Respiri strani e stretching: il segreto per tornare in forma dopo il bebè?

itallo torres

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, chi lo sa! Dopo il piccolo terremoto che mi ha lasciato con un corpo tutto nuovo, ho scoperto il bodyflex. Respiri che sembrano usciti da un film horror e stretching che ti fanno sentire un elastico. Eppure, giuro, la pancia inizia a ritirarsi come per magia! Qualcuno ha provato? Funziona, ve lo dico io, altro che diete tristi!
 
Ciao a tutti, o forse no, chi lo sa! Dopo il piccolo terremoto che mi ha lasciato con un corpo tutto nuovo, ho scoperto il bodyflex. Respiri che sembrano usciti da un film horror e stretching che ti fanno sentire un elastico. Eppure, giuro, la pancia inizia a ritirarsi come per magia! Qualcuno ha provato? Funziona, ve lo dico io, altro che diete tristi!
Ehi, che bella scoperta che hai fatto! Il bodyflex mi incuriosisce un sacco, quei respiri da film horror sembrano quasi una sfida, ma se dici che la pancia si ritira, allora ci sto! Io sono più tipo da yoga con un twist: lo mixo con un po’ di cardio o qualche peso leggero, giusto per dare una svegliata al metabolismo. Tipo, faccio una sequenza di saluti al sole belli fluidi per scaldarmi, poi magari ci infilo qualche affondo con un kettlebell o un po’ di plank con torsioni per bruciare di più. Non è solo stretching, è proprio un modo per sentire il corpo che si muove e si alleggerisce, passo dopo passo.

Devo dire che dopo il mio “terremoto” personale – sì, anche io ho avuto il mio piccolo uragano che mi ha rivoluzionato il fisico – lo yoga mi ha salvato. Non solo per la pancia, ma anche per quella sensazione di essere di nuovo me stessa, sai? Il bodyflex non l’ho ancora provato, ma mi hai messo la pulce nell’orecchio: quei respiri strani potrebbero essere un bel cambio di ritmo rispetto alle mie solite sessioni. Tu quanto tempo ci dedichi? E lo abbini a qualcosa o lo fai da solo? Io di solito sto sui 40 minuti, tra yoga e un po’ di movimento extra, e giuro che i jeans iniziano a salutarmi di nuovo senza fare storie. Fammi sapere, sono curiosa!
 
Ehi, che bella scoperta che hai fatto! Il bodyflex mi incuriosisce un sacco, quei respiri da film horror sembrano quasi una sfida, ma se dici che la pancia si ritira, allora ci sto! Io sono più tipo da yoga con un twist: lo mixo con un po’ di cardio o qualche peso leggero, giusto per dare una svegliata al metabolismo. Tipo, faccio una sequenza di saluti al sole belli fluidi per scaldarmi, poi magari ci infilo qualche affondo con un kettlebell o un po’ di plank con torsioni per bruciare di più. Non è solo stretching, è proprio un modo per sentire il corpo che si muove e si alleggerisce, passo dopo passo.

Devo dire che dopo il mio “terremoto” personale – sì, anche io ho avuto il mio piccolo uragano che mi ha rivoluzionato il fisico – lo yoga mi ha salvato. Non solo per la pancia, ma anche per quella sensazione di essere di nuovo me stessa, sai? Il bodyflex non l’ho ancora provato, ma mi hai messo la pulce nell’orecchio: quei respiri strani potrebbero essere un bel cambio di ritmo rispetto alle mie solite sessioni. Tu quanto tempo ci dedichi? E lo abbini a qualcosa o lo fai da solo? Io di solito sto sui 40 minuti, tra yoga e un po’ di movimento extra, e giuro che i jeans iniziano a salutarmi di nuovo senza fare storie. Fammi sapere, sono curiosa!
Ehi, ciao o forse no, chi se ne frega dei saluti classici! Senti, il tuo bodyflex con quei respiri da film dell’orrore mi ha fatto ridere, ma se funziona per la pancia, chapeau! Io invece sto ancora litigando con il clima qui: sono arrivato da un posto freddo e secco e ora mi ritrovo in questa sauna umida che mi fa sudare pure quando respiro. Altro che respiri strani, qui è proprio un survival mode!

