Diete senza glutine o lattosio: un'altra settimana di sacrifici, chi mi salva?

marni1971

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, un'altra settimana a schivare glutine e lattosio, che fatica! Ho provato a fare un piano decente per non morire di fame, ma finisco sempre con insalate tristi e cracker che sanno di cartone. Qualcuno ha un'idea per non impazzire? Magari una ricetta che non mi faccia rimpiangere la pizza...
 
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Ragazzi, un'altra settimana a schivare glutine e lattosio, che fatica! Ho provato a fare un piano decente per non morire di fame, ma finisco sempre con insalate tristi e cracker che sanno di cartone. Qualcuno ha un'idea per non impazzire? Magari una ricetta che non mi faccia rimpiangere la pizza...
Ehi, capisco benissimo la tua lotta, anche io sono nella stessa barca con glutine e lattosio da evitare! Tra lavoro, figli che corrono ovunque e una casa da mandare avanti, ti assicuro che le insalate tristi le ho abbandonate da un pezzo. Non so te, ma io ho bisogno di qualcosa che mi tenga in piedi senza farmi sentire un martire. Ti racconto come sto sopravvivendo, magari ti torna utile.

Per prima cosa, ho imparato a organizzarmi la sera, quando i bimbi dormono finalmente. Preparo una specie di “base” per i pasti: cuocio un po’ di quinoa o riso integrale, che tanto senza glutine sono perfetti, e li tengo in frigo. Poi, durante la giornata, li scaldo in cinque minuti con quello che trovo: un po’ di verdure saltate, del pollo grigliato o anche solo un filo d’olio e spezie per dare sapore. Non è la pizza, certo, ma ti salva dalla noia dei cracker.

Un trucco che mi ha cambiato la vita è il forno: butto dentro patate dolci a fette con un pizzico di sale e rosmarino, oppure zucchine e peperoni. Cuociono da soli mentre io faccio altro, tipo correre dietro ai miei o rispondere a una mail di lavoro. Poi, se hai un momento, prova a fare dei muffin salati senza glutine e lattosio: io uso farina di riso, uova, un po’ di lievito e ci metto dentro quello che ho, tipo prosciutto o spinaci. Li faccio la domenica e me li porto dietro quando sono in giro.

Per non impazzire, il segreto è non pensarci troppo: pianifico tre pasti decenti al giorno e il resto lo improvviso. E sì, la pizza mi manca da morire, ma sto sperimentando con le basi di cavolfiore – non è la stessa cosa, però con un po’ di salsa e fantasia almeno non mi deprimo. Tu come te la cavi con la voglia di qualcosa di buono? Fammi sapere se provi qualcosa di decente, che qua siamo tutti sulla stessa barca!
 
Ciao compagni di sacrifici! Leggerti mi ha fatto subito pensare a quelle giornate in cui anch’io guardavo il piatto e mi chiedevo: “Ma davvero devo mangiare sta roba insipida per sempre?”. Ti capisco, la lotta con glutine e lattosio può spezzare il morale, ma lascia che ti racconti come ho trasformato questa sfida in una vittoria, e magari ti do uno spunto per non crollare.

Da quando ho scoperto il nuoto, la mia vita è cambiata. Non parlo solo di chili persi – che pure sono arrivati, eh, quasi senza accorgermene – ma di come mi ha salvato da quella sensazione di essere incastrata in una dieta punitiva. All’inizio ero scettica, pensavo “ma che c’entra l’acqua con il mangiare meglio?”, e invece è stato il mio asso nella manica. Nuotare mi ha dato una fame sana, di quella che ti fa venir voglia di nutrirti bene, non di abbuffarti di schifezze. E siccome passo un paio d’ore a settimana in piscina, ho dovuto imparare a organizzarmi con i pasti, altrimenti crollavo.

La mia giornata tipo ormai gira intorno a cose semplici ma che funzionano. Prima di andare in piscina, mi preparo qualcosa di veloce: una ciotola di riso integrale con tonno al naturale e un po’ di avocado – niente lattosio, niente glutine, e mi dà energia per muovermi senza appesantirmi. Dopo il nuoto, invece, mi premio con qualcosa di caldo: una zuppa di verdure fatta in casa, magari con carote, zucchine e un po’ di curcuma, che scalda e non ti fa rimpiangere i sapori “proibiti”. La tengo pronta in frigo e in dieci minuti è sul tavolo. Se ho tempo, ci aggiungo dei ceci: proteici, sazianti e perfetti per chi, come me, vuole sentirsi in forze.

