Perché nessuno parla di quanto sia difficile camminare ogni giorno con 'sti orari da studente squattrinato?

6 Marzo 2025
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Ragazzi, ma vi rendete conto di quanto sia assurdo provare a incastrare una camminata decente con ‘sti orari da studente morto di fame? Io mi sveglio presto, corro a lezione, poi magari ho un lavoretto part-time per pagarmi la pasta discount, e quando torno al dormitorio è già buio pesto. E non venitemi a dire “falla al mattino”, perché con tre ore di sonno e un caffè schifoso non mi reggo in piedi, figuriamoci mettermi a marciare come un soldatino.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha i soldi per una palestra o per quelle scarpe fighe da runner? Io ho un paio di sneakers che cadono a pezzi e un budget che mi permette giusto un chilo di riso e qualche zucchina al mercato. Eppure tutti qua a dire “camminare è gratis, fallo e basta”. Gratis un cavolo! È gratis se hai tempo, energia e magari un posto decente dove non rischi di inciampare su un marciapiede rotto o di respirare smog per mezz’ora.
Ieri ho provato, eh. Ho fatto due giri del campus con lo zaino in spalla, che pesa tipo un macigno coi libri dentro, e alla fine ero più incazzato che stanco. Sudato, con le gambe molli e la sensazione di aver perso tempo che potevo usare per studiare o mangiare qualcosa che non fosse un panino triste. E i risultati? Zero. La bilancia non si muove, forse perché il mio corpo pensa che stia scappando da un disastro invece di “bruciare calorie”.
Qualcuno mi dica come fate voi, perché io sto sclerando. Magari avete qualche trucco per mangiare bene con due lire o per non crollare dopo dieci minuti di strada. Io ci sto provando, ma con ‘sta vita da squattrinato sembra una guerra persa in partenza.
 
Ciao ragazzi, capisco perfettamente il tuo sfogo, e ti dirò di più: anch’io ero nella tua stessa situazione, incastrato tra lezioni, lavoretti e un budget che a malapena mi teneva in vita. Però sai cosa mi ha salvato? Il nuoto. Non sto qua a dirti che è la soluzione magica per tutti, ma per me è stato come trovare un’ancora in mezzo al caos da studente squattrinato.

Non serve una palestra costosa o attrezzature da campioni: una piscina comunale con un biglietto abbordabile (o magari qualche sconto per studenti, cerca bene!) e un costume qualunque bastano. Io all’inizio ci andavo con un paio di occhialini scassati e un asciugamano che sembrava un straccio, ma funzionava lo stesso. E il bello del nuoto è che non devi preoccuparti di marciapiedi rotti, smog o zaini pesanti che ti spezzano la schiena. Ti butti in acqua e via, è solo te e il tuo ritmo.

Ti racconto com’è andata per me. Pesavo troppo, ero sempre stanco e le ginocchia mi facevano male solo a pensare di camminare per più di dieci minuti. Poi un giorno ho deciso di provare la piscina vicino casa, più per disperazione che per altro. All’inizio facevo due vasche e mi sentivo morire, ma piano piano ho preso il giro. Ora nuoto tre volte a settimana, anche solo per 40 minuti, e ti giuro che il corpo cambia. Non è solo questione di bilancia, che comunque si è mossa eccome, ma di come ti senti: più leggero, più forte, meno incazzato col mondo. E i benefici per le articolazioni? Una benedizione. Niente più dolori assurdi o scricchiolii strani, perché l’acqua ti sostiene mentre ti alleni.

Per incastrarlo negli orari da studente folle, io facevo così: cercavo di andare subito dopo le lezioni, prima di crollare sul divano. Oppure, se proprio il tempo era poco, mi svegliavo presto un paio di volte a settimana e andavo in piscina prima che il cervello realizzasse cosa stavo facendo. Non serve ammazzarsi di fatica: inizia con qualche vasca tranquilla, magari alternando stili diversi per non annoiarti. La bracciata a rana è perfetta per rilassarti, mentre il crawl ti fa sfogare tutta la rabbia repressa per gli esami e i professori.

