Possibile che nessuno capisca che correre maratone è meglio di qualsiasi dieta?!

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nikku

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sul serio, mi fate cadere le braccia! Possibile che ancora stiamo qui a discutere di diete strane e conteggi di calorie quando la risposta è davanti agli occhi di tutti? Correre maratone non è solo un modo per perdere peso, è IL modo. Io lo dico da anni, lo vivo sulla mia pelle: ti metti lì, macini chilometri, e il grasso se ne va, punto. Non c’è insalata triste o beverone magico che tenga. E poi, non è solo questione di bilancia, è tutto il corpo che cambia, si tonifica, diventa più forte.
Guardate me: ogni volta che preparo un marathon, il mio piano è semplice ma ferreo. Si parte con uscite da 10-15 km, poi si sale piano piano, 20, 30, fino ai lunghi da 40 prima della gara. Non sto lì a pesare ogni grammo di pasta o a rinunciare al vino con gli amici, perché tanto so che quei chilometri bruciano tutto. E sapete qual è il trucco? Costanza e ascolto del corpo. Altro che digiuni assurdi.
E poi, parliamoci chiaro, le diete vi fanno solo impazzire con le restrizioni, mentre correre ti libera la testa. Certo, non è una passeggiata, ci vuole fiato e gambe, ma è proprio questo il bello: ti sfidi e vinci. Basta fare attenzione a non strafare, sennò arrivano gli infortuni. Io, per dire, ho imparato a mie spese che senza un buon riscaldamento e stretching dopo, i tendini ti presentano il conto. E le scarpe? Fondamentali, non lesinate su quelle, o il ginocchio ve la farà pagare.
Insomma, possibile che nessuno si renda conto che il vero segreto non sta nel piatto, ma sull’asfalto? Smettetela di torturarvi con queste mode alimentari e mettetevi a correre. Fatelo per un mese, poi mi dite se non ho ragione. Dai, su, che ci vuole?
 
Ciao a tutti,

capisco perfettamente il tuo entusiasmo per le maratone, e devo dire che hai ragione su molti punti: correre, soprattutto su lunghe distanze, è un modo potente per lavorare sul proprio corpo e sentirsi bene. È vero, i chilometri possono fare tanto, e il senso di libertà che si prova mentre si corre è unico. Però, permettimi di aggiungere un altro punto di vista, perché secondo me c’è spazio per unire il meglio dei due mondi.

Io sono uno che crede molto nell’ascolto del corpo, e per me il modo in cui mangio è importante quanto il modo in cui mi muovo. Non parlo di diete restrittive o di contare ogni caloria, assolutamente no! Parlo di mangiare con consapevolezza, cercando di capire davvero quando ho fame e quando sono sazio. È una cosa che ho iniziato a fare qualche anno fa, e ti assicuro che ha cambiato il mio rapporto con il cibo. Per esempio, invece di buttarmi su un piatto di pasta senza pensarci, mi prendo il tempo di assaporarlo, di masticare piano, di godermelo. E sai una cosa? Spesso scopro che ne ho bisogno di meno di quanto pensassi.

Detto questo, capisco che correre una maratona ti dia quella sensazione di controllo e di risultati immediati, ed è fantastico. Ma per chi magari non ha il tempo o la preparazione per macinare 40 km a settimana, un approccio più equilibrato può funzionare. Io, per esempio, corro 2-3 volte a settimana, ma non su distanze lunghe come le tue. E nel frattempo, cerco di mangiare in modo che il mio corpo abbia l’energia giusta per affrontare quelle corse, senza sentirmi appesantito o, al contrario, senza forze.

Hai ragione quando dici che le diete restrittive possono essere frustranti, e infatti sono d’accordo che non sono la strada giusta. Ma mangiare con attenzione non significa privarsi, significa solo essere più presenti. E poi, secondo me, correre e mangiare consapevolmente possono andare di pari passo: se ascolti il tuo corpo mentre mangi, puoi capire meglio di cosa ha bisogno per sostenere i tuoi allenamenti. Magari un po’ più di proteine dopo una corsa lunga, o un pasto più leggero se sai che il giorno dopo farai solo stretching.

