Quando la dieta fa male: ascoltare il corpo e la mente

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, entro in questo thread perché il tema mi tocca da vicino. Spesso, quando si parla di dieta, ci si concentra solo sui chili da perdere, come se fosse una gara contro il nostro stesso corpo. Ma ho imparato a mie spese che non è così semplice. Qualche mese fa ho iniziato un regime molto rigido: niente carboidrati, poche calorie, tutto calcolato al milligrammo. All’inizio sembrava funzionare, vedevo i numeri scendere sulla bilancia e mi sentivo soddisfatta. Però, col passare delle settimane, qualcosa è cambiato. Non era solo stanchezza fisica, ma un peso mentale che non mi aspettavo.
Mi sono accorta che ascoltare il corpo è più difficile di quanto pensassi. Avevo fame, ma non solo di cibo: mi mancava l’energia per affrontare la giornata, ero irritabile, e ogni pasto diventava una specie di battaglia interiore. La mente iniziava a giocarmi brutti scherzi, con pensieri ossessivi su cosa potevo o non potevo mangiare. È stato lì che ho capito che la dieta, se portata all’estremo, può fare più male che bene. Non parlo solo di salute fisica, tipo capogiri o capelli che cadono, ma di un equilibrio mentale che si sbriciola piano piano.
Non sto dicendo che le diete siano sbagliate in assoluto, ma credo che ognuno di noi abbia dei limiti da rispettare. Il corpo ci manda segnali, come la fame o la spossatezza, e la mente pure, con l’ansia o la tristezza che a volte arrivano senza motivo apparente. Ignorarli per inseguire un obiettivo estetico non è sempre la scelta giusta. Ora sto cercando un approccio più morbido, qualcosa che mi faccia stare bene dentro e fuori, senza sentirmi in colpa se sgarro ogni tanto. Qualcuno di voi ha vissuto qualcosa di simile? Come avete trovato il modo di bilanciare tutto senza impazzire?
 
Ehi, ciao a tutti, mi tuffo in questo thread perché il tuo racconto mi ha colpita davvero. Capisco perfettamente quel senso di lotta contro se stessi che descrivi, l’ho vissuto anch’io. Ti racconto la mia esperienza, magari può essere utile. Pure io tempo fa mi sono buttata su una dieta super rigida, di quelle che sembrano promettere miracoli: pochissime calorie, niente di “buono”, solo verdure e proteine magre. All’inizio mi sentivo una guerriera, vedevo i numeri scendere e pensavo “ce la sto facendo”. Ma poi, come dici tu, il corpo e la mente hanno iniziato a urlare.

Non era solo la fame fisica, che comunque era tanta. Era proprio un calo di tutto: energia zero, nervosismo a mille, e una fissazione assurda sul cibo. Tipo che sognavo un piatto di pasta anche se mi dicevo che non potevo permettermelo. Alla fine ho mollato, ma non senza prima sentirmi un fallimento totale. Però, col tempo, ho capito che non era colpa mia, era l’approccio che non funzionava. Ora sto cercando di fare pace col mio corpo, ascoltandolo un po’ di più invece di combatterlo.

Essendo a corto di soldi, ho dovuto ingegnarmi per trovare soluzioni che non pesassero sul portafoglio. Ad esempio, per muovermi non spendo un euro: cammino tanto, ovunque vada, e a volte faccio esercizi a casa con video gratuiti che trovo online. Basta una bottiglia d’acqua come peso o una sedia per fare qualche squat. Sul cibo, punto su cose semplici e low-cost: legumi, verdura di stagione, magari qualche uovo quando voglio variare. Non è perfetto, ma mi tiene sazia senza farmi sentire privata di tutto. E poi, quando ho proprio bisogno di una coccola, mi concedo un pezzo di cioccolato fondente economico, che costa poco e mi salva dall’impulso di abbuffarmi.

Anche io sto provando questo approccio più morbido di cui parli, senza ossessionarmi con la bilancia. Mi concentro su come mi sento: se ho energia per affrontare la giornata o se sono troppo stanca, se la testa è leggera o pesante. Certo, ogni tanto scivolo e mi sento in colpa, ma cerco di ricordarmi che non sto gareggiando con nessuno. Hai ragione, ignorare i segnali non porta da nessuna parte, solo a stare peggio. Tu come stai procedendo adesso? Cosa ti sta aiutando a ritrovare quell’equilibrio? Sono curiosa, perché anch’io sono ancora in cerca di quel punto in cui corpo e mente smettono di litigare tra loro!
 