E sul mangiare con due lire, ti capisco al 100%. Io mi arrangiavo con riso, verdure del mercato e qualche uovo quando potevo. Ma il nuoto mi ha aiutato a non sclerare: bruci calorie senza nemmeno accorgertene, e dopo un po’ ti viene pure fame di roba sana, non di panini tristi. Se riesci, prova a cercare qualche offerta sulle proteine, tipo tonno in scatola o legumi, che costano poco e ti tengono su.

Non ti sto dicendo di mollare la camminata, sia chiaro. Ma se ti senti incastrato e frustrato, il nuoto potrebbe essere il tuo piano B patriottico per vincere questa guerra contro i chili e la vita da squattrinato. È un allenamento che ti rispetta, che non ti giudica se hai le scarpe rotte o zero energie. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di sentirti un pesce nell’acqua mentre fuori il mondo va a rotoli? Io ci sono riuscito, e se ce l’ho fatta io con i miei orari assurdi e il portafoglio vuoto, puoi farcela anche tu. Buttati, letteralmente!
 
Ehi, capisco il tuo casino da studente senza soldi, ma il nuoto non c’entra niente se non mangi bene! Io sono fissato con il mangiare separato: proteine da una parte, carboidrati dall’altra, niente mix strani. Altro che uova e riso insieme, dividi e vedrai come il corpo risponde. Nuoti quanto vuoi, ma se poi ti infili tutto in bocca a caso, non cambia nulla. Io così ho tirato giù chili, altro che foto prima e dopo: la differenza la senti dentro, digestione leggera e zero gonfiore. Prova, e poi mi dici.
 
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Ragazzi, vi leggo e mi ci ritrovo un sacco, specie con questi orari da studente che ti lasciano a pezzi. Capisco il tuo punto sul mangiare separato, e devo dire che ha senso: dividere proteine e carboidrati può davvero dare una marcia in più al corpo. Io però sto andando per un’altra strada, quella dei piccoli passi, e vi giuro che funziona. Tipo, all’inizio mi sono detto “ok, bevo più acqua e basta”, e già quello mi ha fatto sentire meno appesantito. Poi ho aggiunto la colazione sana, niente schifezze, solo roba che mi tiene su senza appiccicarmi chili. Oggi sto provando a infilare una camminata veloce la mattina, anche solo 15 minuti prima di correre a lezione, e sapete che c’è? Mi sveglia più del caffè.

Non è che ho perso 10 chili in un mese, intendiamoci, ma piano piano i jeans stringono meno e mi sento meno un rottame. La cosa bella è che non mi sembra di stravolgere tutto: aggiungo una roba nuova ogni giorno, tipo un gioco. Domani magari provo a tagliare lo zucchero dal tè, vediamo che succede. Certo, con ‘sti orari da squattrinati non è facile, ma proprio per questo sto imparando a organizzarmi: acqua in bottiglia sempre dietro, un frutto in tasca invece di buttarmi su un panino unto. Non sarà nuoto o palestra, ma è un progresso che si costruisce un pezzetto alla volta. E poi, come dici tu, la differenza la senti dentro: meno gonfiore, più energia. Provate a partire da poco, una cosa sola, e poi mi raccontate come va!
 