Insomma, credo che ognuno debba trovare il proprio equilibrio. Le maratone sono una scelta incredibile, e ti invidio per la costanza e la passione che ci metti. Ma per chi magari non è ancora lì, o preferisce un approccio più graduale, mangiare con consapevolezza può essere un alleato, non un nemico. Alla fine, l’importante è sentirsi bene, no? Tu hai trovato la tua strada sull’asfalto, e io sto cercando la mia tra un piatto e una corsa. Magari un giorno ci incontriamo a metà strada!
 
Ciao a tutti,

capisco perfettamente il tuo entusiasmo per le maratone, e devo dire che hai ragione su molti punti: correre, soprattutto su lunghe distanze, è un modo potente per lavorare sul proprio corpo e sentirsi bene. È vero, i chilometri possono fare tanto, e il senso di libertà che si prova mentre si corre è unico. Però, permettimi di aggiungere un altro punto di vista, perché secondo me c’è spazio per unire il meglio dei due mondi.

Io sono uno che crede molto nell’ascolto del corpo, e per me il modo in cui mangio è importante quanto il modo in cui mi muovo. Non parlo di diete restrittive o di contare ogni caloria, assolutamente no! Parlo di mangiare con consapevolezza, cercando di capire davvero quando ho fame e quando sono sazio. È una cosa che ho iniziato a fare qualche anno fa, e ti assicuro che ha cambiato il mio rapporto con il cibo. Per esempio, invece di buttarmi su un piatto di pasta senza pensarci, mi prendo il tempo di assaporarlo, di masticare piano, di godermelo. E sai una cosa? Spesso scopro che ne ho bisogno di meno di quanto pensassi.

Detto questo, capisco che correre una maratona ti dia quella sensazione di controllo e di risultati immediati, ed è fantastico. Ma per chi magari non ha il tempo o la preparazione per macinare 40 km a settimana, un approccio più equilibrato può funzionare. Io, per esempio, corro 2-3 volte a settimana, ma non su distanze lunghe come le tue. E nel frattempo, cerco di mangiare in modo che il mio corpo abbia l’energia giusta per affrontare quelle corse, senza sentirmi appesantito o, al contrario, senza forze.

Hai ragione quando dici che le diete restrittive possono essere frustranti, e infatti sono d’accordo che non sono la strada giusta. Ma mangiare con attenzione non significa privarsi, significa solo essere più presenti. E poi, secondo me, correre e mangiare consapevolmente possono andare di pari passo: se ascolti il tuo corpo mentre mangi, puoi capire meglio di cosa ha bisogno per sostenere i tuoi allenamenti. Magari un po’ più di proteine dopo una corsa lunga, o un pasto più leggero se sai che il giorno dopo farai solo stretching.

Insomma, credo che ognuno debba trovare il proprio equilibrio. Le maratone sono una scelta incredibile, e ti invidio per la costanza e la passione che ci metti. Ma per chi magari non è ancora lì, o preferisce un approccio più graduale, mangiare con consapevolezza può essere un alleato, non un nemico. Alla fine, l’importante è sentirsi bene, no? Tu hai trovato la tua strada sull’asfalto, e io sto cercando la mia tra un piatto e una corsa. Magari un giorno ci incontriamo a metà strada!
Ehi, che bello leggerti! Devo dire che il tuo entusiasmo per le maratone mi ha proprio colpito, si sente la passione che ci metti e quel senso di libertà che descrivi… è contagioso! Io sono uno di quelli che combatte con il demone del frigorifero notturno, quindi capisco bene il bisogno di trovare qualcosa che ti faccia sentire in controllo. Però, sai, leggendo il tuo messaggio mi sono messo a riflettere su come sto cercando di cambiare le mie abitudini, soprattutto la sera, che per me è il momento critico.

Io non sono un maratoneta come te – magari un giorno, chissà! – ma corro anch’io un paio di volte a settimana, giusto per muovermi e scaricare un po’ di tensione. Però il mio vero problema non è tanto il movimento, quanto quello che succede quando cala il buio. Dopo cena, non so perché, mi parte questa voglia assurda di mangiare qualsiasi cosa mi capiti sotto mano: biscotti, avanzi di pasta, un pezzo di formaggio… è come se il mio cervello spegnesse l’interruttore del “basta”. E il giorno dopo mi sento uno straccio, appesantito e con mille rimorsi.

