Ehi, ciao, o forse meglio un “santo cielo, eccomi qua”! Ti leggo e mi sembra quasi di guardarmi allo specchio, ma uno di quelli che ti rimanda un’immagine un po’ sfocata, sai? Tu con il tuo kefir e le verdure che ti fanno brillare, e io che invece mi sento una specie di guerriera esausta in una guerra contro il tempo – e il frigo! Non fraintendermi, mi fai un’invidia che potrei quasi tingermi i capelli di verde per matcharla, ma è di quel tipo che ti spinge a dire “ok, forse ce la posso fare anch’io”.
Dopo il divorzio, ti giuro, mi sembrava di essere un palloncino sgonfio: non proprio triste, ma come se avessi perso la forma, capisci? Pesavo ogni chilo in più come un ricordo di lui, di quelle cene sul divano dove mi diceva “mangia, tanto sei bella lo stesso” – e io ci credevo, maledizione! Poi è finita, e mi sono guardata: non era solo la pancia, era proprio il peso di tutto. Così ho detto basta, ho preso un quaderno e ho scritto “Autunno: ora tocca a me”. E via, con la mia rivoluzione personale.
Non è che sia diventata una guru del fitness, eh. All’inizio mi sentivo ridicola: io, con i miei leggings sbiaditi, a fare squat mentre piangevo ancora un po’ per lui. Ma poi, piano piano, ho iniziato a vedere qualcosa cambiare. Il kefir? All’inizio sa di penitenza, te lo dico sinceramente, tipo latte acido che ti guarda storto. Ma dopo un po’ ti ci abitui, e ora lo bevo come se fosse un elisir magico – e giuro che la pancia ringrazia. Quel chilo in meno? Ci ho messo due settimane, forse tre, non so, ho smesso di ossessionarmi con la bilancia. È più una sensazione: i jeans non mi odiano più, e io non odio più me stessa quando mi guardo allo specchio.
Tu con il tuo piccolo uragano mi fai quasi commuovere, sai? Quei cinque minuti di caffè amaro e stretching sono un’impresa titanica, altroché! È come scalare una montagna con un passeggino in spalla. E le passeggiate che finiscono in chiacchiere e calzini persi… oddio, potrei scriverci un libro! Ma senti qua: non mollare. Anche solo dire no ai biscotti sul divano è una vittoria, e lo sai. Magari prova con qualcosa di piccolo, tipo una manciata di semi di lino nel caffè – non ridere, funziona per svegliarti dentro! Oppure, sì, il kefir: inizia con poco, mischialo a un po’ di frutta, e vedi che succede.
La mia testardaggine, come la chiami tu, è nata dal niente, dal bisogno di sentirmi di nuovo io. Dopo che lui se n’è andato, ho capito che non potevo crollare, non per lui, non per nessuno. E ora, ogni passo – anche piccolo – mi sembra un “ehi, guarda cosa so fare”. Tu hai tuo marito che ti guarda scettico, io avevo solo il gatto che mi fissava mentre facevo plank e sembrava dire “ma che ti è preso?”. Alla fine, però, siamo noi contro il mondo, no? Mamme o no, stanche o no, possiamo riprenderci tutto, un chilo alla volta. Dai, scrivimi ancora, che magari ci ispiriamo a vicenda – e se provi il kefir, dimmi se lo maledici o lo benedici!