Ragazzi, leggendo il tuo post mi sono quasi cadute le braccia dalla sedia! È pazzesco quanto mi ritrovo in quello che dici, soprattutto quel mix di euforia iniziale e poi il crollo totale. Anch’io ho avuto la mia fase di diete assurde, e ti capisco quando parli di quel senso di lotta interna. Però sai una cosa? Io ho trovato una specie di ancora di salvezza buttandomi a capofitto nelle diete low-carb, tipo Atkins e paleo. Non dico che sia la soluzione per tutti, ma per me ha fatto la differenza, e visto che siamo qui a condividere esperienze, te ne parlo un attimo.

All’inizio, pure io ero fissata con le calorie, pesavo ogni foglia di insalata e mi sentivo una fallita se sgaravo di un grammo. Ma poi ho scoperto questo approccio basso nei carboidrati, e ti giuro, è stato come togliermi un peso dal petto. Niente più fame da lupo ogni due ore, niente sogni di pasta che mi tormentano la notte! Le proteine e i grassi sani mi tengono sazia, e le verdure a foglia larga mi danno quella sensazione di “pulizia” senza farmi sentire un coniglio affamato. Tipo, una bistecca con un po’ di burro sopra e un mucchio di spinaci saltati? Per me è oro, e non mi sento nemmeno in punizione.

Certo, non è tutto rose e fiori. All’inizio il corpo si ribella un po’, ti senti stanca, magari hai la testa pesante per qualche giorno mentre si adatta. Ma dopo? Energia a palate! Io che prima arrancavo a fine giornata, ora mi muovo senza problemi, cammino ovunque come fai tu, e a volte mi sparo pure qualche esercizio a casa con una bottiglia d’acqua in mano. Non serve spendere, hai ragione, basta ingegnarsi. Sul cibo, punto su uova, carne quando la trovo in offerta, e verdure di stagione che costano poco al mercato. Se voglio strafare, un avocado maturo è il mio lusso, altro che cioccolato!

Quello che mi piace di questo approccio è che non mi sento più in guerra col mio corpo. La bilancia? La guardo ogni tanto, ma non è più il mio giudice supremo. Mi interessa di più avere la forza per affrontare la giornata, sentirmi sveglia e non un relitto. Certo, ogni tanto mi manca un bel piatto di gnocchi, ma ho imparato a non demonizzarmi se cedo una volta ogni morte di papa. Tu dici che stai provando qualcosa di più morbido, e mi piace questa idea di ascoltare i segnali invece di ignorarli. Io sto andando avanti così, sperimentando: Atkins per un po’, poi magari paleo per cambiare, e vedo cosa mi fa stare meglio. Tu come ti stai regolando adesso? Cosa ti dà quella spinta per non mollare? Perché sì, trovare quell’equilibrio è una bella sfida, ma forse ci stiamo arrivando, no?
 
Ciao a tutti, entro in questo thread perché il tema mi tocca da vicino. Spesso, quando si parla di dieta, ci si concentra solo sui chili da perdere, come se fosse una gara contro il nostro stesso corpo. Ma ho imparato a mie spese che non è così semplice. Qualche mese fa ho iniziato un regime molto rigido: niente carboidrati, poche calorie, tutto calcolato al milligrammo. All’inizio sembrava funzionare, vedevo i numeri scendere sulla bilancia e mi sentivo soddisfatta. Però, col passare delle settimane, qualcosa è cambiato. Non era solo stanchezza fisica, ma un peso mentale che non mi aspettavo.
Mi sono accorta che ascoltare il corpo è più difficile di quanto pensassi. Avevo fame, ma non solo di cibo: mi mancava l’energia per affrontare la giornata, ero irritabile, e ogni pasto diventava una specie di battaglia interiore. La mente iniziava a giocarmi brutti scherzi, con pensieri ossessivi su cosa potevo o non potevo mangiare. È stato lì che ho capito che la dieta, se portata all’estremo, può fare più male che bene. Non parlo solo di salute fisica, tipo capogiri o capelli che cadono, ma di un equilibrio mentale che si sbriciola piano piano.
Non sto dicendo che le diete siano sbagliate in assoluto, ma credo che ognuno di noi abbia dei limiti da rispettare. Il corpo ci manda segnali, come la fame o la spossatezza, e la mente pure, con l’ansia o la tristezza che a volte arrivano senza motivo apparente. Ignorarli per inseguire un obiettivo estetico non è sempre la scelta giusta. Ora sto cercando un approccio più morbido, qualcosa che mi faccia stare bene dentro e fuori, senza sentirmi in colpa se sgarro ogni tanto. Qualcuno di voi ha vissuto qualcosa di simile? Come avete trovato il modo di bilanciare tutto senza impazzire?
No response.
 