Ultimamente, però, sto provando a cambiare le carte in tavola. Tipo, invece di lasciarmi andare a quell’abbuffata notturna, cerco di costruirmi un rituale diverso. Per esempio, dopo cena mi preparo una tisana – niente di complicato, eh, una camomilla o una cosa così – e mi metto a leggere qualcosa o a guardare una serie, lontano dalla cucina. Non è che funzioni sempre, intendiamoci, ma quando ci riesco mi sento meno in balia di quella fame che, diciamocelo, non è vera fame. È più un’abitudine, una specie di pilota automatico che si accende quando sono stanco o annoiato.

Leggendo quello che scrivi sull’ascolto del corpo, mi ritrovo un sacco. Anche io sto cercando di capire meglio quando ho davvero bisogno di mangiare e quando invece è solo la testa che mi frega. Tipo, ieri sera ho preso un cucchiaio di gelato – ok, magari due – ma mi sono fermato lì, ho chiuso il barattolo e mi sono detto: “È abbastanza”. Per me è già un piccolo successo, perché di solito finisco col mangiare mezzo litro senza neanche accorgermene! Non è una dieta, non mi peso e non mi metto a contare niente, però sto provando a essere più presente, come dici tu.

Il tuo discorso su correre e mangiare consapevolmente mi piace da matti, perché è vero che possono andare insieme. Quando corro, anche solo 5 km, mi sento più leggero e poi ho meno voglia di strafogarmi la sera. È come se il corpo mi dicesse: “Ehi, mi hai trattato bene oggi, non rovinare tutto adesso!”. Magari non arriverò mai a fare 40 km come te, ma sto trovando il mio ritmo, un po’ sull’asfalto e un po’ davanti al piatto. E poi, chissà, magari un giorno ci incontriamo davvero a metà strada – tu dopo una maratona e io dopo aver finalmente detto no al terzo biscotto! Grazie per il tuo spunto, mi hai dato una bella carica per continuare su questa strada.
 
Ragazzi, sul serio, mi fate cadere le braccia! Possibile che ancora stiamo qui a discutere di diete strane e conteggi di calorie quando la risposta è davanti agli occhi di tutti? Correre maratone non è solo un modo per perdere peso, è IL modo. Io lo dico da anni, lo vivo sulla mia pelle: ti metti lì, macini chilometri, e il grasso se ne va, punto. Non c’è insalata triste o beverone magico che tenga. E poi, non è solo questione di bilancia, è tutto il corpo che cambia, si tonifica, diventa più forte.
Guardate me: ogni volta che preparo un marathon, il mio piano è semplice ma ferreo. Si parte con uscite da 10-15 km, poi si sale piano piano, 20, 30, fino ai lunghi da 40 prima della gara. Non sto lì a pesare ogni grammo di pasta o a rinunciare al vino con gli amici, perché tanto so che quei chilometri bruciano tutto. E sapete qual è il trucco? Costanza e ascolto del corpo. Altro che digiuni assurdi.
E poi, parliamoci chiaro, le diete vi fanno solo impazzire con le restrizioni, mentre correre ti libera la testa. Certo, non è una passeggiata, ci vuole fiato e gambe, ma è proprio questo il bello: ti sfidi e vinci. Basta fare attenzione a non strafare, sennò arrivano gli infortuni. Io, per dire, ho imparato a mie spese che senza un buon riscaldamento e stretching dopo, i tendini ti presentano il conto. E le scarpe? Fondamentali, non lesinate su quelle, o il ginocchio ve la farà pagare.
Insomma, possibile che nessuno si renda conto che il vero segreto non sta nel piatto, ma sull’asfalto? Smettetela di torturarvi con queste mode alimentari e mettetevi a correre. Fatelo per un mese, poi mi dite se non ho ragione. Dai, su, che ci vuole?
Ehi, capisco la tua frustrazione, davvero! Ti guardo mentre snoccioli la tua passione per le maratone e quasi mi viene voglia di allacciarmi le scarpe e uscire a correre pure io, anche se sono più tipo da divano e libri, lo ammetto. Però, sai, non proprio tutti possono buttarsi su un programma del genere, e non perché non capiscono quanto sia potente correre, ma perché magari il corpo o la vita non sempre collaborano. Detto questo, hai ragione su una cosa: muoversi fa la differenza, e i tuoi risultati parlano da soli.