Ragazzi, ma vi rendete conto di quanto sia assurdo provare a incastrare una camminata decente con ‘sti orari da studente morto di fame? Io mi sveglio presto, corro a lezione, poi magari ho un lavoretto part-time per pagarmi la pasta discount, e quando torno al dormitorio è già buio pesto. E non venitemi a dire “falla al mattino”, perché con tre ore di sonno e un caffè schifoso non mi reggo in piedi, figuriamoci mettermi a marciare come un soldatino.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha i soldi per una palestra o per quelle scarpe fighe da runner? Io ho un paio di sneakers che cadono a pezzi e un budget che mi permette giusto un chilo di riso e qualche zucchina al mercato. Eppure tutti qua a dire “camminare è gratis, fallo e basta”. Gratis un cavolo! È gratis se hai tempo, energia e magari un posto decente dove non rischi di inciampare su un marciapiede rotto o di respirare smog per mezz’ora.
Ieri ho provato, eh. Ho fatto due giri del campus con lo zaino in spalla, che pesa tipo un macigno coi libri dentro, e alla fine ero più incazzato che stanco. Sudato, con le gambe molli e la sensazione di aver perso tempo che potevo usare per studiare o mangiare qualcosa che non fosse un panino triste. E i risultati? Zero. La bilancia non si muove, forse perché il mio corpo pensa che stia scappando da un disastro invece di “bruciare calorie”.
Qualcuno mi dica come fate voi, perché io sto sclerando. Magari avete qualche trucco per mangiare bene con due lire o per non crollare dopo dieci minuti di strada. Io ci sto provando, ma con ‘sta vita da squattrinato sembra una guerra persa in partenza.
Ehi, capisco perfettamente il tuo sclero, sai? La vita da studente squattrinato è già un ultramaratona di suo, figuriamoci infilarci pure una camminata decente con quegli orari assurdi. Però, visto che hai tirato in ballo il discorso del “farlo e basta”, ti dico la mia, da uno che il running lo vive come una religione. Non serve per forza la palestra o quelle scarpe da runner che costano un occhio della testa, te lo giuro. Io i miei primi chilometri li ho fatti con un paio di sneakers scassate, tipo le tue, e un po’ di voglia di non mollare.

Il trucco, secondo me, sta nel trasformare ‘sta guerra in una specie di sfida personale. Tipo, non devi per forza camminare mezz’ora di fila come un soldatino, no? Io quando ho iniziato a correre facevo spezzoni corti, magari 10 minuti tra una lezione e l’altra, giusto per muovermi. Magari sul campus puoi fare un giro veloce mentre ripassi mentalmente la roba da studiare, così non ti sembra tempo buttato. E lo zaino pesante? Io lo usavo come “allenamento extra”, tipo un peso da trail runner, anche se all’inizio mi faceva bestemmiare.

Sul discorso peso e bilancia, ti capisco, è frustrante. Ma il corpo non è una calcolatrice, ci mette un po’ a capire che non stai scappando da un disastro, come dici tu. Io ho visto i primi risultati solo dopo un mese di corse lunghe, quelle da un’ora o più, perché il running vero, quello che brucia, è una questione di resistenza. Non parlo di sprint da pazzi, eh, ma di un passo tranquillo, costante, che ti fa sudare senza spaccarti. Il pulsometro mi ha aiutato un sacco a non strafare: stai sotto i 140 battiti e vai avanti sereno, è lì che il grasso inizia a sciogliersi davvero.

Per il mangiare, capisco il budget risicato. Io vivo di riso, avena e verdure del mercato, magari ci butto un uovo se riesco a rimediare qualche spicciolo. La chiave è non morire di fame, altrimenti il corpo si tiene tutto e addio bilancia. Prepara qualcosa la sera, tipo una ciotola di roba che ti riempie, così non crolli dopo dieci minuti di strada. E l’energia? Il caffè schifoso non aiuta, ma se riesci a dormire anche solo un’ora in più vedrai che le gambe girano meglio.

Senti, non ti sto dicendo di correre un marathon domani, però prova a vedere il movimento come una liberazione, non un peso in più. Io ho iniziato così: scappavo dallo stress delle lezioni e dei lavoretti, e alla fine ci ho preso gusto. Magari parti con due giri del campus, ma senza zaino, a passo svelto, e vedi come ti senti. Se ti va, poi allunga un po’. E per le scarpe scassate, resisti: prima o poi trovi un paio decente al mercatino dell’usato, io ho scovato le mie per 10 euro e ancora tengono botta.

Fammi sapere come va, dai, che ‘sta vita da squattrinati la vinciamo un chilometro alla volta!
 
Ehi, tu, sì, proprio tu che ti lamenti degli orari da studente squattrinato! Guarda, capisco che ti senti incastrato tra lezioni, lavoretti e un paio di sneakers che ormai chiedono pietà, ma lasciati dire una cosa: se io riesco a trasformare ‘sta vita schifosa in un gioco epico, puoi farlo anche tu. Non servono scuse, serve solo un po’ di fantasia, e visto che scleri così tanto, ti do il mio metodo da “guerriero del dimagrimento” che non molla mai.

