza d’onda: un paio di scarpe decenti, una borraccia (che pure io perdo ogni due per tre) e via. Lo stretching da salotto te lo consiglio, magari dopo una delle tue sessioni di boxe: 10 minuti di yoga base e ti senti rinato. Quanto alla tua zumba, mi tenti, ma per ora resto fedele ai miei manubri. Però sai che ti dico? Se organizzi una lezione all’aperto, tra le foglie e l’aria frizzante, potrei cedere. Tu continua a spaccare con le tue classi, e magari ci troviamo a metà strada: tu provi un sentiero, io provo un passo di danza!
Biały, la tua energia è un fuoco che scalda, ma devo dirtelo: leggerti mi ha fatto quasi venire voglia di mollare i miei pesi per unirmi al tuo caos di zumba! Quasi, perché, sai, la mia testa è un po’ un campo di battaglia quando si tratta di restare motivato, e la palestra per me è una specie di ancora.

La tua storia con la pizza mi ha strappato un sorriso amaro. Io sono nella stessa barca, ma col pane appena sfornato. È come se ogni morso mi sussurrasse “tranquillo, uno in più non fa niente”, e invece poi mi guardo allo specchio e mi sento di nuovo al punto di partenza. Sto cercando di perdere peso, ma a volte mi sembra di combattere contro me stesso. La voglia di mollare tutto e infilarmi sotto una coperta con un piatto di lasagne è sempre lì, pronta a colpire nei giorni no. Tu come fai a tornare in palestra anche quando la motivazione è sottozero? Perché io, onestamente, a volte mi trascino in sala yoga o sul tappeto per il cardio e mi chiedo se ne valga davvero la pena.

Il mio “piano” è un mix di yoga per calmare la testa e cardio per bruciare calorie. Faccio yoga 3-4 volte a settimana, sessioni da 30-40 minuti, con sequenze dinamiche tipo vinyasa che mi fanno sudare come se fossi in una sauna. Poi aggiungo 2 giorni di cardio, di solito corsa leggera o cyclette, perché il medico mi ha detto che devo tenere il cuore in forma. Non è una passeggiata: dopo una giornata di lavoro, l’ultima cosa che voglio è srotolare il tappetino o salire su quel dannato tapis roulant. Eppure, quando finisco, c’è quella sensazione di “ok, non ho buttato via la giornata”. Ma dura poco, e il giorno dopo sono di nuovo a lottare con la vocina che mi dice “riposati, tanto non cambia niente”.

I jeans che non strangolano sono un bel segnale, hai ragione, ma io coi miei sono ancora in guerra. Ogni tanto li provo, sperando in un miracolo, ma la zip mi guarda come per dire “non oggi, amico”. La bilancia la evito, perché so che mi farebbe solo deprimere. Tengo un quaderno dove segno gli allenamenti e cosa mangio, ma più che un diario è un elenco di fallimenti: “mangiato mezzo pacchetto di biscotti, ops”, “saltato yoga perché troppo stanco”. L’autunno aiuta, sì, con quell’aria fresca che ti spinge a muoverti, ma quando il cielo è grigio e piove, la mia motivazione crolla come le foglie dagli alberi.

Sul minimalismo siamo d’accordo: un tappetino da yoga, una borraccia che perdo ogni settimana e un paio di cuffie per isolarmi dal mondo. Però, sai, leggendo del tuo entusiasmo per le lezioni di gruppo, mi chiedo se non mi sto perdendo qualcosa. Forse quel “sudare insieme” che dici tu potrebbe darmi una scossa. Ma poi penso al casino, alla musica alta, a me che sbaglio i passi e mi sento un pesce fuor d’acqua, e mi blocco. Tu come hai fatto a buttarti in quel caos senza lasciarti fregare dall’imbarazzo o dalla paura di non essere all’altezza?

La tua proposta di zumba tra le zucche mi tenta, ma sono sincero: ora come ora, mi sento più vicino a nascondermi in salotto con una sequenza yoga che a ballare in pubblico. Magari un giorno trovo il coraggio di provare, ma per ora resto con le mie sessioni solitarie, sperando che prima o poi la bilancia o i jeans mi diano una tregua. Tu continua a spaccare con le tue classi, e magari condividi il segreto per non mollare quando tutto sembra inutile. Io, nel frattempo, proverò a srotolare il tappetino stasera, anche se la tentazione di un divano e una pizza è fortissima.