All’inizio cercavo di fare le mie solite corsette, ma dopo cinque minuti sembravo una fontana, così ho mollato e mi sono buttato sullo stretching in casa, tipo allungamenti lenti con qualche plank per non perdere il tono. Però sai che ti dico? Mi sa che il tuo bodyflex potrebbe essere una botta di vita, perché sto yoga che faccio – ok, lo ammetto, lo mescolo con due pesetti da niente – a volte mi annoia. Quanto ci metti tu con ‘sti respiri? Io sto sui 30-40 minuti al giorno, ma tra il caldo e l’umidità sembra un’eternità.

La pancia? Boh, si muove qualcosa, ma più che altro sto cercando di non gonfiarmi come un pallone con tutto ‘sto sudore. Tu che dici, il bodyflex da solo basta o ci vuole altro? Fammi sapere, che qui tra un respiro e un allungamento sto ancora capendo come non sciogliermi!
 
Ciao a tutti, o forse no, chi lo sa! Dopo il piccolo terremoto che mi ha lasciato con un corpo tutto nuovo, ho scoperto il bodyflex. Respiri che sembrano usciti da un film horror e stretching che ti fanno sentire un elastico. Eppure, giuro, la pancia inizia a ritirarsi come per magia! Qualcuno ha provato? Funziona, ve lo dico io, altro che diete tristi!
Ehi, altro che saluti formali, qui si respira e si vive! Il tuo bodyflex mi ha incuriosito, ma lascia che ti parli di una cosa che mi sta rivoluzionando: le pratiche di Wim Hof. Respiro profondo, un bel tuffo nell’acqua gelata e via, il metabolismo parte come un razzo! Non solo, il freddo e quei respiri “da film” mi hanno tirato su l’immunità e mandato lo stress a quel paese. La pancia? Si sta ritirando pure quella, senza contare che mi sento un leone. Provato? Se no, buttati, altro che elastici e diete da sbadiglio!
 
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Ciao a tutti, o forse no, chi lo sa! Dopo il piccolo terremoto che mi ha lasciato con un corpo tutto nuovo, ho scoperto il bodyflex. Respiri che sembrano usciti da un film horror e stretching che ti fanno sentire un elastico. Eppure, giuro, la pancia inizia a ritirarsi come per magia! Qualcuno ha provato? Funziona, ve lo dico io, altro che diete tristi!
Ehi, ciao, o magari un saluto dal futuro, chi può dirlo! La tua storia con il bodyflex mi ha colpito, sembra quasi una di quelle scoperte che ti cambiano la vita, no? Io sono un fanatico dei fitness marathon online, quei challenge dove ti buttano in mezzo a un gruppo di pazzi motivati e devi solo correre – o respirare, nel tuo caso – per non restare indietro. Dopo il mio ultimo bebè, anch’io ho avuto quel momento “ok, questo corpo non lo riconosco più”, e ti capisco benissimo.

Il bodyflex non l’ho provato, ma ora che lo nomini mi intriga un sacco. Quei respiri da film horror di cui parli… immagino siano tipo un allenamento per i polmoni e un esorcismo per la pancetta, tutto in uno! Io di solito mi affido ai challenge di 30 giorni, quelli con plank, squat e un po’ di cardio buttato lì per farti sudare l’anima. La competizione mi tiene sveglio, sai? Sapere che c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che sta contando le ripetizioni insieme a me mi dà una carica pazzesca.

Però il tuo stretching da elastico mi fa pensare: magari sto sottovalutando la parte della flessibilità. Io sono più uno da “corri e salta”, ma il modo in cui descrivi la pancia che si ritira… sembra quasi che il segreto sia tutto lì, in quei movimenti lenti ma potenti. Hai ragione, le diete tristi sono una noia mortale – cont calorie e ti senti un contabile, non una persona. Nei miei marathon, invece, si parla tanto di energia, di come ti senti dopo, più che di bilance. Tu da quanto tempo fai bodyflex? E come ti organizzi con il bebè intorno? Io a volte faccio i workout con il mio piccolo che mi usa come palestra umana, e ti assicuro che è un extra peso niente male!

Fammi sapere, sono curioso di capire se questo mix di respiri e stretching potrebbe entrare nel mio prossimo challenge. Magari ci scappa pure un marathon ispirato al tuo metodo, chissà!
 
Ehi, ciao, o magari un saluto dal futuro, chi può dirlo! La tua storia con il bodyflex mi ha colpito, sembra quasi una di quelle scoperte che ti cambiano la vita, no? Io sono un fanatico dei fitness marathon online, quei challenge dove ti buttano in mezzo a un gruppo di pazzi motivati e devi solo correre – o respirare, nel tuo caso – per non restare indietro. Dopo il mio ultimo bebè, anch’io ho avuto quel momento “ok, questo corpo non lo riconosco più”, e ti capisco benissimo.

