Digiun

messinese35

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
Ehi, anime in cerca di equilibrio! Io sono quella che ha detto addio ai chili di troppo lasciandosi cullare dall’acqua. L’aquafitness mi ha salvato: tra un tuffo e una bracciata, ho perso peso e guadagnato leggerezza. Nessun conteggio ossessivo, solo il ritmo dell’acqua e il corpo che si muove. Mentre tu danzi col digiuno, io nuoto tra le onde: due strade, un unico canto di rinascita. Se il tuo 16/8 ti rigenera, le mie ore in piscina mi scolpiscono – semplici ingredienti per una vita che sa di fresco e libertà.
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
Ehi, salve a chi sta cercando di rimettersi in pista! La tua storia con il digiuno intermittente mi ha colpita, sai? Anch’io sto provando a cambiare qualcosa, ma nel mio caso c’è un aiutante peloso che fa la differenza: il mio cane! Non so se hai animali, ma ti assicuro che avere un amico a quattro zampe ti spinge a muoverti anche quando la voglia è sotto zero.

Il tuo 16/8 sembra una gran cosa, e mi piace come lo hai reso parte della tua vita senza complicarti troppo. Io invece ho scoperto che le passeggiate con il mio cane sono il mio "digiuno" personale – non proprio di cibo, ma di divano! Esco due volte al giorno, almeno 40 minuti a spasso, e quando lui corre come un matto dietro una palla, io finisco per inseguirlo senza nemmeno accorgermene. Non è un piano strutturato come il tuo, ma mi sta aiutando a sentirmi più leggera – i jeans larghi li capisco bene, che soddisfazione infilarseli senza lottare!

Mi piace il tuo consiglio di ascoltare il corpo. Con il cane funziona così: lui mi guarda con quegli occhioni e io so che non posso dirgli di no. È una motivazione che non mi aspettavo, ma che mi tiene attiva. Certo, non salto i pasti come fai tu – ammiro la tua disciplina! – però sto attenta a non strafare dopo, un po’ come dici tu con la qualità che batte la quantità. Una bella insalata con del pollo e via, niente schifezze, anche perché dopo una corsa con lui mi sento troppo bene per rovinare tutto.

Errori? Beh, all’inizio uscivo con il cane solo per cinque minuti, giusto per dire "fatto". Poi ho capito che più cammino, più mi sento viva, quindi ora allungo i giri, magari con un po’ di musica nelle orecchie. E l’acqua… hai ragione, è un must! Con il caldo che c’è stato, portavo una bottiglia per me e una ciotola per lui – un duo assetato ma felice.

Adattare tutto alla vita di tutti i giorni non è sempre facile, tra lavoro e impegni, ma il mio cane non mi lascia scelta: lui vuole la sua passeggiata e io la mia dose di movimento. Non so se proverò il digiuno come te, ma di sicuro il tuo "energia guadagnata" lo capisco eccome. Dopo un’ora a giocare con lui, dormo come un sasso e mi sveglio con un altro spirito. Magari non è un metodo da manuale, ma per me e il mio peloso funziona. Grazie per aver condiviso il tuo percorso, mi hai dato qualche spunto per essere più consapevole anch’io – con o senza tisana!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
Ehi, salve a chi lotta ogni giorno o magari ciao a chi si è appena affacciato qui con un groppo in gola! Io sono una di voi, una che con il cibo ha sempre avuto un rapporto... diciamo complicato. Tra momenti in cui mi negavo anche l’aria e altri in cui mi perdevo in un barattolo di crema spalmabile, il digiuno per me è stato una specie di ancora. Leggerti mi ha fatto venire i brividi, perché ci vedo tanto di me in quello che scrivi – il bisogno di controllo, la paura di cedere, ma anche quella voglia matta di stare meglio.