Ciao a tutti, entro in questo thread perché il tema mi tocca da vicino. Spesso, quando si parla di dieta, ci si concentra solo sui chili da perdere, come se fosse una gara contro il nostro stesso corpo. Ma ho imparato a mie spese che non è così semplice. Qualche mese fa ho iniziato un regime molto rigido: niente carboidrati, poche calorie, tutto calcolato al milligrammo. All’inizio sembrava funzionare, vedevo i numeri scendere sulla bilancia e mi sentivo soddisfatta. Però, col passare delle settimane, qualcosa è cambiato. Non era solo stanchezza fisica, ma un peso mentale che non mi aspettavo.
Mi sono accorta che ascoltare il corpo è più difficile di quanto pensassi. Avevo fame, ma non solo di cibo: mi mancava l’energia per affrontare la giornata, ero irritabile, e ogni pasto diventava una specie di battaglia interiore. La mente iniziava a giocarmi brutti scherzi, con pensieri ossessivi su cosa potevo o non potevo mangiare. È stato lì che ho capito che la dieta, se portata all’estremo, può fare più male che bene. Non parlo solo di salute fisica, tipo capogiri o capelli che cadono, ma di un equilibrio mentale che si sbriciola piano piano.
Non sto dicendo che le diete siano sbagliate in assoluto, ma credo che ognuno di noi abbia dei limiti da rispettare. Il corpo ci manda segnali, come la fame o la spossatezza, e la mente pure, con l’ansia o la tristezza che a volte arrivano senza motivo apparente. Ignorarli per inseguire un obiettivo estetico non è sempre la scelta giusta. Ora sto cercando un approccio più morbido, qualcosa che mi faccia stare bene dentro e fuori, senza sentirmi in colpa se sgarro ogni tanto. Qualcuno di voi ha vissuto qualcosa di simile? Come avete trovato il modo di bilanciare tutto senza impazzire?
Ciao, il tuo messaggio mi ha colpito davvero tanto, sembra quasi di rileggere una pagina del mio diario di qualche anno fa. Anche io mi sono trovata intrappolata in quel vortice di diete rigide, dove ogni boccone era un calcolo e ogni "sgarro" un fallimento personale. Nel mio caso, tutto è iniziato quando ho deciso di passare a un'alimentazione più plant-based, pensando che sarebbe stata la chiave per sentirmi leggera e in salute. All'inizio era entusiasmante: verdure, legumi, smoothies colorati. Ma poi, senza accorgermene, ho iniziato a restringere sempre di più, non solo per i chili, ma per questa idea di "purezza" che mi ero messa in testa.

Il corpo, però, non mente mai. La fame tornava, prepotente, e con lei arrivavano pensieri ossessivi: "Posso mangiare questo? Quanto è troppo?". Mi sentivo stanca, non solo fisicamente, ma proprio spenta, come se la gioia di un piatto condiviso con amici fosse sparita. È stato un campanello d’allarme quando ho capito che non riuscivo più a godermi una cena fuori senza ansia. Da lì ho iniziato a lavorare su di me, non solo sul cibo, ma sul rapporto con me stessa. Ho imparato ad ascoltare i segnali del corpo, tipo quella voglia di un piatto caldo e nutriente, e a non demonizzare nessun alimento. Mangiare vegetariano per me ora significa varietà, colori, sapori, non privazione.

Non è stato facile, e non lo è ancora tutti i giorni. Però sto trovando un equilibrio, passo dopo passo, provando a essere gentile con me stessa. Tu come stai affrontando questo percorso? Hai trovato qualcosa che ti aiuta a sentirti più in pace con il cibo e con te stessa?
 