Io passo le giornate a spulciare studi, e ti dico che la scienza ti dà un bel po’ di supporto. Correre, soprattutto su lunghe distanze, non è solo una questione di calorie bruciate – che comunque sono tante, tipo 600-800 all’ora, dipende dal ritmo – ma attiva pure il metabolismo in un modo che le diete da sole non riescono a fare. Hai mai sentito parlare dell’EPOC? È quell’effetto post-allenamento in cui il corpo continua a consumare ossigeno (e calorie) anche dopo che ti sei fermato. Con i tuoi lunghi da 40 km, probabilmente lo sfrutti al massimo. E poi c’è l’aspetto ormonale: l’esercizio fisico intenso regola insulina e cortisolo meglio di qualsiasi insalata, e questo aiuta a tenere a bada il grasso.

Però, aspetta un attimo, non è che le diete siano proprio inutili. Non parlo di quelle assurde alla “bevi solo succo di limone e prega”, ma di un’alimentazione sensata. Gli studi dicono che per chi corre tanto come te, i carboidrati sono fondamentali per non crollare – altro che rinunciare alla pasta! E le proteine, pure, servono a riparare i muscoli dopo che li hai massacrati sull’asfalto. Non sto dicendo di pesare tutto col bilancino, ma magari un occhio a quello che butti nel piatto lo darei, no? Tipo, un piatto di spaghetti e un bicchiere di vino ci stanno, ma se ti strafoghi di zuccheri raffinati, pure i tuoi chilometri potrebbero non bastare.

E sulla testa che si libera hai centrato il punto: correre scarica endorfine, è un antidepressivo naturale, e questo le diete restrittive se lo sognano. Però, ecco, non tutti hanno il tempo o la resistenza per macinare 20-40 km a settimana. Io, per dire, ho trovato un compromesso: cammino veloce e leggo robe sul sonno – sai che dormire poco sabota il metabolismo quasi quanto una dieta fatta male? Magari non sarà epico come una maratona, ma funziona.

Insomma, continua a macinare asfalto e a ispirarci, ma non troppo arrabbiarti se qualcuno preferisce partire da un’insalata o da un tapis roulant. L’importante è muoversi, ognuno a modo suo. Che dici, ci proviamo a convincerli con una corsetta leggera, invece di farli sentire in colpa?
 
Ehi, Nikku, mi sa che mi hai messo un po’ in crisi con tutto questo entusiasmo per le maratone! Cioè, ti leggo e mi sembra quasi di sentirti ansimare sull’asfalto mentre mi sgridi perché sto ancora qui a chiedermi se il mio piatto di zucchine sia bilanciato o no. Non fraintendermi, capisco il tuo punto: correre ti ha cambiato la vita, e si vede che ci metti l’anima. Io però sono dall’altra parte della barricata, o almeno ci provo, e ti racconto com’è andata finora con il mio percorso.

Sto seguendo un programma online con un coach e un dietologo da un paio di mesi, e ammetto che all’inizio ero scettica. Pensavo: “Ma davvero uno che sta dietro uno schermo può aiutarmi a perdere questi chili?” E invece, sorpresa, funziona! Non è che mi mettono a correre 40 km – oddio, mi sa che collasserei dopo il primo – ma mi danno un piano con allenamenti più tranquilli, tipo camminate veloci o un po’ di pesi a casa, e un’alimentazione che non mi fa sentire una reclusa. Tipo, ieri mi sono mangiata una pizza con gli amici e non mi sono sentita in colpa, perché il coach mi ha detto: “Bilancia le cose durante la settimana, non serve essere perfetti sempre”. Questo per me è un plus gigante, perché con le diete rigide finivo sempre per mollare dopo due settimane.

Il lato positivo di questo formato online? La comodità. Non devo uscire di casa per farmi urlare addosso da un personal trainer in palestra, e le consulenze sono via video, quindi posso farle anche in pigiama. Mi mandano pure dei pdf con esercizi e ricette, tipo un’insalata di quinoa che giuro non è triste come sembra. Però, c’è un però: a volte mi manca quel confronto diretto, sai? Se il coach mi vedesse dal vivo, magari noterebbe che faccio gli squat come un pinguino e mi correggerebbe subito. E poi, confesso, senza qualcuno che mi sprona faccia a faccia, ogni tanto cedo alla pigrizia. L’altro giorno dovevo fare 30 minuti di cardio e ho finito per guardare Netflix con una tazza di tè in mano.

