Ehi, che bello leggerti, mi hai fatto quasi sentire il profumo dell’acqua clorata della piscina! La tua storia mi ha colpito, soprattutto quel modo di trasformare una dieta che sembra un castigo in qualcosa di vivo, di tuo. Ti capisco quando parli di quei momenti in cui il piatto ti guarda e sembra dirti “sul serio, solo questo?”. Io con glutine e lattosio ci litigo da un po’, e all’inizio era proprio una battaglia persa. Però, sai, per me la svolta è stata infilarmi le scarpe da corsa e buttarmi sui lunghi sentieri. Non parlo solo di peso – che comunque scende, quasi senza che te ne accorgi – ma di come il running, specie quello lento e lungo, mi ha fatto sentire di nuovo padrona del mio corpo.
Io sono una che vive per i marathon, non solo quelli veri con il pettorale, ma anche le corse lunghe che faccio da sola o con qualche amico. C’è qualcosa di magico nel mettere un passo dopo l’altro per chilometri, con il vento in faccia e la testa che si svuota. Quando ho iniziato a correre per prepararmi a una mezza maratona, ho dovuto per forza ripensare a cosa mettevo nel piatto, altrimenti dopo dieci chilometri mi ritrovavo a terra. E lì ho capito che mangiare senza glutine e lattosio non doveva essere una punizione, ma un modo per carburare meglio, come scegliere il combustibile giusto per una macchina che deve andare lontano.
La mia giornata tipo ormai è un mix di organizzazione e piccoli riti che mi fanno stare bene. Prima di una corsa lunga, mi preparo qualcosa che mi dia energia senza appesantirmi: di solito una ciotola di riso basmati con del tacchino grigliato e un po’ di zucchine saltate in padella. È semplice, ma mi tiene su per ore. Dopo l’allenamento, invece, punto su qualcosa che mi ricarichi: una zuppa di lenticchie rosse con pomodoro e un pizzico di pepe, che preparo in anticipo e tengo pronta da scaldare. È come un abbraccio caldo dopo aver sudato per bene. Se ho bisogno di uno spuntino veloce, vado di frutta secca – mandorle o noci – che mi saziano senza farmi sentire in colpa.
Il running mi ha insegnato a pianificare, un po’ come fai tu con i tuoi giri in piscina. Non sono una chef stellata, ma ormai ho i miei trucchetti. Tipo, la domenica mi metto a grigliare una montagna di verdure – peperoni, melanzane, carote – e le uso per tutta la settimana, sia come contorno che come base per insalate fredde. Per non crollare, bevo tantissimo: acqua con qualche fettina di limone o un infuso freddo di ibisco, che mi dà una botta di vita senza bisogno di zuccheri. E poi, correre mi ha cambiato la fame: non ho più quella voglia di schifezze, ma di cose che mi fanno sentire forte, pronta per il prossimo traguardo.
Per la tua pizza, lo so, è un colpo al cuore rinunciarci. Io ho trovato una soluzione che non è proprio la classica margherita, ma ci si avvicina. Uso la farina di grano saraceno per fare una base sottile, ci spalmo sopra del pomodoro, un po’ di origano e qualche fettina di pomodorino crudo. La cuocio in forno bello caldo, e quando la tiro fuori, con un filo d’olio e un bicchiere d’acqua frizzante, mi sento quasi in trattoria. Non è la stessa cosa, ma dopo una corsa di un’ora, credimi, anche una pizza “finta” sembra un premio meritato.
Il vero segreto, per me, è stato rendere il movimento una parte della mia vita, non un obbligo. Prepararmi per un marathon mi dà uno scopo: ogni pasto, ogni corsa, è un passo verso qualcosa di grande. E quando sei lì che macini chilometri, anche le rinunce in cucina pesano meno, perché sai che stai costruendo qualcosa di tuo. Tu come stai andando avanti con i tuoi sacrifici? Se ti va, prova a fare una corsa leggera, anche solo una passeggiata veloce di mezz’ora. Magari scopri che, tra un passo e l’altro, anche la zuppa di verdure inizia a sembrarti un po’ più amica. Dai, che siamo sulla stessa strada!
