Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.