Tornando a te, Nikku, mi fai riflettere. Forse potrei provare a inserire qualche corsetta leggera, niente di estremo, giusto per vedere se mi dà quella botta di energia di cui parli. Però ti dico, il mio dietologo insiste che il mix tra movimento e cibo è la chiave, non solo l’uno o l’altro. Dice che correre tanto senza controllare cosa mangi può funzionare per un po’, ma poi il corpo si adatta, e se non stai attento rischi di ritrovarti stanco o con qualche acciacco. Tu che ne pensi? Magari hai un trucco per non sentirti uno straccio dopo i tuoi lunghi?

Insomma, non so se mi convertirò mai alle maratone – onestamente, già solo pensarlo mi imbarazza un po’ – ma ti do ragione sul fatto che muoversi è meglio di stare a contare calorie come ossessi. Io sto provando a modo mio, con il mio coach virtuale che mi tiene per mano (o meglio, per chat). Magari un giorno ci incontriamo su un sentiero, tu che sfrecci verso il traguardo e io che arran
 
Ehi, Nikku, mi sa che mi hai messo un po’ in crisi con tutto questo entusiasmo per le maratone! Cioè, ti leggo e mi sembra quasi di sentirti ansimare sull’asfalto mentre mi sgridi perché sto ancora qui a chiedermi se il mio piatto di zucchine sia bilanciato o no. Non fraintendermi, capisco il tuo punto: correre ti ha cambiato la vita, e si vede che ci metti l’anima. Io però sono dall’altra parte della barricata, o almeno ci provo, e ti racconto com’è andata finora con il mio percorso.

Sto seguendo un programma online con un coach e un dietologo da un paio di mesi, e ammetto che all’inizio ero scettica. Pensavo: “Ma davvero uno che sta dietro uno schermo può aiutarmi a perdere questi chili?” E invece, sorpresa, funziona! Non è che mi mettono a correre 40 km – oddio, mi sa che collasserei dopo il primo – ma mi danno un piano con allenamenti più tranquilli, tipo camminate veloci o un po’ di pesi a casa, e un’alimentazione che non mi fa sentire una reclusa. Tipo, ieri mi sono mangiata una pizza con gli amici e non mi sono sentita in colpa, perché il coach mi ha detto: “Bilancia le cose durante la settimana, non serve essere perfetti sempre”. Questo per me è un plus gigante, perché con le diete rigide finivo sempre per mollare dopo due settimane.

Il lato positivo di questo formato online? La comodità. Non devo uscire di casa per farmi urlare addosso da un personal trainer in palestra, e le consulenze sono via video, quindi posso farle anche in pigiama. Mi mandano pure dei pdf con esercizi e ricette, tipo un’insalata di quinoa che giuro non è triste come sembra. Però, c’è un però: a volte mi manca quel confronto diretto, sai? Se il coach mi vedesse dal vivo, magari noterebbe che faccio gli squat come un pinguino e mi correggerebbe subito. E poi, confesso, senza qualcuno che mi sprona faccia a faccia, ogni tanto cedo alla pigrizia. L’altro giorno dovevo fare 30 minuti di cardio e ho finito per guardare Netflix con una tazza di tè in mano.

Tornando a te, Nikku, mi fai riflettere. Forse potrei provare a inserire qualche corsetta leggera, niente di estremo, giusto per vedere se mi dà quella botta di energia di cui parli. Però ti dico, il mio dietologo insiste che il mix tra movimento e cibo è la chiave, non solo l’uno o l’altro. Dice che correre tanto senza controllare cosa mangi può funzionare per un po’, ma poi il corpo si adatta, e se non stai attento rischi di ritrovarti stanco o con qualche acciacco. Tu che ne pensi? Magari hai un trucco per non sentirti uno straccio dopo i tuoi lunghi?

Insomma, non so se mi convertirò mai alle maratone – onestamente, già solo pensarlo mi imbarazza un po’ – ma ti do ragione sul fatto che muoversi è meglio di stare a contare calorie come ossessi. Io sto provando a modo mio, con il mio coach virtuale che mi tiene per mano (o meglio, per chat). Magari un giorno ci incontriamo su un sentiero, tu che sfrecci verso il traguardo e io che arran
Ehi, che bel racconto il tuo! Mi ci rivedo un sacco in quella sensazione di bilico tra il voler cambiare e il cercare un equilibrio che non ti faccia impazzire. La tua storia con il coach online mi ha incuriosito, sai? Sembra proprio un bel percorso, con quel mix di flessibilità e struttura che ti lascia respirare. E la pizza con gli amici senza sensi di colpa? Quella è una vittoria che vale oro.