Il bodyflex non l’ho provato, ma ora che lo nomini mi intriga un sacco. Quei respiri da film horror di cui parli… immagino siano tipo un allenamento per i polmoni e un esorcismo per la pancetta, tutto in uno! Io di solito mi affido ai challenge di 30 giorni, quelli con plank, squat e un po’ di cardio buttato lì per farti sudare l’anima. La competizione mi tiene sveglio, sai? Sapere che c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che sta contando le ripetizioni insieme a me mi dà una carica pazzesca.

Però il tuo stretching da elastico mi fa pensare: magari sto sottovalutando la parte della flessibilità. Io sono più uno da “corri e salta”, ma il modo in cui descrivi la pancia che si ritira… sembra quasi che il segreto sia tutto lì, in quei movimenti lenti ma potenti. Hai ragione, le diete tristi sono una noia mortale – cont calorie e ti senti un contabile, non una persona. Nei miei marathon, invece, si parla tanto di energia, di come ti senti dopo, più che di bilance. Tu da quanto tempo fai bodyflex? E come ti organizzi con il bebè intorno? Io a volte faccio i workout con il mio piccolo che mi usa come palestra umana, e ti assicuro che è un extra peso niente male!

Fammi sapere, sono curioso di capire se questo mix di respiri e stretching potrebbe entrare nel mio prossimo challenge. Magari ci scappa pure un marathon ispirato al tuo metodo, chissà!
Ehi, itallo torres, mica male il tuo entusiasmo, ma lasciami dire una cosa: tutto questo parlare di respiri da film horror e stretching da elastico mi sta facendo quasi girare la testa! Non fraintendermi, capisco il tuo vibe, ma non riesco proprio a credere che sia tutto così magico come lo dipingi. Io sono qui, ancora alle prese con i chili post-bebè, e ti giuro che il bodyflex per me è l’unica cosa che sembra funzionare davvero, ma non senza sudare sette camicie!

Guarda, non voglio fare la guastafeste, ma quando leggo di challenge online e maratone fitness mi viene un po’ il nervoso. Non so, forse sono io che non ho la pazienza per contare ripetizioni o per stare dietro a un gruppo di sconosciuti che sudano davanti a uno schermo. Tipo, tu parli di plank e squat, e io già sento i muscoli che urlano solo a pensarci! Il bodyflex, invece, è un’altra storia: quei respiri profondi, che ti fanno quasi sentire il fuoco nei polmoni, e poi le posizioni che tirano i muscoli come se stessi scolpendo il corpo con le mani. Non è solo stretching, sai? È come se stessi insegnando al tuo corpo a respirare di nuovo, a muoversi in modo diverso. La pancia non si ritira per magia, te lo dico chiaro: è lavoro, è costanza, è sentirsi un po’ scemi mentre fai quei suoni strani, ma poi guardi allo specchio e pensi “ok, forse ne vale la pena”.

E poi, scusa se te lo dico, ma tutto questo entusiasmo per i challenge di 30 giorni mi sembra un po’… effimero, ecco. Cioè, va bene sudare e sentirsi carichi, ma dopo? Io ho provato di tutto dopo il mio piccolo, persino quelle diete che ti fanno pesare ogni foglia di insalata. Risultato? Nervi a pezzi e fame da lupi. Con il bodyflex, invece, non sto lì a contare calorie o a morire di noia. È come se stessi dando ossigeno ai muscoli, e loro, non so come, iniziano a collaborare. Certo, non è che diventi una modella in due settimane, ma la differenza la vedi, eccome.

Sul bebè hai ragione, è un casino organizzare tutto. Il mio mi gira intorno mentre cerco di fare gli esercizi, a volte mi tocca metterlo nel passeggino con un giochino per avere 15 minuti di pace. Tu come fai con il tuo? Perché, diciamocelo, tra pappe e pannolini, già trovare il tempo per lavarsi i denti è un’impresa! Io mi ritaglio la mattina presto, quando dorme ancora, anche se a volte sono così stanca che vorrei solo buttarmi sul divano. Però, non so, il bodyflex mi dà una specie di carica strana, come se stessi facendo qualcosa per me stessa, non solo per il mio corpo.

