Come l’aquafitness mi ha aiutato a perdere peso e a sentirmi meglio – vi racconto la mia esperienza!

qwan411

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6 Marzo 2025
82
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Ciao a tutti, o meglio, un saluto fresco come una nuotata al mattino!
Voglio raccontarvi un po’ della mia storia con l’aquafitness, perché magari può ispirare qualcuno che sta cercando un modo per sentirsi meglio senza troppi stress. Qualche anno fa pesavo più di quanto mi piacesse, e non era solo una questione di chili, ma di come mi sentivo: stanca, appesantita, sempre con poca energia. Poi ho scoperto l’acqua – non per berla (anche se fa bene!), ma per muovermi!
L’aquafitness, tipo l’acquagym o le lezioni di aerobica in piscina, è stato un cambiamento totale. All’inizio pensavo “ma che sarà mai, sguazzare un po’?”, invece mi sbagliavo di grosso. È divertente, ti muovi a ritmo di musica, e l’acqua ti sostiene, quindi non senti quel peso sulle articolazioni come quando corri o vai in palestra. Io ho iniziato con due lezioni a settimana, poi sono passata a tre, e in qualche mese ho perso 8 chili. Ma la cosa più bella? Mi sento leggera, energica, e anche la mia pelle sembra ringraziare!
Un consiglio che do sempre: dopo la piscina, mi piace fare uno spuntino sano, tipo una manciata di mandorle o qualche seme di zucca – ti riempiono senza appesantire e ti danno quella spinta in più. L’acqua mi ha insegnato a prendermi cura di me, e non parlo solo di esercizio: sto attenta a quello che mangio, ma senza ossessioni. Se qualcuno ha domande o vuole provare, scrivetemi pure, mi fa piacere condividere quello che ho imparato! Forza, un passo (o una bracciata) alla volta si arriva lontano!
 
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Reazioni: Adriano Gomes
Ciao a tutti, o meglio, un saluto fresco come una nuotata al mattino!
Voglio raccontarvi un po’ della mia storia con l’aquafitness, perché magari può ispirare qualcuno che sta cercando un modo per sentirsi meglio senza troppi stress. Qualche anno fa pesavo più di quanto mi piacesse, e non era solo una questione di chili, ma di come mi sentivo: stanca, appesantita, sempre con poca energia. Poi ho scoperto l’acqua – non per berla (anche se fa bene!), ma per muovermi!
L’aquafitness, tipo l’acquagym o le lezioni di aerobica in piscina, è stato un cambiamento totale. All’inizio pensavo “ma che sarà mai, sguazzare un po’?”, invece mi sbagliavo di grosso. È divertente, ti muovi a ritmo di musica, e l’acqua ti sostiene, quindi non senti quel peso sulle articolazioni come quando corri o vai in palestra. Io ho iniziato con due lezioni a settimana, poi sono passata a tre, e in qualche mese ho perso 8 chili. Ma la cosa più bella? Mi sento leggera, energica, e anche la mia pelle sembra ringraziare!
Un consiglio che do sempre: dopo la piscina, mi piace fare uno spuntino sano, tipo una manciata di mandorle o qualche seme di zucca – ti riempiono senza appesantire e ti danno quella spinta in più. L’acqua mi ha insegnato a prendermi cura di me, e non parlo solo di esercizio: sto attenta a quello che mangio, ma senza ossessioni. Se qualcuno ha domande o vuole provare, scrivetemi pure, mi fa piacere condividere quello che ho imparato! Forza, un passo (o una bracciata) alla volta si arriva lontano!
Un tuffo nel tuo racconto e mi sembra già di sentire l’acqua che mi sostiene! La tua storia è contagiosa, sai? Quel mix di energia e leggerezza che descrivi è proprio quello che molti di noi cercano. L’aquafitness sembra un’idea geniale, soprattutto per chi, come me, a volte si sente intimidito dalla palestra o dal correre sotto il sole. Mi piace come hai sottolineato che non è solo questione di chili, ma di sentirsi bene dentro e fuori.

Sai cosa mi ha colpito? La tua “dosca dei desideri” sembra quasi prendere vita leggendoti: immagino te in piscina, a ritmo di musica, con quel sorriso di chi sa di star facendo qualcosa di buono per sé. Ti va di provare a visualizzare insieme? Chiudiamo gli occhi e pensiamo a noi stessi tra qualche mese: più leggeri, pieni di energia, magari con un costume che ci fa sentire al top. Io ci sto provando, e già mi vedo lì, a fare bracciate con la stessa grinta che trasmetti tu!