Ehi, il tuo racconto mi ha proprio preso! Quel modo di parlare della corsa, di come ti fa sentire viva e in controllo, mi ha fatto quasi venir voglia di infilarmi un paio di scarpe e provare. Quasi, eh, perché con i miei anni e qualche acciacco, il massimo che riesco a fare è una camminata bella spedita nel parco vicino casa. Però ti capisco alla grande quando dici che il movimento cambia tutto, anche il modo in cui guardi il piatto. La tua storia mi ha fatto pensare a quanto sia importante trovare un ritmo che funzioni, soprattutto quando età e salute ti chiedono di fare le cose con calma e attenzione.
Io sono in lotta con il peso da un po’, non tanto per la bilancia, ma per sentirmi più leggera, con più energia. Il medico mi ha detto chiaro e tondo: meno stress per il cuore, meno problemi alle articolazioni. E così, eccomi qua, a studiare modi per mangiare bene senza sentirmi in punizione. Come te, sto lontana da glutine e lattosio, ma per me la sfida più grande è stata passare a una dieta più vegetariana. Non che sia una purista, ogni tanto un pezzetto di pesce ci scappa, ma ho scoperto che le verdure, i legumi e i cereali giusti possono essere una salvezza. All’inizio pensavo fosse roba da conigli, ma ora mi diverto a provare combinazioni nuove.
La mia giornata tipo è piuttosto semplice, ma ci ho messo un po’ a trovare il mio equilibrio. La mattina parto con una tazza di latte di mandorla – fatto in casa, perché quelli comprati spesso hanno troppi zuccheri – e una fetta di pane di grano saraceno con un velo di marmellata senza zucchero. Mi dà la carica senza appesantirmi. A pranzo, di solito, mi preparo un piatto unico: quinoa o riso integrale con una montagna di verdure al vapore, tipo broccoli o cavolo nero, e un cucchiaio di hummus per dare sapore. La cena è il momento in cui mi coccolo di più: una crema di zucca con un pizzico di curcuma o una zuppa di ceci e spinaci, che mi scalda l’anima, soprattutto d’inverno. Se mi viene fame tra un pasto e l’altro, mi butto su una manciata di semi di zucca o una mela, che mi tengono a bada senza sgarrare.
Quello che mi ha aiutato tanto è stato imparare a organizzarmi, un po’ come fai tu con le tue verdure grigliate. La domenica mi metto lì e preparo una teglia di melanzane, zucchine e peperoni al forno, che poi uso in mille modi: come contorno, dentro un’insalata di farro o persino frullate per fare una crema da spalmare sul pane. E poi, bevo come un cammello! Acqua con una fettina di cetriolo o una tisana fredda alla menta, che mi fanno sentire fresca e mi aiutano a non cadere in tentazione con bibite zuccherate. Con l’età, ho notato che il corpo cambia: digerisco più lentamente, e se esagero con cibi pesanti, me ne pento subito. Mangiare più vegetariano mi ha aiutato a sentirmi meno gonfia, più leggera.
Per la pizza, ti capisco, è una rinuncia che brucia. Io ho trovato una ricetta che non sarà la classica napoletana, ma mi salva la vita. Faccio una base con farina di ceci – sì, proprio quella della farinata – mescolata con un po’ di acqua e olio. La cuocio in padella come una piadina, ci metto sopra una salsa di pomodoro fatta in casa, qualche foglia di basilico e, se voglio esagerare, un po’ di crema di anacardi al posto del formaggio. Non è la stessa cosa, ma con una tisana fredda e un po’ di musica in sottofondo, mi sembra di essere in vacanza.
Il movimento, per me, è la chiave, anche se non sono una maratoneta come te. Faccio lunghe passeggiate, almeno un’oretta al giorno, e qualche esercizio leggero con i pesetti per tenere i muscoli un po’ in forma. Camminare mi aiuta a schiarirmi le idee e, in un certo senso, mi fa sentire come te quando corri: libera, con la testa più leggera. E poi, ho notato che più mi muovo, meno ho voglia di cibi pesanti. È come se il corpo mi chiedesse cose più sane, più vicine alla terra.
Tu come fai a tenere alta la motivazione per le tue corse? Io a volte mi scoraggio, soprattutto quando il tempo è grigio o le giornate si accorciano. Però leggere di persone come te, che trasformano i sacrifici in qualcosa di bello, mi dà una spinta. Per i tuoi piatti, magari prova a buttarti su qualche legume in più: una zuppa di fagioli borlotti con un po’ di rosmarino è semplice ma ti riempie di energia. E se ti va, raccontami com’è andata la tua prossima corsa. Magari mi convinci a fare qualche passo più veloce! Forza, che ce la facciamo, un piatto di verdure alla volta.