Ma il vero gioco lo faccio con l’acqua, e non solo in piscina. Ti consiglio di provare gli esercizi in vasca, anche solo camminarci dentro se non sai nuotare bene: è un toccasana per le articolazioni, che con queste diete a volte si fanno sentire, e ti tiene attiva senza stressare il corpo. Io ho perso 8 chili così, senza morire di fame e senza impazzire dietro a ricette complicate. La piscina mi ha insegnato a essere costante, e questo si riflette anche in cucina: pianifico i pasti come se fossero i miei giri di vasca, un pezzo alla volta. Tipo, la domenica mi metto lì e preparo una teglia di verdure al forno – melanzane, patate dolci, quello che c’è – e per mezza settimana ho la base pronta.

Per la tua pizza, lo so che è dura rinunciare. Io ho trovato un compromesso con la farina di grano saraceno: faccio una specie di focaccia sottile, ci metto sopra pomodoro, origano e un po’ di olive. Non sarà la margherita del sabato sera, ma ti giuro che con un bicchiere d’acqua frizzante accanto mi sento quasi al ristorante. E poi, dopo una nuotata, tutto sembra più buono, anche le cose semplici.

Dai, raccontami come vai avanti tu! Se ti va, prova a buttarti in piscina un giorno, anche solo per schiarirti le idee. Vedrai che tra un bracciata e l’altra, pure le insalate tristi ti sembreranno meno nemiche. Forza, che ce la facciamo!
 
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Ciao compagni di sacrifici! Leggerti mi ha fatto subito pensare a quelle giornate in cui anch’io guardavo il piatto e mi chiedevo: “Ma davvero devo mangiare sta roba insipida per sempre?”. Ti capisco, la lotta con glutine e lattosio può spezzare il morale, ma lascia che ti racconti come ho trasformato questa sfida in una vittoria, e magari ti do uno spunto per non crollare.

Da quando ho scoperto il nuoto, la mia vita è cambiata. Non parlo solo di chili persi – che pure sono arrivati, eh, quasi senza accorgermene – ma di come mi ha salvato da quella sensazione di essere incastrata in una dieta punitiva. All’inizio ero scettica, pensavo “ma che c’entra l’acqua con il mangiare meglio?”, e invece è stato il mio asso nella manica. Nuotare mi ha dato una fame sana, di quella che ti fa venir voglia di nutrirti bene, non di abbuffarti di schifezze. E siccome passo un paio d’ore a settimana in piscina, ho dovuto imparare a organizzarmi con i pasti, altrimenti crollavo.

La mia giornata tipo ormai gira intorno a cose semplici ma che funzionano. Prima di andare in piscina, mi preparo qualcosa di veloce: una ciotola di riso integrale con tonno al naturale e un po’ di avocado – niente lattosio, niente glutine, e mi dà energia per muovermi senza appesantirmi. Dopo il nuoto, invece, mi premio con qualcosa di caldo: una zuppa di verdure fatta in casa, magari con carote, zucchine e un po’ di curcuma, che scalda e non ti fa rimpiangere i sapori “proibiti”. La tengo pronta in frigo e in dieci minuti è sul tavolo. Se ho tempo, ci aggiungo dei ceci: proteici, sazianti e perfetti per chi, come me, vuole sentirsi in forze.

Ma il vero gioco lo faccio con l’acqua, e non solo in piscina. Ti consiglio di provare gli esercizi in vasca, anche solo camminarci dentro se non sai nuotare bene: è un toccasana per le articolazioni, che con queste diete a volte si fanno sentire, e ti tiene attiva senza stressare il corpo. Io ho perso 8 chili così, senza morire di fame e senza impazzire dietro a ricette complicate. La piscina mi ha insegnato a essere costante, e questo si riflette anche in cucina: pianifico i pasti come se fossero i miei giri di vasca, un pezzo alla volta. Tipo, la domenica mi metto lì e preparo una teglia di verdure al forno – melanzane, patate dolci, quello che c’è – e per mezza settimana ho la base pronta.

Per la tua pizza, lo so che è dura rinunciare. Io ho trovato un compromesso con la farina di grano saraceno: faccio una specie di focaccia sottile, ci metto sopra pomodoro, origano e un po’ di olive. Non sarà la margherita del sabato sera, ma ti giuro che con un bicchiere d’acqua frizzante accanto mi sento quasi al ristorante. E poi, dopo una nuotata, tutto sembra più buono, anche le cose semplici.

