Cara notte, ti saluto con una tazza scura: il mio viaggio contro gli spuntini notturni

Rorizz23

Membro
6 Marzo 2025
75
3
8
Ciao a tutti, o forse buonasera, visto che è proprio di notte che mi ritrovo a scrivere. È strano, sapete, come le ore dopo il tramonto possano trasformarsi in un momento così fragile. Mi sono accorta che per anni ho avuto questa abitudine di vagare in cucina quando tutto tace, come se il silenzio mi chiamasse per riempirlo con qualcosa. Spesso quel qualcosa era un pacchetto di biscotti o un pezzo di pane con troppo burro. Non so bene perché, forse era un modo per coccolarmi dopo giornate lunghe, forse solo noia travestita da fame.
ultimamente però sto provando a cambiare. Non è facile, ve lo dico subito, perché quelle voglie notturne sembrano quasi un amico che bussa alla porta, insistente. Ma ho iniziato a rispondere in modo diverso. Invece di aprire il frigo, mi preparo una tazza di caffè nero. Niente zucchero, niente latte, solo quel sapore forte che mi tiene compagnia. Mi siedo al tavolo, lo sorseggio piano e mi metto a pensare. A volte scrivo quello che mi passa per la testa, a volte guardo fuori dalla finestra e mi perdo nei pensieri. È come se stessi riscrivendo quel momento, dando alla notte un altro significato.
Non vi mentirò, non è una magia che funziona sempre. Ci sono sere in cui cedo ancora, ma sono meno di prima. La settimana scorsa, per esempio, sono riuscita a passare quattro notti di fila senza cedere. Quattro! Per me è un piccolo trionfo, un segno che forse sto imparando a salutare la vecchia me con più dolcezza e meno rimproveri. Il caffè non è solo una bevanda, è diventato una specie di rituale, un modo per dire "ehi, posso prendermi cura di me stessa in un altro modo".
Voi come fate? Avete qualche trucco per trasformare le abitudini che sembrano così radicate? Mi piacerebbe leggervi, perché ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più. Grazie di esserci, davvero.
 
Ciao a tutti, o forse buonasera, visto che è proprio di notte che mi ritrovo a scrivere. È strano, sapete, come le ore dopo il tramonto possano trasformarsi in un momento così fragile. Mi sono accorta che per anni ho avuto questa abitudine di vagare in cucina quando tutto tace, come se il silenzio mi chiamasse per riempirlo con qualcosa. Spesso quel qualcosa era un pacchetto di biscotti o un pezzo di pane con troppo burro. Non so bene perché, forse era un modo per coccolarmi dopo giornate lunghe, forse solo noia travestita da fame.
ultimamente però sto provando a cambiare. Non è facile, ve lo dico subito, perché quelle voglie notturne sembrano quasi un amico che bussa alla porta, insistente. Ma ho iniziato a rispondere in modo diverso. Invece di aprire il frigo, mi preparo una tazza di caffè nero. Niente zucchero, niente latte, solo quel sapore forte che mi tiene compagnia. Mi siedo al tavolo, lo sorseggio piano e mi metto a pensare. A volte scrivo quello che mi passa per la testa, a volte guardo fuori dalla finestra e mi perdo nei pensieri. È come se stessi riscrivendo quel momento, dando alla notte un altro significato.
Non vi mentirò, non è una magia che funziona sempre. Ci sono sere in cui cedo ancora, ma sono meno di prima. La settimana scorsa, per esempio, sono riuscita a passare quattro notti di fila senza cedere. Quattro! Per me è un piccolo trionfo, un segno che forse sto imparando a salutare la vecchia me con più dolcezza e meno rimproveri. Il caffè non è solo una bevanda, è diventato una specie di rituale, un modo per dire "ehi, posso prendermi cura di me stessa in un altro modo".
Voi come fate? Avete qualche trucco per trasformare le abitudini che sembrano così radicate? Mi piacerebbe leggervi, perché ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più. Grazie di esserci, davvero.
Ehilà, o forse buonanotte, visto che anch’io scrivo con il buio fuori. Capisco bene quel richiamo della cucina, quel silenzio che sembra spingerti a cercare qualcosa. Io sto con un coach online e un dietologo da un po’, e pure per me la notte è il momento più duro. Il lato bello? Posso mandargli un messaggio quando sono in crisi, e mi rispondono con idee per distrarmi. Tipo ieri: invece di mangiare, ho fatto due passi in casa e bevuto acqua calda. Non è come il tuo caffè, ma mi ha calmato. Il lato meno bello è che a volte mi sento sola, senza qualcuno qui a fermarmi davvero. Però sto tenendo duro, e leggere te mi fa sentire meno persa. Hai provato a chiedere al tuo coach un trucco per queste voglie? Io ci sto lavorando, piano piano. Grazie per condividere, mi dà coraggio.
 
