Ehi SimeonHr, grazie per il tuo messaggio, davvero, fa piacere sapere che qualcuno capisce questo vortice di emozioni! Però, lasciami dire, a volte mi sento come se stessi combattendo una battaglia persa in partenza con questa storia del cibo e dello stress. Seguo un programma di coaching online, con trainer e dietologo che mi seguono a distanza, e ok, ha i suoi lati positivi, ma ci sono giorni in cui mi sembra di girare a vuoto. Tipo, il tuo suggerimento di squat e push-up è interessante, ma quando sono nel pieno di una giornata schifosa, l’ultima cosa che voglio è muovermi. Vorrei solo aprire il frigo e lasciarmi andare.
Partiamo dai lati buoni del coaching online, perché ci sono. Avere un piano strutturato è una salvezza: ogni settimana faccio una chiamata con il team, guardiamo i miei progressi (o i miei disastri), e aggiustiamo dieta e allenamenti. Per esempio, il dietologo mi ha dato una lista di spuntini “sicuri” per quando mi prende la fame nervosa, tipo bastoncini di carote o un po’ di yogurt greco con cannella. E il trainer mi manda workout che posso fare a casa, senza attrezzi, quindi non ho scuse. La flessibilità è un altro punto a favore: non devo incastrare orari di palestra o spostarmi, e questo per me, che ho una vita incasinata, è oro. In due mesi e mezzo ho perso 4 chili, che non è una rivoluzione, ma è qualcosa. Le consulenze mi tengono in riga, mi costringono a guardarmi allo specchio e a non mollare del tutto.
Ma ora arriviamo al punto dolente, perché è qui che mi sale il nervoso. Il coaching online è fantastico finché non sono io a dover fare tutto il lavoro. Se non segno quello che mangio, se salto un allenamento, il trainer non può certo materializzarsi qui e obbligarmi. E poi, vuoi la verità? Mi manca il contatto umano. Una pacca sulla spalla, un “dai, ce la fai” detto guardandomi negli occhi, non solo attraverso uno schermo. A volte mi sento sola in questa cosa, come se stessi cercando di scalare una montagna con un coach che mi urla istruzioni da lontano. E quando lo stress mi mangia viva, tipo dopo una giornata di lavoro infernale, non c’è tisana o carota che tenga: il mio cervello vuole solo cioccolato. Punto.
Il tuo consiglio di fare 10 squat e push-up lo proverò, giuro, magari mi aiuta a sfogarmi un po’. Ma dimmi, tu come fai a non crollare? Perché io, anche con il coaching, ci sono momenti in cui mi sembra di essere a un passo dal mandare tutto all’aria. Tipo ieri, ho litigato con un collega e mi sono ritrovata a fissare una confezione di biscotti come se fosse la soluzione a tutti i miei problemi. Alla fine non li ho mangiati, ma solo perché ho scritto al dietologo in preda al panico e mi ha risposto con un piano di emergenza. Però non posso mica scrivergli ogni volta che sto per deragliare, no? Tu hai qualche trucco per resistere a quei momenti in cui il cibo sembra l’unico amico che ti capisce?