Maratone online: motivazione alle stelle, ma i risultati dove sono?

sterling777

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6 Marzo 2025
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Ciao ragazzi,
sono anni che mi butto in questi maratone online, sempre gasata dalla competizione, dal countdown, dai "prima e dopo" degli altri. Mi dico: "Dai, stavolta spacchi!". E invece? La motivazione dura una settimana, poi torno a mangiare schifezze e a saltare gli allenamenti. I risultati veri, quelli che durano, non arrivano mai. Voi come fate a non mollare? Perché a me sembra solo un fuoco di paglia...
 
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Ehi, capisco benissimo quello che dici. Anch’io sono anni che provo a uscire da questo maledetto plateau, e ti giuro che a volte mi sembra di girare in tondo. Partecipare ai maratone online mi dà una scossa, ma dopo un po’ mi ritrovo ferma allo stesso peso, con la bilancia che mi guarda come per dirmi “e quindi?”. Ho provato di tutto: contare calorie, aumentare le proteine, fare più cardio. Qualcosa si smuove, ma mai abbastanza da sentirmi davvero soddisfatta. Ultimamente sto cercando di non fissarmi solo sul numero, ma di puntare su come mi sento: più energia, meno fiato corto. Non è facile tenere duro quando i risultati non arrivano subito, però forse il trucco sta nel non mollare anche se la motivazione cala. Tu hai qualche strategia che ti ha aiutato a non cedere? Magari condividere qui ci dà qualche spunto nuovo.
 
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Ehi, ciao, o forse dovrei dire "salve dalla cima della montagna"! Ti leggo e mi sembra di vedere me stessa qualche tempo fa, con quella bilancia che ti fissa come un avvoltoio pronto a giudicare ogni passo falso. Capisco la frustrazione, il plateau è una bestia subdola, ti fa credere che stai lavorando sodo per niente. Io però ho trovato il mio personale "antidoto": mollare il tapis roulant e infilarmi gli scarponi. Altro che maratone online, qui si parla di maratone con vista panoramica, dove il cardio lo fai salendo pendii e il peso lo perdi portando lo zaino!

Non sto dicendo che sia la soluzione magica per tutti, eh. Però per me funziona. Esco, cammino per giorni, mi perdo tra i boschi o su qualche sentiero sperduto. Non conto calorie, non peso gli spinaci – anche perché, diciamocelo, in montagna una bella zuppa di verdure te la godi senza bilancino. Il punto è che non penso al "dimagrire" come obiettivo, ma al sentirmi viva. Scendere da una salita con le gambe che tremano e il fiatone che ti ricorda che sei umana, quello sì che ti rimette in carreggiata. E sai una cosa buffa? La bilancia magari non si sposta subito, ma i pantaloni iniziano a cedere, come se dicessero "ok, hai vinto tu".

La tua idea di concentrarti su energia e fiato corto mi piace un sacco, è un approccio sano. Io ti direi di provare a cambiare aria, letteralmente. Non serve scalare l’Everest, basta una giornata lunga fuori, un posto dove puoi sudare e ridere di quanto sei stanca. La motivazione? Quella me la dà la natura: un alba in quota batte qualsiasi app fitness. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di tornare a casa con le scarpe infangate e pensare "ecco, questo sì che è un allenamento"? Non mollare, magari la chiave non è solo nel "cosa" mangi o fai, ma nel "dove" lo fai. Tu che ne pensi, hai mai provato a dare una chance a un bel trekking? Magari ci scappa pure un’idea per un gruppo "camminatori seriali contro il plateau"!
 
Ehi, salve dalla pianura (o forse da un divano troppo comodo)! Leggerti mi ha fatto sorridere, sai? Quel tuo modo di raccontare la montagna mi ha quasi convinta a mollare tutto e correre a comprarmi un paio di scarponi. Hai ragione, il plateau è un nemico silenzioso, ti fa dubitare di ogni passo, ma il tuo "antidoto" suona proprio come una boccata d’aria fresca. Non sono una gran camminatrice, lo ammetto, però mi hai messo la curiosità di provare.

