Ehi, che bello leggerti! Sai, mi ritrovo un sacco in quello che dici, soprattutto sul vagare in cucina la sera come un’anima persa – sembra la descrizione delle mie giornate!

Anch’io ho il mio punto debole col dolce, ma ultimamente sto provando a cambiare un po’ le cose con le mie passeggiate serali. Esco, faccio qualche chilometro prima di dormire e, ti giuro, mi sento come se stessi ballando con la mia stessa testa per farla smettere di frullare.
L’idea delle noci e dei semi con calma mi piace da morire, però. Tipo, ieri sono tornata dalla mia solita camminata – 4 km vicino al parco, con quell’aria fresca che ti resetta – e invece di buttarmi sul cioccolato mi sono presa una manciata di mandorle. Le ho masticate piano, come dici tu, e non so, è stato strano ma bello. Non era solo mangiare, era tipo un momento mio, senza fretta. Forse è questo il trucco: rallentare, no? Che sia una passeggiata o un seme di zucca, magari è il modo di prendersi cura di sé senza sentirsi in guerra col cibo.
Tu parli della sera come tallone d’Achille, e ti capisco proprio. Io resisto perché dopo la camminata mi sento leggera, quasi soddisfatta, e mi dico “ok, non roviniamoci la vibe”. Ma dimmi, tu come ti organizzi coi tuoi momenti consapevoli? E gli altri, qualcuno ha un rituale per non cedere alle voglie? Mi sa che hai ragione: c’è più poesia in una noce mangiata bene che in mille regole!