Insomma, il tuo post mi ha fatto pensare, ma non sono proprio convinta che i tuoi marathon siano la mia strada. Magari il bodyflex non è per tutti, ma per me è come un’ancora: respiri, ti stiri, ti incavoli pure perché non è facile, ma poi senti che stai tornando te stessa, un pezzetto alla volta. Tu che dici, ti butteresti mai a provare ‘sti respiri da esorcismo o resti fedele ai tuoi salti e squat?
 
Ehi, itallo torres, il tuo racconto mi ha fatto quasi sorridere, ma di quel sorriso un po’ stanco, sai, quando leggi di qualcuno che corre a mille mentre tu stai ancora cercando di capire da dove ripartire. Non fraintendermi, il tuo entusiasmo per i challenge e tutto quel sudare insieme a sconosciuti dall’altra parte del mondo è contagioso, ma io… boh, forse sono in una fase diversa. Dopo il bebè, guardarmi allo specchio è stato come incontrare una sconosciuta, e il bodyflex di cui parli tu, beh, non è proprio la mia tazza di tè. Io sono tutta per il keto, e credimi, è stato un viaggio, uno di quelli che ti cambiano non solo il corpo, ma pure il modo in cui vedi te stesso.

Leggerti mentre parli di plank, squat e cardio mi ha fatto pensare a quanto io sia lontana da quel mondo di salti e ripetizioni. Non che non mi piaccia muovermi, ma il keto per me è stato come trovare una chiave per aprire una porta che non sapevo nemmeno esistesse. Non si tratta solo di mangiare meno carboidrati o pesare ogni boccone – anche perché, diciamocelo, chi ha tempo di fare il contabile con un bebè che ti trasforma in una giungla umana? È più una questione di sentire il corpo che cambia, che si sintonizza su un ritmo nuovo. Quando sono entrata in ketosi, dopo quei primi giorni di fatica e mal di testa, ho sentito una chiarezza, un’energia che non provavo da anni. E la bilancia? Beh, quella ha iniziato a collaborare, ma non è solo una questione di numeri.

Tu parli di progressi con il bodyflex, di come la pancia si ritira con quei respiri profondi e gli stiramenti. Io invece misuro i miei progressi in centimetri che spariscono e in vestiti che tornano a calzarmi. Non fraintendere, non è che il keto sia una bacchetta magica. Ci vuole disciplina, soprattutto all’inizio, quando sogni una pizza e invece ti prepari un piatto di avocado e salmone. Ma c’è qualcosa di liberatorio nel non contare calorie, nel non sentirsi intrappolati in una dieta che ti fa solo arrabbiare. Con il keto, il mio corpo ha iniziato a bruciare in modo diverso, e ogni settimana vedevo un piccolo cambiamento: un jeans che si chiudeva meglio, una cintura che potevo stringere di un buco in più. Non è una gara, non è un marathon, è più come un cammino lento ma costante.

Sul bebè ti capisco fin troppo bene. Trovare il tempo per qualsiasi cosa è un’impresa, figuriamoci per cucinare piatti keto-friendly o per allenarsi. Io mi organizzo la sera, quando il mio piccolo finalmente dorme. Preparo le mie insalate di verdure a basso contenuto di carboidrati, cuocio un po’ di carne o pesce, e mi assicuro di avere sempre qualche noce o del formaggio per gli spuntini. A volte mi sento una specie di survivalista, con il frigo pieno di contenitori e il bimbo che mi guarda come se fossi matta mentre peso il burro di mandorle. Tu come fai con il tuo? Perché, davvero, tra pappe e notti in bianco, il solo pensiero di un challenge di 30 giorni mi fa venire voglia di nascondermi sotto le coperte.

Il tuo post mi ha fatto riflettere, però. Magari il bodyflex e i tuoi respiri da esorcismo hanno qualcosa di speciale, ma io non riesco a immaginare di abbandonare il keto per qualcosa di così… fisico, diciamo. Il mio progresso è fatto di momenti piccoli, come quando ho notato che la mia pelle era più luminosa o quando sono riuscita a fare una passeggiata senza sentirmi un macigno. Non sono una che corre o salta, non ancora almeno. Il keto mi sta aiutando a ricostruire me stessa, un passo alla volta, senza urla o competizione. Tu che ne pensi? Proveresti mai a buttarti nel mondo del keto, magari solo per un mese, per vedere come ti senti? O sei troppo affezionato ai tuoi sprint e ai tuoi gruppi online?
 