Io di solito mi incastro tra casa e palestra, con quelle maratone online che mi gasano all’inizio, ma poi mi lasciano lì, a fissare lo schermo e chiedermi dove ho sbagliato. Forse hai centrato il punto: non è solo il "cosa", ma il "dove". Magari una passeggiata lunga, di quelle che ti stancano ma ti fanno sentire bene, potrebbe cambiare le carte in tavola. Non sono pronta per boschi e zaini, però una collina vicino casa potrei affrontarla. Chissà, magari scopro che sudare all’aperto batte il tapis roulant! Grazie per il racconto, mi sa che ci penso sul serio. Tu come hai iniziato, un passo alla volta o ti sei buttata subito su un sentiero tosto?
 
Ehilà, dalla pianura o forse da un angolo di casa che ormai conosco a memoria! Il tuo messaggio mi ha colpita, sai? Quel tuo entusiasmo per la montagna mi ha fatto quasi venir voglia di abbandonare il divano e provare qualcosa di diverso. Capisco bene quel senso di stallo che descrivi, quel plateau che ti fa sentire come se ogni sforzo fosse inutile. Però il tuo modo di vedere le cose, quel cambiare aria e prospettiva, mi ha acceso una lampadina.

Io sono una di quelle che si lascia prendere dalle maratone online, tutta motivata all’inizio, con la playlist perfetta e il cronometro che ticchetta. Ma poi, dopo un po’, mi ritrovo a guardare i numeri sulla bilancia che non si muovono e mi chiedo se sto solo girando a vuoto. Casa, palestra, schermo: è un loop che mi tiene incollata, ma forse non mi porta da nessuna parte. Quello che dici sul “dove” mi fa riflettere. Non sono una da sentieri impervi, lo ammetto, e l’idea di uno zaino sulle spalle mi spaventa un po’. Però una passeggiata lunga, magari su una collina qui vicino, con l’aria fresca che ti riempie i polmoni… potrebbe essere un inizio, no? Qualcosa di semplice, che mi faccia sentire il corpo senza doverlo incastrare in regole ferree o tabelle di marcia.

Io con le diete ho sempre avuto un rapporto complicato. Mi metto in testa di seguire un piano, ma dopo un po’ mi sembra di combattere contro me stessa. Forse il problema non è solo cosa mangio, ma come mi ascolto. Il tuo racconto mi ha fatto pensare che magari non serve forzarmi in schemi rigidi, ma piuttosto trovare un ritmo mio, che sia una camminata o solo il modo in cui mi approccio al cibo. Tu come hai fatto a capire che la montagna era la tua strada? È stato un caso, un giorno che ti sei detta “proviamo”? O magari c’è stato un momento in cui hai sentito che il corpo ti chiedeva di muoverti diversamente? Mi incuriosisce, perché io sono proprio in quella fase in cui vorrei cambiare qualcosa, ma non so bene da dove partire. Grazie per aver condiviso, mi hai dato uno spunto che non mi aspettavo!
 
Ciao ragazzi,
sono anni che mi butto in questi maratone online, sempre gasata dalla competizione, dal countdown, dai "prima e dopo" degli altri. Mi dico: "Dai, stavolta spacchi!". E invece? La motivazione dura una settimana, poi torno a mangiare schifezze e a saltare gli allenamenti. I risultati veri, quelli che durano, non arrivano mai. Voi come fate a non mollare? Perché a me sembra solo un fuoco di paglia...
Ehi, capisco benissimo quel fuoco di paglia di cui parli, è una cosa che mi ha fregato tante volte. Io sono nella tua stessa barca, ma con qualche complicazione in più: diabete di tipo 2 e ginocchia che fanno i capricci da anni. Le maratone online mi attirano sempre, quel clima di gruppo e l’entusiasmo iniziale mi fanno sentire che posso farcela, ma poi la realtà mi sbatte in faccia i miei limiti. Non è solo questione di motivazione, almeno per me: il corpo non sempre segue la testa.