  • Mi piace
Reazioni: itallo torres
Ciao a tutti, o forse buonasera, visto che è proprio di notte che mi ritrovo a scrivere. È strano, sapete, come le ore dopo il tramonto possano trasformarsi in un momento così fragile. Mi sono accorta che per anni ho avuto questa abitudine di vagare in cucina quando tutto tace, come se il silenzio mi chiamasse per riempirlo con qualcosa. Spesso quel qualcosa era un pacchetto di biscotti o un pezzo di pane con troppo burro. Non so bene perché, forse era un modo per coccolarmi dopo giornate lunghe, forse solo noia travestita da fame.
ultimamente però sto provando a cambiare. Non è facile, ve lo dico subito, perché quelle voglie notturne sembrano quasi un amico che bussa alla porta, insistente. Ma ho iniziato a rispondere in modo diverso. Invece di aprire il frigo, mi preparo una tazza di caffè nero. Niente zucchero, niente latte, solo quel sapore forte che mi tiene compagnia. Mi siedo al tavolo, lo sorseggio piano e mi metto a pensare. A volte scrivo quello che mi passa per la testa, a volte guardo fuori dalla finestra e mi perdo nei pensieri. È come se stessi riscrivendo quel momento, dando alla notte un altro significato.
Non vi mentirò, non è una magia che funziona sempre. Ci sono sere in cui cedo ancora, ma sono meno di prima. La settimana scorsa, per esempio, sono riuscita a passare quattro notti di fila senza cedere. Quattro! Per me è un piccolo trionfo, un segno che forse sto imparando a salutare la vecchia me con più dolcezza e meno rimproveri. Il caffè non è solo una bevanda, è diventato una specie di rituale, un modo per dire "ehi, posso prendermi cura di me stessa in un altro modo".
Voi come fate? Avete qualche trucco per trasformare le abitudini che sembrano così radicate? Mi piacerebbe leggervi, perché ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più. Grazie di esserci, davvero.
No response.
 
Ciao a tutti, o forse buonasera, visto che è proprio di notte che mi ritrovo a scrivere. È strano, sapete, come le ore dopo il tramonto possano trasformarsi in un momento così fragile. Mi sono accorta che per anni ho avuto questa abitudine di vagare in cucina quando tutto tace, come se il silenzio mi chiamasse per riempirlo con qualcosa. Spesso quel qualcosa era un pacchetto di biscotti o un pezzo di pane con troppo burro. Non so bene perché, forse era un modo per coccolarmi dopo giornate lunghe, forse solo noia travestita da fame.
ultimamente però sto provando a cambiare. Non è facile, ve lo dico subito, perché quelle voglie notturne sembrano quasi un amico che bussa alla porta, insistente. Ma ho iniziato a rispondere in modo diverso. Invece di aprire il frigo, mi preparo una tazza di caffè nero. Niente zucchero, niente latte, solo quel sapore forte che mi tiene compagnia. Mi siedo al tavolo, lo sorseggio piano e mi metto a pensare. A volte scrivo quello che mi passa per la testa, a volte guardo fuori dalla finestra e mi perdo nei pensieri. È come se stessi riscrivendo quel momento, dando alla notte un altro significato.
Non vi mentirò, non è una magia che funziona sempre. Ci sono sere in cui cedo ancora, ma sono meno di prima. La settimana scorsa, per esempio, sono riuscita a passare quattro notti di fila senza cedere. Quattro! Per me è un piccolo trionfo, un segno che forse sto imparando a salutare la vecchia me con più dolcezza e meno rimproveri. Il caffè non è solo una bevanda, è diventato una specie di rituale, un modo per dire "ehi, posso prendermi cura di me stessa in un altro modo".
Voi come fate? Avete qualche trucco per trasformare le abitudini che sembrano così radicate? Mi piacerebbe leggervi, perché ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più. Grazie di esserci, davvero.
Ehi, buonasera o buonanotte, visto l’orario. Leggo il tuo post e sai cosa? Mi colpisce, perché quella voglia di riempire il silenzio con biscotti o pane e burro la conosco fin troppo bene. È come un demone che ti sussurra di notte, e tu quasi gli credi che un boccone ti salverà la serata. Però, lasciatelo dire, il tuo caffè nero come rituale è una mossa interessante, ma se vuoi davvero spezzare quel circolo vizioso, serve qualcosa che ti scuota di più, che ti dia un controllo vero, non solo un sorso amaro.

Io sono una che vive e respira bodiflex, e non sto qui a dirti che è la pozione magica, ma ti giuro che mi ha cambiato il modo di affrontare queste crisi notturne. Non è solo stretching o respirare come un mantice, è una roba che ti rimette in contatto col tuo corpo. Quando fai quegli esercizi, con quel respiro profondo che ti brucia i polmoni, senti i muscoli che lavorano, il sangue che pompa, e quella fame finta, quella che nasce dalla noia o dallo stress, si scioglie come neve al sole. È come dire a quel demone della cucina: “Siediti, che non comando io”.

Non fraintendermi, non sto dicendo che il tuo caffè non funzioni, ma vuoi mettere la soddisfazione di sentire il tuo corpo che si attiva, che brucia, che si scolpisce? Io facevo come te, vagavo di notte, aprivo il frigo come un automa. Poi ho iniziato col bodiflex, 15-20 minuti al giorno, spesso la sera per scaricarmi. E sai cosa? Non solo ho smesso di mangiucchiare schifezze, ma ho visto il mio punto vita stringersi, le cosce più toniche. Non è solo questione di peso, è che ti senti forte, padrona di te stessa. La settimana scorsa, per dire, ho tirato dritto per sei giorni senza cedere a nessuna voglia notturna. Sei! E non perché mi sono trattenuta, ma perché non le sentivo nemmeno.

Il trucco, se vuoi chiamarlo così, è sostituire un’abitudine schifosa con una che ti fa stare bene davvero. Il caffè può essere un inizio, ma prova a muoverti, a respirare, a sentire il tuo corpo che risponde. Non serve un’ora, bastano pochi minuti fatti bene. E se cadi, se una sera ti scappa un biscotto, non ti flagellare. Riprendi e vai avanti. Io ci sono passata, e se ce l’ho fatta io, che ero la regina degli spuntini notturni, puoi farcela anche tu. Racconta, che fai per non cedere? E se provi il bodiflex, dimmi com’è andata. Forza, che qui si combatte insieme.