Ragazzi, vi racconto l’ennesima settimana di fuoco con il mio coach online. Non so se sto diventando una macchina da guerra o se semplicemente sto per crollare! Le sessioni di allenamento a distanza sono un viaggio pazzesco, ma lasciate che vi dica com’è andata stavolta.
Partiamo dai lati positivi: la comodità di casa mia è impagabile. Non devo correre in palestra dopo una giornata infinita, mi collego su Zoom e via, il coach è lì, pronto a farmi sudare sette camicie. Mi manda il piano settimanale con esercizi ad alta intensità – sapete, quelli che ti lasciano senza fiato in 20 secondi – e poi mi corregge in tempo reale. La settimana scorsa mi ha fatto provare un circuito che sembrava semplice sulla carta: 4 minuti di pura agonia, con scatti, squat e plank dinamici. Ho finito con il cuore che mi batteva nelle orecchie, ma la soddisfazione di avercela fatta non ha prezzo. E poi c’è il lato umano: il mio coach sa essere un vero motivatore, anche attraverso uno schermo. Mi scrive sempre “Puoi farcela, non mollare ora!” proprio quando sto per buttarmi sul divano.
Ma non è tutto rose e fiori, ve lo giuro. La distanza a volte è una maledizione. Non avere qualcuno fisicamente accanto che ti corregge ogni movimento può essere un problema. Tipo, l’altro giorno pensavo di fare i burpees come una campionessa, ma il coach mi ha fermata: “Stai piegando troppo la schiena, rischi di farti male!”. E aveva ragione, sentivo già un fastidio. Correggersi da soli davanti a uno specchio non è la stessa cosa. E poi c’è la questione della disciplina: se non hai una palestra dove presentarti, devi combattere ogni giorno con la tentazione di rimandare. Qualche volta ho spento il computer e mi sono sentita una fallita per non aver dato il massimo.
Le consultazioni settimanali con il dietologo, sempre online, sono un altro capitolo drammatico. Mi manda liste di alimenti che sembrano perfette, ma poi mi ritrovo a fissare il frigo e a combattere con la voglia di pizza. Però devo dire che i suoi consigli mi stanno aiutando a tenere il passo: meno carboidrati la sera, più proteine dopo l’allenamento. Ho perso 2 chili in un mese, ma ogni grammo è stata una battaglia.
Insomma, questo percorso a distanza è un’arma a doppio taglio: ti dà libertà, ma ti chiede un’autodisciplina di ferro. Ogni sessione è una prova di resistenza mentale, oltre che fisica. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? Come fate a non cedere quando il divano vi chiama?
Partiamo dai lati positivi: la comodità di casa mia è impagabile. Non devo correre in palestra dopo una giornata infinita, mi collego su Zoom e via, il coach è lì, pronto a farmi sudare sette camicie. Mi manda il piano settimanale con esercizi ad alta intensità – sapete, quelli che ti lasciano senza fiato in 20 secondi – e poi mi corregge in tempo reale. La settimana scorsa mi ha fatto provare un circuito che sembrava semplice sulla carta: 4 minuti di pura agonia, con scatti, squat e plank dinamici. Ho finito con il cuore che mi batteva nelle orecchie, ma la soddisfazione di avercela fatta non ha prezzo. E poi c’è il lato umano: il mio coach sa essere un vero motivatore, anche attraverso uno schermo. Mi scrive sempre “Puoi farcela, non mollare ora!” proprio quando sto per buttarmi sul divano.
Ma non è tutto rose e fiori, ve lo giuro. La distanza a volte è una maledizione. Non avere qualcuno fisicamente accanto che ti corregge ogni movimento può essere un problema. Tipo, l’altro giorno pensavo di fare i burpees come una campionessa, ma il coach mi ha fermata: “Stai piegando troppo la schiena, rischi di farti male!”. E aveva ragione, sentivo già un fastidio. Correggersi da soli davanti a uno specchio non è la stessa cosa. E poi c’è la questione della disciplina: se non hai una palestra dove presentarti, devi combattere ogni giorno con la tentazione di rimandare. Qualche volta ho spento il computer e mi sono sentita una fallita per non aver dato il massimo.
Le consultazioni settimanali con il dietologo, sempre online, sono un altro capitolo drammatico. Mi manda liste di alimenti che sembrano perfette, ma poi mi ritrovo a fissare il frigo e a combattere con la voglia di pizza. Però devo dire che i suoi consigli mi stanno aiutando a tenere il passo: meno carboidrati la sera, più proteine dopo l’allenamento. Ho perso 2 chili in un mese, ma ogni grammo è stata una battaglia.
Insomma, questo percorso a distanza è un’arma a doppio taglio: ti dà libertà, ma ti chiede un’autodisciplina di ferro. Ogni sessione è una prova di resistenza mentale, oltre che fisica. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? Come fate a non cedere quando il divano vi chiama?