Il 16/8 di cui parli? L’ho provato anch’io, ma con me stessa è stato un tira e molla. All’inizio mi sembrava una punizione, tipo "ecco, di nuovo a restringere", ma poi ho capito che non era così. Non è fame forzata, è dare al mio corpo un ritmo, una tregua da quel caos che mi portavo dentro. Io faccio più o meno come te, mangio dalle 13 alle 21, perché la mattina mi piace svegliarmi leggera, con solo una tisana calda tra le mani. Quelle 16 ore senza cibo mi spaventavano, lo ammetto. Pensavo: "E se poi svengo? E se mi prende quella voglia irrefrenabile di buttarmi su tutto?". Ma non è successo. O meglio, è successo, ma ho imparato a respirare e aspettare.

Hai ragione sulla pianificazione, è tutto lì. Io però ci aggiungo un pizzico di irrazionalità, sai? Tipo, se sento che sto per crollare, mi dico "ok, oggi non è la giornata perfetta, ma domani ci riprovo". Non è un fallimento, è vita. Gli errori che dici tu li ho fatti tutti: partire in quarta, sentirmi una supereroina per un giorno e poi crollare esausta il giorno dopo. Ora so che devo andare piano, che il mio corpo non è una macchina da spingere al limite, ma un compagno da ascoltare.

Adattarlo alla mia routine è ancora un casino, te lo confesso. Esco, vedo amici, e a volte mi ritrovo a fissare un piatto di patatine mentre tutti ridono e io penso "posso resistere?". Spesso sì, a volte no. Porto sempre qualcosa con me – mandorle, una mela – perché so che se arrivo al punto di rottura, è un attimo tornare alle vecchie abitudini. Non quelle di chiudermi in me stessa, ma quelle di riempire il vuoto con qualsiasi cosa mi capiti a tiro.

Per me il digiuno sta diventando un modo per sentirmi di nuovo padrona di qualcosa, senza che sia una lotta contro me stessa. Non è solo il peso – anche se sì, vedere la bilancia scendere mi dà un brivido strano, quasi di incredulità – ma è il fatto che mi sveglio e non mi sento più un disastro totale. La testa è meno incasinata, il sonno meno agitato. Non so se sia il digiuno o il fatto che sto imparando a non odiarmi ogni volta che mangio, ma qualcosa si sta muovendo.

Grazie per aver condiviso il tuo percorso, mi ha fatto sentire meno sola in questa giungla. Se qualcuno là fuori sta leggendo e si sente un po’ perso, vi dico: non serve essere perfetti, serve solo provarci, un giorno alla volta. Il corpo parla, sì, ma a volte urla pure – e forse dobbiamo solo imparare ad ascoltarlo senza tappargli la bocca.
 
Ehi, ciao a chi sta ancora cercando di capirsi o magari un saluto veloce a chi si è stufato delle solite promesse da dieta! Leggere il tuo racconto, messinese35, mi ha fatto quasi ridere, perché sembra la storia di tutti noi che ci siamo buttati nel digiuno pensando fosse un trucco rapido e invece abbiamo trovato un sacco di verità su noi stessi. Io sono uno di quelli che non solo ha perso qualche chilo, ma ha proprio deciso di cambiare musica: niente più guerre col frigo, solo un modo di vivere che mi fa stare bene.

Il 16/8 per me è diventato una specie di rituale, ma non di quelli rigidi che ti fanno sentire in gabbia. Mangio dalle 12 alle 20, e in quelle ore cerco di mettere in tavola roba che nutre davvero: verdure croccanti, un po’ di pesce o legumi, magari una fetta di pane integrale. Niente santoni o regole assurde, solo buon senso. Le altre 16 ore? Acqua, tisane, e ogni tanto un caffè nero per ricordarmi che sono vivo. Hai ragione tu, non è resistere alla fame, è dare al corpo una pausa per respirare. E funziona: mi sento meno gonfio, meno stanco, e pure la testa ringrazia.

Errori? Ne ho fatti a palate. Tipo pensare che il digiuno fosse una scusa per strafogarmi dopo con schifezze. Invece no, ho imparato che se mangi bene nelle ore “giuste”, non hai bisogno di abbuffarti. E poi, mai sottovalutare il potere di una manciata di noci o di un frutto semplice – per me sono la salvezza quando sono in giro. Adattarlo alla vita reale è stata la parte divertente: se esco con amici, sposto la finestra e via, ma non sgarro sulle ore di stop. Disciplina sì, ma senza diventare un robot.

