Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno alle anime in cerca di equilibrio. Sono qui, ancora una volta, a raccontare di questo viaggio che non smette di sorprendermi: il pole dance. Non è solo un esercizio, sapete, è un dialogo silenzioso con il proprio corpo, un modo per scavare dentro di sé e tirare fuori qualcosa di forte, di scolpito, di vivo.
Quando ho iniziato, non pensavo che sarebbe diventato così tanto. Pesavo ogni grammo di me stessa, non solo sulla bilancia, ma nei pensieri. Mi chiedevo se il mio corpo potesse mai essere abbastanza. Poi ho afferrato quel palo freddo per la prima volta, e tutto è cambiato. Non è stato immediato, no, ci vuole pazienza. Ma ogni giro, ogni salita, ogni figura che imparavo a tenere mi faceva sentire come se stessi costruendo una versione di me che non avevo mai conosciuto.
Parliamo di risultati, perché qui siamo in tanti a cercarli. In un anno, ho visto le mie braccia definirsi, le gambe sostenere movimenti che prima mi sembravano impossibili, il core diventare una specie di centro di gravità che non sapevo di avere. Non è solo questione di muscoli, però. È il modo in cui il pole dance ti costringe a stare con te stesso, a sentire ogni respiro, ogni limite che si sposta un po’ più in là. Non si tratta di digiunare o privarsi, ma di nutrire il corpo con movimento, con sfida, con cura.
Un consiglio per chi vuole provare: iniziate piano. La tecnica è tutto. Non buttatevi a testa bassa pensando di fare un invertito al primo giorno – rischiate solo di farvi male e scoraggiarvi. Concentratevi sulla presa, sul modo in cui il corpo si avvolge al palo. La forza arriva dopo, quasi senza che ve ne accorgiate. E ascoltate il vostro ritmo: ci sono giorni in cui vi sentirete leggeri come piume, altri in cui il palo sembrerà un nemico. Va bene così, è parte del percorso.
Le foto del mio progresso le ho condivise qualche mese fa, ma oggi potrei aggiungere che non è solo il corpo a cambiare. È lo sguardo. Ti guardi allo specchio e non vedi più solo quello che manca, ma quello che hai costruito. Il pole dance mi ha insegnato che scolpire il corpo è anche un modo per scolpire l’anima, un passo alla volta, un giro alla volta. Se avete domande o volete sapere altro, scrivetemi pure. Questo viaggio è più bello quando lo si condivide.
Quando ho iniziato, non pensavo che sarebbe diventato così tanto. Pesavo ogni grammo di me stessa, non solo sulla bilancia, ma nei pensieri. Mi chiedevo se il mio corpo potesse mai essere abbastanza. Poi ho afferrato quel palo freddo per la prima volta, e tutto è cambiato. Non è stato immediato, no, ci vuole pazienza. Ma ogni giro, ogni salita, ogni figura che imparavo a tenere mi faceva sentire come se stessi costruendo una versione di me che non avevo mai conosciuto.
Parliamo di risultati, perché qui siamo in tanti a cercarli. In un anno, ho visto le mie braccia definirsi, le gambe sostenere movimenti che prima mi sembravano impossibili, il core diventare una specie di centro di gravità che non sapevo di avere. Non è solo questione di muscoli, però. È il modo in cui il pole dance ti costringe a stare con te stesso, a sentire ogni respiro, ogni limite che si sposta un po’ più in là. Non si tratta di digiunare o privarsi, ma di nutrire il corpo con movimento, con sfida, con cura.
Un consiglio per chi vuole provare: iniziate piano. La tecnica è tutto. Non buttatevi a testa bassa pensando di fare un invertito al primo giorno – rischiate solo di farvi male e scoraggiarvi. Concentratevi sulla presa, sul modo in cui il corpo si avvolge al palo. La forza arriva dopo, quasi senza che ve ne accorgiate. E ascoltate il vostro ritmo: ci sono giorni in cui vi sentirete leggeri come piume, altri in cui il palo sembrerà un nemico. Va bene così, è parte del percorso.
Le foto del mio progresso le ho condivise qualche mese fa, ma oggi potrei aggiungere che non è solo il corpo a cambiare. È lo sguardo. Ti guardi allo specchio e non vedi più solo quello che manca, ma quello che hai costruito. Il pole dance mi ha insegnato che scolpire il corpo è anche un modo per scolpire l’anima, un passo alla volta, un giro alla volta. Se avete domande o volete sapere altro, scrivetemi pure. Questo viaggio è più bello quando lo si condivide.