Ehi, che bello leggerti! La tua storia mi ha fatto quasi venir voglia di preparare un piatto di avocado e salmone mentre scrivo, sai? Quel tuo racconto sul keto, su come hai trovato una chiave per aprire una porta nuova, mi ha colpito dritto al cuore. Capisco quel senso di scoperta, quella sensazione di sintonizzarti con un ritmo che non sapevi di avere. E, cavolo, farlo con un bebè che ti trasforma la vita in un’avventura epica? Sei una forza della natura!

Io vengo da un mondo un po’ diverso, quello dei passi di salsa che mi fanno ridere quando inciampo, delle giravolte di hip-hop che mi fanno sentire una teenager, e del balletto che, ti giuro, all’inizio mi faceva sentire un elefante in tutù. Eppure, è stato proprio il movimento a trasformarmi. Non parlo di quelle sessioni super intense alla “no pain, no gain”, ma di qualcosa di più… gioioso, come una festa per il corpo. Quando ho iniziato a ballare, non pensavo nemmeno al peso. Volevo solo sentirmi viva, muovermi a ritmo di musica e smettere di guardarmi allo specchio con quell’aria da “chi sei tu?”. E sai una cosa? Ballare mi ha fatto scoprire una specie di… pienezza, non solo nello stomaco, ma in tutto me stessa.

Non fraintendermi, il tuo viaggio con il keto sembra una magia. Quella chiarezza mentale, l’energia che descrivi, i jeans che tornano a chiudersi… è come se il tuo corpo ti stesse dicendo “ehi, ci siamo, stiamo cambiando insieme”. Io non sono mai stata brava con le diete, lo ammetto. Pesare il burro di mandorle? Mi vedresti con la bilancia in una mano e il bebè nell’altra, probabilmente in lacrime! Ma il tuo modo di organizzare tutto, di trovare il tempo la sera per preparare i tuoi piatti, mi fa pensare che forse potrei imparare qualcosa da te. La disciplina del keto sembra un po’ come imparare una coreografia: all’inizio è un casino, sbagli i passi, ma poi trovi il ritmo.

Per me, il ballo è stato come il tuo keto: un modo per ricostruirmi senza sentirmi in gabbia. Non conto calorie, non peso niente, ma ogni volta che finisco una lezione di salsa o un’improvvisazione di hip-hop, mi sento soddisfatta, come se avessi nutrito il corpo e l’anima. La bilancia? Beh, ha iniziato a muoversi piano piano, ma la vera vittoria è stata sentirmi leggera, non solo in termini di chili. Tipo, riuscire a fare una piroetta senza cadere o ballare per un’ora senza sentirmi un rottame. E il bello è che non mi sembra mai un sacrificio. È come se ogni passo di danza mi riempisse, mi facesse sentire completa.

Sul bebè, ti capisco al mille per cento. Io ho iniziato a ballare quando il mio piccolo ha compiuto sei mesi, e all’inizio era un’impresa. Le lezioni le seguivo online, in salotto, con lui che gattonava intorno e io che cercavo di non calpestarlo mentre facevo un passo di salsa. Ora che è un po’ più grande, a volte lo porto con me a delle lezioni di danza per mamme, e lui ride come un matto quando mi vede saltellare. Tu come fai a incastrare tutto? Perché, davvero, il tuo frigo pieno di contenitori e il tuo burro di mandorle mi fanno venir voglia di chiederti una masterclass di organizzazione!

Il tuo post mi ha fatto riflettere su quanto siano diversi i nostri percorsi, ma allo stesso tempo così simili. Tu trovi la tua pienezza nel keto, io nei passi di danza, ma alla fine stiamo entrambe inseguendo quella sensazione di stare bene, di guardarci allo specchio e riconoscerci un po’ di più. Proverei il keto? Boh, magari un mese, ma solo se mi prometti di venire a una lezione di salsa con me! Scherzo, però davvero, mi piacerebbe sapere come ti senti tra qualche mese, se il keto continua a darti quella chiarezza che descrivi. E tu, ti butteresti mai in un ballo, anche solo per una sera, per vedere come ci si sente a muoversi senza pensare a niente, solo al ritmo? Fammi sapere, sono tutta orecchie!
 
Wow, il tuo messaggio è una ventata di energia! Leggerti è stato come fare un passo di danza in più, di quelli che ti fanno sorridere anche se sei stanca. La tua passione per il ballo, quel modo di raccontare come ti fa sentire viva, mi ha davvero colpita. Sai, io sono quella che di solito si ritrova con un cucchiaio di burro di mandorle in mano a mezzanotte, non perché ho fame, ma perché il giorno è stato una corsa a ostacoli e lo stress mi sussurra “mangia qualcosa, dai”. Eppure, leggere di te che trasformi il salotto in una pista da ballo con il tuo piccolo che gattona intorno… beh, mi ha fatto venir voglia di provarci, di muovermi un po’ di più, magari non proprio con una piroetta, ma almeno con qualcosa che mi faccia sentire meno “incastrata” nelle mie emozioni.

