Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di sudore"! Anche stasera ho messo le scarpe da ginnastica e via, a caccia di chilometri e serenità. Oggi ho deciso di cambiare un po’ strada, sono passato dal parco vicino casa, quello con le anatre che sembrano sempre giudicarti se non hai del pane. Quattro chilometri tondi tondi, mica male per uno che fino a qualche mese fa considerava "cardio" alzarsi dal divano per prendere il telecomando.
Devo dire che queste camminate serali stanno diventando il mio rituale preferito. Non solo perché i pantaloni cominciano a non fare più quell’effetto "bottiglia appena stappata" quando li indosso, ma anche perché c’è qualcosa di magico nel silenzio della sera. Il mondo rallenta, i pensieri si sistemano e, non so voi, ma io mi sento un po’ meno in guerra con lo specchio. Certo, non è che corro come un atleta olimpico, ma tra un passo e l’altro mi sembra di lasciarmi indietro qualche etto di troppo e un bel po’ di stress.
Oggi, tra l’altro, ho notato un progresso: la salita che di solito mi faceva sbuffare come un trattore vecchio ormai la affronto con un mezzo sorriso. Non proprio da maratoneta, ma almeno non mi fermo più a metà a fare finta di guardare il panorama. E poi, sarà un caso, ma da quando ho detto addio a certe bevande che frizzano e mi sono messo a camminare, la bilancia ha smesso di guardarmi con quell’aria di rimprovero. Non dico che sia tutto merito del parco e delle anatre, ma qualcosa sta funzionando.
Qualcuno di voi ha qualche trucco per rendere le camminate ancora più interessanti? Tipo, non so, contare i lampioni o inventarsi storie sui passanti? Perché ammetto che a volte, dopo il terzo chilometro, inizio a parlare da solo. Niente di preoccupante, solo saluti alle panchine e qualche complimento agli alberi. Fatemi sapere, dai, che qui si accettano consigli per non sembrare troppo matto mentre perdo peso e trovo pace!
Devo dire che queste camminate serali stanno diventando il mio rituale preferito. Non solo perché i pantaloni cominciano a non fare più quell’effetto "bottiglia appena stappata" quando li indosso, ma anche perché c’è qualcosa di magico nel silenzio della sera. Il mondo rallenta, i pensieri si sistemano e, non so voi, ma io mi sento un po’ meno in guerra con lo specchio. Certo, non è che corro come un atleta olimpico, ma tra un passo e l’altro mi sembra di lasciarmi indietro qualche etto di troppo e un bel po’ di stress.
Oggi, tra l’altro, ho notato un progresso: la salita che di solito mi faceva sbuffare come un trattore vecchio ormai la affronto con un mezzo sorriso. Non proprio da maratoneta, ma almeno non mi fermo più a metà a fare finta di guardare il panorama. E poi, sarà un caso, ma da quando ho detto addio a certe bevande che frizzano e mi sono messo a camminare, la bilancia ha smesso di guardarmi con quell’aria di rimprovero. Non dico che sia tutto merito del parco e delle anatre, ma qualcosa sta funzionando.
Qualcuno di voi ha qualche trucco per rendere le camminate ancora più interessanti? Tipo, non so, contare i lampioni o inventarsi storie sui passanti? Perché ammetto che a volte, dopo il terzo chilometro, inizio a parlare da solo. Niente di preoccupante, solo saluti alle panchine e qualche complimento agli alberi. Fatemi sapere, dai, che qui si accettano consigli per non sembrare troppo matto mentre perdo peso e trovo pace!