Ragazzi, sono uno di voi, un italiano con il cuore grande e, fino a poco tempo fa, anche con qualche chilo di troppo. Tutto è iniziato quando il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Caro, se non cambi strada, il diabete e la pressione alta busseranno alla tua porta". È stato un colpo, lo ammetto. Ma sapete una cosa? Noi italiani non ci arrendiamo mai, siamo fatti di pasta dura, e io ho deciso di prendere in mano la mia vita per amore della mia salute e della mia bella Italia.
Non è stato facile all’inizio. Ero abituato ai piatti della nonna, al profumo del ragù la domenica, alla mozzarella che ti guarda dal piatto e ti dice "mangiami". Però ho capito che potevo onorare le mie radici anche in un altro modo: diventando un italiano più forte, più sano, un esempio per me stesso e per chi mi sta intorno. Il medico mi ha dato una spinta, ma il vero piano l’ho costruito io, passo dopo passo, con la testardaggine di chi sa che il futuro dipende dalle scelte di oggi.
Ho iniziato a camminare tanto, perché l’Italia è un paese da vivere a piedi: le strade di campagna, i vicoli dei borghi, il rumore dei miei passi sul selciato. Poi ho rivisto quello che mettevo nel piatto. Non ho rinunciato ai sapori della nostra terra, ma ho imparato a dosarli: meno olio, più verdure, un po’ di pesce che sa di mare e tanta acqua per accompagnare tutto. Niente di complicato, solo buon senso e voglia di farcela. Ogni chilo perso era una vittoria, non solo per me, ma per quella forza che noi italiani abbiamo nel sangue.
Oggi mi sento un altro. La stanchezza che mi pesava sulle spalle è sparita, il fiatone dopo due rampe di scale è un ricordo lontano. La pressione è tornata a posto, e il rischio di diabetino, il dottore dice che posso tenerlo a bada. Ma sapete qual è la cosa più bella? Guardarmi allo specchio e pensare: "Ce l’ho fatta, sono un italiano che non si è piegato". Mi sento leggero, non solo nel corpo, ma anche nell’anima, come se avessi dato un calcio a tutte le preoccupazioni.
Non sono qui per dirvi cosa fare, ognuno ha il suo percorso. Ma se un medico vi ha messo in guardia, ascoltatelo. Non è una condanna, è un’occasione. E noi, figli di questa terra magnifica, abbiamo tutto quello che serve per trasformare i rischi in trionfi. Io ci sto riuscendo, e ogni giorno mi godo il sapore di una vita più sana, con la grinta di chi sa che l’Italia non merita niente di meno dei suoi figli migliori. Forza, amici, il prossimo passo è vostro!
Non è stato facile all’inizio. Ero abituato ai piatti della nonna, al profumo del ragù la domenica, alla mozzarella che ti guarda dal piatto e ti dice "mangiami". Però ho capito che potevo onorare le mie radici anche in un altro modo: diventando un italiano più forte, più sano, un esempio per me stesso e per chi mi sta intorno. Il medico mi ha dato una spinta, ma il vero piano l’ho costruito io, passo dopo passo, con la testardaggine di chi sa che il futuro dipende dalle scelte di oggi.
Ho iniziato a camminare tanto, perché l’Italia è un paese da vivere a piedi: le strade di campagna, i vicoli dei borghi, il rumore dei miei passi sul selciato. Poi ho rivisto quello che mettevo nel piatto. Non ho rinunciato ai sapori della nostra terra, ma ho imparato a dosarli: meno olio, più verdure, un po’ di pesce che sa di mare e tanta acqua per accompagnare tutto. Niente di complicato, solo buon senso e voglia di farcela. Ogni chilo perso era una vittoria, non solo per me, ma per quella forza che noi italiani abbiamo nel sangue.
Oggi mi sento un altro. La stanchezza che mi pesava sulle spalle è sparita, il fiatone dopo due rampe di scale è un ricordo lontano. La pressione è tornata a posto, e il rischio di diabetino, il dottore dice che posso tenerlo a bada. Ma sapete qual è la cosa più bella? Guardarmi allo specchio e pensare: "Ce l’ho fatta, sono un italiano che non si è piegato". Mi sento leggero, non solo nel corpo, ma anche nell’anima, come se avessi dato un calcio a tutte le preoccupazioni.
Non sono qui per dirvi cosa fare, ognuno ha il suo percorso. Ma se un medico vi ha messo in guardia, ascoltatelo. Non è una condanna, è un’occasione. E noi, figli di questa terra magnifica, abbiamo tutto quello che serve per trasformare i rischi in trionfi. Io ci sto riuscendo, e ogni giorno mi godo il sapore di una vita più sana, con la grinta di chi sa che l’Italia non merita niente di meno dei suoi figli migliori. Forza, amici, il prossimo passo è vostro!