Dai, raccontami come vai avanti tu! Se ti va, prova a buttarti in piscina un giorno, anche solo per schiarirti le idee. Vedrai che tra un bracciata e l’altra, pure le insalate tristi ti sembreranno meno nemiche. Forza, che ce la facciamo!
Ehi, leggerti mi ha fatto proprio sorridere, perché mi rivedo tantissimo in quel momento in cui fissi il piatto e ti chiedi se la vita sarà per sempre un’insalata scondita! La tua lotta con glutine e lattosio la capisco bene, e pure io all’inizio mi sentivo un po’ persa, ma sai una cosa? I fitness marathon online mi hanno tirato fuori da quel buco. Non è solo una questione di chili, ma di come ti fanno sentire: parte di qualcosa di più grande, con gente che rema nella tua stessa direzione.

Io sono una fanatica dei challenge, quelli dove ti danno obiettivi quotidiani e ti spingono a non mollare. Tipo, l’ultimo che ho fatto era “30 giorni per rimettermi in pista”: niente glutine, niente lattosio, e ogni giorno un mini-allenamento da casa o una camminata veloce. La competizione mi gasa, non tanto per battere gli altri, ma per dimostrare a me stessa che ce la posso fare. E ti dirò, mi ha cambiato il modo di vedere anche i pasti. Prima li subivo, ora li vivo come un pezzo del mio “percorso gara”. Non è che mi metto a cronometrare quanto ci impiego a mangiare, eh, però mi piace l’idea di prepararmi qualcosa che mi sostenga, come se fossi un’atleta in allenamento.

La mia routine ormai è abbastanza semplice, ma mi salva la vita. Al mattino, mentre gli altri si scolano cappuccini, io mi faccio una spremuta d’arancia fresca con un po’ di zenzero grattugiato: niente lattosio, niente glutine, e mi dà una sveglia naturale che il caffè se la sogna. Poi, a pranzo, spesso punto su quinoa con verdure grigliate e un filo d’olio – leggero ma ti tiene su. Dopo i workout dei challenge, invece, mi piace coccolarmi con una tisana calda, magari alla menta o al finocchio: non solo mi rilassa, ma mi aiuta a non sentire la mancanza di quei sapori “pesanti” che ogni tanto mi sogno ancora.

Il trucco, per me, è stato rendere tutto un gioco. Nei marathon c’è sempre quel momento in cui condividi i progressi, no? Ecco, io ho iniziato a fare foto ai miei piatti – niente di artistico, eh, roba da telefono – e a postarle nel gruppo. Mi ha aiutato a non sgarrare, perché sapere che qualcuno vedeva il mio “impegno” mi dava una spinta in più. E poi, quando sei in gara, anche bere diventa strategico: io giro sempre con una bottiglia d’acqua aromatizzata con limone o cetriolo, che mi tiene idratata e mi fa sentire meno “punita” rispetto alla solita acqua piatta.

Per la tua pizza, ti capisco, è un lutto vero. Io ho sperimentato con la farina di ceci: mescolo acqua, un pizzico di sale e la cuocio come una base sottile. Ci metto sopra passata di pomodoro, qualche erba e, se ho voglia di esagerare, un po’ di verdure avanzate. Non è la classica pizza napoletana, ma con un sorso di acqua frizzante ghiacciata mi sento quasi in pizzeria. E dopo un challenge, ti giuro, anche queste cose “alternative” начинают казаться una ricompensa.

Tu come stai tenendo duro? Se ti va, prova a cercare un marathon online, ce ne sono un sacco senza glutine e lattosio. Magari ti ritrovi a bere una tisana con me mentre pianifichiamo la prossima “mossa vincente”. Dai, che tra una sfida e l’altra, pure i sacrifici diventano meno pesanti!
 
Ehi, che bello leggerti, mi hai fatto quasi sentire il profumo dell’acqua clorata della piscina! La tua storia mi ha colpito, soprattutto quel modo di trasformare una dieta che sembra un castigo in qualcosa di vivo, di tuo. Ti capisco quando parli di quei momenti in cui il piatto ti guarda e sembra dirti “sul serio, solo questo?”. Io con glutine e lattosio ci litigo da un po’, e all’inizio era proprio una battaglia persa. Però, sai, per me la svolta è stata infilarmi le scarpe da corsa e buttarmi sui lunghi sentieri. Non parlo solo di peso – che comunque scende, quasi senza che te ne accorgi – ma di come il running, specie quello lento e lungo, mi ha fatto sentire di nuovo padrona del mio corpo.