Io, come avrai capito, sono un po’ fissata con il mangiare “di casa”. Non so, per me sapere da dove viene quello che metto nel piatto mi dà una specie di calma. Coltivo zucchine, pomodori, un po’ di erbe aromatiche sul balcone, e quest’anno ho provato anche con le fragole. Non è che mi metta a pesare ogni foglia di basilico, ma avere ingredienti freschi mi aiuta a cucinare piatti leggeri senza sentirmi in punizione. Tipo, ieri ho fatto un’insalata con rucola del vaso, pomodorini e una fettina di mozzarella: semplice, ma sembrava di stare in un ristorante di campagna. E poi, non so se capita anche a te, ma quando prepari qualcosa con le tue mani, sembra che abbia un sapore diverso, no?

Sul discorso movimento, ti capisco quando dici che a volte la pigrizia vince. Anche a me capita di guardare il tappetino per gli esercizi e pensare “magari domani”. Però, visto che parli di corsette leggere, ti racconto una cosa. Io non sono una maratoneta come Nikku – credo che mi perderei al primo chilometro – ma da un po’ ho preso l’abitudine di fare passeggiate lunghe nel parco vicino casa. Non sono una scheggia, ma camminare tra gli alberi, con il profumo dell’erba, mi ricarica. A volte porto con me un po’ di musica, altre volte sto solo con i miei pensieri. Non è una maratona, ma per me è un modo di muovermi che mi fa stare bene senza sentirmi sotto pressione.

Sul consiglio del tuo dietologo, sono d’accordo che il mix è tutto. Io non conto le calorie, ma cerco di ascoltare il corpo. Se un giorno esagero con una fetta di torta fatta in casa – sì, ogni tanto ci scappa – il giorno dopo magari sto più leggera con una zuppa di verdure del mio orticello. Non è una scienza esatta, ma mi sembra di aver trovato un ritmo che funziona. E poi, coltivare qualcosa ti costringe a muoverti: annaffiare, potare, raccogliere… è una specie di workout senza palestra.

Per le tue corsette, se decidi di provare, magari inizia con un sentiero carino, di quelli che ti fanno venir voglia di continuare solo per vedere cosa c’è dopo la curva. E se ti va di condividere, raccontami com’è andata! Io nel frattempo continuo con le mie piantine e le mie passeggiate, che per ora mi stanno dando un sacco di energia positiva. E chissà, magari un giorno ci troviamo davvero su un sentiero: tu con le tue corse, Nikku che ci supera come un fulmine, e io che vi saluto con un pomodoro in mano.
 
Ragazzi, sul serio, mi fate cadere le braccia! Possibile che ancora stiamo qui a discutere di diete strane e conteggi di calorie quando la risposta è davanti agli occhi di tutti? Correre maratone non è solo un modo per perdere peso, è IL modo. Io lo dico da anni, lo vivo sulla mia pelle: ti metti lì, macini chilometri, e il grasso se ne va, punto. Non c’è insalata triste o beverone magico che tenga. E poi, non è solo questione di bilancia, è tutto il corpo che cambia, si tonifica, diventa più forte.
Guardate me: ogni volta che preparo un marathon, il mio piano è semplice ma ferreo. Si parte con uscite da 10-15 km, poi si sale piano piano, 20, 30, fino ai lunghi da 40 prima della gara. Non sto lì a pesare ogni grammo di pasta o a rinunciare al vino con gli amici, perché tanto so che quei chilometri bruciano tutto. E sapete qual è il trucco? Costanza e ascolto del corpo. Altro che digiuni assurdi.
E poi, parliamoci chiaro, le diete vi fanno solo impazzire con le restrizioni, mentre correre ti libera la testa. Certo, non è una passeggiata, ci vuole fiato e gambe, ma è proprio questo il bello: ti sfidi e vinci. Basta fare attenzione a non strafare, sennò arrivano gli infortuni. Io, per dire, ho imparato a mie spese che senza un buon riscaldamento e stretching dopo, i tendini ti presentano il conto. E le scarpe? Fondamentali, non lesinate su quelle, o il ginocchio ve la farà pagare.
Insomma, possibile che nessuno si renda conto che il vero segreto non sta nel piatto, ma sull’asfalto? Smettetela di torturarvi con queste mode alimentari e mettetevi a correre. Fatelo per un mese, poi mi dite se non ho ragione. Dai, su, che ci vuole?
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