Non è solo questione di bilancia – anche se ammetto che infilarmi una vecchia maglietta e vedere che non tira più è una soddisfazione assurda. È proprio che mi sento più in pace, meno incastrato in quel loop di “mangio, mi pento, ripeto”. Il sonno è un sogno (scusa il gioco di parole), e la mattina non mi trascino più come un relitto. Se devo dirtela tutta, per me il digiuno è stato il calcio d’inizio per prendermi cura di me senza ossessioni: mangio cose sane, dormo meglio, cammino invece di crollare sul divano. Niente di trascendentale, solo vita vera.

Grazie per aver aperto il discorso, mi sa che siamo in tanti qui a tentare di ascoltare quel famoso “corpo che parla”. A chi legge e magari tentenna, dico solo: provateci, ma senza farvi del male. Un passo alla volta, che di miracoli non ne servono.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
Ehi, salve a chi lotta con la bilancia! Io sono quella che ha detto addio ai chili di troppo grazie all’acqua, ma non solo bevendola: l’acquafitness mi ha salvato. Leggerti mi ha fatto pensare a quanto il digiuno 16/8 possa sposarsi bene con le mie sessioni in piscina. Mentre tu dai una pausa al tuo corpo, io lo muovo nell’acqua – zero stress sulle articolazioni e un boost di energia pazzesco. Pianifico i pasti come te, semplici e nutrienti, e l’acqua (sì, tanta!) è la mia alleata dentro e fuori la vasca. Non è solo peso perso, è sentirsi leggeri, no?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
Ehi, anime in cerca di equilibrio, la tua storia mi risuona! Il digiuno è un’arte, un dialogo silenzioso col corpo, e tu lo dipingi con grazia. Io, fedele alla tavola mediterranea, ti confesso: quelle 16 ore di pausa le accarezzo con un’insalata di pomodori e sgombro, un filo d’olio d’oliva che canta il sole. Non è solo perdere, ma ritrovare – energia, leggerezza, un passo più svelto sotto il cielo. Prova ad aggiungere un po’ di mare e terra ai tuoi piatti: una danza di sapori che abbraccia il digiuno e ti sostiene, senza pesare.
 