Un trucco che uso quando mi perdo un po’ di motivazione è scrivere tre parole su un foglietto: “forza”, “movimento”, “benessere”. Le metto dove le vedo spesso, tipo sullo specchio o vicino al caffè del mattino. Magari può essere utile anche a te o a chi legge. La tua idea dello spuntino post-piscina è perfetta, tra l’altro – le mandorle sono un toccasana, e ora mi hai fatto venir voglia di provarci anch’io dopo una lezione. Grazie per aver condiviso, davvero, è come un’onda di ispirazione che arriva dritta al punto!
 
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Reazioni: grzesibak
Ciao a tutti, o meglio, un saluto fresco come una nuotata al mattino!
Voglio raccontarvi un po’ della mia storia con l’aquafitness, perché magari può ispirare qualcuno che sta cercando un modo per sentirsi meglio senza troppi stress. Qualche anno fa pesavo più di quanto mi piacesse, e non era solo una questione di chili, ma di come mi sentivo: stanca, appesantita, sempre con poca energia. Poi ho scoperto l’acqua – non per berla (anche se fa bene!), ma per muovermi!
L’aquafitness, tipo l’acquagym o le lezioni di aerobica in piscina, è stato un cambiamento totale. All’inizio pensavo “ma che sarà mai, sguazzare un po’?”, invece mi sbagliavo di grosso. È divertente, ti muovi a ritmo di musica, e l’acqua ti sostiene, quindi non senti quel peso sulle articolazioni come quando corri o vai in palestra. Io ho iniziato con due lezioni a settimana, poi sono passata a tre, e in qualche mese ho perso 8 chili. Ma la cosa più bella? Mi sento leggera, energica, e anche la mia pelle sembra ringraziare!
Un consiglio che do sempre: dopo la piscina, mi piace fare uno spuntino sano, tipo una manciata di mandorle o qualche seme di zucca – ti riempiono senza appesantire e ti danno quella spinta in più. L’acqua mi ha insegnato a prendermi cura di me, e non parlo solo di esercizio: sto attenta a quello che mangio, ma senza ossessioni. Se qualcuno ha domande o vuole provare, scrivetemi pure, mi fa piacere condividere quello che ho imparato! Forza, un passo (o una bracciata) alla volta si arriva lontano!
Un saluto che sa di calma e riflessioni, come una pausa vicino all’acqua!

La tua storia con l’aquafitness mi ha davvero colpito, perché traspare quanto sia stato un percorso naturale e piacevole per te, senza forzature. Anche io, come te, ho sempre cercato un modo per muovermi e sentirmi meglio senza quella sensazione di “dover soffrire” che spesso associamo al dimagrimento. L’idea dell’acqua che sostiene e rende tutto più leggero mi incuriosisce molto, e mi fa pensare a quanto il nostro corpo apprezzi un approccio gentile.

Io sono una che crede fermamente nell’ascoltarsi, soprattutto quando si tratta di cibo e movimento. Da un po’ di tempo sto provando a mangiare in modo più consapevole, prendendomi il tempo per sentire davvero la fame e la sazietà. Non è sempre facile, lo ammetto, perché siamo abituati a correre e a mangiare di fretta, ma quando ci riesco mi accorgo che il corpo risponde in modo diverso. Per esempio, dopo un pasto leggero – magari con della frutta come base – mi sento soddisfatta senza quel senso di pesantezza che a volte capita con porzioni più abbondanti.

Il tuo spuntino post-piscina con mandorle o semi di zucca mi sembra un’ottima idea: semplice, nutriente e in linea con l’energia che l’aquafitness ti dà. Mi piace come hai trovato un equilibrio tra il movimento e l’attenzione a ciò che mangi, senza cadere nell’ossessione. Mi chiedevo: hai mai provato a integrare questa consapevolezza anche durante le lezioni in piscina? Tipo ascoltare il tuo corpo mentre ti muovi nell’acqua, sentire quando hai bisogno di spingere di più o quando invece è il momento di rallentare. Io lo faccio a volte quando cammino o faccio stretching, e mi aiuta a non strafare.

Grazie per aver condiviso la tua esperienza, mi ha dato uno spunto per riflettere su come rendere il mio percorso più “morbido” e in armonia con me stessa. Se hai qualche trucco per restare costante senza annoiarsi, sono tutta orecchie! Un passo alla volta, come dici tu, sembra proprio la chiave.
 
Ehi, un saluto che sa di schizzi e fatica, altro che pause rilassanti vicino all’acqua!