Il mio medico mi ha detto chiaro e tondo che devo muovermi, ma in modo intelligente. Niente salti o corse sfrenate, perché le articolazioni non reggono, e soprattutto niente diete drastiche che mi mandano in tilt la glicemia. Quello che sto provando a fare ora è puntare su costanza, non su exploit da maratona. Camminate lunghe, anche solo 30-40 minuti al giorno, a passo deciso ma senza strafare. Se le ginocchia protestano, passo a esercizi da seduta che mi ha consigliato il fisioterapista: movimenti lenti con una fascia elastica per rinforzare i muscoli senza caricare le articolazioni. Non è roba da “prima e dopo” spettacolare, ma almeno non mi fermo dopo una settimana.

Per il cibo, sto cercando di non cedere alle schifezze, ma non mi privo di tutto. Il diabetologo mi ha dato un piano con porzioni controllate, più proteine e verdure, e qualche carboidrato che non mi sballa i valori. La tentazione c’è sempre, ma sto imparando a non vedere il mangiare come premio o punizione. È un equilibrio fragile, lo ammetto, e ci sono giorni in cui mollo pure io. Però ho notato che se mi concentro su piccoli passi, tipo finire la giornata senza zuccheri o con una camminata in più, poi mi sento meno in colpa e più in controllo.

Voi che fate per non crollare? Io credo che per me il segreto stia nel non aspettarmi miracoli dalle maratone, ma nel costruirmi una routine che non mi distrugga fisicamente. Forse non è motivazione alle stelle, ma almeno non mi brucio in una settimana. Fatemi sapere, sono curiosa di capire come tenete duro voi con i vostri trucchi!
 
Ciao a tutti,

intanto grazie per aver condiviso le vostre storie, mi ci ritrovo tantissimo in quello che scrivete. Quel fuoco di paglia delle maratone online lo conosco bene anch’io: parte l’entusiasmo, ti senti pronta a cambiare tutto, e poi dopo una settimana ti ritrovi sul divano con un pacchetto di patatine in mano. Sterling777, capisco ogni tua parola, e anche il tuo commento sul corpo che non segue la testa mi ha colpita. Io non ho diabete o problemi alle ginocchia, ma ho i miei limiti, e spesso mi sono sentita frustrata perché volevo risultati veloci e invece mi scontravo con la realtà.

Da un po’ di tempo, però, ho cambiato approccio, e devo dire che mi sta aiutando a non mollare. Non punto più sulle maratone o sulle diete lampo, ma su qualcosa di più semplice e vicino a me: quello che coltivo con le mie mani. Ho un piccolo orto sul balcone – pomodori, zucchine, qualche erba aromatica – e quando non c’è stagione uso vasi dentro casa. Non è solo una questione di hobby, ma di controllo. Sapere esattamente cosa metto nel piatto, senza pesticidi o schifezze nascoste, mi fa sentire più sicura. E poi, diciamocelo, un pomodoro che hai cresciuto tu ha un sapore che ti ripaga di ogni fatica.

Per me la chiave è stata trasformare il cibo in qualcosa di lento e naturale, non una corsa contro il tempo. Preparo spesso zuppe o passati con le verdure dell’orto: una pentola di minestrone con zucchine, carote e un po’ di legumi, per esempio, mi dura giorni e mi tiene sazia senza appesantirmi. Non devo pesare tutto al grammo, ma so che sto mangiando qualcosa di sano e leggero. E se ho voglia di qualcosa di più saporito, aggiungo spezie o un filo d’olio buono, ma sempre senza esagerare. Questo mi ha tolto quella sensazione di privazione che mi faceva crollare dopo una settimana di diete assurde.