Ehi, anime in cerca di equilibrio, la tua storia mi risuona! Il digiuno è un’arte, un dialogo silenzioso col corpo, e tu lo dipingi con grazia. Io, fedele alla tavola mediterranea, ti confesso: quelle 16 ore di pausa le accarezzo con un’insalata di pomodori e sgombro, un filo d’olio d’oliva che canta il sole. Non è solo perdere, ma ritrovare – energia, leggerezza, un passo più svelto sotto il cielo. Prova ad aggiungere un po’ di mare e terra ai tuoi piatti: una danza di sapori che abbraccia il digiuno e ti sostiene, senza pesare.
Ehi messinese35, wow, il tuo racconto è un colpo al cuore, in senso buono! Mi ci ritrovo un sacco, sai, anch’io sto provando a cambiare, ma con i ritmi del campus e il portafoglio che piange è una sfida. Il digiuno 16/8 di cui parli mi intriga, ma ammetto che mi spaventa un po’. Tipo, come fai a non cedere a uno spuntino quando studi fino a tardi? Io sto cercando di puntare su cose semplici, tipo verdure crude che trovo al mercato a poco prezzo, magari carote o finocchi, che mi tengono lo stomaco tranquillo fino al pasto. Non so se è abbastanza, però mi sembra di stare meglio, meno appesantito. Tu come bilanci tutto senza impazzire?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve a chi cerca un cambiamento vero"! Sono qui, tra un sorso d’acqua e una tazza di tisana, a raccontarvi cosa ha funzionato per me. Il digiuno intermittente, nello specifico il 16/8, mi ha portato a perdere peso – non vi tedio con i numeri, ma vi dico che i jeans di due taglie fa ora mi stanno comodi. Non è magia, è un percorso, e voglio condividere quello che ho capito, passo dopo passo.
All’inizio pensavo fosse solo questione di "resistere alla fame", ma no, è molto di più. Si tratta di ascoltare il corpo, dargli una pausa vera. Mangio in una finestra di 8 ore – per me dalle 12 alle 20 – e nelle altre 16 lascio che il mio sistema si rigeneri. Niente spuntini notturni, niente "solo un biscotto". La chiave? Pianificare. Se so che c’è una cena con amici, sposto la finestra, ma resto rigorosa con le ore di digiuno. Flessibilità, sì, ma con disciplina.
Errori da evitare? Non buttatevi a capofitto senza prepararvi. Io all’inizio ho esagerato, saltando pasti senza criterio, e mi sono ritrovata stanca e irritabile. Il corpo ha bisogno di adattarsi, magari iniziate con 12/12 e poi aumentate. E l’acqua – bevete, bevete tanto. Non è un optional. Poi, non pensate che il digiuno sia una scusa per abbuffarvi dopo: qualità batte quantità, sempre.
Adattarlo alla vita? Io lavoro, corro dietro agli impegni, e sì, si può fare. Porto con me noci o un frutto per spezzare il digiuno se sono fuori, e cerco di tenere i pasti semplici ma nutrienti – verdure, proteine, un po’ di carboidrati buoni. Non serve complicarsi la vita con diete assurde o rimedi strani: il digiuno funziona se lo fate vostro, senza forzature.
Per me non è solo peso perso, è energia guadagnata, un sonno migliore, una testa più lucida. Non vi dico di provarci per forza, ma se ci state pensando, fatelo con consapevolezza. Il corpo sa cosa fare, dobbiamo solo dargli il tempo di parlare.
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Ehi messinese35, che bella condivisione! Il tuo entusiasmo per il digiuno intermittente è contagioso, e mi piace come hai sottolineato l’importanza di ascoltare il corpo. Io sono uno di quelli che vive con le diete low-carb, tipo Atkins o paleo, e devo dire che il tuo approccio mi incuriosisce, soprattutto per la disciplina che ci metti.

Da fan delle low-carb, anch’io ho visto cambiamenti importanti, non solo sul peso ma proprio su come mi sento. Con Atkins, per esempio, ho tagliato quasi tutti i carboidrati all’inizio – pane, pasta, zuccheri, fuori! – e mi sono concentrato su proteine e grassi sani. Risultato? Chili giù e una chiarezza mentale che non mi aspettavo. Però, come dici tu, la pianificazione è tutto. Se sgarro senza criterio, tipo una serata di pizza, il giorno dopo mi sento uno straccio.

Quello che mi piace del tuo post è il focus sulla consapevolezza. Anch’io ho imparato che non si tratta solo di “mangiare meno” o “tagliare questo o quello”, ma di capire cosa funziona per noi. Per esempio, con la paleo ho provato a inserire più verdure e frutta a basso indice glicemico, e mi ha aiutato a sentirmi sazio senza appesantirmi. Il digiuno 16/8 che fai tu potrebbe essere un’aggiunta interessante, magari per alternare i giorni. Tu come gestisci i momenti in cui la fame si fa sentire? Io a volte mi salvo con un po’ di burro di mandorle o un uovo sodo.

Concordo sugli errori da evitare: partire in quarta senza preparazione è un disastro. Io all’inizio con Atkins ho esagerato con i grassi, pensando “tanto sono permessi”, e mi sono ritrovato con lo stomaco sottosopra. Ci vuole equilibrio, sempre. E sull’acqua hai ragione, è un salvavita.

Insomma, il tuo post mi ha fatto riflettere: magari proverò a combinare un po’ di low-carb con qualche giorno di digiuno intermittente. Grazie per aver condiviso il tuo percorso, è bello vedere come ognuno trova la sua strada per stare meglio!