Devo dirtelo, la tua storia con l’aquafitness mi ha fatto venire un misto di curiosità e nervoso, perché sembra tutto così semplice e perfetto nel tuo racconto, ma io sono qui che mi arrabatto da mesi e non vedo risultati decenti! Hai ragione, l’idea dell’acqua che ti sostiene e ti fa muovere senza massacrarti le articolazioni è interessante, e quel tuo “leggera ed energica” mi ha fatto quasi invidia. Io invece mi sento sempre un sacco di patate, anche solo dopo una camminata veloce.

Ho provato un sacco di cose, sai? Diete assurde che mi lasciavano con una fame da lupi, allenamenti in palestra che dopo due settimane mi annoiavano a morte, persino il digiuno intermittente che mi ha fatto solo incavolare con chiunque mi parlasse mentre morivo di craving per un pezzo di pane. E ora tu arrivi con questo aquafitness che sembra la soluzione a tutti i mali! Non fraintendermi, sono contenta per te, quei 8 chili persi sono un bel traguardo, ma io sono stufa di provare robe che funzionano per gli altri e per me no.

Il tuo discorso sulla consapevolezza nel mangiare mi ha fatto riflettere, però. Io sono un disastro con queste cose: mangio di corsa, spesso davanti al telefono, e finisco per buttare giù più del necessario senza nemmeno accorgermene. La frutta come base mi piace come idea, ma poi mi ritrovo a sgranocchiare schifezze perché “tanto ho mangiato leggero prima”. Le mandorle e i semi di zucca che dici tu potrebbero essere una svolta, ma conoscendomi li mangerei a chili e addio leggerezza!

E poi, parli di ascoltare il corpo mentre ti muovi in piscina... Io a malapena riesco a non affogare quando nuoto, figurati se ho la lucidità di capire se devo spingere o rallentare! Però mi hai fatto pensare: forse sto sbagliando tutto, correndo dietro a metodi troppo rigidi o a promesse di risultati veloci. Magari l’aquafitness potrebbe essere meno pesante di quello che ho provato finora, ma il solo pensiero di infilarmi in costume e buttarmi in piscina con altra gente che mi guarda mi fa salire l’ansia. Tu come hai fatto a non mollare all’inizio? Perché io parto sempre con l’entusiasmo e poi dopo due volte mi stufo o mi deprimo se non vedo cambiamenti subito.

Insomma, la tua esperienza mi ha acceso una lampadina, ma sono anche un po’ scettica e arrabbiata con me stessa per non riuscire a trovare la mia strada. Se hai qualche dritta per non perdere la voglia dopo tre giorni o per non sentirmi una fallita quando i chili non scendono, te ne sarei grata. Un passo alla volta, ok, ma io mi sento sempre ferma al punto di partenza!
 
Ehi, un saluto che sa di schizzi e fatica, altro che pause rilassanti vicino all’acqua!

Devo dirtelo, la tua storia con l’aquafitness mi ha fatto venire un misto di curiosità e nervoso, perché sembra tutto così semplice e perfetto nel tuo racconto, ma io sono qui che mi arrabatto da mesi e non vedo risultati decenti! Hai ragione, l’idea dell’acqua che ti sostiene e ti fa muovere senza massacrarti le articolazioni è interessante, e quel tuo “leggera ed energica” mi ha fatto quasi invidia. Io invece mi sento sempre un sacco di patate, anche solo dopo una camminata veloce.

Ho provato un sacco di cose, sai? Diete assurde che mi lasciavano con una fame da lupi, allenamenti in palestra che dopo due settimane mi annoiavano a morte, persino il digiuno intermittente che mi ha fatto solo incavolare con chiunque mi parlasse mentre morivo di craving per un pezzo di pane. E ora tu arrivi con questo aquafitness che sembra la soluzione a tutti i mali! Non fraintendermi, sono contenta per te, quei 8 chili persi sono un bel traguardo, ma io sono stufa di provare robe che funzionano per gli altri e per me no.

Il tuo discorso sulla consapevolezza nel mangiare mi ha fatto riflettere, però. Io sono un disastro con queste cose: mangio di corsa, spesso davanti al telefono, e finisco per buttare giù più del necessario senza nemmeno accorgermene. La frutta come base mi piace come idea, ma poi mi ritrovo a sgranocchiare schifezze perché “tanto ho mangiato leggero prima”. Le mandorle e i semi di zucca che dici tu potrebbero essere una svolta, ma conoscendomi li mangerei a chili e addio leggerezza!