Io sono una che vive per i marathon, non solo quelli veri con il pettorale, ma anche le corse lunghe che faccio da sola o con qualche amico. C’è qualcosa di magico nel mettere un passo dopo l’altro per chilometri, con il vento in faccia e la testa che si svuota. Quando ho iniziato a correre per prepararmi a una mezza maratona, ho dovuto per forza ripensare a cosa mettevo nel piatto, altrimenti dopo dieci chilometri mi ritrovavo a terra. E lì ho capito che mangiare senza glutine e lattosio non doveva essere una punizione, ma un modo per carburare meglio, come scegliere il combustibile giusto per una macchina che deve andare lontano.

La mia giornata tipo ormai è un mix di organizzazione e piccoli riti che mi fanno stare bene. Prima di una corsa lunga, mi preparo qualcosa che mi dia energia senza appesantirmi: di solito una ciotola di riso basmati con del tacchino grigliato e un po’ di zucchine saltate in padella. È semplice, ma mi tiene su per ore. Dopo l’allenamento, invece, punto su qualcosa che mi ricarichi: una zuppa di lenticchie rosse con pomodoro e un pizzico di pepe, che preparo in anticipo e tengo pronta da scaldare. È come un abbraccio caldo dopo aver sudato per bene. Se ho bisogno di uno spuntino veloce, vado di frutta secca – mandorle o noci – che mi saziano senza farmi sentire in colpa.

Il running mi ha insegnato a pianificare, un po’ come fai tu con i tuoi giri in piscina. Non sono una chef stellata, ma ormai ho i miei trucchetti. Tipo, la domenica mi metto a grigliare una montagna di verdure – peperoni, melanzane, carote – e le uso per tutta la settimana, sia come contorno che come base per insalate fredde. Per non crollare, bevo tantissimo: acqua con qualche fettina di limone o un infuso freddo di ibisco, che mi dà una botta di vita senza bisogno di zuccheri. E poi, correre mi ha cambiato la fame: non ho più quella voglia di schifezze, ma di cose che mi fanno sentire forte, pronta per il prossimo traguardo.

Per la tua pizza, lo so, è un colpo al cuore rinunciarci. Io ho trovato una soluzione che non è proprio la classica margherita, ma ci si avvicina. Uso la farina di grano saraceno per fare una base sottile, ci spalmo sopra del pomodoro, un po’ di origano e qualche fettina di pomodorino crudo. La cuocio in forno bello caldo, e quando la tiro fuori, con un filo d’olio e un bicchiere d’acqua frizzante, mi sento quasi in trattoria. Non è la stessa cosa, ma dopo una corsa di un’ora, credimi, anche una pizza “finta” sembra un premio meritato.

Il vero segreto, per me, è stato rendere il movimento una parte della mia vita, non un obbligo. Prepararmi per un marathon mi dà uno scopo: ogni pasto, ogni corsa, è un passo verso qualcosa di grande. E quando sei lì che macini chilometri, anche le rinunce in cucina pesano meno, perché sai che stai costruendo qualcosa di tuo. Tu come stai andando avanti con i tuoi sacrifici? Se ti va, prova a fare una corsa leggera, anche solo una passeggiata veloce di mezz’ora. Magari scopri che, tra un passo e l’altro, anche la zuppa di verdure inizia a sembrarti un po’ più amica. Dai, che siamo sulla stessa strada!
 
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Ehi, che bello leggerti, mi hai fatto quasi sentire il profumo dell’acqua clorata della piscina! La tua storia mi ha colpito, soprattutto quel modo di trasformare una dieta che sembra un castigo in qualcosa di vivo, di tuo. Ti capisco quando parli di quei momenti in cui il piatto ti guarda e sembra dirti “sul serio, solo questo?”. Io con glutine e lattosio ci litigo da un po’, e all’inizio era proprio una battaglia persa. Però, sai, per me la svolta è stata infilarmi le scarpe da corsa e buttarmi sui lunghi sentieri. Non parlo solo di peso – che comunque scende, quasi senza che te ne accorgi – ma di come il running, specie quello lento e lungo, mi ha fatto sentire di nuovo padrona del mio corpo.

