Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno se mi va di salutare oggi. È uno di quei giorni in cui il profumo della pizza nell’aria mi segue come un’ombra, un ricordo che non vuole lasciarmi in pace. Sono qui, ancora in piedi nel mio viaggio paleo, ma ammetto che a volte mi manca quel sapore, quella croccantezza che ti scalda l’anima. Però resisto. Non per forza, non per eroismo, ma perché ormai ci sono dentro, e tornare indietro mi sembra un tradimento a me stesso.
Oggi ho passato la mattinata a guardarmi allo specchio, cercando di capire se questi sacrifici si vedono davvero. Non parlo solo di chili, ma di quel senso di leggerezza che dovrebbe arrivare, no? Eppure, la bilancia è una compagna silenziosa, non mi dice tutto. Mi sono messo a cucinare, quasi per distrarmi: una padella di pollo con erbe, un po’ di zucchine grigliate, qualche mandorla tostata per dare quel croccante che la pizza non mi può più dare. Niente di elaborato, ma è il mio modo di adattarmi. La vita moderna ti lancia addosso pacchetti di biscotti e pubblicità di cibo pronto a ogni angolo, e io lì, con le mie verdure e la mia carne, a fare lo slalom tra le tentazioni.
A volte penso a come sarebbe stato più facile mollare, ordinare una margherita e via, senza pensieri. Ma poi mi ricordo perché ho iniziato: volevo sentirmi meno appesantito, più vivo. E sì, lo ammetto, c’è qualcosa di malinconico nel dire no a quello che una volta era la mia normalità. Però c’è anche una specie di forza quieta nel prendere un avocado maturo e trasformarlo in una crema con un po’ di limone e sale, o nello scoprire che una manciata di frutti di bosco può essere dolce senza bisogno di zucchero.
Non so se sono l’unico a sentirsi così, sospeso tra nostalgia e orgoglio. Magari qualcuno di voi, in questo mare di diete e promesse, capisce cosa intendo. Oggi mi sono allenato, niente di pesante, giusto per muovermi e ricordarmi che il corpo è dalla mia parte, anche quando la testa vacilla. E stasera, mentre il mondo fuori mangia pasta e gelato, io mi coccolerò con una tazza di tisana e un pezzo di cioccolato fondente, quello puro, senza schifezze aggiunte. È il mio piccolo compromesso con la vita di prima. Un passo alla volta, vero?
Oggi ho passato la mattinata a guardarmi allo specchio, cercando di capire se questi sacrifici si vedono davvero. Non parlo solo di chili, ma di quel senso di leggerezza che dovrebbe arrivare, no? Eppure, la bilancia è una compagna silenziosa, non mi dice tutto. Mi sono messo a cucinare, quasi per distrarmi: una padella di pollo con erbe, un po’ di zucchine grigliate, qualche mandorla tostata per dare quel croccante che la pizza non mi può più dare. Niente di elaborato, ma è il mio modo di adattarmi. La vita moderna ti lancia addosso pacchetti di biscotti e pubblicità di cibo pronto a ogni angolo, e io lì, con le mie verdure e la mia carne, a fare lo slalom tra le tentazioni.
A volte penso a come sarebbe stato più facile mollare, ordinare una margherita e via, senza pensieri. Ma poi mi ricordo perché ho iniziato: volevo sentirmi meno appesantito, più vivo. E sì, lo ammetto, c’è qualcosa di malinconico nel dire no a quello che una volta era la mia normalità. Però c’è anche una specie di forza quieta nel prendere un avocado maturo e trasformarlo in una crema con un po’ di limone e sale, o nello scoprire che una manciata di frutti di bosco può essere dolce senza bisogno di zucchero.
Non so se sono l’unico a sentirsi così, sospeso tra nostalgia e orgoglio. Magari qualcuno di voi, in questo mare di diete e promesse, capisce cosa intendo. Oggi mi sono allenato, niente di pesante, giusto per muovermi e ricordarmi che il corpo è dalla mia parte, anche quando la testa vacilla. E stasera, mentre il mondo fuori mangia pasta e gelato, io mi coccolerò con una tazza di tisana e un pezzo di cioccolato fondente, quello puro, senza schifezze aggiunte. È il mio piccolo compromesso con la vita di prima. Un passo alla volta, vero?