E poi, parli di ascoltare il corpo mentre ti muovi in piscina... Io a malapena riesco a non affogare quando nuoto, figurati se ho la lucidità di capire se devo spingere o rallentare! Però mi hai fatto pensare: forse sto sbagliando tutto, correndo dietro a metodi troppo rigidi o a promesse di risultati veloci. Magari l’aquafitness potrebbe essere meno pesante di quello che ho provato finora, ma il solo pensiero di infilarmi in costume e buttarmi in piscina con altra gente che mi guarda mi fa salire l’ansia. Tu come hai fatto a non mollare all’inizio? Perché io parto sempre con l’entusiasmo e poi dopo due volte mi stufo o mi deprimo se non vedo cambiamenti subito.

Insomma, la tua esperienza mi ha acceso una lampadina, ma sono anche un po’ scettica e arrabbiata con me stessa per non riuscire a trovare la mia strada. Se hai qualche dritta per non perdere la voglia dopo tre giorni o per non sentirmi una fallita quando i chili non scendono, te ne sarei grata. Un passo alla volta, ok, ma io mi sento sempre ferma al punto di partenza!
No response.
 
Ehi Adriano, mica ti rispondo con i piedi in ammollo, io sudo e sbuffo come te! La tua frustrazione me la sento addosso, credimi, perché anch’io ho passato giornate a incazzarmi con lo specchio che non cambiava mai. L’aquafitness ti ha colpito, ma lascia che ti racconti come mi massacro io sulle scale di casa mia, altro che piscina. Altro che leggerezza, qui si parla di fuoco nei muscoli!

Vado dritto al punto: corro su e giù per le scale, spingo come una pazza per 30 secondi, poi cammino lenta per un minuto, e ripeto finché non mi sembra di avere due tronchi al posto delle gambe. È un massacro, ma ti giuro che sento le cosce e il sedere che lavorano come non mai. Non è una roba da palestra con specchi e tizi che ti guardano, è solo me contro i gradini. E sì, all’inizio volevo mollare, perché dopo due giorni ero distrutta e la bilancia non si muoveva di un grammo. Ma poi ho capito una cosa: il peso è un bugiardo schifoso. Io mi sentivo più forte, i jeans stringevano meno, ma quella maledetta bilancia mi faceva venire voglia di spaccarla.

Tu parli di diete assurde e fame da lupi, e ti capisco. Ho provato anch’io a tagliare tutto, a contare calorie come un’ossessa, ma finivo solo per sognare pizze di notte. Ora sto attenta, ma non mi ammazzo. Mangio roba che mi sazia senza appesantirmi: verdure crude prima di tutto, un po’ di proteine magre, e se ho voglia di schifezze, mi tengo su con una manciata di noci, non un sacchetto intero. Non è una dieta da manuale, è solo buonsenso per non sentirmi un pallone. Tipo, se ho il colesterolo alto in testa, so che il burro e i fritti non sono amici, ma non rinuncio a un filo d’olio buono o a un avocado. La chiave è non strafare, né col cibo né con l’ansia.

Sul sentirti un fallito, ti dico una cosa che mi ha salvato: smettila di guardare solo il numero sulla bilancia. Misurati, guardati allo specchio, senti come ti muovi. Io dopo un mese di scale non avevo perso chissà che, ma riuscivo a fare due rampe in più senza morire. È quello che ti tiene su, non i chili. E sull’ansia da piscina, ti capisco. Io odio gli occhi degli altri, per questo le scale di casa sono il mio ring. Non c’è nessuno che giudica, solo io che lotto coi gradini. Se la piscina ti spaventa, prova qualcosa di tuo, qualcosa che ti fa incazzare meno. Magari una camminata veloce, ma mettici dentro qualche scatto, tipo 20 secondi a tutta, poi rallenta. È meno noioso e ti senti un guerriero.

Non mollare dopo tre giorni, Adriano. Non perché devi farcela per forza, ma perché meriti di sentirti meglio. Fissa una cosa piccola: tipo, tre allenamenti a settimana, anche corti. E se sgarri col cibo, non ti flagellare, riparti il giorno dopo. Io ci ho messo mesi a non sentirmi una schifezza, ma ogni gradino in più mi ricordava che stavo cambiando, anche se piano. Tu non sei fermo, sei solo incazzato, e quella rabbia può spingerti lontano. Buttati, ma fallo per te, non per la bilancia.
 
