Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che è presto mentre scrivo! È passato un anno da quando ho inforcato la bici per la prima volta con l’idea di cambiare qualcosa, e oggi mi guardo indietro e quasi non mi riconosco. Non parlo solo dei chili persi – che comunque sono stati una bella sorpresa – ma di come il ciclismo mi abbia proprio trasformato la giornata, il modo di pensare, persino il guardaroba!
All’inizio è stato un po’ un caso. Avevo una vecchia bici arrugginita in garage, un regalo di chissà quanti anni fa, e un giorno mi sono detto: "Perché no?". Pesavo troppo, mi sentivo sempre stanco, e il medico continuava a ripetermi di muovermi. Non ero uno sportivo, zero allenamenti, zero fiato. La prima pedalata è stata un disastro: 2 chilometri e sembrava avessi corso una maratona. Però, non so, c’era qualcosa nel vento in faccia, nel vedere il mondo scorrere lento, che mi ha fatto tornare il giorno dopo. E quello dopo ancora.
Col tempo ho iniziato a prendere sul serio la cosa. Ho comprato una bici decente – niente di professionale, ma con un telaio leggero e un cambio che non gracchia a ogni pedalata. Ho imparato a scegliere i percorsi: all’inizio solo pianura, poi qualche collinetta, e ora non dico di scalare montagne, ma una salita non mi spaventa più. La mia routine è cambiata senza che me ne accorgessi: niente più serate sul divano a scrollare il telefono, ora esco quasi ogni giorno, anche solo per mezz’ora. La mattina presto, con la nebbiolina e il silenzio, è il mio momento preferito.
Il peso? È sceso quasi da solo. Non ho fatto diete assurde, ma pedalare mi ha fatto venir voglia di mangiare meglio – più frutta, meno schifezze. Da 92 chili sono arrivato a 75 in un anno, senza nemmeno accorgermene troppo. Le gambe sono diventate più forti, la pancia è sparita, e ora i jeans mi stanno larghi. Ma la vera differenza è l’energia: prima mi trascinavo, ora mi sento vivo.
Non è sempre facile, eh. Ci sono giorni in cui piove, o in cui il lavoro mi lascia ko e l’ultima cosa che voglio è salire in sella. Però ho notato che anche in quei giorni, se mi costringo a fare un giro corto, dopo sto meglio. È come se la bici mi resettasse. E poi c’è la questione dell’attrezzatura: all’inizio non capivo niente di caschi, luci, o pantaloncini imbottiti – ora so che un buon paio di quelli fa la differenza dopo 20 chilometri!
Non so se sia per tutti così, ma per me il ciclismo è stato una specie di chiave. Non solo per il corpo, ma per la testa. Mi ha insegnato a non mollare, a godermi i piccoli progressi – tipo fare quella salita che un mese fa mi avrebbe ucciso – e a trovare un ritmo mio. Se qualcuno sta pensando di provarci, il mio consiglio è semplice: non serve essere atleti, basta iniziare. Una pedalata alla volta, e poi vedi dove ti porta. Magari fra un anno sei qui a raccontare la tua storia!
All’inizio è stato un po’ un caso. Avevo una vecchia bici arrugginita in garage, un regalo di chissà quanti anni fa, e un giorno mi sono detto: "Perché no?". Pesavo troppo, mi sentivo sempre stanco, e il medico continuava a ripetermi di muovermi. Non ero uno sportivo, zero allenamenti, zero fiato. La prima pedalata è stata un disastro: 2 chilometri e sembrava avessi corso una maratona. Però, non so, c’era qualcosa nel vento in faccia, nel vedere il mondo scorrere lento, che mi ha fatto tornare il giorno dopo. E quello dopo ancora.
Col tempo ho iniziato a prendere sul serio la cosa. Ho comprato una bici decente – niente di professionale, ma con un telaio leggero e un cambio che non gracchia a ogni pedalata. Ho imparato a scegliere i percorsi: all’inizio solo pianura, poi qualche collinetta, e ora non dico di scalare montagne, ma una salita non mi spaventa più. La mia routine è cambiata senza che me ne accorgessi: niente più serate sul divano a scrollare il telefono, ora esco quasi ogni giorno, anche solo per mezz’ora. La mattina presto, con la nebbiolina e il silenzio, è il mio momento preferito.
Il peso? È sceso quasi da solo. Non ho fatto diete assurde, ma pedalare mi ha fatto venir voglia di mangiare meglio – più frutta, meno schifezze. Da 92 chili sono arrivato a 75 in un anno, senza nemmeno accorgermene troppo. Le gambe sono diventate più forti, la pancia è sparita, e ora i jeans mi stanno larghi. Ma la vera differenza è l’energia: prima mi trascinavo, ora mi sento vivo.
Non è sempre facile, eh. Ci sono giorni in cui piove, o in cui il lavoro mi lascia ko e l’ultima cosa che voglio è salire in sella. Però ho notato che anche in quei giorni, se mi costringo a fare un giro corto, dopo sto meglio. È come se la bici mi resettasse. E poi c’è la questione dell’attrezzatura: all’inizio non capivo niente di caschi, luci, o pantaloncini imbottiti – ora so che un buon paio di quelli fa la differenza dopo 20 chilometri!
Non so se sia per tutti così, ma per me il ciclismo è stato una specie di chiave. Non solo per il corpo, ma per la testa. Mi ha insegnato a non mollare, a godermi i piccoli progressi – tipo fare quella salita che un mese fa mi avrebbe ucciso – e a trovare un ritmo mio. Se qualcuno sta pensando di provarci, il mio consiglio è semplice: non serve essere atleti, basta iniziare. Una pedalata alla volta, e poi vedi dove ti porta. Magari fra un anno sei qui a raccontare la tua storia!