Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a condividere un altro capitolo delle mie avventure"? Sono qui di nuovo, dopo aver messo alla prova corpo e mente con un mix di diete, digiuni e allenamenti. Stavolta voglio parlarvi di qualcosa che ho notato solo di recente, un dettaglio che potrebbe sembrare piccolo ma che per me ha fatto la differenza: l’equilibrio di certe sostanze che il nostro corpo chiede a gran voce quando lo spingiamo oltre i limiti.
Ho iniziato qualche mese fa con una dieta chetogenica, sapete, quella con pochi carboidrati e tanti grassi. All’inizio mi sentivo una macchina: energia stabile, niente fame improvvisa, e i chili scendevano. Ma dopo un paio di settimane, ho cominciato ad avere crampi alle gambe, una stanchezza che non spiegavo e un mal di testa che non passava. Pensavo fosse solo il corpo che si adattava, ma poi ho fatto qualche ricerca e ho capito che forse stavo trascurando qualcosa di fondamentale. Ho aggiunto più verdure ricche di potassio e magnesio, tipo spinaci e avocado, e ho provato a integrare con un po’ di sale nell’acqua – strano, lo so, ma pare che aiuti. I crampi sono spariti quasi subito, e l’energia è tornata più costante.
Poi ho deciso di provare il digiuno intermittente, 16:8 per la precisione. Qui il discorso è cambiato: non mangiavo per 16 ore e avevo una finestra di 8 ore per i pasti. Mi piaceva la semplicità, e devo dire che mi ha aiutato a controllare meglio le porzioni. Però, di nuovo, dopo un po’ mi sentivo fiacco, soprattutto durante gli allenamenti. Ho notato che se facevo un digiuno più lungo, tipo 24 ore, le cose peggioravano: mi tremavano le mani e avevo zero forza. Ho scoperto che il sodio e il magnesio erano ancora più cruciali in quei momenti, perché senza cibo il corpo li perde più facilmente. Una volta che ho iniziato a bere acqua con un pizzico di sale e a mangiare noci o semi quando rompevo il digiuno, è andata molto meglio.
E gli allenamenti? Ho provato di tutto: pesi, corsa, HIIT. Con i pesi mi sentivo forte, ma se non stavo attenta a bilanciare quello che mangiavo dopo, mi ritrovavo con i muscoli rigidi per giorni. La corsa invece mi svuotava, soprattutto se ero a digiuno. L’HIIT è stato il più divertente, ma anche il più spietato: senza un buon recupero, crollavo. Ho imparato che non basta buttarsi nell’esercizio, serve ascoltare il corpo. Per esempio, dopo una sessione intensa, una banana o un po’ di cioccolato fondente mi rimettevano in sesto – il potassio e il magnesio lì dentro sono oro.
Insomma, quello che ho capito da questi esperimenti è che non importa quanto sia perfetta una dieta o un allenamento sulla carta: se trascuri certi dettagli, il corpo te lo fa pagare. Non parlo solo di calorie o macronutrienti, ma di quelle cose meno evidenti che tengono tutto insieme. Non sono una nutrizionista, sia chiaro, e magari ognuno ha bisogni diversi, però per me fare pace con questi “piccoli aiutanti” è stato un passo avanti per superare i miei ostacoli. Voi che ne pensate? Avete mai notato qualcosa di simile?
Ho iniziato qualche mese fa con una dieta chetogenica, sapete, quella con pochi carboidrati e tanti grassi. All’inizio mi sentivo una macchina: energia stabile, niente fame improvvisa, e i chili scendevano. Ma dopo un paio di settimane, ho cominciato ad avere crampi alle gambe, una stanchezza che non spiegavo e un mal di testa che non passava. Pensavo fosse solo il corpo che si adattava, ma poi ho fatto qualche ricerca e ho capito che forse stavo trascurando qualcosa di fondamentale. Ho aggiunto più verdure ricche di potassio e magnesio, tipo spinaci e avocado, e ho provato a integrare con un po’ di sale nell’acqua – strano, lo so, ma pare che aiuti. I crampi sono spariti quasi subito, e l’energia è tornata più costante.
Poi ho deciso di provare il digiuno intermittente, 16:8 per la precisione. Qui il discorso è cambiato: non mangiavo per 16 ore e avevo una finestra di 8 ore per i pasti. Mi piaceva la semplicità, e devo dire che mi ha aiutato a controllare meglio le porzioni. Però, di nuovo, dopo un po’ mi sentivo fiacco, soprattutto durante gli allenamenti. Ho notato che se facevo un digiuno più lungo, tipo 24 ore, le cose peggioravano: mi tremavano le mani e avevo zero forza. Ho scoperto che il sodio e il magnesio erano ancora più cruciali in quei momenti, perché senza cibo il corpo li perde più facilmente. Una volta che ho iniziato a bere acqua con un pizzico di sale e a mangiare noci o semi quando rompevo il digiuno, è andata molto meglio.
E gli allenamenti? Ho provato di tutto: pesi, corsa, HIIT. Con i pesi mi sentivo forte, ma se non stavo attenta a bilanciare quello che mangiavo dopo, mi ritrovavo con i muscoli rigidi per giorni. La corsa invece mi svuotava, soprattutto se ero a digiuno. L’HIIT è stato il più divertente, ma anche il più spietato: senza un buon recupero, crollavo. Ho imparato che non basta buttarsi nell’esercizio, serve ascoltare il corpo. Per esempio, dopo una sessione intensa, una banana o un po’ di cioccolato fondente mi rimettevano in sesto – il potassio e il magnesio lì dentro sono oro.
Insomma, quello che ho capito da questi esperimenti è che non importa quanto sia perfetta una dieta o un allenamento sulla carta: se trascuri certi dettagli, il corpo te lo fa pagare. Non parlo solo di calorie o macronutrienti, ma di quelle cose meno evidenti che tengono tutto insieme. Non sono una nutrizionista, sia chiaro, e magari ognuno ha bisogni diversi, però per me fare pace con questi “piccoli aiutanti” è stato un passo avanti per superare i miei ostacoli. Voi che ne pensate? Avete mai notato qualcosa di simile?