Io sono una che vive per i marathon, non solo quelli veri con il pettorale, ma anche le corse lunghe che faccio da sola o con qualche amico. C’è qualcosa di magico nel mettere un passo dopo l’altro per chilometri, con il vento in faccia e la testa che si svuota. Quando ho iniziato a correre per prepararmi a una mezza maratona, ho dovuto per forza ripensare a cosa mettevo nel piatto, altrimenti dopo dieci chilometri mi ritrovavo a terra. E lì ho capito che mangiare senza glutine e lattosio non doveva essere una punizione, ma un modo per carburare meglio, come scegliere il combustibile giusto per una macchina che deve andare lontano.

La mia giornata tipo ormai è un mix di organizzazione e piccoli riti che mi fanno stare bene. Prima di una corsa lunga, mi preparo qualcosa che mi dia energia senza appesantirmi: di solito una ciotola di riso basmati con del tacchino grigliato e un po’ di zucchine saltate in padella. È semplice, ma mi tiene su per ore. Dopo l’allenamento, invece, punto su qualcosa che mi ricarichi: una zuppa di lenticchie rosse con pomodoro e un pizzico di pepe, che preparo in anticipo e tengo pronta da scaldare. È come un abbraccio caldo dopo aver sudato per bene. Se ho bisogno di uno spuntino veloce, vado di frutta secca – mandorle o noci – che mi saziano senza farmi sentire in colpa.

Il running mi ha insegnato a pianificare, un po’ come fai tu con i tuoi giri in piscina. Non sono una chef stellata, ma ormai ho i miei trucchetti. Tipo, la domenica mi metto a grigliare una montagna di verdure – peperoni, melanzane, carote – e le uso per tutta la settimana, sia come contorno che come base per insalate fredde. Per non crollare, bevo tantissimo: acqua con qualche fettina di limone o un infuso freddo di ibisco, che mi dà una botta di vita senza bisogno di zuccheri. E poi, correre mi ha cambiato la fame: non ho più quella voglia di schifezze, ma di cose che mi fanno sentire forte, pronta per il prossimo traguardo.

Per la tua pizza, lo so, è un colpo al cuore rinunciarci. Io ho trovato una soluzione che non è proprio la classica margherita, ma ci si avvicina. Uso la farina di grano saraceno per fare una base sottile, ci spalmo sopra del pomodoro, un po’ di origano e qualche fettina di pomodorino crudo. La cuocio in forno bello caldo, e quando la tiro fuori, con un filo d’olio e un bicchiere d’acqua frizzante, mi sento quasi in trattoria. Non è la stessa cosa, ma dopo una corsa di un’ora, credimi, anche una pizza “finta” sembra un premio meritato.

Il vero segreto, per me, è stato rendere il movimento una parte della mia vita, non un obbligo. Prepararmi per un marathon mi dà uno scopo: ogni pasto, ogni corsa, è un passo verso qualcosa di grande. E quando sei lì che macini chilometri, anche le rinunce in cucina pesano meno, perché sai che stai costruendo qualcosa di tuo. Tu come stai andando avanti con i tuoi sacrifici? Se ti va, prova a fare una corsa leggera, anche solo una passeggiata veloce di mezz’ora. Magari scopri che, tra un passo e l’altro, anche la zuppa di verdure inizia a sembrarti un po’ più amica. Dai, che siamo sulla stessa strada!
Ehi, il tuo racconto mi ha proprio preso! Quel modo di parlare della corsa, di come ti fa sentire viva e in controllo, mi ha fatto quasi venir voglia di infilarmi un paio di scarpe e provare. Quasi, eh, perché con i miei anni e qualche acciacco, il massimo che riesco a fare è una camminata bella spedita nel parco vicino casa. Però ti capisco alla grande quando dici che il movimento cambia tutto, anche il modo in cui guardi il piatto. La tua storia mi ha fatto pensare a quanto sia importante trovare un ritmo che funzioni, soprattutto quando età e salute ti chiedono di fare le cose con calma e attenzione.

Io sono in lotta con il peso da un po’, non tanto per la bilancia, ma per sentirmi più leggera, con più energia. Il medico mi ha detto chiaro e tondo: meno stress per il cuore, meno problemi alle articolazioni. E così, eccomi qua, a studiare modi per mangiare bene senza sentirmi in punizione. Come te, sto lontana da glutine e lattosio, ma per me la sfida più grande è stata passare a una dieta più vegetariana. Non che sia una purista, ogni tanto un pezzetto di pesce ci scappa, ma ho scoperto che le verdure, i legumi e i cereali giusti possono essere una salvezza. All’inizio pensavo fosse roba da conigli, ma ora mi diverto a provare combinazioni nuove.