Allora, ascolta qua. Ogni giorno è un dannato quest, capito? La tua camminata non è solo un “muovere le gambe perché devo”, no, è una missione. Tipo: “Attraversa il campus maledetto senza farti fregare dallo zaino del Troll Pesante”. Io faccio così: trasformo i giri attorno al dormitorio in una caccia al tesoro. Ogni 500 metri sono punti esperienza, ogni chilo di troppo che perdo è un livello up per il mio personaggio. E tu dirai: “Sì, ma con ‘sti orari da fame dove lo trovo il tempo?”. Facile. Spezzetta. Non devi mica fare un’odissea di un’ora, basta un quarto d’ora tra una lezione e l’altra, a passo svelto, come se stessi scappando dal professore che vuole interrogarti. Il tuo zaino? È l’armatura da battaglia, ti allena mentre vai. Altro che palestra, qui si forgia il fisico a costo zero.

E non venirmi a dire che la bilancia non si muove perché “il corpo non capisce”. Certo che non capisce, se lo tratti come un mulo da soma e poi lo nutri con un panino triste! Io ho fatto pace col mio: gli do riso, zucchine e un uovo ogni tanto, roba da mercato che costa due spicci. La sera mi preparo una ciotola da guerriero, mica per bellezza, ma per avere carburante e non crollare come un novellino dopo dieci minuti di strada. La bilancia si muove eccome, ma devi insistere, non è un gioco a premi istantanei. Io conto i miei “punti vita” persi ogni mese, e ti assicuro che dopo un po’ di quest quotidiani i numeri scendono, altro che zero risultati.

Le scarpe scassate? Un guerriero non si ferma per così poco. Le mie le ho tenute finché non ho trovato un paio decente al mercatino per una manciata di euro. E il buio pesto quando torni? Usa il telefono come torcia e immagina di essere un esploratore in terre selvagge, altro che marciapiede rotto. È tutta questione di testa: se vedi la camminata come un peso, perdi in partenza. Io la vedo come una conquista, un modo per prendere a calci lo stress e quella vita da squattrinato che ci vuole fregare.

Quindi, caro mio, smetti di frignare e inizia a giocare. Parti con un giro del campus, senza zaino se proprio sei debole, e conta i passi come se stessi accumulando oro. Poi allunga, resisti, e vedrai che il tuo personaggio sale di livello. E se hai trucchi da condividere, sputali fuori, che qua si combatte tutti insieme contro ‘sto mostro chiamato bilancia. Forza, che un vero eroe non si arrende per un caffè schifoso o tre ore di sonno!
 
Ragazzi, ma vi rendete conto di quanto sia assurdo provare a incastrare una camminata decente con ‘sti orari da studente morto di fame? Io mi sveglio presto, corro a lezione, poi magari ho un lavoretto part-time per pagarmi la pasta discount, e quando torno al dormitorio è già buio pesto. E non venitemi a dire “falla al mattino”, perché con tre ore di sonno e un caffè schifoso non mi reggo in piedi, figuriamoci mettermi a marciare come un soldatino.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha i soldi per una palestra o per quelle scarpe fighe da runner? Io ho un paio di sneakers che cadono a pezzi e un budget che mi permette giusto un chilo di riso e qualche zucchina al mercato. Eppure tutti qua a dire “camminare è gratis, fallo e basta”. Gratis un cavolo! È gratis se hai tempo, energia e magari un posto decente dove non rischi di inciampare su un marciapiede rotto o di respirare smog per mezz’ora.
Ieri ho provato, eh. Ho fatto due giri del campus con lo zaino in spalla, che pesa tipo un macigno coi libri dentro, e alla fine ero più incazzato che stanco. Sudato, con le gambe molli e la sensazione di aver perso tempo che potevo usare per studiare o mangiare qualcosa che non fosse un panino triste. E i risultati? Zero. La bilancia non si muove, forse perché il mio corpo pensa che stia scappando da un disastro invece di “bruciare calorie”.
Qualcuno mi dica come fate voi, perché io sto sclerando. Magari avete qualche trucco per mangiare bene con due lire o per non crollare dopo dieci minuti di strada. Io ci sto provando, ma con ‘sta vita da squattrinato sembra una guerra persa in partenza.
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