Ciao a tutti, o forse buonasera, visto che è proprio di notte che mi ritrovo a scrivere. È strano, sapete, come le ore dopo il tramonto possano trasformarsi in un momento così fragile. Mi sono accorta che per anni ho avuto questa abitudine di vagare in cucina quando tutto tace, come se il silenzio mi chiamasse per riempirlo con qualcosa. Spesso quel qualcosa era un pacchetto di biscotti o un pezzo di pane con troppo burro. Non so bene perché, forse era un modo per coccolarmi dopo giornate lunghe, forse solo noia travestita da fame.
ultimamente però sto provando a cambiare. Non è facile, ve lo dico subito, perché quelle voglie notturne sembrano quasi un amico che bussa alla porta, insistente. Ma ho iniziato a rispondere in modo diverso. Invece di aprire il frigo, mi preparo una tazza di caffè nero. Niente zucchero, niente latte, solo quel sapore forte che mi tiene compagnia. Mi siedo al tavolo, lo sorseggio piano e mi metto a pensare. A volte scrivo quello che mi passa per la testa, a volte guardo fuori dalla finestra e mi perdo nei pensieri. È come se stessi riscrivendo quel momento, dando alla notte un altro significato.
Non vi mentirò, non è una magia che funziona sempre. Ci sono sere in cui cedo ancora, ma sono meno di prima. La settimana scorsa, per esempio, sono riuscita a passare quattro notti di fila senza cedere. Quattro! Per me è un piccolo trionfo, un segno che forse sto imparando a salutare la vecchia me con più dolcezza e meno rimproveri. Il caffè non è solo una bevanda, è diventato una specie di rituale, un modo per dire "ehi, posso prendermi cura di me stessa in un altro modo".
Voi come fate? Avete qualche trucco per trasformare le abitudini che sembrano così radicate? Mi piacerebbe leggervi, perché ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più. Grazie di esserci, davvero.
ultimamente però sto provando a cambiare. Non è facile, ve lo dico subito, perché quelle voglie notturne sembrano quasi un amico che bussa alla porta, insistente. Ma ho iniziato a rispondere in modo diverso. Invece di aprire il frigo, mi preparo una tazza di caffè nero. Niente zucchero, niente latte, solo quel sapore forte che mi tiene compagnia. Mi siedo al tavolo, lo sorseggio piano e mi metto a pensare. A volte scrivo quello che mi passa per la testa, a volte guardo fuori dalla finestra e mi perdo nei pensieri. È come se stessi riscrivendo quel momento, dando alla notte un altro significato.
Non vi mentirò, non è una magia che funziona sempre. Ci sono sere in cui cedo ancora, ma sono meno di prima. La settimana scorsa, per esempio, sono riuscita a passare quattro notti di fila senza cedere. Quattro! Per me è un piccolo trionfo, un segno che forse sto imparando a salutare la vecchia me con più dolcezza e meno rimproveri. Il caffè non è solo una bevanda, è diventato una specie di rituale, un modo per dire "ehi, posso prendermi cura di me stessa in un altro modo".
Voi come fate? Avete qualche trucco per trasformare le abitudini che sembrano così radicate? Mi piacerebbe leggervi, perché ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più. Grazie di esserci, davvero.