La mia giornata tipo è piuttosto semplice, ma ci ho messo un po’ a trovare il mio equilibrio. La mattina parto con una tazza di latte di mandorla – fatto in casa, perché quelli comprati spesso hanno troppi zuccheri – e una fetta di pane di grano saraceno con un velo di marmellata senza zucchero. Mi dà la carica senza appesantirmi. A pranzo, di solito, mi preparo un piatto unico: quinoa o riso integrale con una montagna di verdure al vapore, tipo broccoli o cavolo nero, e un cucchiaio di hummus per dare sapore. La cena è il momento in cui mi coccolo di più: una crema di zucca con un pizzico di curcuma o una zuppa di ceci e spinaci, che mi scalda l’anima, soprattutto d’inverno. Se mi viene fame tra un pasto e l’altro, mi butto su una manciata di semi di zucca o una mela, che mi tengono a bada senza sgarrare.

Quello che mi ha aiutato tanto è stato imparare a organizzarmi, un po’ come fai tu con le tue verdure grigliate. La domenica mi metto lì e preparo una teglia di melanzane, zucchine e peperoni al forno, che poi uso in mille modi: come contorno, dentro un’insalata di farro o persino frullate per fare una crema da spalmare sul pane. E poi, bevo come un cammello! Acqua con una fettina di cetriolo o una tisana fredda alla menta, che mi fanno sentire fresca e mi aiutano a non cadere in tentazione con bibite zuccherate. Con l’età, ho notato che il corpo cambia: digerisco più lentamente, e se esagero con cibi pesanti, me ne pento subito. Mangiare più vegetariano mi ha aiutato a sentirmi meno gonfia, più leggera.

Per la pizza, ti capisco, è una rinuncia che brucia. Io ho trovato una ricetta che non sarà la classica napoletana, ma mi salva la vita. Faccio una base con farina di ceci – sì, proprio quella della farinata – mescolata con un po’ di acqua e olio. La cuocio in padella come una piadina, ci metto sopra una salsa di pomodoro fatta in casa, qualche foglia di basilico e, se voglio esagerare, un po’ di crema di anacardi al posto del formaggio. Non è la stessa cosa, ma con una tisana fredda e un po’ di musica in sottofondo, mi sembra di essere in vacanza.

Il movimento, per me, è la chiave, anche se non sono una maratoneta come te. Faccio lunghe passeggiate, almeno un’oretta al giorno, e qualche esercizio leggero con i pesetti per tenere i muscoli un po’ in forma. Camminare mi aiuta a schiarirmi le idee e, in un certo senso, mi fa sentire come te quando corri: libera, con la testa più leggera. E poi, ho notato che più mi muovo, meno ho voglia di cibi pesanti. È come se il corpo mi chiedesse cose più sane, più vicine alla terra.

Tu come fai a tenere alta la motivazione per le tue corse? Io a volte mi scoraggio, soprattutto quando il tempo è grigio o le giornate si accorciano. Però leggere di persone come te, che trasformano i sacrifici in qualcosa di bello, mi dà una spinta. Per i tuoi piatti, magari prova a buttarti su qualche legume in più: una zuppa di fagioli borlotti con un po’ di rosmarino è semplice ma ti riempie di energia. E se ti va, raccontami com’è andata la tua prossima corsa. Magari mi convinci a fare qualche passo più veloce! Forza, che ce la facciamo, un piatto di verdure alla volta.
 
Ragazzi, un'altra settimana a schivare glutine e lattosio, che fatica! Ho provato a fare un piano decente per non morire di fame, ma finisco sempre con insalate tristi e cracker che sanno di cartone. Qualcuno ha un'idea per non impazzire? Magari una ricetta che non mi faccia rimpiangere la pizza...
Ehi, capisco la lotta! 😅 Anch’io ero super rigoroso con diete senza glutine, perso un sacco di chili... ma poi, puff, sono tornati. 😔 Ti consiglio di provare delle bowl con quinoa, verdure grigliate e hummus: saziano e non sono noiose! Per non cedere, pianifica uno "sgarro" settimanale, tipo una pizza senza glutine decente. Forza, riparti con calma! 💪