Ehi Adriano, mica ti rispondo con i piedi in ammollo, io sudo e sbuffo come te! La tua frustrazione me la sento addosso, credimi, perché anch’io ho passato giornate a incazzarmi con lo specchio che non cambiava mai. L’aquafitness ti ha colpito, ma lascia che ti racconti come mi massacro io sulle scale di casa mia, altro che piscina. Altro che leggerezza, qui si parla di fuoco nei muscoli!

Vado dritto al punto: corro su e giù per le scale, spingo come una pazza per 30 secondi, poi cammino lenta per un minuto, e ripeto finché non mi sembra di avere due tronchi al posto delle gambe. È un massacro, ma ti giuro che sento le cosce e il sedere che lavorano come non mai. Non è una roba da palestra con specchi e tizi che ti guardano, è solo me contro i gradini. E sì, all’inizio volevo mollare, perché dopo due giorni ero distrutta e la bilancia non si muoveva di un grammo. Ma poi ho capito una cosa: il peso è un bugiardo schifoso. Io mi sentivo più forte, i jeans stringevano meno, ma quella maledetta bilancia mi faceva venire voglia di spaccarla.

Tu parli di diete assurde e fame da lupi, e ti capisco. Ho provato anch’io a tagliare tutto, a contare calorie come un’ossessa, ma finivo solo per sognare pizze di notte. Ora sto attenta, ma non mi ammazzo. Mangio roba che mi sazia senza appesantirmi: verdure crude prima di tutto, un po’ di proteine magre, e se ho voglia di schifezze, mi tengo su con una manciata di noci, non un sacchetto intero. Non è una dieta da manuale, è solo buonsenso per non sentirmi un pallone. Tipo, se ho il colesterolo alto in testa, so che il burro e i fritti non sono amici, ma non rinuncio a un filo d’olio buono o a un avocado. La chiave è non strafare, né col cibo né con l’ansia.

Sul sentirti un fallito, ti dico una cosa che mi ha salvato: smettila di guardare solo il numero sulla bilancia. Misurati, guardati allo specchio, senti come ti muovi. Io dopo un mese di scale non avevo perso chissà che, ma riuscivo a fare due rampe in più senza morire. È quello che ti tiene su, non i chili. E sull’ansia da piscina, ti capisco. Io odio gli occhi degli altri, per questo le scale di casa sono il mio ring. Non c’è nessuno che giudica, solo io che lotto coi gradini. Se la piscina ti spaventa, prova qualcosa di tuo, qualcosa che ti fa incazzare meno. Magari una camminata veloce, ma mettici dentro qualche scatto, tipo 20 secondi a tutta, poi rallenta. È meno noioso e ti senti un guerriero.

Non mollare dopo tre giorni, Adriano. Non perché devi farcela per forza, ma perché meriti di sentirti meglio. Fissa una cosa piccola: tipo, tre allenamenti a settimana, anche corti. E se sgarri col cibo, non ti flagellare, riparti il giorno dopo. Io ci ho messo mesi a non sentirmi una schifezza, ma ogni gradino in più mi ricordava che stavo cambiando, anche se piano. Tu non sei fermo, sei solo incazzato, e quella rabbia può spingerti lontano. Buttati, ma fallo per te, non per la bilancia.
Grande, il tuo fuoco sulle scale mi ha fatto quasi sentire il bruciore alle gambe! Altro che acquafitness, tu sei una macchina da guerra coi gradini, e quella grinta è oro. Però, visto che siamo qui a sputare sudore e rabbia, lancio una sfida per te e per chiunque legge: un mini-maratona di movimento, roba tosta ma fattibile.

Che ne dici di 10 giorni, 3 allenamenti a settimana, scegli tu il campo di battaglia: scale come le tue, camminate con scatti, o anche solo squat in salotto finché non tremi. L’idea è semplice: ogni sessione deve farti sentire che hai spinto, ma senza ammazzarti. Tipo 20 minuti di lavoro vero, intervalli come fai tu, o anche solo salire e scendere per 10 rampe dando tutto. Registra come ti senti, non solo il peso. Io lo faccio con un quaderno: scrivo se mi sento più leggero, se i pantaloni tirano meno, se ho più fiato. La bilancia può aspettare.

Per il cibo, continua col tuo buonsenso, ma prova a fissare un “momento verde”: un pasto al giorno con verdure come protagoniste, senza pesare nulla. Non è una dieta, è solo un modo per darsi una spinta senza stress. Chi si unisce? Adriano, sei il primo della lista, non puoi tirarti indietro. Facciamo vedere a quello specchio chi comanda.