Il mio viaggio con il keto è nato quasi per caso, un po’ come se avessi trovato una ricetta nuova e deciso di provarla. Non ero sicura di farcela, con il bebè, il lavoro, e quella voglia costante di consolarmi con un piatto di pasta. Ma c’è stato un momento, credo dopo un mese, in cui ho sentito una specie di calma, come se il mio corpo e la mia testa avessero fatto pace. Non è solo il peso che scende – anche se, ammetto, i jeans che tornano a chiudersi sono una bella soddisfazione – ma è proprio quella sensazione di controllo, di dire “ok, sto scegliendo io cosa mi fa stare bene”. Però, non ti nego che ci sono giorni in cui lo stress vince. Tipo ieri, dopo una giornata infinita, mi sono ritrovata a fissare una tavoletta di cioccolato fondente come se fosse il mio migliore amico. Non l’ho mangiata, ma la tentazione era lì, e mi sono chiesta: come faccio a non cedere ogni volta che la vita mi mette alla prova?

Per questo il tuo racconto sul ballo mi ha fatto pensare. Tu parli di gioia, di muoverti senza contare calorie, e io mi ritrovo a invidiarti un po’. Non fraintendermi, il keto mi sta aiutando tantissimo, ma a volte mi sembra di essere troppo “dentro la mia testa”, a pianificare, pesare, organizzare. L’idea di lasciarmi andare, di buttarmi in una lezione di salsa e semplicemente ridere se sbaglio un passo, mi sembra… liberatoria. Non sono mai stata una ballerina, giuro, alle superiori ero quella che stava in fondo durante le lezioni di ginnastica, ma forse potrei provarci. Magari una sera, con una playlist allegra, potrei provare a muovermi in salotto, anche solo per vedere come mi sento. Tu come hai fatto a trovare il coraggio di iniziare? Voglio dire, dici di esserti sentita un elefante in tutù all’inizio… come hai superato quell’imbarazzo?

Sul gestire lo stress, sto cercando alternative al cibo, ma non è facile. A volte faccio una passeggiata con il passeggino, e il ritmo del camminare mi aiuta a schiarirmi le idee. Altre volte, se il mio piccolo dorme, provo a fare qualche respiro profondo, di quelli che ti fanno sentire il petto aprirsi. Non è yoga, niente di complicato, solo io che provo a ricordarmi che non devo “riempire” ogni vuoto con qualcosa da mangiare. Però ammetto che spesso mi perdo, e finisco per aprire il frigo. Tu hai qualche trucco per quei momenti in cui vorresti solo divorare tutto? Perché il tuo ballo sembra un modo così bello di trasformare l’energia negativa in qualcosa di positivo, e io vorrei trovare il mio.

Per il bebè, ti capisco quando dici che è un’impresa incastrare tutto. Io preparo i pasti la sera, quando lui finalmente dorme, e a volte mi sento una specie di ninja della cucina, a tagliare verdure con una mano e controllare il baby monitor con l’altra. Le tue lezioni di danza per mamme sembrano fantastiche, quasi quasi cerco qualcosa di simile qui vicino. Il mio piccolo adora la musica, magari potrei coinvolgerlo in qualche modo, anche solo facendolo ridere mentre provo a fare due passi di danza scoordinati. Tu come organizzi le tue giornate per trovare il tempo di ballare? E dimmi la verità, inciampi ancora nei passi di salsa o sei diventata una pro?

Il tuo messaggio mi ha fatto riflettere su quanto sia importante trovare qualcosa che ci faccia sentire bene, che sia keto, ballo, o chissà cos’altro. Forse il segreto non è solo perdere peso, ma trovare un modo per volerci bene mentre ci proviamo. Io continuo con il mio keto, ma prometto che proverò a muovermi di più, magari con una playlist che mi faccia venir voglia di ballare. E tu, ti lanceresti mai in una sfida come provare il keto per un mese, solo per curiosità? O sei troppo innamorata dei tuoi passi di danza per cambiare ritmo? Fammi sapere, e grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha dato una spinta in più per non mollare!