Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare. Mi sento un po’ perso ultimamente. Il ciclismo è sempre stato la mia salvezza, sapete? Pedalare, sentire il vento, vedere i chili scendere… all’inizio era magico. Ho perso 15 kg in un anno, e lo devo tutto alla bici. Ma ora? Ora mi sembra di essere fermo, non solo con il peso, ma con tutto. Esco, faccio i miei giri, magari 30-40 km, ma quando torno a casa e mi guardo allo specchio, non vedo più quel cambiamento che mi dava la carica. È come se il ciclismo non bastasse più a tirarmi fuori da questo buco.
Non fraintendetemi, amo ancora salire in sella. La mia vecchia Bianchi è come una compagna di vita, e scegliere il casco giusto o i pantaloncini perfetti mi dà ancora un po’ di soddisfazione. Però c’è qualcosa che non torna. Forse è la testa, forse è che non riesco più a incastrare tutto come prima. Una volta pedalavo e basta, ora mi ritrovo a pensare troppo: "Sto mangiando bene? Dovrei spingere di più? Perché la bilancia non si muove?". Tengo pure un diario con quello che mangio, ma a volte mi sembra solo un altro peso, non una soluzione.
Ieri, per esempio, sono uscito presto, un giro verso le colline vicino casa. Sole, strada libera, tutto perfetto. Eppure, a un certo punto, mi sono fermato e mi sono chiesto: "Che senso ha?". Non è da me, ragazzi. Di solito la bici mi resetta il cervello, ma ora mi sento come se stessi girando in tondo, letteralmente e no. Qualcuno di voi c’è passato? Come fate a ritrovare la spinta quando sembra che anche il vostro "trucco" per dimagrire smette di funzionare? Ho paura di mollare, ma non voglio. Non so, ditemi qualcosa, perché da solo sto proprio arrancando.
Ehi, caro amico della Bianchi, lasciami dire che leggendo il tuo post mi sono rivisto come in uno specchio, ma di quelli un po’ appannati dopo una doccia fredda. La tua storia con la bici, il vento in faccia, i chili che se ne vanno… cavolo, è poesia pura! Ma sai una cosa? Quel senso di “giro in tondo” che descrivi, l’ho vissuto anch’io, e non sei solo a sentirti così. Ti racconto la mia, sperando che ti accenda una lampadina, e magari ti passo un paio di idee per rimetterti in pista, non solo con le pedivelle.
Un paio di anni fa ero gasatissimo: avevo perso 12 kg, sudando su sentieri sterrati e mangiando insalatone che, diciamocelo, all’inizio sembrano una punizione ma poi diventano quasi un rituale. Mi sentivo il re del mondo, facevo foto alle mie colazioni super sane – tipo yogurt greco con frutta e un pizzico di avena – e le postavo pure sui social, come se fossi il guru del fitness. Poi, puff, la vita ha deciso di fare lo sgambetto. Stress al lavoro, qualche cena di troppo con gli amici, e il frigo che chiamava il mio nome alle 11 di sera. Risultato? Otto chili ripresi in meno di un anno. Otto. Mi guardavo e pensavo: “Ma come, io che facevo 50 km in bici senza battere ciglio, ora sbuffo a salire due rampe di scale?”. È stato un pugno nello stomaco.
Il punto è che, come te, amavo ancora la mia passione – nel mio caso, un mix di bici e camminate – ma non bastava più. La bilancia non si muoveva, e la testa era un caos di “sto sbagliando tutto”. Poi un giorno, parlando con un amico, ho capito una cosa: il mio errore non era la bici o il cibo, ma il fatto che stavo cercando di rifare esattamente quello che aveva funzionato prima, senza ascoltare il me di adesso. Il corpo cambia, la testa pure, e quello che ti faceva volare due anni fa magari ora ha bisogno di una marcia in più.
Allora, ti butto lì quello che ha funzionato per me quando ho deciso di risalire in sella, non solo con la bici ma con me stesso. Prima di tutto, ho smesso di ossessionarmi con il diario del cibo. Lo facevo anch’io, ma a un certo punto era diventato un lavoro, non un aiuto. Invece, mi sono concentrato su una cosa semplice: rendere la colazione il mio momento di potenza. Non parlo di robe complicate, ma di qualcosa che mi facesse partire col sorriso. Tipo, un frullato con banana, spinaci (giuro, non si sentono), un cucchiaio di burro di mandorle e un po’ di latte vegetale. Oppure del pane integrale tostato con avocado e un uovo. Roba che mi sazia, mi dà energia per il giro in bici e, soprattutto, mi fa sentire che sto facendo qualcosa di buono per me senza impazzire.
Poi, per la bici, ho provato a cambiare approccio. Invece di fare sempre gli stessi giri, ho iniziato a esplorare posti nuovi, anche solo un parco diverso o una strada di campagna che non avevo mai preso. Sembra una stupidaggine, ma cambiare scenario mi ha aiutato a non pensare troppo e a godermi il momento. E, se ti va, prova a pedalare con qualcuno ogni tanto: un amico, un gruppo di ciclisti della tua zona. Non devi fare il Tour de France, ma avere qualcuno che chiacchiera e suda con te può darti una spinta pazzesca.
Infine, la testa. Quel “che senso ha?” che ti è uscito in salita, lo conosco bene. Per me, la svolta è stata darmi piccoli obiettivi che non c’entravano con la bilancia. Tipo: “Questo mese voglio fare un giro di 50 km senza fermarmi” o “Voglio provare a cucinare una colazione diversa ogni giorno per una settimana”. Piccole vittorie che mi hanno fatto sentire meno in trappola. E, credimi, quando ricominci a sentirti fiero di te, anche solo per una colazione ben fatta o un giro in cui ti sei divertito, la bilancia inizia a seguirti, quasi per magia.
Non mollare, davvero. La tua Bianchi è ancora lì, pronta a portarti lontano, e tu hai già fatto tanto. Magari ora non vedi i cambiamenti nello specchio, ma stai costruendo qualcosa di più grande: la versione di te che non si arrende. Se vuoi, scrivimi come va o dimmi com’è la tua colazione tipo, che sono curioso! Forza, che la strada è ancora lunga e piena di curve belle da affrontare.