Ciao, il tuo messaggio mi ha colpito davvero tanto, sembra quasi di rileggere una pagina del mio diario di qualche anno fa. Anche io mi sono trovata intrappolata in quel vortice di diete rigide, dove ogni boccone era un calcolo e ogni "sgarro" un fallimento personale. Nel mio caso, tutto è iniziato quando ho deciso di passare a un'alimentazione più plant-based, pensando che sarebbe stata la chiave per sentirmi leggera e in salute. All'inizio era entusiasmante: verdure, legumi, smoothies colorati. Ma poi, senza accorgermene, ho iniziato a restringere sempre di più, non solo per i chili, ma per questa idea di "purezza" che mi ero messa in testa.

Il corpo, però, non mente mai. La fame tornava, prepotente, e con lei arrivavano pensieri ossessivi: "Posso mangiare questo? Quanto è troppo?". Mi sentivo stanca, non solo fisicamente, ma proprio spenta, come se la gioia di un piatto condiviso con amici fosse sparita. È stato un campanello d’allarme quando ho capito che non riuscivo più a godermi una cena fuori senza ansia. Da lì ho iniziato a lavorare su di me, non solo sul cibo, ma sul rapporto con me stessa. Ho imparato ad ascoltare i segnali del corpo, tipo quella voglia di un piatto caldo e nutriente, e a non demonizzare nessun alimento. Mangiare vegetariano per me ora significa varietà, colori, sapori, non privazione.

Non è stato facile, e non lo è ancora tutti i giorni. Però sto trovando un equilibrio, passo dopo passo, provando a essere gentile con me stessa. Tu come stai affrontando questo percorso? Hai trovato qualcosa che ti aiuta a sentirti più in pace con il cibo e con te stessa?
Ehi Pascual, leggere il tuo post è stato come guardarmi allo specchio, ma con qualche anno e qualche lezione in più sulle spalle. La tua storia mi ha fatto ripensare a quando anch’io mi sono buttata a capofitto in una dieta che sembrava la soluzione a tutto, ma che invece mi ha messo in crisi, e non solo per i chili. Ho il diabete di tipo 2 e problemi alle ginocchia, quindi ogni passo verso il “dimagrire” per me è una specie di equilibrismo: devo perdere peso per alleggerire i dolori articolari, ma senza mandare in tilt la glicemia o il morale. E credimi, non è per niente facile.

Qualche anno fa, su consiglio di un nutrizionista, ho provato una dieta a basso indice glicemico, con porzioni pesate e zero zuccheri. Sembrava perfetta: i valori del sangue miglioravano, la bilancia scendeva, e io mi sentivo una specie di supereroe della forza di volontà. Ma dopo un paio di mesi, il corpo ha iniziato a ribellarsi. Non era solo la fame – quella la gestivo – ma una stanchezza che mi faceva sentire come se stessi trascinando un macigno. Le ginocchia mi facevano più male, probabilmente perché stavo esagerando con l’attività fisica senza darmi il carburante giusto. E poi c’era la testa: contare ogni caloria, controllare ogni etichetta, evitare cene con amici perché “non potevo mangiare niente lì”. È stato estenuante. Mi sono resa conto che stavo vivendo per la dieta, non per me stessa.

Il punto di svolta è arrivato quando il mio medico mi ha detto chiaro e tondo: “Se questa dieta ti sta facendo sentire uno straccio, non è la strada giusta”. Mi ha consigliato di lavorare non solo sul cibo, ma sull’ascolto del corpo, come dici tu. Ho iniziato a fare piccoli cambiamenti, tipo mangiare più fibre e proteine per tenere stabile la glicemia, ma senza bandire del tutto i carboidrati. Ho imparato a scegliere piatti che mi saziano senza sentirmi in colpa, come una zuppa di lenticchie o un’insalata con dell’avocado, che mi dà energia senza pesare sulle articolazioni. Ma la cosa che mi ha aiutato di più è stato trovare un gruppo di supporto – non proprio un corso, ma un incontro settimanale con altre persone che affrontano problemi simili. Non è la classica “lezione di fitness”, ma un momento per condividere esperienze, ricette, o anche solo per lamentarsi di quanto sia frustrante dover controllare tutto.

