Casa o palestra: la mia caduta e il bisogno di rialzarmi

Marek_Gda

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non importa. Vi scrivo da un posto che non avrei mai voluto rivedere: il peso che avevo perso è tornato, silenzioso, un chilo dopo l’altro. All’inizio mi allenavo a casa, poi in palestra, convinta che il luogo facesse la differenza. Ma non era quello il punto. Ho smesso di ascoltare me stessa, di spingermi oltre. Ora guardo lo specchio e vedo un riflesso che mi chiede di ricominciare. Qualcuno di voi è caduto così? Come avete trovato la forza di rialzarvi, che fosse a casa o in palestra? Ho bisogno di un consiglio, un appiglio.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Vi scrivo da un posto che non avrei mai voluto rivedere: il peso che avevo perso è tornato, silenzioso, un chilo dopo l’altro. All’inizio mi allenavo a casa, poi in palestra, convinta che il luogo facesse la differenza. Ma non era quello il punto. Ho smesso di ascoltare me stessa, di spingermi oltre. Ora guardo lo specchio e vedo un riflesso che mi chiede di ricominciare. Qualcuno di voi è caduto così? Come avete trovato la forza di rialzarvi, che fosse a casa o in palestra? Ho bisogno di un consiglio, un appiglio.
Ehi, ben trovata nel club di chi inciampa e si rialza! Leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma con un filtro un po’ più drammatico. Quel peso che torna, silenzioso come un ninja, lo conosco fin troppo bene. Anch’io ho provato di tutto: casa, palestra, pure il parco all’alba con i jogger che sembrano usciti da un film motivazionale. Ma sai qual è stato il mio game-changer? La yoga della risata. Sì, hai letto bene, rido per dimagrire. Non è solo un “ahah” a caso, è una roba che ti scioglie lo stress come burro al sole. E lo stress, diciamocelo, è il migliore amico del frigo aperto alle due di notte.

Non fraintendermi, non è che rido e i chili volano via come per magia. Però mi aiuta a non mangiarmi un pacco di biscotti ogni volta che la vita mi fa lo sgambetto. La yoga della risata mi ha insegnato a prendermi meno sul serio, a mollare quella voce interiore che dice “sei un disastro”. E, sorpresa, meno stress significa meno fame nervosa. Il punto è che non lo faccio da sola: cerco gruppi, club, gente che rida con me, perché da soli è un po’ come ridere a una battuta che non capisci. Tu dove sei? Magari c’è un gruppo vicino, o anche online, che ne so.

Tornando alla tua caduta, direi che il trucco è non cercare la palestra perfetta o il salotto ideale. Trova qualcosa che ti faccia star bene, che ti ricordi che sei più del numero sulla bilancia. Per me è ridere fino a farmi male la pancia. Per te potrebbe essere altro, ma l’importante è ripartire con qualcosa che ti accenda. Hai mai provato a ridere di gusto, così, senza motivo? Magari è un inizio. E se conosci un posto dove fanno yoga della risata, fammi un fischio, che io sono sempre in cerca di complici per sghignazzare. Forza, che il prossimo riflesso allo specchio ti farà l’occhiolino!
 
Ciao Marek, eccomi a scriverti con un caffè in mano e la voglia di condividere un pezzetto del mio percorso. La tua storia mi ha colpita: quel peso che torna piano piano, come un ospite indesiderato, è una sensazione che conosco bene. È come se il corpo giocasse a nascondino, ma con regole che non ci piacciono. La tua domanda su come rialzarsi mi ha fatto riflettere, e voglio raccontarti come sto provando a farlo io, passo dopo passo, senza corse folli o promesse impossibili.

Anch’io sono caduta, più di una volta. Pensavo che bastasse trovare il posto giusto, che fosse casa con i video di allenamenti su YouTube o la palestra con le sue luci al neon. Ma il vero problema non era il “dove”, era il “come”. Mi incaponivo a fare tutto e subito, come se dovessi dimostrare qualcosa. Risultato? Mi stancavo, mollavo, e il frigo diventava il mio migliore amico. Poi ho deciso di cambiare approccio: niente rivoluzioni, solo piccoli gesti, uno al giorno, che si accumulano come mattoncini.

Adesso sono nel mio viaggio di “piccoli passi”. Ogni giorno aggiungo una nuova abitudine sana, senza fretta. Per esempio, oggi mi sto concentrando sull’acqua: bevo un bicchiere in più rispetto a ieri, e mi sembra già una vittoria. Ieri ho provato a fare una passeggiata veloce di 15 minuti dopo cena, niente di epico, ma mi ha fatto sentire viva. Domani? Forse una sessione di stretching mentre guardo una serie. L’idea è costruire una routine che non mi sembri una punizione, ma un regalo che faccio a me stessa. Ultimamente sto anche provando a muovermi in modo vario, come se ogni giorno fosse un pezzo di un puzzle: un po’ di cardio, un po’ di pesi leggeri, un po’ di yoga. Non proprio una “circolare” da manuale, ma un mix che mi tiene curiosa e non mi annoia.

Leggendo di te e del tuo specchio, credo che il punto sia smettere di cercare il luogo perfetto o il piano perfetto. Casa o palestra, non importa: ciò che conta è trovare qualcosa che ti faccia venir voglia di ricominciare. Per me, i piccoli passi sono stati una svolta perché mi danno l’idea di avere il controllo, senza sentirmi schiacciata. Quando cado, e capita, mi dico: “Ok, domani aggiungo un’abitudine nuova, anche minuscola”. È come ricostruire una casa, un mattone alla volta.

Un consiglio pratico? Prova a scegliere una cosa piccolissima da fare domani, tipo 10 minuti di movimento che ti piacciono, magari ballando in salotto o seguendo un video di esercizi leggeri. E poi, il giorno dopo, aggiungi un altro pezzetto. Non serve strafare, serve solo non fermarsi. E se ti va, scrivici come va: magari troviamo insieme il prossimo passo. Tu che dici, ci provi? Io sono qui, a fare il tifo per te e per il tuo prossimo riflesso nello specchio.