Non fraintendetemi, non è che sono diventata una santa: ci sono giorni in cui la tentazione vince, e magari mi scappa un pezzo di cioccolato o una fetta di pizza. Però ho notato che se il grosso della mia routine viene da quello che coltivo e preparo io, poi non mi sento così in colpa per uno strappo. È come se il mio orto mi desse una base solida, un punto di partenza per non lasciarmi andare del tutto. E poi, stare lì a curare le piante mi rilassa, mi tiene la testa occupata e mi evita di aprire il frigo per noia.

Sul movimento, sto cercando di essere costante come te, con le tue camminate. Non ho scuse, abito vicino a un parco, quindi cerco di fare almeno 20-30 minuti al giorno, anche solo per prendere aria. Se piove, mi metto in cucina a sperimentare con le verdure che ho raccolto, e già quello mi fa sentire attiva. Non è una maratona, non è una gara, ma è qualcosa che posso tenere nel tempo senza bruciarmi.

Grazie davvero per aver aperto questa discussione, mi ha fatto riflettere su quanto sia importante trovare un ritmo che funzioni per noi, senza inseguire i “prima e dopo” degli altri. Mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi ha provato a coltivare qualcosa, anche solo un vaso di basilico, e se vi ha aiutato a sentirvi più in pace col cibo. O magari quali sono le vostre strategie per non crollare quando l’entusiasmo iniziale svanisce. Io sto imparando che i risultati veri arrivano piano, ma almeno così non mi sembra di combattere contro me stessa ogni giorno.
 
Ehi, che bella riflessione! Coltivare il tuo orto è una figata, ma sai cosa? Io punto tutto sul fuoco dentro: spezie a volontà! Altro che minestrone tranquillo, io butto peperoncino, zenzero e curcuma ovunque. Accendo il metabolismo e mi sento una fornace. Prova a mischiare un po’ di cayenna in quelle zuppe, vedrai che sprint! E per non crollare? Muoviti in casa: 15 minuti di squat e affondi mentre bolle la pentola. Altro che noia, è una sfida con te stessa! Chi di voi osa con le spezie? Raccontate!
 
Ciao ragazzi,
sono anni che mi butto in questi maratone online, sempre gasata dalla competizione, dal countdown, dai "prima e dopo" degli altri. Mi dico: "Dai, stavolta spacchi!". E invece? La motivazione dura una settimana, poi torno a mangiare schifezze e a saltare gli allenamenti. I risultati veri, quelli che durano, non arrivano mai. Voi come fate a non mollare? Perché a me sembra solo un fuoco di paglia...
Ehi, capisco perfettamente quel fuoco di paglia che brucia forte all’inizio e poi… puff, sparisce! Anch’io, come mamma in deco, mi sono buttata in mille maratone online, con l’entusiasmo di chi sogna di tornare in forma tra una poppata e un cambio di pannolino. Però, sai, ho capito una cosa: la chiave non è la fiammata iniziale, ma costruire qualcosa che duri, tipo un puzzle che metti insieme un pezzo alla volta.

Io pure partivo gasata, ma poi la vita da mamma mi travolgeva: il bimbo che piange, la casa che sembra un campo di battaglia, e il frigo che chiama con quel pezzo di torta avanzata. Risultati? Zero, o quasi. Però quest’anno ho cambiato approccio. Invece di puntare al “tutto e subito”, mi sono detta: “Fai poco, ma fallo sempre”. Tipo, 15 minuti di workout mentre il piccolo dorme, o una passeggiata col passeggino ascoltando un podcast motivazionale. Sul cibo, idem: non diete drastiche, ma magari cambio una schifezza al giorno con qualcosa di sano, tipo uno yogurt al posto di un biscotto.

Non è che ora sono una modella, eh, ma dopo mesi vedo la differenza: qualche chilo in meno, più energia, e soprattutto non mi sento in colpa se sgarro ogni tanto. La maratona mi dà la spinta, sì, ma è quello che faccio dopo, giorno per giorno, che conta davvero. Tu che dici, magari provi a puntare su un piccolo passo fisso invece di cercare il botto? Racconta, che sono curiosa!