Questi incontri mi hanno fatto capire che non sono sola, e che il percorso verso un peso sano non è una linea retta. A volte mangio un dolce, e non è la fine del mondo: l’importante è non lasciarmi travolgere dal senso di colpa. Ora sto cercando di muovermi di più, ma senza strafare – camminate leggere, un po’ di stretching – e di godermi il cibo senza trasformarlo in un nemico. Non è perfetto, e ci sono giorni in cui mi sento ancora in lotta con me stessa, ma sto imparando a rispettare i miei limiti, fisici e mentali.

Tu come stai procedendo? Hai trovato un modo per alleggerire quel peso mentale di cui parli? Magari c’è qualcosa che stai provando, come un’attività o un approccio nuovo, che ti sta dando una mano. Fammi sapere, sono curiosa di capire come stai affrontando questa montagna!
 
Ciao a tutti, entro in questo thread perché il tema mi tocca da vicino. Spesso, quando si parla di dieta, ci si concentra solo sui chili da perdere, come se fosse una gara contro il nostro stesso corpo. Ma ho imparato a mie spese che non è così semplice. Qualche mese fa ho iniziato un regime molto rigido: niente carboidrati, poche calorie, tutto calcolato al milligrammo. All’inizio sembrava funzionare, vedevo i numeri scendere sulla bilancia e mi sentivo soddisfatta. Però, col passare delle settimane, qualcosa è cambiato. Non era solo stanchezza fisica, ma un peso mentale che non mi aspettavo.
Mi sono accorta che ascoltare il corpo è più difficile di quanto pensassi. Avevo fame, ma non solo di cibo: mi mancava l’energia per affrontare la giornata, ero irritabile, e ogni pasto diventava una specie di battaglia interiore. La mente iniziava a giocarmi brutti scherzi, con pensieri ossessivi su cosa potevo o non potevo mangiare. È stato lì che ho capito che la dieta, se portata all’estremo, può fare più male che bene. Non parlo solo di salute fisica, tipo capogiri o capelli che cadono, ma di un equilibrio mentale che si sbriciola piano piano.
Non sto dicendo che le diete siano sbagliate in assoluto, ma credo che ognuno di noi abbia dei limiti da rispettare. Il corpo ci manda segnali, come la fame o la spossatezza, e la mente pure, con l’ansia o la tristezza che a volte arrivano senza motivo apparente. Ignorarli per inseguire un obiettivo estetico non è sempre la scelta giusta. Ora sto cercando un approccio più morbido, qualcosa che mi faccia stare bene dentro e fuori, senza sentirmi in colpa se sgarro ogni tanto. Qualcuno di voi ha vissuto qualcosa di simile? Come avete trovato il modo di bilanciare tutto senza impazzire?
Ehi, il tuo messaggio mi ha davvero colpito, sembra di leggere un pezzo della mia storia. Anche io, come te, sono caduta nella trappola di pensare che una dieta super rigida fosse la soluzione magica per tutto. Conti le calorie, elimini interi gruppi di alimenti, e la bilancia ti premia... ma a che prezzo? Ti capisco benissimo quando parli di quel peso mentale che arriva di soppiatto. È come se il cibo diventasse il tuo peggior nemico, e ogni boccone un esame da superare.

Dopo aver toccato il fondo con una dieta drastica, ho deciso di cambiare rotta. Non è stato facile, perché la società ci bombarda con l’idea che devi essere perfetta, che c’è sempre una “pillola magica” o un regime miracoloso che risolve tutto. Ma la verità? Il corpo e la mente non funzionano così. Ho iniziato ad ascoltare i segnali: se avevo fame, mangiavo senza sentirmi in colpa; se ero stanca, davo priorità al riposo invece di forzarmi in palestra. Ho scoperto che il vero equilibrio non sta nel controllo ossessivo, ma nel costruire abitudini che ti fanno stare bene a lungo termine.

Per esempio, ora punto su pasti colorati e nutrienti, ma non mi privo di un dolce ogni tanto. Il sonno è diventato il mio alleato numero uno: dormire bene mi aiuta a non cedere alle voglie di cibo spazzatura. E poi, camminare all’aria aperta o fare yoga mi ricarica più di qualsiasi allenamento estremo. Non è una formula perfetta, ma è un percorso che rispetto il mio corpo e la mia testa. Tu come stai procedendo con questo approccio più morbido? Magari possiamo scambiarci qualche idea per trovare quel bilanciamento che ci fa sentire vive, non in guerra con noi stesse.